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mercoledì 23 settembre 2015

VECCHIO SAGGIO


Non crediate.  Anche se mi vedete ritratta in questa foto. L'ho fatta per voi che ogni tanto sbirciate  in questo fantastico blog , luogo di memoria e di lode alla vita. Per farmi vedere che sono viva. Ci sono eh. 
 Ma non ho più la passione delle immagini.    L'utilizzo del social  face book , detta tra noi così tanto sopravvalutato, mi è servito per liberarmi dell'idea che l'immagine ci rappresenti.
 Alla fine, ve lo dico sinceramente.
 Io mi vedo più " vecchio saggio con barba e baffi. "
Mi vedo un  vecchio saggio molto attraente. Alto magro, quasi rinsecchito. .
 Mi sento un saggio  molto maschio là dove " maschio" è sinonimo di " forza" e "  coraggio" . Perchè, sappiate, per una femmina anche matura è molto più macchinoso riuscire a convincere della propria forza e determinazione. 
La forza si fa forte per un 50 % della forza vera e propria e per il restante della capacità di millantare tale forza . Il risultato è una persona imbattibile. 
Ecco: le femmine questo restante 50% se lo devono  sudare il triplo di un uomo.  Cosa c'entra questo? Niente 
Sono ormai sfilacciata, sciolta, insomma , non ho  pensieri conseguenziali . Si vede no? Ho deciso di  assecondarmi in questo nuovo viaggio senza meta all'interno di una me completamente liberata. 
Liberata da cosa direte voi? Oh beh, liberata dai pensieri appassionati, dalle speranze di un futuro agognato, dalle convinzioni sul bene ed il male così ostinate e sfacciatamente pretenziose. 
Libera dalla  convinzione di poter migliorare il mondo o me stessa o il quartiere o i miei amici, conoscenti o vicini di casa. 
Mi appunto diligentemente pensieri sparsi alla rinfusa senza  che vi sia alcun nesso tra uno e l'altro, Li ascolto attentamente, oh , non me li lascio mica sfuggire: mi appartengono . Li acchiappo , li macero, li consumo, li metto da parte. Sono puzzle confusi ma pronti ad essere interpretati , goduti all'occasione se ci sarà questa occasione. 
Siamo in questo mondo per cosa? 
Un' idea me la sono fatta. 
Siamo qui per costruire e completare l'essenza variegata e  splendida che siamo. Siamo qui a costruire l'evoluzione dell'anima dell'uomo. 
Faccio la mia parte . Preziosa e laboriosa 
Per questo prendo appunti. ed accolgo i segnali inspiegabili di questa esistenza paradossale.



venerdì 7 febbraio 2014

EGREGI ELETTORI, SIAMO CON LA MIA A DIRVI.........

...A breve vi saranno le elezioni. Che siano  elezioni europee, nazionali o comunali sempre di andare a selezionare la  futura classe  che amministrerà la cosa pubblica si tratta. 
Come sempre l'elettore torna a chiedersi di chi dovrebbe fidarsi e come giudicare la sincerità dei candidati.
Come  facciamo a riconoscere quello che ha davvero interesse di lavorare per la cosa pubblica o invece colui che cerca un posto al sole?

In America hanno valutato un aspetto che hanno chiamato " TRUTHINESS" per indicare ciò che percepiamo come verità "con la pancia", ma che non necessariamente è davvero la realtà dei fatti. Insomma " il sentire di pancia"

Ma come funziona?

1) Naturalmente dare  risalto alle incongruenze, alle mancanze, ai disservizi già attrae l'attenzione dell'interlocutore che   chiunque esso sia sarà sempre qualcuno a cui non andrà bene qualcosa: o pochi soldi, o poco tempo, o non ha la moglie, o ha una moglie noiosa , insomma  può riconoscersi benissimo nel lamento e nel sentimento di rivalsa e di disfattismo.

2) Pubblicare immagini di desolazione, di  dolore, di calamità naturali o anche causate dall'uomo come guerre, violenze, dittature. Fa sempre presa. Mette rabbia e voglia di cambiamento 
3) ma le immagini sono utili anche per far credere la verità bella, quella rosea.Allora  vanno bene immagini di fiori, natura, bimbi con mamme e cibo e torte che danno speranza se poi stampate a fianco dell'immagine di chi le propone permettono un' associazione  immediata e confortante. 

4) Se ti rivolgi ad un pubblico semplice puoi puntare sulla politica del " tanto peggio, tanto meglio" del " spacchiamo tutto e ri costruiamo noi" ed ancora sulla politica " Noi siamo i geni" gli altri tutti lazzaroni. 
Insomma: le immagini  associate alle parole che vogliono convincere hanno una parte determinante nell'influenza dell'elettore. 
Come preservarci?.

1) Cerchiamo di non perdere la memoria del passato: chi  ha lavorato in questi anni? Chi ha commesso danni ? chi non ha operato? Chi finora è stato nell'ombra senza spendersi per il territorio e per le persone? 

2) Diffidiamo di chi all'improvviso è arso dal sacro fuoco della solidarietà e della speranza di  un domani migliore. Diffidiamo di chi critica, ma non propone alternative , di chi non ha progetti da presentare. Diffidiamo da chi usa un linguaggio violento, da chi è il migliore , da chi vuole distruggere,  chi vuol smascherare, da chi ha un sogno, una passione improvvisa, una fede illimitata, una speranza immacolata.
 Da chi elenca le disgrazie, da chi si pone come unico salvatore. 

3) Informiamoci sulla   vita di chi si propone alla gestione della cosa pubblica, sulle sue capacità , sulla sua storia. 
Insomma. tu cosa eri ieri? ( per parafrasare Lucio Battisti) 

Un lavoro lungo quello dell'elettore. Anche un po' seccante, a dire la verità....

lunedì 20 gennaio 2014

SENZA POLITICHE AMBIENTALI L'ITALIA RISCHIA DI SPROFONDARE



Questo video non necessita di commenti. In Italia non abbiamo bisogno di disquisizioni destra e sinistra , ma di immediate politiche ambientali.

venerdì 6 dicembre 2013

NON SI VA DA NESSUNA PARTE




Il cambiamento tecnologico repentino non ci ha affatto migliorato. 
Abbiamo cominciato a servirci di sempre meno termini per raccontare il mondo e questo alla fine ci ha portato a pensare sempre meno. 
Avendo soprattutto a che fare con le immagini,  abbiamo abituato la nostra intelligenza ad una elaborazione simultanea dei contenuti che ci circondano. 
Vedere è più semplice che " leggere" . E sentire è ancora più  comodo, perchè spesso si recepisce solo la frase più elementare  che ci permette di ridurre il contenuto ad un minimo spessore , facile da contenere e da ricordare.
La televisione fa la parte del leone in questa operazione di " imbarbarimento" per non parlare del web e dei social net work che  danno l'illusione di essere nel mondo dei protagonisti influenti solo se scriviamo una frase di effetto o se postiamo delle immagine già preconfezionate. 
C'è chi scrive sul social net work: mettete un " mi piace"  se siete d'accordo con me che  sono tutti dei ladri."   Lo fa sentire un novello Napoleone quando ciò avviene. 
Studiando questo fenomeno mi sono accorta di come i giornalisti televisivi incoraggiano l'analfabetismo  e il pressapochismo del fruitore televisivo.  
Infatti sono essi stessi per primi ad utilizzare  termini semplicissimi e semplicisti già sentiti milioni di volte e di volta in volta adoperati  in maniera multiuso. 
Stamattina un giornalista diceva: " Sono scesi in campo giornalisti autorevoli"
Quindi: scendono in campo i giornalisti come è sceso in campo Berlusconi , come scende in campo Renzi come scende in campo il popolo viola come scende in campo il popolo  grillino in una commistione che li rende uguali  e intercambiabili  nell'immaginario dello spettatore. 

Altra frase tipica: " con questa politica non si va da nessuna parte" oppure: " se continuiamo così non si va da nessuna parte" " Questo discorso non porta da nessuna parte " 
Puoi leggere o guardare migliaia di immagini o di  accadimenti è non troverai altro che le stesse sollecitazioni senza alcun contenuto, o tentativo di riflessione e di approfondimento  ma solo trasmissioni di  trionfie declamazioni, di slogans di effetto, facili da ricordare e da ripetere.
 E così che  siamo esortati ad andare " oltre" a " cambiare "verso" a "cambiare"tutto" a" mandare tutti a casa, e a farlo "ADESSO " perchè è" giunta l'ora"  perchè " vinceremo" perchè gli altri sono perdenti, sono finiti, morti, sconfitti, ZOMBI o con un piede nella fossa.. L'avversario non ha mai qualità è solo da abbattere, da vesseggiare , insomma  è:
 f i n i t o. Con tante "oooo"
  E così  che   i  buoni " distruggono " i cattivi durante un dibattito  oppure nelle piazze .  Il confronto è troppo lento da recepire, la riflessione la concertazione difficile da sostenere senza una approfondita  decodificazione di dati e per quella  ci vuole un impegno di tempo e di pensiero sequenziale a cui non siamo più abituati.
  Questo è l'era delle parole semplici, immediate di grande richiamo , facili da pronunciare e da ricordare e poi ci  fanno sentire valorosi guerrieri: "perchè tutto è da abbattere,  da rottamare perchè ci  stiamo dirigiamo verso la < terza repubblica>  perchè decidono i cittadini  che stabiliscono il  " consenso " e lo veniamo a sapere attraverso  i " sondaggi" che ci  diranno inequivocabilmente  chi è nel giusto perchè come dice Giovanni Sartori : " Una moltitudine che non capisce è il bene più prezioso per chi ha interesse a manipolare le folle " 

domenica 1 dicembre 2013

venerdì 29 novembre 2013

POLITICA CONSUMISTICA


Che dire ormai della politica ridotta  da espressione massima della vita pubblica  ad una sorta di  luogo di saccheggio da parte dei più disparati avventurieri che si avvicinano ad essa solo per cercare visibilità o peggio per  avere uno stipendio per vivere?  Nulla. 
A questo punto il post potrebbe essere terminato.
Mi pare di avere detto tutto.
Quando mi  attivo,  in qualche modo per la mia città, giacchè non intendo altro modo la politica se non  come azione funzionale e  costruttiva rivolta a favore del luogo dove vivo e non come  chiacchiere da bar sulla situazione nazionale internazionale di cui sappiamo sempre pochissimo, insomma dicevo che, mentre mi occupo con i mezzi che possiedo della mia città mi pare di  confondermi tra i piazzisti della politica, quelli che presenziano nelle piazze e nel web con gli slogans adesso anche reperibili già belli e confezionati per fare effetto nell'italiano pigro e distratto. 
Consumisti della politica. Persone incompetenti. direi ignoranti. Ma anche pieni di presunzione, di arroganza e, cosa peggiore, di cattiveria.
Mi pare, infatti, che più che una atmosfera di collaborazione , di creatività, di condivisione si lavori   avvolti da una rarefatta animosità  che mette disagio.
Delle volte non ne posso più.  
Ci sono prati e amori che hanno bisogno di me ed io di loro.
Mi pare che il mio impegno  debba essere speso per cose più nobili.
Ho i miei adorati figli e un compagno la cui presenza  e sostegno morale mi permette di essere piena di energia e di vitalità.
La politica  degli inchini, dei raggiri, delle strategie non è una attività che possa migliorare le cose intorno a noi. 
La politica  che serve, quella  che si compra,  che si cede in cambio di favori e di piccoli privilegi ha preso una strada che allontana dalla  ricostruzione, dallo sviluppo, dalle buone idee, dalle spinte umanitarie e dallo spirito solidale
Dalla fratellanza. .
Delle volte non ne posso più.
Perchè camminare in questi sentieri alla fine infanga anche i miei stivali
Perchè respirare questa aria mi intossica in ogni caso.
Anche se a volte mi pare che sia possibile  muoversi diversamente, allontanare con le mani ed il cuore quest'aria mefitica per  poter respirare  nuovamente. Ma è un'illusione. 
Delle volte non ne posso proprio più. Ora, per esempio.

lunedì 18 novembre 2013

?BARABBAAA BARABBA!!!







Una regola: mai scrivere  testi  quando sei in paranoia.
Sì, quello stato che ti lascia affondato nella melma di un pensiero fisso che ti ruota intorno  e dal quale non provi nemmeno a liberarti, anzi , cominci a tralasciare ogni cosa, ogni altra occupazione che non sia appunto quella di avvitarti su una idea,  che più che una idea è uno struggimento, una passione inutile, una vera perdita di tempo.
Eccomi.
Sono qui che  non penso. Non reagisco a stimoli, ma mi arrovello su una sensazione di disfatta, di impotenza nera. di confusa percezione di un oscuro  errore.
 Quando si arriva a questo stato di inquietudine   diventi un soprammobile.
 Potrebbero spostarmi qua o là come un bambolotto  di stoffa, con la testa pesante reclinata su un  lato,  con gli occhi  dondolanti , la bocca  aperta,  il cuore aggrovigliato da tela juta 
 Ho letto un testo illuminante " L'invidia e la gratitudine" di Melanie Klein.
 Illuminante,  dico, perchè associa la gratitudine all'invidia come si può associare il lampo al tuono , ossia come  una inevitabile conseguenza.
E non storcete il naso, non pensiate  che sia una follia associare due cose all'apparenza così distanti, ma alla fine frutto della stessa pianta che genera una ostinata inconsapevolezza dei propri limiti!
Perchè la gratitudine nasce quando qualcuno ci aiuta e non avremmo bisogno di aiuto se  non fossimo deboli, imperfetti ed inadeguati. 
Quale  manifestazione maggiore della nostra inettitudine se non quella di riconoscere  l'appoggio ricevuto, la mano tesa, la spinta necessaria per vivere, alla fine?
Questo mi ha dato da pensare.
Mi ha dato da pensare sul motivo per il quale  proprio quelle persone che ho aiutato con tutta la mia amorevole energia e tutto il mio  impegno  sono state poi quelle  che hanno tramato alle mie spalle, che hanno parlato di me con ostilità , che hanno cercato di fregarmi? Ci sta bene  qui il termine "fregarmi" ?
ma di questo non mi lagno e nè più mi meraviglio, ormai.
Mi meraviglia di più, diciamolo, la mia  ostinata predisposizione alla tutela, alla protezione , alla misericordia gratuita,  questa mia capricciosa  attitudine alla carità che altro non  vuole essere che una sfrontata esibizione della mia intelligenza.
L'ho detto. E' vero.  Io sono intelligente.
Oh , questo non è un grosso pregio e spesso è stato un handicap non da poco .
Essere intelligente non è  una dote di cui  si ha un grosso merito. 
E' solo una questione   di morfologia delle  circonvoluzioni e delle quantità di  solchi presenti nella  corteccia cerebrale,  è una questione di cellule pulsanti, di materia grigia compatta e innervata, di neuroni mobili ed elastici ,  tenuti insieme dalla forza di un demone che non ti risparmia nulla della sua  anima fremente. 
Chi è intelligente non può essere furbo, perchè l'intelligenza non te lo concede. 
Trova nell'arte della mistificazione, del raggiro, della sopportazione , un non so che di stupido, di irrisolvibile , di  involuto.
 Invece l'intelligenza spinge alla soluzione , alla evoluzione, al progresso . 
Non fa i conti delle opportunità, ma della funzionalità. 
L'intelligenza  non si lascia nascondere. 
Non riesce a fingere una stupidità che disconosce. 
L' intelligenza è antipatica.  E' Intrattabile. Per questo cerco di scacciarla, di spingerla  all''angolo e persino quando si abbarbica intorno ad un brutto pensiero riesce a stupirmi attraverso la sofferenza , attraverso la sua riprovazione, la sua estraneità per l' insensatezza del mio vorticare tra i pensieri. 
Sono intelligente e bella.  Ah, lo dico!  Vedete? E non crediate che ne sia felice. 
Sul bello a poco a poco mi sto rifacendo. Gli anni che passano mi lasciano la possibilità di   vincerlo, di modificarlo, di dimenticarlo. Di distrarmi . 
 Riesco finalmente a chiacchierare con un uomo senza  ricevere puntualmente  inviti  e ammiccamenti come un tempo. E questo, per me , è molto rilassante. 
Ma l'intelligenza non mi abbandona. 
E' sempre lì pronta a raccontarmi la storia che sto vivendo, a spiegarmela come non vorrei,  a farmi allontanare dagli uomini indegni, a tenermi distante dalle debolezze altrui per gettarmi in pasto a domande dolorose.
 Mi tiene  separata dagli esseri umani, lontana dal mondo, in una bolla trasparente fatta di intuizioni  non condivisibili. 
Mi rende  straniera in un pianeta che non conosce il mio  linguaggio  e con questa mia patetica  necessità di rendermi utile per giustificare la mia  colpevole consapevolezza, per assolvere la mia energia palpitante e rendere gli altri grati , ma infine gelosi,invidiosi non comprendendo la ragione di una disponibilità indecifrabile.
Ma l'ho detto: non si deve scrivere quando i pensieri si fanno insopportabili.  

giovedì 27 settembre 2012

QUEL BLOGGER DI ALESSANDRO SALLUSTI



Sul caso di  Sallusti la prima cosa che mi viene da dire è questa:

Finalmente.

Direte voi: ecco: la solita   criticona adesso se la prende con Sallusti.

Niente di più falso.

Ciò che sta capitando a Sallusti è inaudito.
 E’inquietante quando si  giunge a punire colui che  esprime un 'opinione. Questo non deve succedere  in uno Stato democratico, in un epoca  che dovrebbe dirsi moderna, dove i confini sono stati valicati  non con arco e frecce, ma attraverso lo scambio di linguaggi e di idee.
Finalmente, dicevo,  questo fatto increscioso  è capitato ad un uomo  noto alla società  e  per questa ragione si comincerà  a parlare   di cosa sia necessario rendere reato e cosa no. 
E’ inconcepibile che una persona venga messa sotto accusa  per aver  scritto dei testi su un giornale. 
 Mi sembra che  portare in tribunale una persona solo perchè esprime le sue idee , per quanto possano essere discutibili, mi sa tanto di prerogativa degli  Stati totalitari che niente lasciano alla iniziativa individuale e culturale dei suoi abitanti. 
E' gravissimo  che l'atto di   “ esprimere le proprie idee “ venga tradotto in un azione di  “ diffamazione”  e lo si consideri reato.
Finalmente anche ai piani alti, agli onorevoli, appunto,  è venuto in mente che forse definire “reato” una attività intellettuale sia un tantino fuori luogo. E meno male perché finora centinaia di blogger hanno dovuto recarsi in tribunale a difendersi solo per aver scritto qualcosa che a qualcuno non è piaciuto. 
Agli onorevoli , che in questi mesi si sono occupati di tutt’altro fuorché di cose utili , ed anzi, con la Legge Cirielli hanno acuito certi reati come quello della diffamazione, chiedo a questo punto, di cominciare a ragionare  in termini democratici e culturali.
Chi scrive non commette alcun delitto.  Se  esprime un suo parere su qualcuno , questo qualcuno non  deve far altro che prendere penna e calamaio,  oppure se ce la fa,  uno straccio di portatile,  e rispondere per le rime ( sempre che queste rime siano in suo possesso, stella d'oro)   . 
Il reato di opinione  deve essere depenalizzato e non per agevolare  Sallusti, noto giornalista e scrittore, ma per tutti coloro che scrivono e si confrontano con la società  e la sua gente attraverso la parola ,   che è un ' arma micidiale  solo per chi non riesce a comprenderla o a servirsene. 
Chi si fa venire i contorcimenti di pancia per qualche frase riportata sul giornale e/o sui blog se lo faccia passare oppure trovi gli argomenti che possano convincere del contrario. 
 Poveri diavoli quelli che  continuano a spulciare i testi  come topi da biblioteca !   Cercano di individuare in ogni virgola  qualcosa che rassomiglia  loro e in ogni incongruenza una loro presenza congenita. 
Ho un sospetto.  
Questo " gridare allo scandalo" non sarà mica  un modo come un altro per nascondere la  paglia che alberga nella loro coda?  Piccoli lucertoloni  del ventunesimo secolo!!
La lesa maestà è morta e sepolta da un po' , mettetevi il cuore in pace e lasciateci lavorare . A me e a Sallusti, dico.  A chi se no?




martedì 7 agosto 2012

IO ME NE ANDRO' IN JAMAICA L'OTTO DI AGOSTO


Non tutti amano viaggiare. Molti stanno fermi convinti di rappresentare un qualcosa in un luogo specifico.  Non tutti amano lasciare la casa familiare, la via  del proprio paese.
Perchè il viaggio è una rivoluzione. 
Ti sposti e la tua identità si rinnova. Tu non sei la moglie di Mario Rossi. Tu non sei più l'avvocato Bianchi . Tu sei un uomo sradicato. Perchè il proprio ruolo si costruisce nell'incontro con l'altro, nella consuetudine dello spazio che dividi con l'alterità e si compone ogni volta che l'altro è altro. 
 Io già mi immagino cosa sarebbero certe madame senza l'appoggio del luogo e del ruolo che le identifica . Perchè solo attraverso il viaggio noi sfidiamo la nostra capacità di perderci e riconquistarci ogni giorno. 
Ogni luogo mi appartiene . Ogni uomo mi appartiene.
In questo consiste il viaggio: in un movimento eroico attraverso il mistero che è il mondo fuori e dentro di me. Solo chi compie questo viaggio allora realizza il suo disegno. 


Io me ne andro' in giamaica l'otto di agosto e vado con un volo charter perche' in nave non c'era piu' posto tanto che fa se arrivo a kingston un po' piu' presto cosa faro' oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh io non lo so oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh so solo che l'importante per ora e' scappare via via il piu' lontano possibile.......






domenica 5 agosto 2012

LA VITA E' UNA DOCCIA A GETTONI


Le ferie sono, per me, il periodo di massimo fervore cerebrale. 
Ossia il  mio cervello opera  a pieno regime in modo autonomo ed affatto ozioso. Questo lavorio sottile ma inarrestabile e, devo dire, intenso mi sta liberando a poco a poco di una serie di pensieri/ spazzatura che si aggiravano a mulinello sulla mia testa.              
Il demone ha ripreso l'effettivo controllo del mio corpo e lo asseconda nei suoi vizi più infantili e primari. 
Niente di ciò che state ipotizzando voi, miei porcellosi lettori:  si tratta invece di vizi culinari del genere cioccolatoso e cremoso od ancora di genere ittico come per esempio : spaghetti alle vongole e frutti di mare, bagnetto di sgombri e tonnetti al sugo piccante ed ancora calamari  affogati nel loro intingolo succulento.  
Nel campeggio, dove abbiamo fatto sosta ultimamente,  la quantità d'acqua a disposizione del cliente è regolata da dei chips  che si ritirano al momento dell'arrivo  e si usano durante tutto il soggiorno nel campeggio medesimo. Ora , questa cosa dei chips, che potrebbe essere una cosa carina, alla fine risulta avere i suoi inconvenienti. Innanzitutto i chips  si possono perdere facilmente, essendo piccoli e leggerissimi e poi hanno una cauzione abbastanza elevata che ti costringe a pensare a loro più del dovuto. ma la cosa più illuminate è stata questa che andrò qui di seguito a narrarvi. 
Al tramonto di questa giornata,  mi sono recata al reparto docce  col mio bell'accappatoio ed il mio inseparabile chip. Ho inserito il chip nell'apposito fessura  che avrebbe caricato la giusta quantità di acqua ed eccomi pronta a prendere la mia doccia purificatrice. 
Mi insapono velocissima perchè ho sempre paura di finire l'acqua prima  di potermi liberare del sapone , poi mi sciacquo perfettamente ed infine sto lì  beata in piedi a prendermi  sul corpo e sul viso la refrigerante acqua che scorreva dolce e leggera nella pelle infuocata dal sole.  
Mentre sono lì convinta d'aver compiuto perfettamente il mio compito di pulizia ecco che guardando in basso  mi accorgo di aver dimenticato di togliere la sabbia dai piedi.                
 In fretta cerco di insaponarmi  le estremità quando ecco che  all'improvviso l'acqua si interrompe in modo secco e inequivocabile.
 Rimango inerte e mortificata ad osservarmi i piedi insaponati e insabbiati dopo che avevo  oziato per tanto  tempo dentro la cabina della doccia. E questo, che lo crediate o no, mi ha dato da pensare.
 Che la vita è proprio come una doccia a gettoni : in certi momenti ti pare d'averne talmente  a sufficienza tanto da farti  rimanere sfaccendato a guardarti intorno  fino a che all'improvviso ti devi mettere a correre per rimediare con  il tempo che ti rimane.
Tempo decisamente insufficiente.

mercoledì 4 luglio 2012

CUOR DI LEONE PREDONE IMPREPARATO




Povero. Sì. 
Povero chi? Ma lui no?
C u o r  di  L e o n e. 
Si è dato tanto da fare.
In che modo? 
Chiederete voi ipotizzando un suo atteso (benché tardivo) impegno verso finalmente ciò per cui è stato ingaggiato. Ebbene, dico no.  Altro che  impegno per ciò che gli è di spettanza. 
Lui si è impegnato per eliminarmi. Oh già, l’ho detto, in diverse occasioni.
Ha sguainato la sua spada al cielo, ha battuto gli speroni sui fianchi del suo ronzino scalcinato  e si è messo al trotto per tentare un attacco laterale. 
Ma io, per quanto avessi poco da ridere, su di lui ho riso.
Ho riso perché, quantunque io venissi battuta, denigrata, oltraggiata, sconfitta ed  esiliata, lui, povera  aspirante  guida spirituale di ambiziosi promotori di gadget , di cervelli senza particelle frizzanti, di erotomani  poco erotici e soprattutto aspirante emulatore del mio profilo luminoso, malgrado fosse riuscito a scalzarmi mai e poi mai avrebbe potuto sostituirmi.
Ci ha provato. 
S'è messo in moto, ha rinunciato ,persino, ma senza fatica,  a quel poco che lo circondava per partire lancia in resta ad assaltare la fortezza mirabile che mi aveva custodita, quale leggiadra fanciulla dai capelli  d’oro e dall'anima immacolata. 
Il castello lo trovò vuoto. Ve lo anticipo. 
Perché io me ne ero già andata portando via quello che di più prezioso c’era all’interno di esso. Voi vi immaginerete  che ho caricato nel mio carro medioevale sacchi di diamanti e corone di platino e d’argento? Oppure  a centinaia  di  vestali di  organza e di lino pregiato di oriente?
 Niente di tutto questo. 
Il mio è stato un, diciamo,  trasporto diverso: ho portato via la mia preziosissima persona ed il mio cervello fertile e costantemente  crepitante.E fu come, scusate la modestia, se un uragano fosse entrato di lì ed  avesse spazzato via l'essenza primaria di un materia lasciando lo scheletro   arido,sterile e  nostalgico per  ciò che non sarebbe stato più lo stesso.  
Invece, quando lui è entrato, ha portato il vuoto di se’ e bon.
Infatti è proprio così. 
Non ci sta niente da fare. Viene il momento che bisogna provare  agli astanti di avere una connessione pur minima con la parte pensante del corpo e  questo è capitato a Cuor di Leone. Fino a che ha potuto ha cercato di  dissimulare il possesso di un qualche cosa, ma è proprio  quando si rimane soli che i movimenti di un sol uomo non passano inosservati e rivelano la pochezza delle proprie capacità, anzi , l’assenza totale della mente che è divenuta  un 'assenza assordante nel silenzio completo che lo circondava. 

Insomma: spesso,  può anche  capitare (come a me) , che si viene  sconfitti, allontanati, oltraggiati e SOTTOMESSI , ma per essere asserviti, bisogna proprio non avere niente da caricare in quel contenitore di cellule grigie che il buon Dio ci ha permesso di usare. E questo è quanto è successo al povero.. povero  Cuor di leone. una prece.

domenica 6 maggio 2012

UN BACCELLO SENZA PISELLO





Con l'arrivo della primavera ecco che nei negozi di frutta e verdura ritorna il pisello.  Non crediate che  mi stia riferendo a  chissà quale suadente  immagine di garzone superdotato  , sto proprio parlando del legume nutriente ed inconfondibile che spesso anche d'inverno arricchisce la nostra tavola.  Anche se, diciamolo, una cosa è il pisello surgelato un altra è sgranare  a mani nude il baccello contenente quei carnosi e  sodi piselli che irrompono   nella nostra vita dopo averli liberati del loro involucro.
Oggi li ho " sbucciati"  uno ad uno e , devo dire, in alcuni casi sono rimasta delusa. 
Dentro a qualche  baccello non scoppiettavano grossi  e potenti  piselli come mi aspettavo, ma   vi trovavo dei pezzettini verdi  smilzi, piccoli e rinzecchiti come fossero embrioni di piselli   abortiti dalla pianta e lasciati a morire prima di nascere. 
In questa triste circostanza ho trovato una strana analogia tra la conformazione dei  baccelli e  le modalità di crescita e sviluppo dell'intelligenza degli esseri umani.
in fondo vi erano molte somiglianze.
Tutti noi esseri umani  possiamo essere pensati come grandi baccelli. In età adultà diveniamo  sodi,  duri, rigogliosi . Abbiamo (a grandi linee) tutti quanti lo stesso aspetto maturo e levigato.  
Le nostre valve allungate nascondono agli occhi  degli altri il frutto prezioso che siamo. 
Ma alla fine arriva il momento che il baccello si apre e...flop ne esce ciò che è stato coltivato e per lungo tempo nutrito nella profondità del nostro essere.  E' a questo punto che si può fare la macabra scoperta: in certi casi quello che doveva essere un tondeggiante  e potente seme è invece ridotto a  grinzoso  vegetale senza alcuna proprietà  creativa e rivitalizzante come dovrebbe essere  un frutto così rinomato e antico quale il genere umano. 
Oh, ne conosco di esseri  la cui intelligenza è abortita nel nascere . Questi leguminosi  sono ruvidi e secchi  ed , anche se sono vestiti e rivestiti degli stessi identici abiti di tutti  noi, sono alquanto diversi dagli altri:   essi sono  senza succo  e nè sostanze utili , insomma  in questi baccelli eleganti e colorati  troviamo un nulla costante, una capacità solo sperata senza averne alcun riscontro effettivo. 

Me lo vedo questo pisellone, vestito con i panni dignitosi dell'uomo tecnico e competente quasi da passare per vero , che  si ostina a nascondere il vermetto  molle e senza polpa  che è : lo vedo sgranato ed infine  lasciato  nel lavandino perchè piccolo e poco funzionale alla realizzazione di una esistenza alimentata a dovere. 
Povero pisello . Hai solo sognato di diventare un seme gonfio e appetibile invece sei rimasto attaccato quale picciolo di un fiore senza alcuna radice ,  di una idea solo in stato embrionale,  quale embrione mai nutrito e cresciuto. Insomma. 
E quando compri un chilo di  questi vegetali alla fine  qualche baccello   senza semi  capita  sempre. Ci dobbiamo fare l'abitudine , per forza. Oltretutto,  per quanta esperienza ti fai sul campo ,  non riesci neppure a riconoscerli  subito questi aborti di piselli ,  almeno    per evitarti   la spesa dal  fruttivendolo. 

lunedì 30 aprile 2012

CHIUDETE QUESTO BLOG! DIAMINE!



Insomma il mio blog va per la maggiore. In che senso direte voi, miei adorabili e distratti lettori? Non certamente per la qualità dei testi che stanno peggiorando, lo so, a vista d'occhio. Ma si vede che QUESTO  è il metodo migliore per avere audience.
In poche parole, i miei lettori stanno lievitando. Almeno di una unità. Sì, direte voi, un lettore in più non fa primavera, soprattutto se si pensa alla qualità del lettore e, proprio su quella, devo ammettere di avere delle grandi riserve. Ma cosa volete... un lettore è paragonabile ad un elettore: come si dice, "una testa un voto", tanto più se si è testa di minchia. Per questo non mi lamento.
Lo so, lo so, questo lettore va spulciando tra i fogli telematici di questo grande romanzo d'avventura e di amore alla ricerca di tracce delittuose, di prove inconfutabili delle mie perversioni pruriginose,  invece di rotolarsi tra le lenzuola con la femmina che gli si potrebbe, non siamai, concedere; ma, vogliamo stare a guardare il pelo nell'uovo, oppure a smacchiare i giaguari? O peggio ancora a cercare le cellule grigie nei crani vuoti, come una particella di sodio nell'acqua naturale? 
No davvero. Per questo mi rallegro della  affezionata e  quotidiana  presenza di questo lettore dell'ultima ora.  Anche perchè cotanta  attenzione rivela una oscura e malcelata invidia e conseguente ammissione delle proprie carenze.
E poi diciamola tutta: chi ti invidia rivela una segreta aspirazione ad emularti e non esiste modo sicuro per non avere gente che ci invidi, che quello d'essere senza meriti, come diceva il vecchio Johan Oxenstierna. E quindi tanto vale abituarsi a suscitare  tali seppur insani  passioni.  
Dunque, che questo lettore invidioso ed accidioso sia pure invitato a questo virtuale e virtuoso convitto per quanto, magari,  stia regredendo a livelli meno ancestrali di quanto non fosse  stato ai suoi  primi albori.  D'altra parte avrei altra scelta? Sarà mai possibile in futuro vietare la lettura dei blog  agli stronzi?  
Per ora no, a rischio di escludermi l'attenzione delle meravigliose persone che mi visitano e che abitano  i miei  favolosi anni eroici.
Per questo non  temete: il mio blog  non chiuderà mai, anzi,  svolgerà sempre il suo cazzutissimo compito di  porre il dito  dove più  convenga metterlo e non dico dove   perchè sono una signora.  Una per cui la guerra non è mai finita,  come dice la Bertè.
E finchè  la guerra non è finita, si sa,  non  si può perdere . 

lunedì 17 ottobre 2011

TO', LA VIOLENZA ! LA SOPRAFFAZIONE ! E CHI SE L'ASPETTAVA?



Oh, io non mi meraviglio affatto delle violenze e delle ingiustizie, in genere.
Tutti i giorni, pago in prima persona i tentativi di sopraffazione di persone incompetenti.  Parlo di quelli che non sanno lavorare , ma che, invece di  restarsene bravi bravi a far lavorare gli altri, si mettono anche a dare direttive su questa e quell'altra cosa come fossero delle persone che se ne intendono invece  una minchia di niente che se ne intendono!
Una mattina questi esseri inadeguati alla professione per cui sono retribuiti,  si svegliano ( qui qualcuno si aspetterà un " bella ciao"  )  ed , in virtù di un titolo guadagnato  chissà come e quando, cominciano a vesseggiare quelle persone di buona volontà che hanno ancora in senso dello Stato e del Servizio pubblico.
Trovate molta differenza tra questi incapaci e d incompetenti dei piani alti e  quelli che hanno sfasciato le macchine dei poveri cittadini? Io no, scusate. 
Le sopraffazioni, o meglio  le violenze hanno molte facce e tutte ugualmente disastrose e deleterie per la comunità.   si comincia  a subirle nei luoghi pubblici, quelli silenziosi ed ovattati da i tappeti  e dal profumo di lavanda , fino a vederle  scatenarsi con spranghe e cappucci su una strada di città. 
Le angherie, le vessazioni hanno lo stesso movente, la stessa personalità confusa e meschina  sia che operi su una poltrona vellutata sia che decida di  esprimersi  sotto una benda nera e casco di protezione. 
Allora dobbiamo  veramente smetterla di meravigliarci della violenza che si attua davanti ai nostri occhi. E dire : " Oh tò, non me l'aspettavo proprio!!!"
Dobbiamo smetterla di visitarla  e fotografarla come  fossimo turisti giapponesi, ma  dobbiamo puntarle il dito addosso,  chiamarla col suo  vero nome, non bisogna mai ignorarla e sottovalutarla.  E' necessario, invece  denunciarla. Perchè la violenza , dapprima si mescola tra la folla per non farsi notare. Azzarda persino sorrisi e toni garbati. Ma poi, quando si accorge d'avere spazio e  forza necessaria,  quando s'avvede che hai abbassato la guardia,  che su qualche ingiustizia sei disposto a chiudere un occhio,  all'improvviso getta la maschera. E  se cominciamo ad accettare la violenza, quella sottile, sotterranea, ma anche spudorata, arrogante quella nei  posti di lavoro, nelle fabbriche,  negli ospedali poi non dobbiamo lamentarci se la troviamo anche nelle strade anche se  con altre voci ed altre caratteristiche.
Per questo dobbiamo vigilare  che la violenza non si propaghi  nel luogo  in cui  lavoriamo e persino nel luogo che più  amiamo perchè sarà proprio in quel luogo che la prevaricazione  potrebbe schizzare  il suo veleno mortale, che ci  potrebbe attaccare senza tregua  fino a lasciarci esausti e sconfitti. Non ci credete? Se lasciamo spazio alla violenza perchè è ancora  sopportabile,  ancora leggera  diamo ad essa la possibilità di lievitare
Succederà sempre perchè sempre è successo. Nelle piazze, negli uffici, nelle scuole, nei bar, e d addirittura  in famiglia.  Mettiamoci in quest'ottica perchè tutto questo  non deve ,  eh,  non deve farci  trovare impreparati.
Cazzo.

lunedì 3 ottobre 2011

LA MORTE NON E' NIENTE


E' qui. Incombente e  quasi padrona dello spazio che occupo.

 In questi giorni ho camminato , o meglio ho smaniato nei corridoi e nelle strade  della città sempre accompagnata  dal pensiero di lei, ma più che un pensiero era un peso fatto di carne ed ossa che mi apparteneva  tanto che ero io, alla fine, che  significavo IL TEMPO finito,  ero io che  pesavo sull'esistenza come un miraggio mai nato.
Ho smesso di protestare  per le cose che non andavano. Chi ero io per  permettermi di  adeguare il flusso disordinato degli eventi  e   porli al centro di una vita transitoria e quindi dubbia e avventata?
Ho camminato a lungo, dunque,  ma la strada non portava da nessuna parte. Tornavo indietro , alla fine,   perduta nell'equivoco e sopraffatta dall'ansia di avere consumato un sentiero senza destinazione.
Con l'auto , poi, pareva ancora più semplice esaurire   il tempo che scandiva l'asfalto sotto le ruote.  Andavo, andavo portandomi dietro senza rimedio la condanna cucita addosso.
Ed intorno a me il calore generoso della rinnovata estate struggente e miracolosa s'appoggiava sul cofano dell'auto in corsa per rallentare e soccorrermi ed io invece, no, no, non volevo , perchè dovevo capire la fine maligna  di un VIAGGIO   ingenuo e perverso , infine, perchè pieno di illusioni e disperazioni.
Tornando.... 
tornando da quelle divagazioni dolorose ritrovavo i luoghi familiari ed allora realizzavo istintivamente  che sarebbe stato lì, nell'abbraccio inerte ma armonioso  del mondo, che avrei dovuto accogliere quell'avventura definitiva.

giovedì 21 luglio 2011

TUTTI INNOCENTI


Non ci sono più colpevoli in Italia. il politico che ha intrattenuto rapporti con la mafia,  il marito che tradisce la moglie sistematicamente e la sgozza su una stradina di campagna,  la madre  perfetta ma emotivamente disturbata e la cugina volgare e presenzialista  e così via. Nessuno conosce l'errore,  in una rivendicazione sfrenata al ruolo di vittime e di perseguitati che ci vuole tutti ingenui e sprovveduti ma mai colpevoli. 
La mia coiffeur pour dames non è da meno. Mi tinge  i capelli di nero poi dice che l'avevo chiesto io, il che non è è proprio possibile dato che in tutti questi anni non avevo mai chiesto di tingermi i capelli di nero e poi non solo non riconosce l'errore, ma al momento di farsi  pagare mi carica  l'importo dovuto con la spesa  sostenuta per rimediare all'errore effettuato da lei.  Ma non solo: al ritorno a casa mi accorgo che la competente professionista si è dimenticata di avvisarmi di avermi lasciato dei residui di ciocche nere dietro la testa,  a macchia di leopardo, in una posizione strategica , quel che si dice : lontana dagli occhi e da ogni possibile rivendicazione. Ingenua? O sprovveduta del mestiere? Mah.
 Dato che il  suo coniuge  ( della di lei, coiffeur) mi legge tutte le volte che arriva nel suo negozietto di preziosi  ( scarsa clientela,  deduco) glielo dica pure: "Ha perso una cliente di vecchia data , se questo può mai servire  di lezione a gente che non vuole  crescere. "
Perchè l'errore non è nulla . E' la mancanza del superamento dell'errore che è grave. Essere colpevoli può essere una condizione transitoria se si è in grado di valutare la deviazione, riconoscerla come un  frutto della propria decisione e muoversi oltre di essa per vincerla.   L'errore avviene perchè effettuarlo è la strada più conveniente nell'immediatezza dell'evento. Ma a lungo andare l'errore impegna ingenti risorse  morali  per mantenere lo status raggiunto con l'errore. E' questa posizione che ci rende colpevoli più dell'errore commesso. E' quindi il disconoscimento dell'errore preservandone la sua condizione.
L'innocenza non ha lacrime e non si deve giustificare. La colpevolezza deve mostrare il lato che commuove e che strazia per sopravvivere. Ed è un lavoro che tende i nervi e rattrappisce l'anima. 
L'innocenza non deve raccontarsi perchè è nell'azione pura ed essenziale  come il buio significa la notte.  L'innocenza non deve essere convincente perche si apre al mondo quale realtà sobria ed urgente.
La colpevolezza racconta e mistifica perchè  deve creare un'etica inesistente e fraudolenta.
Per questo non è l'errore che mi farà cambiare coiffeur, ma la mancanza di coscienza dell'errore che non ne permette la risoluzione e che impedisce all'innocenza di recuperare il dominio perduto in questa Italietta  senza pudore e senza vergogna.
Perchè io dico invece che non solo nessuno è innocente, ma che tutti, proprio tutti siamo colpevoli. Colpevoli di sbagliare e colpevoli di accettare gli errori come un atto inevitabile, come un sopruso a cui non ribellarsi, di cui tacere.
Bisogna darci un taglio. E tanto per cominciare lo farò alla mia messa in piega.


venerdì 8 luglio 2011

GIOCHI DI SIMULAZIONE

Lo stato d'animo che ho verso il Partito Democratico è quello che si ha verso un figlio  che ha preso una brutta strada: ti pare sempre che si metta a posto, che abbia capito la lezione ed invece, quando pensi che si sia redento, eccolo lì a compiere l' ennesima bravata .
Il PD  non vuole l'abolizione delle Province, ma mica per questioni politiche o cosa: non le vuole per spirito aziendale. Non vuole perdere poltrone e stipendi. Lauti stipendi.
Michele Serra, nella sua " Amaca" di ieri su " La Repubblica"  rimprovera  il Partito Democratico di non agire politicamente, ma solo per salvaguardare posizioni di privilegio che pesano sulla Nazione già provata economicamente da una crisi senza fine. Da tenere a mente per le prossime elezioni. 
 Secondo punto.
Proprio ieri mattina parlavo con una persona che sta collaborando con Cuor di  Leone.. Durante la conversazione il discorso cade sull'elemento  di cui sopra e , curiosa di sapere alla fine cosa ne pensano gli altri di tal personaggio, chiedo. Lui mi risponde. " .R........... è un debole"
Dunque è davanti agli occhi di tutti! Non è solo  una mia prerogativa saper vedere le sue incongruenze, le sue bassezze, ma  la sua debolezza cammina con lui e lo rappresenta senza difficoltà in mezzo alla gente che vede e sa come me con chi ha a che fare. 
Dopo poche ore, ho incrociato la sua figura accanto alla persona con cui avevo  parlato e per la prima volta ho avuto compassione di lui per questo suo  gravoso impegno di nascondere un' anima inerte e cercare di simulare una capacità di vivere ben lungi da essere  convincente.

mercoledì 29 giugno 2011

TUTTA COLPA DELL'AMERICA


Se non ci fosse questa fastidiosissima cosa  della seduzione tutto sarebbe più  facile. 
Gli uomini e le donne  sembrano  programmati per cercare di essere  piacenti a tutti i costi,  essere desiderati, ambiti, voluti per una copulazione indotta, cercata  proposta , immaginata  ventilata da sotto lo sguardo confuso e umido nei gesti organizzati e taciti di animali da preda che lasciano la propria urina lungo i marciapiedi. 
Non dite di no. 
E' un gioco che facciamo tutti e spesso con scarsi risultati, ma tant'è giochiamo lo stesso e ci roviniamo la giornata. 
Per questo, dicevo,  in questi giorni, celebro l'anniversario della decisione presa un anno fa: smetterla di  presentarmi al mondo con l'aria di dover preparare un alveare e cominciare a godermi la gente considerandola asessuata. 
Non dico che non abbia trovato qualche difficoltà. D'improvviso ti trovi il  solito maschio latino che ha equivocato tutto il tuo tono cameratesco e gioviale per sciorinarti il suo repertorio di gran seduttore implacabile e le donne, che invece, alzano barriere attorno al  loro territorio convinte che tu voglia usurparne il  ruolo di massaia perfetta.
Dico no: Rilassatevi.  Sapete cosa implica tutta questa cosa di sedurre? Che ti ritrovi a discutere su chi deve rifare il letto . Bon. 
Preferisco la complicità del manager che progetta un nuovo mondo, oppure l' energia condivisa  dei fanciulli disubbidienti.  Con gli amanti ti  ritrovi in poco tempo a rivendicare diritti inquietanti o a   rendere spiegazioni e regali. 
Perciò , quando da lontano m'avvedo che  intorno a me comincia la macabra farsa degli aspiranti  rubacuori , mi posiziono come chi assiste ad uno spettacolo di cui  conosce già il drammatico  finale:  con sguardo annoiato e di circostanza. 




martedì 28 giugno 2011

LA RIVOLTA DELLA BLOGGER


Massì, diciamola tutta. In passato avevo dato molto valore a questo spazio siderale  e stavo attenta a ciò che ci scrivevo. Avevo un grande rispetto per coloro che potevano capitare per caso da queste parti. Ma il blog era e rimane una cosa privata come una piazza di un paese dove ognuno parla per se' senza essere ascoltato.. Per quanto   si possa esprimere pensieri liberi questi saranno costretti e stipati in spazi chiusi e isolati . Saranno archiviati subito.
In questi anni ho tracimato pensieri come avessi ricevuto una scossa dal  profondo nelle viscere di questa  terra incolta che sono.  Bella roba , davvero.
Ora non scrivo proprio tutto quello che penso. Sono meno disarmata  di un tempo. Ora ho le mie fortezze robuste che mi proteggono.  Invece chi  è disarmato non ha niente da perdere. e si può permettere di essere inarrestabile, incontenibile.  Per questo   credo  Che un sistema  efficace  per controllare e contenere  le persone potrebbe essere proprio quello di compiacerne  certi  vizi, certe malsane voglie  infantili che non si dicono a nessuno, ma che stanno più a cuore di ogni sano principio , di ogni concetto etico  rivendicato.  Non so.. per esempio  essere spazzolati come un barboncino coccoloso. bau. insomma  incoraggiate le debolezze ed avrete degli asserviti.
Ma ora fa caldo e quando fa caldo si tira fuori dall'armadio il pantalone bianco , ci si abbronza e  sembra d'essere più belli. Le spalle nude,  la schiena all'aria, la pancia tonica. Ogni estate è un rendez-vous già vissuto e quindi ti pare che non sia quello che stai trascorrendo , ma quello di ieri.  Allora passeggiare lungo il bagnasciuga  diventa un ritrovarsi , un ricordarsi, ma anche  un dimenticare d'essere altro almeno per qualche giorno. 
In questi giorni , quindi, sono stata una 18 enne . I luoghi erano gli stessi , l'aria leggera e salata era identica. Io che guardavo i miei piedi scivolarmi sotto il mento, ero  tornata ad essere una figlia degenere, come ero stata, ma almeno protetta e accudita. Qualche attimo di vera gioia , di imperioso disimpegno ed eccomi qui: a scrivere minchiate. Mi spiace per chi si aspettava una cosa furba. 
Furba , non lo sono mai a trenta gradi.  A novanta ancora non ci sono stata.