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venerdì 6 maggio 2016

SACRO BLOG





In questa frase: 
" Vi è qualcosa di sacro in ogni essere che non sa di esistere, in ogni forma di vita indenne da coscienza. " di Emil Cioran,c'è il mio struggimento. 

O almeno uno dei miei struggimenti. ( altri ve li racconterò a breve: sto riprendendo la mia vena letteraria)

Ci sono molte cose nell'esistenza  che mi fanno soffrire: 
una è quella d'avere l'impressione di distrarmi. 
Di perdere la consapevolezza di esistere presa ad inseguire passioni furenti ma  brevi ed escluviste , passioni che non si aprono al tutto, ma rimangono ancorate alle voglie, alle specificità di quell'atto e di quel pensiero. 
Niente più che una eccitazione  ti allontana dalla consapevolezza di essere . 
Le passioni  dissipano il tempo ed allontanano dalla coscienza.

Vi capita anche a voi , mentre guidate, di essere presi da un pensiero fisso o anche peggio da un avvenimento molesto che ti batte nel cervello, che continua a  farti ruminare idee confuse, insolenti,  insistenti, maligne , di odio o di rivalsa ?
 E poi all'improvviso guardi davanti a te quello che già  attraversava i tuoi  occhi ossia la strada e le colline ed il cielo azzurro  squarciato da nuvole luminose che tu  vedevi  senza guardare  preso da mille inganni della mente che ti spinge a non vedere  ed a non sentire il cuore che batte, la strada della vita che procede , il sangue che pulsa e ti porta ancora avanti nel tuo sentiero di fiato e sole , insomma la tua vita che è altro dalla passione, dall'odio, dalle azioni mediocri  ed ordinarie  che ci muovono ma  ci allontanano dalla coscienza vivida e profonda  diretta all' attimo pulsante? 

Se guardo al mio passato  , a quei momenti dove gli impeti  dominavano le mie necessità e  consumavano i miei giorni li riconosco come una distrazione irrimediabile. 
 E' stato come accantonare in un angolo  la mia esistenza , negare la   grande potenza che aveva in se' per rincorrere fasci di luce fraudolenti. 

 Eppure questo comportamento  mi ha preservato dalla sofferenza vera, dallo sgomento oscuro  quello che può ispirarti prendere coscienza della propria esistenza fragile, minimale, breve e non governabile .

Chi non rimpiange l'incoscienza dei primi anni di vita? Eravamo gioiosi e fiduciosi. 
Tutti. Anche quelli che oggi girano con lo sguardo torvo e il cuore  gonfio di rancore.
E' stato un periodo unico. Perchè? Perchè eravamo  innocenti...  eravamo privi di  quell'ingegno necessario a strutturare la propria esistenza. 
Eravamo innocenti perchè non avevamo a che fare con  l'arteficio dell'esistenza. 
Infatti non sapevamo di essere vivi.
La vita  ci stava addosso  senza che  la ragionassimo.  
Non pensavamo al tempo se non come necessità primordiale. Le estati erano eterne e pure la neve nel giardino.
L'altalena era per sempre.Eterno e dolce il suo dondolio.
Quando è cominciato il  destino umano della consapevolezza?
In questi giorni sono distratta dall'amore per un cucciolo di cane. 
Un 'altra mia passione ingovernabile. 
Anche  il cucciolo, come il bambino,  non sa di esistere .
 Il tempo non  batte  lo scorrere delle ore ma solo il respiro del vento odoroso sotto le sue narici. 
Osservare la sua vita involontaria e viscerale  mi affascina e mi turba al tempo stesso. 
Questo fa di lui un essere fragile  e nello stesso tempo questa sua vita istintuale ha in se' il  superbo mistero   divino che fa sperare  davvero in un destino miracoloso per tutti noi che viviamo. 
Saremo, dunque , proiettati in una dimensione dove la gioia non sarà una definizione  ma una estensione  del nostro unanime  palpito?


giovedì 19 novembre 2015

IL TEMPO NON ARRIVA MAI SOLO




 A quel tempo , avevo tre anni,  mio padre  si era comprato una cinepresa superotto e si dilettava a fare i filmini.  
Aveva srotolato lo schermo e spento le luci.
Quando il motore DEL PROIETTORE  si accese  per la PRIMA VOLTA,  lo schermo si illuminò ed apparve  uno scenario misterioso,  l'immagine  di una cucina  che non  avevo mai visto . 
Per mio padre,  tutto era  motivo di gioia. 
Almeno,  allora . 
Disse pieno di entusiasmo: 
" eccoTi qui ."
E indicò un bimba che gattonava sopra delle piastrelle bianche .  
Pensai subito: " non sono io "
 Io sono nata qualche giorno fa, ricordo 
.Ho la mia esistenza in mente con certezza. 
Non potevo essere in una casa sconosciuta, in un  tempo che non mi apparteneva. 
Protestai a lungo: Non sono io . Non sono io. 
Non appartengono a me quelle gambe grosse e la testa china a guardare cosa? Il pavimento. 
 Il film era scuro, le immagini sbiadite. 
Ero stata in  quella casa senza la mia consapevolezza?  Ero stata maneggiata, sollevata da terra, trasportata in un altra casa , adagiata in un altro letto  senza che  io avessi avvertito il fatto che ciò stava accadendo ?  Dunque la mia vita non era sempre stata la coscienza di essere viva? La vita dunque  era fatta di angoli psicotici , di identità incontrollabili, una specie di  anelito mortale fatto però di respiro, come un germoglio che si apre al sole ancora embrione e muto al richiamo del calore e quindi alla percezione responsabile  delle sensazioni ? 
E non era questo un evento che  l'umanità avrebbe dovuto percorrere a ritroso per recuperare l ' inconsapevolezza primordiale?   
 " Non sono io"  dissi ancora  Quel filmato mi  ispirava una preoccupazione premonitrice. 
Sapeva di morte anche se ero appena nata.  
Ma quando davvero era iniziata la mia esistenza ? Non riuscivo ad andare all'origine. 
Avevo la sensazione  che qualcuno mi avesse rubato il tempo,  m'avesse strappato dalla testa il pensiero di ieri , mi avesse ucciso in parte lasciandomi  appena l'idea di un palpito pieno di incubi oscuri. 
Di presagi maligni.  
Ma c'era mio padre.  E fino a che c'era lui avrei avuto chi poteva proteggermi. 
Di quel tempo,  il tempo delle vulnerabilità  e delle inabilità,   il fruscio della sua figura sottile seppure lunga  e slanciata  come grattacielo,  era l'unico punto di riferimento nel labirinto dei luoghi e delle ore indistinte. 
 Spesso sentivo  tutte le donne della casa   parlare della  bellezza di mio padre : dei  suoi occhi verdi,  grandi e profondi, dei suoi denti candidi e forti e splendenti, delle sue grandi capacità professionali, la sua bonarietà,  il suo essere un pittore straordinario. Scherzoso, passionale , emotivo.  
Invece mio padre era soprattutto  come me: una persona  insicura e fragile. Aveva moti di grande generosità, ma brevi, e spesso trattenuti e  contraddetti dalla necessità di preservare se' stesso  dai pericoli e dagli affanni. 

domenica 11 ottobre 2015

LA VITA ERA COMINCIATA


La prima immagine della mia esistenza nel mondo fu la grande terrazza della casa. Mi pare di aver avuto tre anni. 

Era una grande terrazza al piano terreno di una città con salite e discese . La mia realtà era tutta lì e la città era Perugia. 
Il palazzo condominiale sul retro si trovava  al piano terreno mentre nella facciata davanti era  nel sottoscala.
Ma la mia vita era soprattutto in  questo grande terrazzo. qui ho imparato ad andare nel triciclo ed era bello pedalare avanti ed indietro in questo grande spazio.  
Mia madre  non aveva la lavatrice per questo chiamava delle signore a lavare le lenzuola. Queste lavavano  nella vasca ed io  ero molto interessata a questa attività tanto che rimanevo tutto il tempo a guardare. 
Mi ero fatta l'idea  che fosse un lavoro che mia madre non voleva fare, che fosse un lavoro poco edificante invece il motivo era solo che  aveva l'artrosi alla schiena ma questo a tre anni non lo sapevo. 
Di tutte le donne che  erano passate dalla casa  una mi piaceva in modo particolare . 
Era magra e molto alta, oppure ero solo io che la vedevo alta. Aveva mani grandi ed  indossava sempre un vestito leggero a fiori piccolissimi . China sulla vasca   chiacchierava sempre amabilmente  facendo battute simpatiche. Pensavo fosse vecchissima , ma ora posso benissimo rappresentarla sui 30 anni. 
Di lei, l'ultimo ricordo che ho  non è piacevole. 
Ero nel piazzate davanti alla casa dove spesso con le mie sorelle andavamo a cercare degli amici per giocare . Ad un certo punto mi sento tappare gli occhi con forza e rimanere nell'oscurità più completa. Ho subito provato un balzo al cuore.  Poi la presa si scioglie e la signora con i  fiori piccolissimi si palesa davanti a me ridendo. Ma ero troppo piccola per conoscere quel gioco e mi spaventò  a morte. 
Non so come  giunse la lavatrice, un oggetto che mi piacque da subito.

Allora mia madre, qualche volta, per uscire portava delle scarpe rosso scarlatto . Erano scarpe lucide e con un tacco  molto alto. Quando le indossava mi  sembrava un 'altra donna. Non mi sembrava più la mamma dolce che vedevo in casa. Una mattina vedendola allontanarsi con quelle scarpe fui felice di rimanere a casa. Rappresentavano  per me il male supremo e le ho sempre odiate. 
 Quel tempo , oltre la grande terrazza e il cortile davanti alla casa c'era una collina poco distante piena di papaveri e fiori gialli. Ora la collina è stata spianata per far posto a  numerosi palazzi condominiali. 
Ma allora erano prati che puntavano al cielo e con le mie sorelle spesso ci arrampicavamo in cima a raccogliere erbe e fiori. 
Sembra in effetti strano che a tre anni ( le mie sorelle ne avevano rispettivamente due e cinque ) girassi da sola eppure allora sembrava una cosa molto naturale. 
Anche questa collina  mi lascia un ricordo amaro. 
Mi ero seduta sulle pieghe di un prato scosceso e mi gustavo le voci delle persone  e dei giochi intorno, quando dall'alto dei ragazzi fecero rotolare una grossa pietra che fermò la sua corsa proprio contro la mia gamba . Subito sentii un dolore atroce. Un  dolore mai provato prima nella mia vita. Fu soprattutto quello, l'incontro con il dolore, che mi sconvolse. Perchè alla fine, non credo che fosse stata poi una gran pietra dato che mi misi a correre a perdifiato verso la casa. Quindi niente di rotto.
Corsi, corsi, piena di dolore e paura e sgomento fino da mia mamma dove invece trovai una signora anziana , chi era non ricordo , una parente, credo,  e mi accolse tra le sue braccia , mi  fece impacchi con l'aceto. e restai lì ancora piangente ed addolorata.
 Credo proprio che fu in quell'istante che presi coscienza con grande ansia, che  l'esistenza non mi avrebbe tutelata e protetta . Insomma
 La vita era cominciata. 

giovedì 9 luglio 2015

NON SONO TORNATA





Sono partita l'altra settimana per quella casa che considero il luogo dove la mia anima può muoversi liberamente : la  Toscana.
Sono partita, appunto, dicevo, vestita da ufficio con le scarpe e borsa piena di cose da città. 
I pantaloni neri lunghi la maglietta a tre quarti di maniche e una giacchina  lunga sempre nera .
A metà viaggio avevo già arrotolato i pantaloni e  nella maglietta avevo fatto un nodo per accorciarla..
la giacca rimase arrotolata nel sedile posteriore.
I miei viaggi sono altro che turismo anche se attraverso le colline e visito le chiese con l'attenzione gioviale del turista. 
Ma so che sto cercando  soprattutto di riprendere il discorso interrotto con me stessa. 
 me stessa, sì, perchè Non parlo più di demone . Ormai lui,il demone, è diventato tutt'uno con  me e non distinguo più i momenti eroici da quelli consueti. 
Credo che dopo una certa età tutto ciò che si fa diventa eroico.
 Persino rispondere ad un " buongiorno" perchè in certi casi ho rinunciato a farlo. 
Non cerco di convincere nessuno. Caso mai cerco di allontanarmi da chi di primo acchito non mi convince affatto. 
Ho perso tempo a cercare di cambiare e persino di innamorarmi di chi volevo a tutti costi cambiare. Che ingenua presunzione. Che viaggio fallimentare . 
In questi mesi, ostinatamente, devo dire, mi sono interessata della politica locale. 
Il termine " politica locale" mi ha ingannato non poco. Credevo che nella politica locale , la politica ,appunto , si muovesse diversamente da come la " grande " politica Nazionale ed internazionale tesseva le sue reti di relazioni e collusioni. 
Invece mi sbagliavo. Ci ho messo un  "circa dieci mesi"  a capirlo , ma quando l'ho capito è stato per me liberatorio. 
Basta. 
Ho tralasciato  in quei dieci mesi ,una creatura splendida , pulsante, silenziosa ma tenace e paziente ossia me. 
Basta, Riprendo ad occuparmene. 
 La liberazione è stata data dalla possibilità di non ascoltare e non parlare con persone  che non mi stavano dando nulla, ma anzi succhiavano avidamente la poca energia restatami. 
La mia prima operazione è stata liberarmi di costoro. 
Ci ho messo  dieci minuti. 
E poi ci ho messo un po' di più ad allontanarmi da un amico fraterno con cui non avevamo in comune che il passato eroico dei giovani che eravamo stati. 
Lui si è trasformato in un bisbetico sessantenne che vive in simbiosi con la vecchia madre e tratta le donne ,giustamente data la sua situazione, come delle puttane di alto borgo, ossia come se non le pagasse e loro lo amassero. 
Questo era talmente lontano da me che non mi faceva bene. 
E' vero: giovanissima io , 16 anni e giovanissimo lui 25 anni eravamo stati simili , coraggiosi , curiosi , ma ormai non c'era rimasto nulla di quello e staccarmi da lui è stato doveroso. 
Non ho sofferto. La vita si muove e la nostra si era mossa in direzionì opposte non ci restava altro che prenderne atto. 
Da quel viaggio verso la Toscana sono rientrata , ma non ho cambiato le vesti del viaggiatore. 
Ho un abbigliamento  di chi non ha ancora finito il suo viaggio: scarpe infradito, veste marina e scialletto per il vento serale.   e questo mi consola assai. 

lunedì 23 marzo 2015

IL CAVALIERE NELLA VALLE SOLITARIA








 Appena scendo dall’auto, e mi trovo di fronte la grande porta medioevale  con la cinta di  mura attorno  in  pietra bianca porosa e grezza,  mi pare d’essere un guerriero.
Un passo avanti all’altro ho la sensazione di appartenere ad un tempo già raccontato  che non si trova qui, ma che interrompe  la mia  vita trascinandola  quietamente  verso un passato glorioso.
Le strade sono di ciotoli ed erba lucente.
Sento persino  lo scalpitio degli zoccoli del cavallo.  ad ogni mio passo.  
Clappete  clappete . Un guerriero muto e invisibile attraversa la cinta muraria.  
O forse sono io il cavallo,il muso in avanti , la testa reclinata in basso , il trotto leggero,  lento e calmo di animale senza paura. ma guardingo e teso ad ogni piccolo suono nella valle deserta silenziosa. 
Mi volto sempre in quel punto tra la piazza e la porta centrale  
  Mi metto a guardare in fondo le colline lunghe e basse, e verdi e azzurre mentre in alto fumi leggeri si alzano in mezzo alle nuvole.
La  mia casa è dietro la chiesa  di san Giorgio .
 E’ un vicolo stretto tra le  sue mura;  è un piccolo pezzetto di verde abbandonato. Davanti alla porta di ingresso  si trovano i vetri   screziati di azzurro e di oro delle vetrate  della chiesa.
Questa casa è stato il  primo regalo  che mi sono fatta dopo tanto tempo
Qui il mio passato non conta. Ma quel che è più bello è che non c'è quel futuro chiassoso, ostile ed inquieto della città da dove provengo









venerdì 13 dicembre 2013

QUANDO LA POLITICA FA A GARA PER NUOTARE IN PISCINA
















Il 18 dicembre 2013 a Valenza  vi sarà probabilmente il consiglio comunale dove si parlerà della piscina e del progetto legato alla costruzione del nuovo impianto. 
La questione " Piscina" non è sicuramente un problema scaturito da poco. Da anni si parla della piscina , della sua messa a norma , mai di fatto avvenuta e delle sue inefficienze .
Sono tanti anni che il Tema " piscina è dibattuto nell' aula consiliare e tra la gente. Ora si parla di un project financing ossia un progetto finanziato da una società privata che lo accetta così come strutturato dall'ente . Il costo del progetto per la costruzione della nuova piscina dovrebbe aggirarsi sempre su dichiarazioni ancora non ufficiali intorno al 3 milioni di euro ed ottocentomila e chi si affiderà il bando dovrà impegnarsi a costruire l'impianto secondo il progetto ed a gestire il servizio. dal canto suo l'ente pubblico dovrà versare un contributo per il servizio alla popolazione di 150.000,000 € annui per circa 22 anni dopo 35 anni circa l'impianto sarà di proprietà del Comune. Ma è chiaro che ancora le cifre e le modalità di affidamento dovranno essere formalizzate, tanto che ancora oggi vi sono continue variazione anche dello stesso progetto e della lunghezza e profondità della piscina. 
Cosa c'è ancora da dire?
Fare la caccia alle streghe probabilmente potrebbe attirare consensi del tipo elettorale e sicuramente c'è chi lo farà . Ma non dimentichiamoci che avere una piscina in una città capo zona come Valenza non può essere uno slogans di questo o quell'altro partito, invece è un diritto dei valenzani non strumentalizzabile da nessun fanta /movimento politico .

 Ora quel che è necessario fare al di là dei proclami partitici è quello di prestare grande attenzione allo svolgimento delle procedure legate alla nascita della nuova piscina, di vigilare sul mantenimento delle promesse del nostro Sindaco legate alla costruzione ed apertura della  nuova piscina e alla  apertura di quella estiva,  quando sarà il momento ( il Sindaco lo ha promesso e non vedo perchè dubitarne a priori) e che tutto il consiglio tra maggioranza ed opposizione lavori affinchè una piscina bella e funzionale torni alla città di Valenza .

Gli slogans che circonderanno questo processo saranno solo chiacchiere e distintivo . insomma: solo chiacchiere e distintivo. questo significa che nessun partito o movimento che sia oltre al cittadino di valenza potrà appropriarsi della paternità di difensore del diritto dei valenzani ad avere la loro piscina finalmente a norma di legge e finalmente usufruibile

venerdì 25 ottobre 2013

GLI ANNI EROICI





Non mi chiedo se sono intelligente.
 Non è questo un mio problema. Non lo è mai stato, in verità.
Un tempo il mio problema era l'efficienza. 
Volevo essere una madre efficiente: che significava cucinare ed operare a dovere per far sì che i miei figli crescessero in maniera armoniosa. Essere una madre presente qualitativamente parlando. E disponibile , assolutamente paziente. Frenavo la mia irruenza . Frenavo la mia esigenza di emergenza.

 E tutto poi doveva essere fatto " a tempo" ossia puntualmente , prima che fosse stato necessario, mai prima  che il bisogno giungesse all'apice della sua sopportazione, mai con l'attesa, mai con pressapochismo, mai in modo negligente e sempre con passione, amore e devozione. 
Attenzione.
Un ritmo veramente impegnativo. Ma era solo questo il modo che volevo prendere in considerazione l'incontro con l'altro da me e con le cose che mi premevano. 

Non ho perso quell'aspirazione alla perfezione solo che si è spostata su altri campi: voglio essere perfettamente all'unisono con i miei bisogni di anima e sangue. 
Con i miei desideri germoglianti senza doverne dare una definizione culturale e sociale, ma solo con la necessità di accoglierli pienamente per la natura che rappresentano e che rivelano profondamente.
Ho , a volte , un senso di spossatezza nel constatare di quanta stupidità, di quanta invidia e  conseguente livore  siamo circondati da rimanerne impigliati. 
Viene voglia di cedere , di allontanarsi , di arrendersi e lasciare tutto nelle mani dei peggiori.
Ma altre volte   ho forte la certezza che ci  sono persone  di cuore.
 Che non sono riconoscibili per ruoli determinanti o per un qualsivoglia potere acquisito  ma sprigionano da se' e senza alcuna ragione logica,   uno spirito benefico  come l'aria che ci entra nei polmoni . 

E' questo che mi fa vedere la differenza tra bene e male che c'è e che è preciso , netto, tagliato a coltello e che mi  impedisce di prestare troppo attenzione alle situazioni malevoli. 

E' questo.
e per questo sono grata a loro . A queste persone anonime  e gloriose . Eroiche, và.

martedì 22 gennaio 2013

MARIAROSA L'INVIDIOSA


Si precisa che questo sonetto medioevale non riguarda affato la mia cara marinella che pur lontana per incomprensioni mi è sempre vicina al cuore

BEL ALTRI SOGGETTI IMBRATTANO IL MONDO DI CUI TOCCA CANTAR
LE NENIE!!!












Triste la vita di colei che capisce la sua 
incompetenza,invidia e bruttezza. 
Riesce a nascondere agli altri
questa sua condizione fino a che
incontra una donna che invece
è ogni cosa
che lei non è, a cui tutto riesce, 
   bella, intelligente, coraggiosa
focosa e magari scoposa !!
Ormai  l'invidia  più non trattiene,
 le rode il cuore ad ogni istante  
sempre di più sempre di più fino a
 che il gesto diventa 
irreversibilmente la prova della sua vita mancata. 
Il vaso è scoperchiato, al dunque! Ormai sarà davanti ai suoi occhi senza rimedio  
la sua vera natura nefanda!
Sempre andrà accompagnata
dal rodimento.


L'invidia vive la vita degli altri



  e non costruisce mai per se'   

      STOLTO COLUI CHE NON SE NE AVVEDE E NON PROVVEDE 

mercoledì 16 gennaio 2013

AMORE, COMPRAMI UNA POLTRONA!

Qual'è lo sconfitto a queste elezioni 2013? Senza dubbio l'elettore. In tutti questi anni i nostri deputati , pagati fior di quattrini,  per lavorare a Palazzo, non sono riusciti a dare forma ad una Legge Elettorale dignitosa e,  per questo,   torneremo a votare con il famoso Porcellum . 
Con questa Legge chi vota non può nulla se non decidere a malapena  lo stemma che più le aggrada. Neppure la coaliione, no, su quella non ci farei affidamento. Le liste preparate a puntino lasciano le prime 15 posizioni alla scelta dell'appartato centrale, non possono che definirsi una barzelletta di lista. Ma non è finita qui. tramite il Porcellum è più facile poter sistemare qualcuno che spinge in qualche modo per avere una  posizione ragguardevole. Non lo immaginate come? 
Ora vi proporrò un mio vecchio post e non per pigrizia.: mi sembra più che mai attuale. eccolo qui: 


 Ebbene è così: non c'è più nessuno che vuol rimanere nell'ombra.
Ormai il motto principale dell'uomo del ventunesimo secolo è " essere visibile , costi quel che costi" e non parlo di "costi" a caso. Ormai tutto si può (e per qualcuno, si deve) comprare. Perchè l'apparire si può ottenere a prezzo dell'essere e tanto più in quei casi in cui l'essere non è poi così corposo, finisce che si riesca, per un briciolo di notorietà , anche a perdere la propria dignità ed il proprio decoro.
C'è chi va in televisione ad esprimere opinioni stereotipate e lontane dalle proprie consuetudini, c'è chi mette su you tube filmati banali di ogni genere, c'è chi va a cene particolari sperando in questo modo di rivoluzionare la propria vita. Perchè si chiama "vita " solo tutto ciò che si mostra, che si ostenta e che si riflette nel mondo, mentre tutto il resto, il proprio percorso emotivo, psicologico, interiore non può essere considerato " vita " poichè invisibile,sotterraneo , non reale, quindi.
C'è oggi un nuovo scenario, un nuovo orizzonte, ma forse non è poi tanto nuovo ma , diciamo , che è diventato più frequente come metodo, per vincere la paura di non esserci nel mondo: quello di entrare in politica.
Oggi, chi ha la possibilità di investire, potrebbe considerare un investimento di profitto assicurarsi una poltrona.
C'è chi sarebbe disposto a pagare centinaia di migliaia di euro per un incarico politico non considerandolo più un servizio al cittadino, ma solo uno strumento di potere e, di conseguenza, un'occasione UNICA per apparire e non, quindi, una possibilità di rendersi utile allo Stato ed alle Istituzioni.
La politica è divenuta solo un modo per accendere i riflettori sulla propria immagine.
Potrebbe succedere allora, ( chissà.. magari chissà ...se da queste parti è già successo) che la moglie sciocca e annoiata di un facoltoso imprenditore , chieda al marito come regalo invece che la solita pelliccia di volpe argentata, una poltroncina a palazzo e che il povero marito , acconsenta ad allargare i cordoni della borsa per comprarle infine quella visibilità che pare oggi la cosa più preziosa che ci sia.
Per questo, non domandiamoci più, (quando non riusciamo a comprendere l'enorme incompetenza che dilaga tra certi scranni), per quale motivo è stato messo quello o quell'altro in quel ruolo di comando: chiediamoci invece quanti migliaia di euro gli è costato. Confidando, intanto, nelle svendite di fine stagione.

lunedì 14 gennaio 2013

COSI' E' SE PARE ( AI GIORNALISTI)





I giornalisti , alla fine , li capisco. Tengono famiglia e la concorrenza è spietata. 
Devono necessariamente rendere reale ciò che avviene dentro la tivvù perchè è un mondo inscatolato accessibile solo ai privilegiati che vogliono rimanere tali.
E poi ci siamo noi. Gente comune. Gente che va a lavorare, che litiga col marito , che hanno colleghi incompetenti.  I soliti. E poi la coda dal panettiere. Il figlio  che esce di scuola, il genitore del suo compagno che ti vuole parlare, la bolletta della luce scaduta ieri e così via.
Ci siamo noi con la vita vera,  o meglio: con la vita che ci tocca vivere dove non c'è molto  spazio,  anzi pochissimo  per  sapere cosa fa Berlusconi e cosa pensa Bersani.
Dovremmo interessarci di più. Dovremo, lo ammetto. cominciare a vedere ciò che accade con occhio attento e smaliziato.
Dovremo interpretare i gesti, le azioni, i risultati.
Invece ci sono i giornalisti che vivono di tivvù. Che vivono delle storie che nascono dalla tivvù ,  che crescono in tivvù e che morirebbero in tivvù  se non ci fossero migliaia di cittadini ad accendere la tivvù per farli esistere.
Per questo, ve lo dico sinceramente., per questo,  i giornalisti, i conduttori, gli ospiti dei conduttori hanno tutti un piano strategico da seguire: convincere noi brava gente che la vita  è quella che si svolge dentro quel mondo di cavi e di telecamere, che lì ci sono i giochi, le decisioni, i progetti veri, le azioni decisive, le ragioni della nostra esistenza , il motivo della nostra miseria e per questo noi, gente comune dobbiamo rimanere ben bene  concentrati e non perdere neppure una sillaba di quello che ci viene detto. Noi dobbiamo ascoltare.
Dov'è che succede che Berlusconi vince?
Che Diamine! Ma in tivvù! Lo hanno detto quelli della tivvù!
E che Bersani decide di aprirsi a Monti? Caspita! Che domande! Sempre in tivvù. Tutto accade lì, cari miei. A volte  ci dimentichiamo persino che abbiamo un parlamento,  che le Leggi seguono iter amministrativi  e che alla fine intervengono sulle strade e le città,  perchè la tivvù è più forte delle Leggi. la tivvù ci racconta  quello che crediamo di aver visto tanto bene da farcelo sembrare un'altra cosa. L'immagine viene  trasformata in racconto ed il racconto ha la voce degli abitanti dello schermo , voci autorevoli, voci di cristalli liquidi proveniente dall'universo via cavo.
Berlusconi rimonta, Vendola accetta Monti, Monti si accorda con Casini e Casini dice di essere il più forte. I giornalisti  non ribattono ed allora noi crediamo che tutto procede per il meglio. I salotti mordidi, le sedie chiare, i tubi innocenti, le luci e la musica accomodante.
 Domani andremo in banca a vedere se hanno accettato la richiesta di mutuo, ma quello che ci risponderanno non sarà così influente come la cronaca vera di una puntata di Servizio Pubblico.
Vera perchè la raccontano i loro abitanti, quelli che stanno in tivvù, che vivono la tivvù , che mangiano in tivvù  che consumano  in tivvù il tempo che regaliamo loro , chissà perchè.
Sembra tutto così, così così. .....vorrei, vorrei mettervi in guardia, adorabili connazionali.

venerdì 11 gennaio 2013

CITTA' DI VALENZA. FESTA PER CHIARA .. E LE ALTRE




IL 20 GENNAIO  ALLE 17.00 AL CENTRO POLIFUNZIONALE SAN ROCCO IN PIAZZA STATUTO  NELLA CITTA' DI VALENZA 

FESTEGGIAMO CHIARA E...... LE ALTRE. 

MA LE ALTRE CHI? 



TUTTE LE ALTRE DONNE, TUTTE LE ALTRE PERSONE . QUELLE CHE SUBISCONO SOPRUSI SUL LAVORO, NELLA VITA, NELLA POLITICA , NELLE ISTITUZIONI.  



DOBBIAMO PENSARE che ogni violenza privata che si fa alla donna diventa una violenza che si perpetua ai danni del genere femminile, che non è solo un fatto privato e personale, ma che può diventare un'abitudine pericolosa.

Un tema drammatico che è emerso in questo 2012 è proprio quello del femminicidio: 137 donne assassinate, una ogni tre giorni, da mariti, fidanzati, conviventi che mantengono una mentalità da padroni.



E così tutte le discriminazioni che vedano coinvolte le parti più deboli e meno numerose tra gli esseri umani.

La violenza alle donne ed a tutte le minoranze solo da pochi anni è diventato tema e dibattito pubblico. 



COSA CI SARA'?
 UNO SPETTACOLO CON MUSICA LIRICA, DANZE, PAROLE , RAPPRESENTAZIONI TEATRALI . MANGEREMO TORTE E BERREMO VINO E ARANCIATA 


venerdì 24 agosto 2012

QUESTO MONDO NON BASTA



Non riesco ad illudermi più. Questa barriera di vetro finissima e trasparente non si lascia oltrepassare.
A volte cerco di ingannarla. 
Conosco i modi e i linguaggi del mondo e mi adatto a questi come una scolaretta scrupolosa. 
Ho educato i miei figli oltre il muro trasparente ma questo  non mi permette una reale contaminazione.  
Mi sento circondata da  persone che sapete,  inadempienti, ignoranti, ignari della propria volgarità che proliferano spudoratamente senza avvedersi della  miseria che trasmettono attraverso le loro parole ed i loro gesti che avverto come  insopportabilmente osceni.   
Questa separatezza , malgrado sia sofferta e sgradita,  non può che essere inevitabile. Ora che riesco a definire  lucidamente  la mia diversità  quasi  fossi un algido ragioniere di condominio, ho perso finalmente la dimensione del mio corpo all'interno di questo ingranaggio estraneo ed ostile. Non ci sono più dentro e non ci provo nemmeno. 
Quella che poteva sembrare una simulazione, quando invece era solo disponibilità, non ha più ragione di esistere  rivelando alla fine  questo divario che pare  irrimediabile.
Incredibilmente questa presa d'atto non mi addolora. Sono rassegnata a non forzare il blocco ed a non farmi  vincolare dal sogno di una fusione impossibile. 
Caso mai venite voi da questa parte. 

mercoledì 15 agosto 2012

DIVERSAMENTE VIVA




E' questo.
 Un giorno, avevo otto anni,  ho cominciato a prendere coscienza della presenza costante di  una irrimediabile  assimetria  tra ogni mia percezione e quella  raccontata in modo disinvolto da tutti gli altri. Ma,  ancora meglio,  sembrava  quasi io fossi l'interprete bizzarra di un linguaggio di cui avevo imparato perfettamente  la sintassi senza apprenderne  il senso reale.
 Ero io in terra straniera? 
Da bimba ero convinta di avere sbagliato strada, d'avere perso l'indicazione , d'essermi distratta, attardata tra i cespugli e le rose dimenticando le indicazioni per giungere alla meta.
Ora no. 
La terra rimane straniera, ma non me ne faccio un cruccio. Non dipende da me  ma dalla natura atipica  del pensiero che mi costruisce e mi rinnova.
Non mi chiedo più   quale sia la vera identità del mondo. 
Spesso dimentico questo dislivello ed allora  soffro nel vedere tutto piccolo, distante inafferabile, inadeguato all'occasione , indegno del mio palpito , della mia emozione.
 Tutto mi  appare discordante  e lo sguardo non lo percepisce affatto.  Lo rifugge , lo dimentica , non lo riconosce. Per questo lo odia, lo minaccia, lo tradisce. Lo abbandona. Lo  crede colpevole.  Ma non è il mondo colpevole. 
Non  è colpa neppure  del  luogo, Non è colpa del tempo. Non è colpa della cosa piccola e sventurata nè del mio strano temperamento.
 Quando sono nei miei momenti migliori non faccio altro che prendere consapevolezza di  questa differenza dolorosa e, come vi fosse davanti a me  un cristallo trasparente ma infrangibile,  rimango ad osservare il mondo lontano e straniero con una specie di indulgente malinconia che alla fine mi permette se non di comprenderlo, almeno di  amarlo. 
E Stasera è uno di quei momenti fantastici

martedì 7 agosto 2012

IO ME NE ANDRO' IN JAMAICA L'OTTO DI AGOSTO


Non tutti amano viaggiare. Molti stanno fermi convinti di rappresentare un qualcosa in un luogo specifico.  Non tutti amano lasciare la casa familiare, la via  del proprio paese.
Perchè il viaggio è una rivoluzione. 
Ti sposti e la tua identità si rinnova. Tu non sei la moglie di Mario Rossi. Tu non sei più l'avvocato Bianchi . Tu sei un uomo sradicato. Perchè il proprio ruolo si costruisce nell'incontro con l'altro, nella consuetudine dello spazio che dividi con l'alterità e si compone ogni volta che l'altro è altro. 
 Io già mi immagino cosa sarebbero certe madame senza l'appoggio del luogo e del ruolo che le identifica . Perchè solo attraverso il viaggio noi sfidiamo la nostra capacità di perderci e riconquistarci ogni giorno. 
Ogni luogo mi appartiene . Ogni uomo mi appartiene.
In questo consiste il viaggio: in un movimento eroico attraverso il mistero che è il mondo fuori e dentro di me. Solo chi compie questo viaggio allora realizza il suo disegno. 


Io me ne andro' in giamaica l'otto di agosto e vado con un volo charter perche' in nave non c'era piu' posto tanto che fa se arrivo a kingston un po' piu' presto cosa faro' oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh io non lo so oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh so solo che l'importante per ora e' scappare via via il piu' lontano possibile.......






domenica 5 agosto 2012

LA VITA E' UNA DOCCIA A GETTONI


Le ferie sono, per me, il periodo di massimo fervore cerebrale. 
Ossia il  mio cervello opera  a pieno regime in modo autonomo ed affatto ozioso. Questo lavorio sottile ma inarrestabile e, devo dire, intenso mi sta liberando a poco a poco di una serie di pensieri/ spazzatura che si aggiravano a mulinello sulla mia testa.              
Il demone ha ripreso l'effettivo controllo del mio corpo e lo asseconda nei suoi vizi più infantili e primari. 
Niente di ciò che state ipotizzando voi, miei porcellosi lettori:  si tratta invece di vizi culinari del genere cioccolatoso e cremoso od ancora di genere ittico come per esempio : spaghetti alle vongole e frutti di mare, bagnetto di sgombri e tonnetti al sugo piccante ed ancora calamari  affogati nel loro intingolo succulento.  
Nel campeggio, dove abbiamo fatto sosta ultimamente,  la quantità d'acqua a disposizione del cliente è regolata da dei chips  che si ritirano al momento dell'arrivo  e si usano durante tutto il soggiorno nel campeggio medesimo. Ora , questa cosa dei chips, che potrebbe essere una cosa carina, alla fine risulta avere i suoi inconvenienti. Innanzitutto i chips  si possono perdere facilmente, essendo piccoli e leggerissimi e poi hanno una cauzione abbastanza elevata che ti costringe a pensare a loro più del dovuto. ma la cosa più illuminate è stata questa che andrò qui di seguito a narrarvi. 
Al tramonto di questa giornata,  mi sono recata al reparto docce  col mio bell'accappatoio ed il mio inseparabile chip. Ho inserito il chip nell'apposito fessura  che avrebbe caricato la giusta quantità di acqua ed eccomi pronta a prendere la mia doccia purificatrice. 
Mi insapono velocissima perchè ho sempre paura di finire l'acqua prima  di potermi liberare del sapone , poi mi sciacquo perfettamente ed infine sto lì  beata in piedi a prendermi  sul corpo e sul viso la refrigerante acqua che scorreva dolce e leggera nella pelle infuocata dal sole.  
Mentre sono lì convinta d'aver compiuto perfettamente il mio compito di pulizia ecco che guardando in basso  mi accorgo di aver dimenticato di togliere la sabbia dai piedi.                
 In fretta cerco di insaponarmi  le estremità quando ecco che  all'improvviso l'acqua si interrompe in modo secco e inequivocabile.
 Rimango inerte e mortificata ad osservarmi i piedi insaponati e insabbiati dopo che avevo  oziato per tanto  tempo dentro la cabina della doccia. E questo, che lo crediate o no, mi ha dato da pensare.
 Che la vita è proprio come una doccia a gettoni : in certi momenti ti pare d'averne talmente  a sufficienza tanto da farti  rimanere sfaccendato a guardarti intorno  fino a che all'improvviso ti devi mettere a correre per rimediare con  il tempo che ti rimane.
Tempo decisamente insufficiente.

IL SERVO SERVE


Ora, immaginatevi di essere un Re. 
Quei Re del Medioevo, quelli che avevano potere di vita e di morte sulle genti . 
Voi adesso siete quel Re.
Eppure, sappiate che  anche per quel Re la vita non era facile: non c'era internet e le notizie giungevano frammentarie e confuse. E poi c'erano i nemici di corte, quelli che remavano contro. 
Però  quel Re aveva molti servitori e questo depone a suo  favore.   Adesso non mi dite che non sarebbe un vostro sogno essere serviti di tutto punto ed avere accanto a voi personale che esaudisca ogni vostro volere. Appunto:  i servi. 
Dei servi non ci chiediamo mai cosa pensano perchè loro pensano esattamente come noi. O almeno lo danno a vedere. mai una parola in contrasto con il nostro pensiero, mai un cenno del capo che non sia  di assenso totale , di resa incondizionata al nostro volere. Chi non vorrebbe accanto a se' un essere di tal fatta? Ebbene, i Re , i potenti, i Presidenti, i capi popolo, i generali   chissà come e perchè ne hanno sempre qualcuno che  fa  e dice esattamente ciò che vogliono loro. Anche i Sindaci, oibò, hanno i loro servitori. 
Ma , dico io, per quanto sia piacevole e stuzzicante farsi accompagnare da una personalità che si annulla al nostro cospetto , alla fine, diciamolo, è controproducente. Ve lo dico a ragion veduta. Il servo non pensa : si adegua al pensiero del padrone. il servo non ha sentimenti : fa suoi quelli del suo padrone e se qualcosa va male il servo non se ne avvede o, nella lontanissima ipotesi che se ne avvedesse,  tace per non contrariare il signore e così via. Per quanto sia piacevole a lungo andare  è deleterio. Ti capita un affare importante e tu hai bisogno di veri consigli, di una pacca sulla spalla funzionale ed allora il servo serve solo a portare il the coi pasticcini ed il bilancio va male e le attività subiscono un crollo repentino e la tua immagine vacilla e si riduce ai minimi termini: un disastro.  E questo perchè? Perchè tu hai voluto accanto a te un essere  che si uniformava, si levigava a tuo piacimento si trasformava ad ogni tuo volere e magari, chissà , alle tue spalle complottava la tua caduta, cercava adepti per riunioni segrete tra capi della congiura  e lavorava per renderti ridicolo agli occhi dei cittadini.
Una brutta storia, insomma. e poi non venite e dirmi che il servo serve.
Magari no. e' capace che serve di più quello che si accorge che il re è nudo. 

martedì 24 luglio 2012

FINITA LA FESTA GABBATO LO SANTO


Io sono occupatissima. Sto cercando. 
E cosa mai cercherai?  Si chiederanno i miei lettori triplicati in due giorni chissà perchè ma che importa?  Ecco cosa cerco: di assecondare le spinte della forza oscura che mi sostiene  e mi muove incessantemente. Per questo, a volte, sembro incoerente. Lo dico in modo chiaro:  non si tratta di incoerenza si tratta di ubbidienza.  
Ascolto il richiamo  senza discutere  e mi incammino fin dove giunge il suono fino  a quando risuona nel ventre come rintocco inesorabile e struggente . Non do indicazioni. Come potrei? Non decido nulla se non la disciplina muta di un 'anima  perseguitata dal sogno. Se giunge lo afferro a piene mani, mi  danza intorno  accettando le mie carezze ossequiose  , i miei inviti calorosi  e pressanti.
 Oh se rimanesse con me per sempre! Ora,  in questo istante e domani,  anche domani non dovesse allontanarsi come fa sempre senza avvisare !  Invece d'improvviso,  sempre  svanisce come una storia inventata , una magia distorta , senza lasciare ricordi di brividi profondi, nè segni nella pelle gelata.  E tocca a me   giustificare la sua indifferenza , la sua inadempienza nel gesto della mano distratta. Questo per chiarire, tesoro.

C'è la mia foto. In questa immagine mostro il luogo delle mie colazioni. Luogo  a me caro. 
 Sono tra il tappeto rosso  ed il tavolino stile giapponese. 

Per la Festa patronale  di San Giacomo, so che aspettate il mio parere e non voglio farvelo mancare: fidatevi. Niente di che, poca  presenza di pubblico considerando che era la serata  piu' importante.
L'afflusso scarso di spettatori era mascherato dalla mancanza di sedie sotto il palco  dove era sistemato un linoleum  largo ed ingombrante , per cui si erano piazzati tutti   in piedi lontano dal palco. . 
Il cantante si è servito di marchingegni kisch:   quali la nebbia e gli  schermi  chiassosi per nascondere la pochezza della sua  voce e del  suo talento. Il Sindaco, esperto conoscitore di musica non potrà che assentire.
 Una festa patronale che non merita più alcuna parola da parte mia.  Ci penseranno i comunicatori dell'ultima ora a recitar la storia del  successo fantastico -  magnifico - eccellente - superbo - l'annata migliore. Centinaio di migliaia di  persone..  Milioni di milioni .
Impossibile trattenerli. 
Purtroppo.  Ve li dovrete sorbire in toto.