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lunedì 4 maggio 2020

NONNA,RACCONTAMI L'EPIDEMIA DEL 2020 (FASE 1)




Sai Valerio? Ad un certo punto, in un mondo regolato, programmato  festoso e litigioso come può essere un mondo dinamico, proprio in questo (in fondo) confortante mondo, giunse l'apocalisse. 
Un virus  che era nato in Cina  infettò tutta la terra.  
All'inizio tua nonna era fiduciosa. 
Pensava. che diamine! Con la nuova tecnologia , i nostri ospedali all'avanguardia ed i nostri medici e tutte quelle organizzazioni mondiali che lavorano da anni per la sanità mondiale vuoi che  non sistemeranno tutto questo? 
 Ma non ci misi molto a capire che non sarebbe successo. 
Valerio: "dimmi nonna come hai fatto a capirlo?"
Era successo , nel frattempo che lo zio Francesco per motivi di lavoro si era recato in un paese in Lombardia: proprio il paese  dove  era cominciato il contagio in Italia. 
Allora la nonna, del tutto fiduciosa  telefonò ai numeri indicati  dalla Regione per avere aiuto e notizie.  
Il primo sospetto che qualcosa non andava  lo ebbi dal fatto che per ore  ed ore nessuno rispondeva, Ma tu sai che la nonna non demorde  mai e continuò a chiamare ed a chiamare. 
Quando alla fine risposero ed io raccontai la storia dello zio e chiesi se era possibile che lo zio potesse essere visitato o se avesse potuto sottoporsi al tampone, unica possibilià per sapere se si fosse contagiato. Bene, accamparono tante scuse tipo: ma è stato a contatto proprio con quelli contagiati? Risposi che non conoscevamo i loro nomi la televisione non li aveva divulgati e mai, sai , mai divulgarono  le origini ed i luoghi precisi da dove veniva il contagio se non le città. 
Allora mi dissero: "se non mi dice il nome non possiamo intervenire." 
Allora mi resi conto che era una scusa bella e buona. Ebbi la sensazione vivissima del grande disorientamento della nostra sanità . Ebbi questa idea da subito.  Ma telefonai anche all'ASL locale. Mi rispose una voce femminile molto ansiosa e mi disse: " Ma noi non abbiamo alcuna direttiva a riguardo"   
Questo   mi  convinse del disastro a cui saremmo andati incontro 
E così avvenne. Neppure le organizzazioni internazionali e multilaterali di ogni tipo ( dalla croce rossa , ONU,  OMS  ) sono state all'altezza.
l'organizzazione mondiale della sanità, screditata per la complicità delle multinazionali farmaceutiche,  non seppe intervenire. 
La nostra sanità locale gettò la maschera: non avevamo mezzi ne' strumenti veicolati in tutti gli anni precedenti  alla sanità privata che chissà cosa ne aveva fatto. 
Molti morirono. Tanti perchè non c'erano nemmeno gli strumenti a  sufficienza per preservarli, non c'erano abbastanza posti nelle terapie intensive  e tanti perchè non avevano i dispositivi di protezione che potevano permettere loro di avvicinarsi a chi era infetto.  
Il grande organismo che prendeva le grandi decisioni sulle guerre e sulla economia internazionale era defilato. 
Non avevamo un comandante che prendesse in mano il timone ma tanti piccoli uomini che millantavano sicurezze  e conoscenze inesistenti. . 
La nostra vita fu veicolata  su percorsi fatti a tappe: la fase 1 - la fase 2 - la fase tre  e così via. 
Ricordi che da   piccolo sei dovuto rimanere a casa 50 giorni ed eri pallido e rassegnato e triste ed affaticato  da una  vita di attesa per uscire ? Perchè  per i bimbi stare a contatto con la natura è essenziale. Ma tu abitavi a Roma come si faceva? La nonna ti reclamava . Voleva portarti con se' tra i campi ed il  suo giardino. 
E poi venne la fase 2.  Avevano ipotizzato con uno  studio  realizzato da epidemiologi di fama, che in Italia c'era il rischio di 150mila terapie intensive se si sbagliava nella Fase 2.
Questo perchè perchè la fase due potesse funzionare era necessario che: si ponessero tre condizioni


testing, tracing and treating”. Tu l'inglese lo sai benissimo ma allora non tutti sapevano che significava: 
“Testare”, “tracciare” e “trattare”.

Ma come si faceva? L'Italia non era pronta.  
Ci volevano Tamponi e test, purché omologati. 
Serviva un esercito. Serviva  una determinazione ossessiva e spietata.  In Italia questo esercito  di medici infermieri e personale specializzato non c'era . 
Era già da molto  tempo che la politica aveva smentellato  gran parte degli ospedali ed i suoi servizi a favore di una sanità privata speculativa. 
Valerio: "ma tracciare, nonna, che significava? "
Tracciare.  significa poter “Isolare”. Appena sei positivo c’è qualcuno che ti chiama e ti chiede: “Quante persone hai visto? E chi sono?”. E poi si chiamano, si isolano e si seguono anche quelli.
Valerio: " allora si poteva fare? "
Nonna: " in Italia? !  no davvero !  Non basta tracciare  li devo monitorare, misurare. E ti devi assistere. Al momento giusto, se eri negativo deve uscire. Ma per saperlo dovevano farti il tampone e spesso non c'erano i tamponi.
E poi avrebbero dovuto organizzare luoghi dove poter permettere l'isolamento anche requisire alberghi , luoghi sicuri non  come aveva fatto la Lombardia che aveva occupato  con positivi,  per esempio, le RSA dove vi erano dei vecchietti deboli che furono contagiati e morirono. 
Oppure chiudevano gli infetti nelle loro case, ad infettare i loro familiari!
Infatti per trattare dovevano  investire su strutture su strumenti su personale . Devi organizzare un sistema sanitario poderoso in una italia dove era stato smantellato. 
E poi dovevi mettere in sicurezza i lavoratori attraverso modifiche dei luoghi di lavoro.
Dopo anni che questo aspetto veniva messo in secondo piano. 
Valerio: " ed  allora che successe? "
Nonna : Te  lo racconterò domani . Adesso sono davvero stanca"



martedì 25 giugno 2013

IL CAMMINO DEI DIRITTI E LA DIFFICILE IDEA DELLO STATO SOCIALE



Quando parliamo di diritti qualcheduno che ha in mano la gestione della cosa pubblica scambia il loro significato per "disponibilità ad offrire" ma  "il diritto" è un requisito che  spetta alla persona nel momento in cui viene al mondo. il diritto alla salute, alla nutrizione, alla dignità, ad un'esistenza adeguata.

I DIRITTI DIVENGONO CONCESSIONI quando chi governa non li conosce e quando gli stessi aventi diritto non sanno CHE i diritti  GLI DEVONO  ESSERE GARANTITI e che non appartengono  per volere divino ad una minoranza di privilegiati, ma sono ciò che rende l'essere umano di pari dignità verso chi ha l'obbligo di metterli in atto, OSSIA CHI AMMINISTRA LO STATO E LE CITTA'.

Sappiamo che chi fa politica, vale a dire chi amministra, non ha spesso neppure l'idea di maneggiare i diritti degli altri e se li consuma tra le mani come palloncini pieni di aria, sottrae loro il PROFONDO VALORE CHE EMANANO, la  carica universale  che  li rende indistruttibili, non li rispetta per primo svuotandoli dei loro contenuti veri e li snatura cambiando loro il nome.  
 Si trasformano, quindi, non più  in "diritti" ma divengono :
 "beneficenza", "benevolenza", "solidarietà", sono alla fine  "regalie" da parte della politica e del politico in particolare che nasconde l'incapacità ad attuare un piano concreto di osservanza  dei diritti e si muove solo attraverso iniziative facilmente confuse con la carità.
 Chi più dello Stato deve rispettare i diritti, divulgarli, diffonderli e riconoscerli?
Il diritto alla salute, il diritto fondamentale di essere libero dalla fame come recita l'art. 25 della Dichiarazione Universale dei diritti dell'uomo?
Il diritto alla dignità di persona  debole come può esserlo un bambino, una donna, un disabile, un indigente?
Ma per questo occorre un'educazione personale, una disponbilità morale a riconoscere gli altri  con gli stessi  PROPRI diritti, di uguale valore, di pari dignità.
Solo in questo modo possiamo farci contaminare dalle diversità, non emarginarle, non differenziarle, non accantonarle, SOPRATTUTTO OGGI  CHE SIAMO  COSI'  COLPITI DA UNA CRISI ECONOMICA E SVILITI DA UN MALCOSTUME DIVENTATO ORMAI IL NUOVO SISTEMA DI INTERVENTO  SOCIALE.
 Per molti è difficile comprendere che non si lavora sulla giusta acquisizione dei diritti con un'impostazione paternalista, ma attraverso la convinzione della necessità urgente di renderci  tutti esseri umani alla pari davanti alle difficoltà ed ai bisogni.

Se governo non regalo, ma restituisco.

Gli inabili e gli indigenti hanno diritto ad avere assistenza: questo è il compito precipuo di una pubblica amministrazione che si occupa di welfare.
I risultati si misurano attraverso il miglioramento reale delle condizioni socio/economiche delle fasce deboli della popolazione, non attraverso immagini di feste modaiole, nè con iniziative che invece di eliminare le diversità le rendono ancor più evidenti senza per altro rimuovere le difficoltà che da queste insorgono.

Le  attività di beneficenza  ci stanno  anche, ci sono le associazioni private che se ne preoccupano e non si finirà mai di ringraziarle ma lo Stato, l'Ente pubblico, non può fare beneficienza; lo Stato ha il dovere di erogare  servizi di assistenza costanti e continui, deve predisporre un piano strategico  che preveda l'investimento di risorse umane ed economiche verso chi ha  necessità  e diritto ai servizi. 
E soprattutto non deve permettere di mettere in risalto le difficoltà anche se lo fa con l'animo magnanimo di chi "offre" aiuto.
Il diritto è una condizione umana NON è un obolo.

NON SONO DUNQUE FINITI I TEMPI DELLE CAROZZE  DA DOVE I NOBILI GETTAVANO MELE E MONETE COME ELEMOSINA?

lunedì 20 maggio 2013

TIPO / LOGIA DI UN GENERE MOLESTO








Avete presente  quelli sfaccendati , che  se ne stavano ore a guardare i lavori in corso, appoggiati alla ringhiera di sicurezza commentando ad alta voce i lavori cercando di dare consigli superflui su cose di cui  non avevano affatto competenza?

Quei tipi Lì , purtroppo, ci sono ancora. Vestono altri panni , forti di ruoli assunti quasi per caso e fortuitamente , ma  sempre di quel genere di persone  si tratta.

Questi tipi , infiocchettati a festa per  una di quelle strane  vicende della storia che  ha dato loro visibilità  ,  hanno conservato,  in ogni caso,  la mentalità sorda e  chiassosa da bar di  piccolo paese, pronti  a consumare il loro  tempo su face book, social network oramai trasformatosi in piazza di paese ( ricordano un po'  Totò e Peppino, simpatiche ( loro)  figure di contadini in una grande città, i quali, trovandosi in Piazza Duomo a Milano: “…questa è la piazza principale, prima o poi di qui dovrà passare…”). 

Ticchettano da ogni dove : attraverso i  telefonini super accessoriati , oppure sfaccendati su  qualche bancone deserto, od ancora passeggiando per le vie senza mai perdere il contatto col web come se  fare ciò significasse essere socialmente  utili.

Lo svago maggiore  di questo tipo è la critica  pelosa,  la frase faziosa e punto coraggiosa che gli permette di dire senza giustificare od argomentare, che gli permette di tirar merda senza di fatto apparire ostile , ma quasi col puntiglio di quello che sa , che potrebbe sapere e che non dice ma solo per misericordia.

Qualcuno tra i più distratti non si avvede che oltre la polemica fatua, quasi capricciosa non si individua un percorso mentale che possa spiegare la sua posizione. Sono  esternazioni stizzose,  a volte interrogativi molesti ed ingiuriosi che negano da subito  l'incontro ed il confronto. 
Alcuni  si trovano disarmati  nel ricevere queste  frasi bambinesche ma perfide e stanno anche a chiedersi il perchè di tutto questo. 

Io no, ve  lo dico. 
 Io li riconosco. Io li conosco. 
E non credano i tipi e “ le tipe” che occupano il loro tempo a schiacciare il pollice opponibile ( benchè ,  per il resto,  somiglino più a dei primati ) che la gente non li abbia smascherati. 
Le persone di una comunità hanno la memoria lunga e la sagacia di chi non ha potere. 

 Che ballonzolino pure  per le strade cittadine in coppia o singolarmente ormai sono  individuabili:  incompetenti, arroganti e millantatori . 
Criticano ciò che non sanno fare, fanno male ciò che devono fare  e  si piacciono  l’un l’altro da morire,  perché gli altri sono troppo occupati a vivere ed a lavorare  per poterli  CONSIDERARE e disprezzare come meritano.
  

martedì 30 ottobre 2012

NON SONO TRANQUILLA E BRAVA

Qualsiasi cosa tu faccia sarà insignificante, ma è molto 

importante che tu la faccia. ( Gandhi)








 Come faccio a stare ferma? non posso. 
Ho la mia voce da seguire  e  sento che si potrebbe  allontanare  se non la ascolto attentamente .

 Ho la mia voce da seguire.  

Non posso farmi distrarre dalle esortazioni che giungono dal mondo.

 il mondo mi è estraneo. 

Non sono miei gli eventi, non sono miei i ricordi. Non sono le mie aspirazioni quelle che lo guidano.

Il mondo entra nella mia vita come un ospite sgradito. 

Si intrufola con i suoi riti malsani, con le sue richieste
                  
       pedanti e seduttive. 


Mi parla di  obiettivi mondani, di successi carnali quanto  

EFFIMERI.


 Non voglio farmi prendere.  Ho un disegno da completare , ho un puzzle da costruire. 
Non è quella la natura che ci preme. 

Dobbiamo ascoltare il segreto dei battiti del nostro cuore e non si tratterà di vincere o di guadagnare soldi. 

Non si tratterà di applausi o vittorie. 
Poveri,  coloro che cambieranno il sentiero per un consenso  rumoroso
C'è una trama da scoprire che si poserà solo su di me e forgerà le mia membra senza  errore.
 Non sono io che mi  muovo , ma la spinta che mi crea e mi comanda .

 Noi siamo creature di un racconto  che non ci appartiene . Possiamo solo godere la sua armonia e cederle totalmente.

C' è un mosaico che si svela : la nostra esistenza.



venerdì 24 agosto 2012

QUESTO MONDO NON BASTA



Non riesco ad illudermi più. Questa barriera di vetro finissima e trasparente non si lascia oltrepassare.
A volte cerco di ingannarla. 
Conosco i modi e i linguaggi del mondo e mi adatto a questi come una scolaretta scrupolosa. 
Ho educato i miei figli oltre il muro trasparente ma questo  non mi permette una reale contaminazione.  
Mi sento circondata da  persone che sapete,  inadempienti, ignoranti, ignari della propria volgarità che proliferano spudoratamente senza avvedersi della  miseria che trasmettono attraverso le loro parole ed i loro gesti che avverto come  insopportabilmente osceni.   
Questa separatezza , malgrado sia sofferta e sgradita,  non può che essere inevitabile. Ora che riesco a definire  lucidamente  la mia diversità  quasi  fossi un algido ragioniere di condominio, ho perso finalmente la dimensione del mio corpo all'interno di questo ingranaggio estraneo ed ostile. Non ci sono più dentro e non ci provo nemmeno. 
Quella che poteva sembrare una simulazione, quando invece era solo disponibilità, non ha più ragione di esistere  rivelando alla fine  questo divario che pare  irrimediabile.
Incredibilmente questa presa d'atto non mi addolora. Sono rassegnata a non forzare il blocco ed a non farmi  vincolare dal sogno di una fusione impossibile. 
Caso mai venite voi da questa parte. 

mercoledì 15 agosto 2012

DIVERSAMENTE VIVA




E' questo.
 Un giorno, avevo otto anni,  ho cominciato a prendere coscienza della presenza costante di  una irrimediabile  assimetria  tra ogni mia percezione e quella  raccontata in modo disinvolto da tutti gli altri. Ma,  ancora meglio,  sembrava  quasi io fossi l'interprete bizzarra di un linguaggio di cui avevo imparato perfettamente  la sintassi senza apprenderne  il senso reale.
 Ero io in terra straniera? 
Da bimba ero convinta di avere sbagliato strada, d'avere perso l'indicazione , d'essermi distratta, attardata tra i cespugli e le rose dimenticando le indicazioni per giungere alla meta.
Ora no. 
La terra rimane straniera, ma non me ne faccio un cruccio. Non dipende da me  ma dalla natura atipica  del pensiero che mi costruisce e mi rinnova.
Non mi chiedo più   quale sia la vera identità del mondo. 
Spesso dimentico questo dislivello ed allora  soffro nel vedere tutto piccolo, distante inafferabile, inadeguato all'occasione , indegno del mio palpito , della mia emozione.
 Tutto mi  appare discordante  e lo sguardo non lo percepisce affatto.  Lo rifugge , lo dimentica , non lo riconosce. Per questo lo odia, lo minaccia, lo tradisce. Lo abbandona. Lo  crede colpevole.  Ma non è il mondo colpevole. 
Non  è colpa neppure  del  luogo, Non è colpa del tempo. Non è colpa della cosa piccola e sventurata nè del mio strano temperamento.
 Quando sono nei miei momenti migliori non faccio altro che prendere consapevolezza di  questa differenza dolorosa e, come vi fosse davanti a me  un cristallo trasparente ma infrangibile,  rimango ad osservare il mondo lontano e straniero con una specie di indulgente malinconia che alla fine mi permette se non di comprenderlo, almeno di  amarlo. 
E Stasera è uno di quei momenti fantastici

martedì 7 agosto 2012

IO ME NE ANDRO' IN JAMAICA L'OTTO DI AGOSTO


Non tutti amano viaggiare. Molti stanno fermi convinti di rappresentare un qualcosa in un luogo specifico.  Non tutti amano lasciare la casa familiare, la via  del proprio paese.
Perchè il viaggio è una rivoluzione. 
Ti sposti e la tua identità si rinnova. Tu non sei la moglie di Mario Rossi. Tu non sei più l'avvocato Bianchi . Tu sei un uomo sradicato. Perchè il proprio ruolo si costruisce nell'incontro con l'altro, nella consuetudine dello spazio che dividi con l'alterità e si compone ogni volta che l'altro è altro. 
 Io già mi immagino cosa sarebbero certe madame senza l'appoggio del luogo e del ruolo che le identifica . Perchè solo attraverso il viaggio noi sfidiamo la nostra capacità di perderci e riconquistarci ogni giorno. 
Ogni luogo mi appartiene . Ogni uomo mi appartiene.
In questo consiste il viaggio: in un movimento eroico attraverso il mistero che è il mondo fuori e dentro di me. Solo chi compie questo viaggio allora realizza il suo disegno. 


Io me ne andro' in giamaica l'otto di agosto e vado con un volo charter perche' in nave non c'era piu' posto tanto che fa se arrivo a kingston un po' piu' presto cosa faro' oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh io non lo so oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh so solo che l'importante per ora e' scappare via via il piu' lontano possibile.......






domenica 5 agosto 2012

LA VITA E' UNA DOCCIA A GETTONI


Le ferie sono, per me, il periodo di massimo fervore cerebrale. 
Ossia il  mio cervello opera  a pieno regime in modo autonomo ed affatto ozioso. Questo lavorio sottile ma inarrestabile e, devo dire, intenso mi sta liberando a poco a poco di una serie di pensieri/ spazzatura che si aggiravano a mulinello sulla mia testa.              
Il demone ha ripreso l'effettivo controllo del mio corpo e lo asseconda nei suoi vizi più infantili e primari. 
Niente di ciò che state ipotizzando voi, miei porcellosi lettori:  si tratta invece di vizi culinari del genere cioccolatoso e cremoso od ancora di genere ittico come per esempio : spaghetti alle vongole e frutti di mare, bagnetto di sgombri e tonnetti al sugo piccante ed ancora calamari  affogati nel loro intingolo succulento.  
Nel campeggio, dove abbiamo fatto sosta ultimamente,  la quantità d'acqua a disposizione del cliente è regolata da dei chips  che si ritirano al momento dell'arrivo  e si usano durante tutto il soggiorno nel campeggio medesimo. Ora , questa cosa dei chips, che potrebbe essere una cosa carina, alla fine risulta avere i suoi inconvenienti. Innanzitutto i chips  si possono perdere facilmente, essendo piccoli e leggerissimi e poi hanno una cauzione abbastanza elevata che ti costringe a pensare a loro più del dovuto. ma la cosa più illuminate è stata questa che andrò qui di seguito a narrarvi. 
Al tramonto di questa giornata,  mi sono recata al reparto docce  col mio bell'accappatoio ed il mio inseparabile chip. Ho inserito il chip nell'apposito fessura  che avrebbe caricato la giusta quantità di acqua ed eccomi pronta a prendere la mia doccia purificatrice. 
Mi insapono velocissima perchè ho sempre paura di finire l'acqua prima  di potermi liberare del sapone , poi mi sciacquo perfettamente ed infine sto lì  beata in piedi a prendermi  sul corpo e sul viso la refrigerante acqua che scorreva dolce e leggera nella pelle infuocata dal sole.  
Mentre sono lì convinta d'aver compiuto perfettamente il mio compito di pulizia ecco che guardando in basso  mi accorgo di aver dimenticato di togliere la sabbia dai piedi.                
 In fretta cerco di insaponarmi  le estremità quando ecco che  all'improvviso l'acqua si interrompe in modo secco e inequivocabile.
 Rimango inerte e mortificata ad osservarmi i piedi insaponati e insabbiati dopo che avevo  oziato per tanto  tempo dentro la cabina della doccia. E questo, che lo crediate o no, mi ha dato da pensare.
 Che la vita è proprio come una doccia a gettoni : in certi momenti ti pare d'averne talmente  a sufficienza tanto da farti  rimanere sfaccendato a guardarti intorno  fino a che all'improvviso ti devi mettere a correre per rimediare con  il tempo che ti rimane.
Tempo decisamente insufficiente.

giovedì 19 luglio 2012

TI IMMAGINI L'EPILOGO?

Questi decenni saranno ricordati per  l'abuso di svariate parole.
 Per esempio  una parola che ci ricorderà questo oscuro  periodo sarà la  parola " Immagine". 
L'immagine  viene  per forza associata all'esibizione del corpo che sia il proprio o la materia fatta di  oggetto inanimato. Ma attraverso l'immagine noi costruiamo consensi e cerchiamo di  sedurre il mondo. 
Questa politica  dell'immagine, tanto cara a chi governa ,  alla lunga risulta perdente. 
Infatti  continuando ad  es - porci, cioè a porci all'esterno con tutti noi stessi alla fine questo " se' stesso"    verrà fuori e ve lo voglio dure sinceramente : ci sono dei  " me stesso" che non sono affatto piacevoli.   Ci sono dei " me stesso"  talmente  privi di autorevolezza, di profondità intellettuale e morale  che si sfaldano irrimediabilmente  con l'aria leggera della sera.  
 Il gioco d'essere carini, eleganti, profumati ed anche sorridenti lo abbiamo imparato tutti. 
Passando i giorni quel  sorriso conciliante  non ci può più rappresentare, l'espressione del volto viene interpretato, stracciato, ricostruito, trasceso dal corpo e ciò che si vuole mostrare  diventa perciò la condanna di mostrare davvero  ciò che siamo .
 E se ,  alla fine non siamo riusciti a lavorare oltre il proprio corpo , oltre gli ammiccamenti  dei gesti , oltre la retorica  delle strette di mano e delle pacche sulle spalle , del linguaggio seduttivo che racconta di soluzioni miracolistiche ,  e se alla fine non abbiamo imparato a lavorare, a conoscere ed a misurarci con gli altri ,  allora sarà la stessa nostra immagine che rivelerà l'inganno, che mostrerà il danno e la bugia   imperdonabile. Sarà ancora peggiore  l'epilogo. 
Occhio. 

mercoledì 27 giugno 2012

VALENZA , CHE STRAZIO !






Uno Strazio  questa città  di Valenza.  Sono lontano ora ma non crediate, la mia città mi sta a cuore e le telefono sempre come fosse la mia bambina riottosa. Leggo i giornali che parlano di lei. Devo confessare che per due giorni non l'ho seguita. Distratta dal mare, dal mio nuovo soggetto da fotografare, una nipote bellissima, non mi sono preoccupata più di lei. Ma ieri ho acceso internet ed ho cercato di lei. Sembrava di leggere un bollettino di guerra: i lavoratori  della cooperativa di pulizie della Casa di Riposo di Via Circonvallazione Ovest scioperano perché chi gestisce il servizio, la Fondazione Valenza Anziani, oltre a non rispettare il rapporto ospiti/assistenti, come confermato anche dall’ASL, ha violato le normative previste in materia di sciopero non comunicando i servizi minimi essenziali e comandando tutto il personale in servizio, impedendo di fatto il diritto di sciopero ai dipendenti. I Sindacati lamentano anche la mancanza di disponibilità alla concertazione .





I lavoratori dell'Azienda Municipalizzata hanno interrotto la raccolta della spazzatura nella città trasformando le sue vie in poco tempo  alla stregua della città di Napoli e dintorni.
I lavoratori della società partecipata al 100% dal Comune di Valenza,  appunto l'A.M.V,   lamentano di non aver ricevuto lo stipendio. E pure loro fanno rilevare la mancanza di dialogo  e di concertazione con la controparte.
I sindacati provinciali hanno anche lamentato che alcune amministrazioni comunali della zona (e Valenza è tra questi) non hanno ritenuto di incontrarli per discutere il continuo aumento della pressione fiscale che va a gravare sempre più sui cittadini (Tortona e Valenza sono infatti i Comuni dove il carico fiscale è maggiormente aumentato). 
Infine l'asilo nido Rota è stato posto in condizioni di chiudere a causa di una mancata politica  sui servizi educativi ed i servizi per l'infanzia. 

Vedere questa città così ferita ed avvilita mi stringe il cuore. Insomma, sono lontana, ma Valenza, vederti così, che strazio!

sabato 3 marzo 2012

GENOVA PER NOI

Genova per noi

che stiamo in fondo alla campagna

e abbiamo il sole in piazza rare volte

e il resto è pioggia che ci bagna.

Genova, dicevo, è un’idea come un’altra

domenica 12 febbraio 2012

VABBUO'


 IL MOBBING E LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Fenomeni di mobbing si verificano anche nell’ambito del lavoro alle dipendenze delle Pubbliche amministrazioni. Infatti, anche il datore di lavoro pubblico è tenuto ad adottare le misure necessarie a tutelare l’integrità fisica e morale del prestatore di lavoro (ex art. 2087 cod. civ.) ed è responsabile anche per il fatto illecito dei propri dipendenti.
In particolare, ai sensi dell’art. 52 del d.lgs 165/2001, testo unico in materia di pubblico impiego, “il prestatore di lavoro deve essere adibito alle mansioni per le quali è stato assunto o alle mansioni considerate equivalenti nell’ambito della classificazione professionale prevista dai contratti collettivi, ovvero a quelle corrispondenti alla qualifica superiore che abbia successivamente acquisito per effetto dello sviluppo professionale di procedure concorsuali o selettive”
Peraltro, è noto che, in seguito all’intervenuta privatizzazione del lavoro alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni, il lavoratore pubblico gode delle medesime prerogative ed ha le medesime tutele del lavoratore privato.
Così, ove vengano violate le disposizioni del testo unico in materia di pubblico impiego e/o del codice civile, lo Stato o l’ente pubblico datore di lavoro è responsabile dei danni causati al lavoratore al pari del datore di lavoro privato.
In questi casi, la responsabilità dello Stato e/o dell’ente pubblico concorre con quella personale e diretta del dipendente autore del comportamento illecito, ai sensi e per gli effetti di cui all’art. 28 Cost., secondo il quale “i funzionari e i dipendenti dello Stato e degli enti pubblici sono direttamente responsabili secondo le leggi penali, civili e amministrative, degli atti compiuti in violazione di diritti. In tali casi la responsabilità si estende allo Stato e agli enti pubblici”.

venerdì 23 dicembre 2011

IL GUERRIERO DELLA LUCE E L'IGIENE PERSONALE



"Un guerriero della luce non rimanda le sue decisioni. Egli riflette a lungo prima di agire. Considera il proprio addestramento, la propria responsabilità…  Cerca di mantenere la serenità…, e analizza ogni mossa come se fosse la più importante. Tuttavia, nel momento in cui prende una decisione, il guerriero agisce: non ha più alcun dubbio su ciò che ha scelto non cambia rotta se le circostanze sono diverse da come le immaginava.
Se la decisione È giusta, vincerà il combattimento, anche se dovesse durare più del previsto."


 Ho riportato questo brano del " Manuale del guerriero della luce " perchè rappresenta  al meglio questo momento. ANZI, QUESTO GIORNO.
Ci sono, nella vita,  dei giorni di immobilità totale: in certi giorni  pare che non ci sia nulla che  possa  cambiare la situazione. la barca  dondola sull'acqua e il libeccio  attraversa appena con un soffio  impercettibile le  mie vele pesanti .  Ma poi,  ad  un certo punto,  tutto comincia a muoversi e la barca sfreccia  inesorabile tra le pieghe dell'acqua come volasse.  Questo è uno di quei momenti.
Da stamani: da  quando  sono corsa a lavorare come cancelliere , poi  ancora velocemente nel mio ufficio ordinario, infine a casa a cercare un idraulico e questa è stata davvero un'impresa: provate a cercare un idraulico un giorno prima delle feste natalizie: vi accorgerete cosa significa  attraversare il deserto:. La crisi  di lavoro ci sarà anche, ma probabilmente non ha toccato gli idraulici.
Alla fine trovo un vecchio amico dei miei venti anni: faceva l'idraulico. Mi dice che  verrà , ma sul tardi. Io ho terribilmente bisogno di lui: il  mio water è  intasato e tutti i pensieri più elevati vanno a benedirsi  quando c'è una cosa così indispensabile che si intasa.. Ok , dico , vieni appena puoi.
Intanto vado dall'avvocato per la famosa causa di mobbing. Concertiamo una strategia precisa ed io esco di lì che mi pare di camminare su cuscinetti di aria: sono piena di ardore: e non ditemi che l'amore ci eleva verso l'alto! E' soprattutto la  volontà ferrea contro le ingiustizie che ci da la potenza per volare in alto! Ho l'armatura inossidabile e lo sguardo di fuoco. Dovreste  provare assolutamente questa emozione: per farlo dovete prima però trovare un pezzo di merda che tenti di calpestarvi . Il resto viene subito dopo: ma credetemi : è più eccitante di una notte di sesso sfrenato. ma anche quella , diciamo, non la  disprezzerei completamente.  Corro a casa appena in tempo per accogliere il mio idraulico. Lui lavora di lena sopra il mio wc: lo smonta,  lo succhia , lo silicona manco fosse una diva del cinema e poi dice le fatidiche parole che da giorni anelavo sentire: "Ora il wc lo puoi usare". Lo avrei baciato. Invece l'ho pagato 70 € .
Alla fine, nell'intimità rassicurante del mio bagno, finalmente pacata e serena riesco  a pensare ai miei reali bisogni. Ed a soddisfarli pienamente.
Non vi dico la gioia.
Impagabile.

venerdì 7 ottobre 2011

LA DOLCE VITA DEI RESPONSABILI





Immaginate un po'. So che lo potete fare , che siete fantasiosi, voi, miei adorabili lettori!  E poi non è difficile: la situazione per noi italiani è molto critica non sarà poi così complicato   pensarci  presenti al dì del grande attacco di Pearl Harbour. 

Cominciamo a individuare le condizioni storiche.

Il soldato semplice  Zaccaria è di stanza alla base navale statunitense. Ecco che  riesce a scorgere  in lontananza un'aereo e poi  di lì a poco  spunta dal cielo  minacciosa la divisone aerea giapponese.  Non crede ai suoi occhi. Guarda ancora. Capisce cosa sta per succedere. E' un attacco. 
Allora invia un dispaccio urgente al suo generale che si trova  a diverse miglia dalla base. Vuole indicazioni, direttive, esortazioni. Scrive velocemente.Il testo è asciutto, veemente, ma chiaro e crudo. dettagliato.  Parla di un probabile attacco delle forze giapponesi: un attacco a sorpresa, repentino,  probabilmente catastrofico. descrive la presenza di corazzate potenti, di incrociatori pesanti che stanno sopraggiungendo a grande velocità. Alla fine invia il comunicato ed attende ordini.
La scena cambia .  Ora immaginate tutto un altro clima.
Siamo nella tranquilla residenza del Generale. Zaibrisk . La villetta è circondata da un parco lussureggiante. gli uccellini cinquettano soavemente. La stanza arredata in ciliegio lucido è adornata di dipinti e tappeti pregiati. Dov'è il Generale?
Eccolo qui. Seduto alla grande scrivania sgombra da  quelle inutili scartoffie che troviamo  sempre nelle scrivanie dei sottoposti. E' tanto pulita  da scorgere le lieve venature del legno con il suo colore marrone  chiaro e scuro di  tronco millenario . Il generale legge. E inaspettatamente sorride a denti stretti. Con una calma placida e indolente prende penna e calamaio e scrive:
" Caro Soldato semplice Zaccaria non riconosco lo stile della tua scrittura. Eh Eh .. non è il tuo solito cordiale e gioviale tono . Da chi ti fai scrivere le lettere? Chi le ha pensate? Non ti sei mai rivolto a me, che sono l'illustrissimo e eccellente Generale con un tono che , mi consenti, esprime una vivacità che non ti riconosco e con questo ho TERMINATO. NON AMO PERDERMI IN CIANCE. "
Come è andata a finire LA QUESTIONE  lo sapete già.

sabato 24 settembre 2011

E' QUI LA FESTA?




Insomma, C'è STATA  un'altra serata andata deserta  fatta eccezione per gli amici e parenti della protagonista, che aveva , per l'occasione, imbandito la tavola di dolcetti e vino, così, alla buona,  per un rinfresco tra amici.
Erano presenti , dunque, una decina di persone più quelli stipendiati che bene o male ci dovevano stare  e le luci,  i microfoni , l'impianto,  la stampa dei manifesti, la pulizia finale e quant'altro per allietare una festa che aveva tutta l'aria di essere privata con  la  presenza della madre, la sorella il marito della sorella , il cugino primo e consorte,l 'amico  della zia della cognata.
Tanto per la cronaca , ad una festa di compleanno, a casa mia, c'era venuta più gente ma tant'è...non c'è nulla da dire....  lui si ostina a farle lì le sue  festicciole, lì proprio nel loco che considera casa sua ed invece non lo è affatto casa sua . E' altro  : è invece casa  di  quel che si  definisce sovrano: il cittadino.
Sento che qualcuno prima o poi sarà costretto a dirglielo, o cominceremo davvero  a realizzare  tutte  le nostre liason in questo luogo:
Quando, finalmente  giungerà quel giorno tanto atteso,   spero che lui dismetterà i panni del signorotto di campagna, quello  che riceve gli ospiti  nel Palazzo storico della città e fa il padrone di casa anche inadeguato, anche disorientato anche arrogante e misogino, insomma quel che è sempre stato ; però ora con la crisi  tutto pesa molto di più.
Quando ,dunque, cercherai di pensarla in maniera meno personalistica per quanto riguarda gli interessi della comunità, bella stella d'oro? O meglio ancora: quando comincerai a pensare?
Non è più la stagione di riservare il salottino per pochi intimi,  come t'avevano abituato  i tuoi protettori, dove tu puoi sciorinare la paginetta di scolaro mediocre alle sedie vuote davanti a te,   ma invece è urgente  ragionare in termini di interesse della collettività,  e coinvolgere tutte le forze sociali e culturali presenti nel paese  e cominciare a porsi il problema   di cosa la comunità chiede, cosa vuole sapere , cosa più le preme in questo momento storico   ed  è un'altra cosa da quella che presenti n modo così estemporaneo  tenendo fuori tutti e tutto dal tuo orticello senza  insalata da raccogliere nè semi da innaffiare.
Dov'erano le associazioni culturali e sociali coinvolte? Dov'erano i rappresentanti cittadini ? In altro luogo dove la cosa pubblica si respira e si  gestisce.Non da te dove ancora  marchi a fuoco i cavalli con la falce ed il martello tanto per stabilirne la proprietà privatissima.

( Sì, LO SO, I MIEI POST  STANNO DIVENTANDO SEMPRE PIU' SCADENTI, MA COME SI FA? A  METTER LE MANI NEL FANGO CI SI SPORCA PER FORZA LE MANI) 

lunedì 5 settembre 2011

MANOVRA FINANZIARIA 2011 E SINDACATI A SEGUITO



La commissione bilancio del Senato, che ieri ha approvato la legge di bilancio, sposta il tiro sul diritto del lavoro e vota a maggioranza un comma che, se approvato, semplificherebbe il ricorso ai licenziamenti anche nelle aziende con più di quindici dipendenti.
Si tratta di una modifica sostanziale all’articolo 8 della finanziaria. In sostanza, si prevede che la contrattazione aziendale possa derogare agli accordi e a leggi dello Stato (come lo statuto dei lavoratori). I contratti sottoscritti a livello aziendale o territoriali potranno «operare anche in deroga alle disposizioni di legge che disciplinano» il lavoro. La novità non si applica ad alcune categorie, come le donne incinte, in procinto di sposarsi o in congedo per la malattia di un figlio.
Il sindacato si appresta allo sciopero martedì 6 settembre.
Ma lo smantellamento dei diritti dei lavoratori e persino della pubblica amministrazione è iniziato già da un ventennio.
Ho ritirato la mia tessera sindacale un bel po' di anni fa, quando i sindacati hanno cominciato ad accettare qualsiasi condizione e firmavano qualsiasi contratto, dalla nascita di  figure strapagate  all'interno della pubblica amministrazione  alle  piccole mancanze di tutela per una minoranza di lavoratori che non prevedevano il coinvolgimento della massa.
Da allora molti dei  rappresentanti sindacali si sono dati alla politica  presentandosi candidati alle Regioni , ai Comuni alla Provincia. E questo è emblematico per un ruolo che dovrebbe essere in qualche modo di controllo e di vigilanza  degli amministratori e quindi di netta contrapposizione culturale.  Sembrerebbe, dato l'enorme emigrazione dagli scranni dei rappresentanti sindacali a quello degli amministratori pubblici , che ci sia invece una segreta e inquietante  commistione.
Ma, direte, questo può sembrare il solito lamento populista che non porta a nulla.
Non lo vuole essere. Non serve al lavoratore assentarsi dal lavoro quelle otto ore per rintanarsi il restante del tempo in una rassegnazione muta e accondiscendente .  Un'opera di tutela e di confronto non può avere  delle assenze e addirittura delle complicità così equivoche come quelle  che il  sindacato ci ha abituato a vedere  in tutti questi anni.
Quindi non sciopero. Non sciopero perchè non posso privare i miei figli di una somma di denaro  indispensabile , ora.  Non sciopero perchè si devono trovare altre forme di confronto, di protesta, di coinvolgimento.  Di partecipazione. Non sciopero perchè i sindacati non mi hanno convinto in questi anni. Che i loro rappresentanti  diano prova di autenticità, di sincerità , di convinzione non traslocando sempre  dopo qualche anno di militanza ( direi  morbida e lasciva)  dalla parte  a cui si  contrappone.
Mi sento usata, trascinata, messa da parte ma cotta  a puntino. Non mi piace questa manovra , ma anche meno l'attività maldestre e equivoca dei sindacati , che lasciano correre che si distraggono, che approvano e nascondono la mano. Si fanno i fatti loro per tanti mesi all'anno  e ritirano due volte l'importo nel mese di dicembre.
Ed anche se tutto questo è avvilente, degradante  non posso associarmi a questa protesta tardiva, confusa e indetta da chi, facendo troppi errori , ha contribuito  al verificarsi di questa condizione.