Visualizzazione post con etichetta sacralità del corpo. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta sacralità del corpo. Mostra tutti i post

mercoledì 25 giugno 2014

DOVE E' IL TUO DESIDERIO, LA' IL TUO CUORE





Ah! Quanto sono indulgente con me stessa?
Riesco a trasformare un gesto che soddisfa esclusivamente  il mio amor proprio in un momento di solidarietà e di passione verso l’altro.

 Così convinta di avere tanto forte il senso etico dell’esistenza da diventare giudice inflessibile dei gesti dell’altro facilmente confutabili , svalorizzandoli, quindi, svilendoli e smascherandoli riconoscendo in essi  la mia stessa spinta vanesia che li ha generati.


Sono talmente cosciente di quanto un azione benefica possa provenire da una esigenza narcisistica da spogliarla di ogni presupposto di amore e di comunanza


Le mie passioni sono state autentiche, sì, provenienti dal mio spirito profondo , ma governate da istinti di convenienza , quasi autonome e voraci perciò  impure, avide di avere in pugno la mia esistenza.

Le tracce lasciate da quel “ me” che mi governava sono per questo nuovo “ me” qualcosa di inopportuno, quasi inspiegabile,  persino imbarazzante come se si trattasse  di  una biografia di me  legata  mani e piedi mentre vengo  trascinata da una corrente impetuosa.


Eppure non ero sempre io, forse? Non avevo il medesimo bisogno di protendere al bene? Non avevo lo stesso piglio intemperante verso le tirannie, le malefatte e lo stesso non mi opponevo alle invidie , agli odi, alla superbia degli altri mentre intanto le nutrivo in me , dentro di me camuffate  da vesti di organza e espressioni del volto intransigente?
Ci credevo.
Ho dato voce a urgenze chiamate “ giustizia” chiamate” verità” e non erano, invece,  altro che impulsi che definivo ( per mia ostinata voluttà ) morali?
Non ero forse io che puntavo il dito accusatore contro il “ male “ avendo perfettamente in mente con quante vesti potesse presentarsi essendo io la prima a dargli l’immagine più attraente quando soleva emergere dalle profondità delle mie viscere?


Chi più di me poteva sconfessarlo avendolo come eterno e corrosivo compagno della mia anima?
E quale rigore e quale scandolo era la cifra del racconto! E quale intolleranza nascondeva il rifiuto delle cose che non mi appartenevano!


In questi giorni non ho smesso di muovermi , ma l’agìto è prudente e parsimonioso. 


Devo scovare il danno che mi corrode, la voce che mi confonde. 
L’identità sommersa mi depista senza giustificazioni.
 Il tempo la sovrasta e la supera e mi priva del suo movente . Le esaltazioni sono temperate e circoscritte al caso.
Mi rimane l’istante segnato dal crepitante gorgoglio dell’anima che non posso lasciar scorrere se non frenando l’impeto se non filtrando il richiamo, lasciando l'essenziale farsi timidamente spazio.
     

lunedì 16 aprile 2012

NIENTE DI NUOVO SUL FRONTE OCCIDENTALE


E' così: sono  giorni di vuoto mentale. Non penso niente. Osservo il daffare fatto male  senza nessun pensiero in testa. Anzi: un pensiero ce l'ho, devo dire . Niente di edificante. Sto seguendo la mia dieta con molta precisione. Ho perso due chili in una settimana e se a voi sembra poco vi sbagliate. perdere chili non è come perdere elettori : bisogna lavorarci su con cura e con molto impegno. 
Se funziona vi  parteciperò il programma che sto seguendo. Per il resto non riesco a pensare a niente, ma almeno non ho contorcimenti di pancia. Non mi arrabbio più e attendo che il tempo galantuomo faccia il suo corso. Insomma sto seduta sulla riva del fiume  aspettando eccetera eccetera .
Volevo fare come il povero Enzo: postare vecchie storie e vecchi amori. Lui non sa che il passato non esiste, ma io sì ed allora preferisco scrivere minchiate piuttosto che  cose già digerite. E poi metto la mia foto  attuale. Sì,   sono già perfetta. Lo so. Ma si può sempre migliorare. E' questa la filosofia da seguire . Superarsi .  Andare oltre. Senza precipitare.

lunedì 7 marzo 2011

COME FOSSE UN DOLORE


Non leggo più libri da qualche mese. Mi occupo di cose molto fisiologiche: mangiare, digerire bene , riposare a sufficienza. Non ho più quella smania, quell'ansia che era di pelle e sangue, ma proveniva dal profondo e sapeva di anima e di cuore. Dovrei essere contenta.  Forse il tempo oppure  la maturità acquisita dopo esperienze dolorose ed elaborate ti porta, alfine, una tranquillità quasi trasognata, una pace muta e autosufficiente.
Ma io rimpiango la gola arsa, la ricerca confusa, il  richiamo strugggente  che ti fa camminare , che ti fa viaggiare. Avevo comprato il camper, ma la voglia di spostarmi è passata. La passione è ragionata e asciutta. Pare, ora, un atleta che cronometra la quantità di desiderio e la premura necessaria per allenarlo a tempi migliori, a uomini migliori, oppure a superarlo e vincerlo. Come fosse un dolore.

martedì 11 gennaio 2011

VERRA' LA MORTE ED AVRA' I TUOI OCCHI

In questo periodo mi capita spesso di svegliarmi durante la notte . Bon.

Questa non pare una notizia molto originale. Chissà a quanti, direte voi, capita di svegliarsi nel cuore della notte ed anche, magari, di non ri - addormentarsi più e non per questo ne fanno articolo da romanzo.

Ok, lo so, ma non cominciate a rompermi il cazzo con le vostre rimostranze che non è giornata.

Insomma, fatemi finire ( adoro litigare con l'altro io fuori di me soprattutto quando ho bisogno di scaricare la mia, pur adorabile, furente aggressività)

Dicevo, appunto, che mi sveglio sopraffatta dall'oscurità più completa e subito, appena mi sveglio, mi appresto ad alzarmi ed ad andare in bagno. Ora, da un po' di tempo, questa azione , banale ed in qualche senso, consueta, pare sia seguita da una sensazione di impotenza fisica e di conseguente sorpresa immediata di avere, invece , conservato le forze che mi permettano di ergermi in piedi sulle mie gambe ancora vigorose e capaci di tal gesto.
Ho come l'idea, insomma, che il riposo notturno abbia causato in me dei cambiamenti irreversibili quali un invecchiamento precoce oppure una improvvisa malattia degenerativa che, quindi, mi sorprendesse, appena sveglia, in queste mie tristi e nuove condizioni.
Come se nell'intervallo di tempo della mia coscienza vigile mi fossi trasformata in un altra me , più debole e più vulnerabile.
Sempre decido di cercare la mia immagine nello specchio con il timore che rifletta una faccia diversa da quella con cui mi ero coricata. Una immagine degenerata, appesantita e deturpata da espressioni cruente e sgraziate, quindi che riveli di me una realtà sfiorità, sconfitta, inaccettabile.
E' un attimo: perchè lo specchio mi rimanda l'immagine del mio volto nel suo consueto aspetto delicato e armonioso ( e, devo dire, delizioso) senza quei cenni severi e rabbiosi che mi sentivo addosso.
Mi dico: " Non è successo nulla" ma con l'ansia di chi ha la consapevolezza di nascondere un'ombra inquieta e scellerata tra le pieghe di un anima invisibile e segreta.

( la fascetta carinissima che vedete al braccio è veramente un ornamento che impreziosisce il mio aspetto solare e gioioso)

giovedì 4 novembre 2010

HAVE A NICE DAY

In questi giorni pensavo tante cose. Il mio cervello era attivissimo. Quello che più mi piace in me , delle innumerevoli qualità che mi riconosco, è la capacità di coordinare gli svariati pensieri che si affacciano alla mente durante la giornata. Insomma, riesco a commuovermi alle lacrime per una mia questione sentimentale mentre contemporaneamente fisso un appuntamento dal medico per mio figlio e cose del genere.
Ho un cervello sorprendentemente crepitante e pare rispondere ubbidiente ad ogni mia sollecitazione.
DICO " Pare" , appunto perchè non è così, cari miei adorabili lettori. e VI DIRò PERCHè.
Due giorni fa, dopo aver dato prova, per tutto il giorno, della mia frenetica attività mentale ho dovuto ricredermi in un secondo.
M'ero sdraiata nel letto, dopo, appunto, una lunga e movimentata giornata di cose da dire e da risolvere, e ancora macinavo pensieri organizzativi e ribelli. Dopo qualche minuto di riposo decido di alzarmi ed ancora presa da elucubrazioni mentali raffinatissime , intanto, mi apprestavo a fare quei gesti a cui si presta poca attenzione come giungere fino alle pantolofole per infilarsele ed andare in un altra stanza dove altre incombenze mi attendevano, altri fitti e corposi pensieri.
Ma il destino mi ha fermato. Il destino o il senso del limite umano, della vulnerabilità congenita che ci abita e ci accudisce era giunto sulla mia strada per arrestare le intenzioni, per interrompere il flusso dei miei pensieri pretenziosi , per mortificare la mia passione altera, per prostrare il mio corpo e strapparlo alla mia vanità: insomma sono scivolata malamente : il piede posto in fallo s'è proiettato in alto trascinando il capo violentemente sul pavimento. A quel punto non ho più pensato, nè ho sentito, stranamente alcun dolore, ma un colpo vuoto di materia che si allontanava da me fatta di sangue e vita. Il cervello rintronava docile nella scatola cranica colpita e pareva alla mercè d'ogni palpito del sangue: non ero più io che coordinavo il fiato ed il pensiero, ma la testa che suonava il ritmo crudele dell'assenza.
Non posso neppure dire di avere perso i sensi dato che mi è difficile riacquistare la consapevolezza di un tempo che non aveva più la misura della mia esistenza, ma ricordo invece perfettamente come fossi obbligata a seguire la compromessa vitalità del mio cuore , del respiro e del mio sguardo che si perdeva nel tonfo doloroso che lo governava. Non ero più io , ma solo la natura del corpo che stabiliva il suo declino senza possibilità di intercessioni. La vita fuggiva ed io ero inerte spettatrice.
Non mi soffermerò sul lungo pellegrinare infruttuoso e doloroso dei giorni che seguirono la mia caduta.
Ma un pensiero nuovo si è affacciato alla mia mente. Un dubbio che si fa certezza inquietante.
Cosa siamo se non ridicoli ed estemporanei pulsazioni che una fatalità da nulla può amministrare e spegnere? E di tutti quei miei pensieri attivissimi e devo dire intelligenti che andavo ad elaborare con tanta maestria cosa ne è rimasto? Ho perso tutto.

Ma non mi interessa neanche un po'.

domenica 8 novembre 2009

sabato 17 ottobre 2009

COME DICEVA PROUST; APPUNTO

Proust diceva:
"
Nella vita delle donne tutto fa capo alla messa in prova di un abito nuovo"

Ho un giaccone nuovo, caldissimo. Mi piaccio molto con questo giaccone. Vesto il mio demone con cura. Lui gongola. Vuole questo. E' impegnato a lavorare in senso catastrofico. Ci riesce da Dio. Non potrebbe essere altrimenti. Non era stato forse il suo angelo preferito ?

giovedì 8 ottobre 2009

SONO UNA CARAMELLA

Il corpo non è in contrapposizione con l'anima, poichè lì si manifesta. Eppure la sua anatomia non l'abbiamo scelta e , bella e brutta , è questa che ci rappresenta nel mondo e su questa che costruiamo la nostra immagine. Ma proprio per questa ragione non riesco ad aderire al mio corpo completamente perchè non è una mia creazione, non quanto almeno la mia anima che, per quanto selvaggia, è l'essenza pura della mia esistenza.
Accudisco al mio corpo come a quello di un figlio prediletto, ma non mi convince del tutto e non mi inganna. Questo segue il percorso della natura che non ho scelto. Si avvizzirà e mi tradirà ammalandosi e deteriorandosi inesorabilmente. Il suo percorso è autonomo e irreversibile. Non ho voluto questa faccia . Non ho voluto la piega delle labbra ed il suo sorriso tenue. I loro significati affettivi sono trasfigurati ed adattati alla sua struttura già predisposta e prevista.
Posso mostrare il mio corpo come fosse la dimora devastata da barbari invasori. E se sono il mio corpo, il mio corpo è altrove DA CIO' CHE RIMANDA ALL'ESTERNO, oltre il respiro del sangue ed il suo scorrere lento. Sono già vecchia, già abbandonata. Già consumata.
Posso essere esposta come una caramella SCARTATA.

mercoledì 7 ottobre 2009

LO STOMACO E L'AUTUNNO CHE AVANZA

E non mi dite che il corpo non c'entra niente. Caspita. Lei, in quei giorni, aveva dei pensieri terribili. Di morte. non riusciva ad essere paziente e neppure amabile. aveva, per lo più ,voglia di mandare a fanculo un po' tutti. Altro che il corpo non c'entrava con la vita. Ebbene il corpo era la vita ed il desiderio sessuale ne era il suo affluente maggiore.
A venti anni aveva un debole per i cinquantenni . aveva avuto dei fidanzati cinquantenni. Adesso non ne trovava uno desiderabile. Tutti col loro stomaco ingrossato, con poca voglia di mettersi in gioco. Molti con delle convinzioni ineluttabili. Ottusi ed irragionevoli davanti all'evidenza più lampante.
Ed i trentenni? sembravano studentelli con necessità di ripetizioni pomeridiane. In due non se ne faceva uno con cui poter dialogare. Sessualmente scarsi anche se di grande oratoria sul da farsi. Chiacchiere e distintivo . Solo chiacchiere e distintivo. ( anzi chiacchiere e basta)
E il suo friend che domani avrebbe compiuto gli anni. Diceva: " Non ci penso" e lei" cazzo, fai male a non pensarci" Perchè era già autunno. sarebbe arrivato il freddo inverno.
Voleva andare via. sarebbe andata via e fan culo. Doveva solo compilare la richiesta di ferie.

venerdì 2 ottobre 2009

LA MIA NECESSITA' PESANTE


In questi giorni sto lavorando moltissimo. E questa è una piccola STRIZZATINA D'OCCHIO alle colleghe che mi leggono. Ebbene sì care, lavoro tutto il giorno e tutti i pomeriggi e ci metto molta attenzione nelle cose che sto facendo. Questa necessità d'essere presente e concentrata sulle cose che faccio mi è stata di grande aiuto , in questo periodo, per stare meglio. Ma allo stesso tempo non ho potuto occuparmi molto del mio laborioso scavare nelle profondità del mio essere . Mi spiegherò:

Noi siamo una materia apparente uniforme e stabile, ma l'interno di questa materia placida, il suo nucleo, ribolle e crepita senza sosta. Questo nucleo è costituito da pura energia continuamente in pressione e in trasformazione. Molti di noi si limitano a indirizzare questo soffio vitale verso uno sviluppo mentale che permetta loro di integrare la propria volontà in funzione di un appagamento sociale.
Ossia dirigono la propria energia fuori di se' per uno scopo strumentale , per una realizzazione sociale. Sono abili oratori o buoni uomini d'affari ed anche perfetti commercianti o cose simili. Tutti noi quasi inconsapevolmente abbiamo passato periodi in cui eravamo convinti che la vita fosse da vivere nel mondo sociale, che si esprimesse attraverso il successo e attraverso l'immagine che ti rimandava la società e in cui noi stessi ci riconoscevamo.
Ora credo proprio di no. Che tutto questo fosse stato un abbaglio, o meglio: fosse stato il primo scalino di un lungo e laborioso percorso di conoscenza . Di ricerca di una diversa conoscenza. Una ulteriore dimensione di se'. Non devo guardare fuori di me o a ciò che posso diventare o alle abilità che posso raggiungere.
Invece devo rovistare dentro a questa energia primordiale che possiede già all'interno del suo vitale gorgoglio la spiritualità che già sono e che devo solo rivelare a me stessa. Devo trovarmi, identificarmi. Scoprire ciò di cui la natura mi ha già fornito e che deve solo emergere e dilatarsi da me in me totalmente.
Sto tendendo a questo equilibrio con un bisogno pari all'assetato che ha necessità di bere. Già nel mio bisogno profondo c'è la disponibilità a pormi in senso armonico nelle relazioni con le persone. Solo attraverso un indagine meticolosa nella profondità del mio spirito potrò emergere al legame con il mondo, quindi attingere alla relazione con l'altro in senso durevole ed eterno.
Sono stanca di chi ti dice " Ti amo" " quanto ti amo" mille volte per tre giorni, magari anche qualche mese e poi non si ricorda neppure che tu ci sei o ci sei stata.
Non è così che si vive. L'essere umano ha necessità d'avere il senso d'eterno nelle cose in cui si esprime.
Mi voglio cimentare nel rendere il mio passo pesante come l'oro , prezioso come la vita stessa , profondo come l'anima. Armonioso come DIO.

giovedì 1 ottobre 2009

HO STRISCIATO NELLA POLVERE


Le sensazioni tradiscono il corpo. Sempre.
Non possiamo oltrepassarci poichè il corpo ci riporta alla nostra finitezza irrimediabile. Eccomi. Non abito solamente questo corpo. Io sono la solitudine del mio ventre vulnerabile. Sono il respiro e l'orgasmo lento e potente nell'oscurità di questa giornata. La carne è viva e sensibile. Mi impedisce di spostarmi se non di poco, se non trascinandomi pesantemente nella terra di asfalto e sassi anch'essi materia potente e schiavista. Nello stesso tempo , malgrado io sia così radicata in questo corpo tradito e consumato io sono invece l'immagine che RImando attraverso il suo movimento, il suo dispiegarsi nel mondo. A poco a poco che il corpo si trasforma, io stessa dovrò adattare l'immagine DI sangue e DI Malattia. Le mie sensazioni saranno alterate dalla sua involuzione. Come si può ferire una persona se non nel corpo e nella immagine che demanda in un tentativo maldestro di fondere la propria affettività tra la carne viva ed il dolore? Dunque cosa è altro il corpo se non un impedimento a percepire la propria anima vinta dalle sue sensazioni fisiche? Cosa è altro questo desiderio di curarlo se non quello di privarlo della nostra identità travagliata? Della sua storia sofferta?
La mia anima vive i tuguri velenosi ed oscuri delle illusioni violate, Il mio corpo, invece, i morbidi divani delle giornate assolate. La mia anima non s'è sottratta all'odio e alla crudeltà feroce, ha strisciato tra la polvere e il sudiciume delle intenzioni maligne, s'è deformata nella smorfia violenta del suo demone, mentre il mio corpo s'è mosso voluttuoso tra tende di raso e giardini fioriti.
LA MIA ANIMA HA UCCISO. Eppure sarà iL MIO CORPO che NE MORIRA'.

martedì 1 settembre 2009

IO NON SONO

Ho discusso con una persona consueta a camuffarsi nel web tramite messenger o altre cose simili. Mi ha detto: " prendi troppo sul serio internet, io gioco un po', m'invento, mi diverto, non faccio del male a nessuno" Ad incoraggiare questo modo d'essere si potrebbe anche disquisire sul significato di " verità " o sul fatto d'essere nessuno, in fondo, e centomila. E quello che si rappresenta potrebbe essere l'aspirazione ad esserlo e così via.

Ha anche detto : " i giovani fanno TUTTI così ." Ma non è vero. E' stato molto indulgente con se' stesso. E' pericoloso. Pericoloso per se' prima di tutto al quale arriva il suono di una voce mistificante, al quale giunge l'immagine di un uomo che non è , malgrado potrebbe essere, ma dal momento che lo inventa non potrà mai trasformarsi essendo in quel momento divenuto un essere adulterato quindi de - responsabilizzato e esonerato dalle scelte e dai coinvolgimenti. Pericoloso perchè nel web ci sono persone allo stesso modo che nella tua strada. Che hanno fiducia ossia radicalizzano la tua immagine e la vivono così come la presenti. Non voglio dimenticarlo. Non tanto per loro, quanto per me che mi ascolto e mi vedo vivere e mentire. Cos'altro abbiamo se non noi stessi da rivelare come buona novella? Come bene prezioso e inedito e unico individuale che mai nessuno potrà uguagliare ? Abbiamo solo la nostra anima luminosa , perfetta, palpitante . Lasciamola vagare in questo etere miracoloso.

mercoledì 19 agosto 2009

ESSERE VISTI

L'ho già detto: siamo creature animali. Creature che in breve tempo dovranno restituire alla terra (piccolo frammento di un universo pulsante ed infinito) la loro materia che si polverizzerà e si fonderà con tutto il resto di cui è composto il nostro pianeta. E questo è una cosa da non perdere di vista neppure per un attimo.
Ma c'è ancora un altro aspetto che ci caratterizza ( che è complementare e non separato dal nostro corpo) ossia la coscienza del proprio pensiero o morale che CI rappresenta e muove la materia di cui siamo fatti in qualche modo la forgia a suo uso e che, malgrado sia invisibile, si manifesta attraverso il corpo fatto di linguaggio, gesti, decisioni che intervengono sul mondo delle cose.
Motivo di questo discorsetto: caldeggiare la tesi per cui noi siamo il nostro corpo .
" Chi separa il corpo dalla mente dimostra di non comprendere nulla né dell'uno né dell'altra"
ma non solo: noi conosciamo nel modo più approfondito soprattutto attraverso la percezione delle immagini.
La preoccupazione di "essere visti" oppure di essere " invisibili" sono originate dalla stessa paura di essere " conosciuti" nella parte più vulnerabile di noi cioè la parte completa di anima e corpo che fa di noi un essere totale e quindi più esposto.
Gli animali conoscono d'istinto il timore di essere visti perchè per loro essere visti significa essere a rischio di aggressioni da parte di altri animali predatori. Perciò essere visibili è un rischio biologico fondamentale, mentre " essere invisibili" è una difesa biologica altrettanto fondamentale e per questo tutti noi ricorriamo a una qualche forma di mimetizzazione. Spesso è l' occhio malevolo e scrutatore di noi stessi quello che temiamo: una sorta di Super-Io tirannico che distrugge la gioia di "essere se stessi". E quindi si pensa che l'unico modo per potersi preservare dalle sofferenze sia quello di essere "inaccessibili. " Col web questa impresa risulta facilissima.
Forse essere visti implicherà il rischio di essere riconosciuti, ma solo in questo modo potremo conoscere cosa l'universo ha in serbo proprio per noi, per quello che siamo realmente.

mercoledì 18 marzo 2009

STORIA DI DESIDERIO


Foto realizzata e gentilmente concessa da Cinzia Garbi - Valenza
(immagine soggetta a copyright )

Lei l’aveva trovato diverso dagli altri perché non si offriva e non chiedeva. Dapprima non l’aveva guardato se non con un’occhiata distratta.

Cosa era successo poi di particolare che aveva fatto in modo di distinguerlo da tutti gli altri e di riconoscerlo come una parte di se’ come carne e sangue da prendere e di cui nutrirsi avidamente con voglia e desiderio fremente? Lei non avrebbe saputo rispondere.

Perché non sai mai cosa accende i tuoi sensi; quale richiamo, quale parola, quale modo d’essere quale odore, quale movimento. Ma lui era diventato l’unico che poteva ridestava la voglia profonda e carnale.

Era diventato un bisogno necessario quello di afferrarlo con tutte e due le mani e sentirselo addosso. Lei l’aveva incontrato in presenza di tante persone.

Erano poi rimasti soli. .

Quando le sue labbra si insinuarono tra le labbra di lui sentì subito una voglia indomabile di trattenerlo contro di se'e di averlo.
Non pensò , quando lo baciò, di avere già baciato poiché la sua bocca divenne nuova al contatto con la sua lingua molle ed ardente.

Lei lo guardò con gioia mentre lui si spogliava e offriva il suo sesso nudo e potente alla sua vista.

Allora si inondò del desiderio di avere tutto di lui e di nutrirsi di ogni più segreta parte del suo corpo esposto ed innocente. Lo avviluppò con tutta se' stessa senza lasciare una sola parte della pelle all’aria della notte . Le mani ed il sesso di lui si intinsero del suo desiderio e infine sprofondò nella sua carne impaziente.

lunedì 16 marzo 2009

TI AVEVO RAGGIUNTO


Mentre mi avviavo lungo la via ero cosciente che stessi abbandonando la strada maestra per aprirmi un nuovo sentiero. Un sentiero che non era stato ancora tracciato. Malgrado avessi un tono ed un vestito consueto mi sembrava d'essere come rivestita di pelli d'animale selvatico. Mi sembrava d'avere un machete in mano e graffi sulle braccia. T'avevo raggiunto. E guardando tutto il tuo corpo fatto di braccia , cosce, mani grandi e sguardo limpido io già immaginavo di forgiarlo. Ne stavo distante per sentirlo nudo ancor prima che lo fosse, ancor prima che si rivelasse, ancor prima che potesse appartenermi . Già sapevo che con il tocco delle mie dita avrei attraversato la tua pelle segreta ed esclusiva, già mi appropriavo delle tue labbra bagnate . Già il mio corpo sapeva del tuo odore prezioso. Già sentivo la tua essenzialità invadere i miei sensi. Già la profondità fluida della mia carne rispondeva al richiamo.

sabato 14 marzo 2009

IL CORPO ED IL CUORE

Sono molto tollerante con i miei desideri, anzi sono compiacente. Questi sono circospetti e famelici come iene su una preda agonizzante ed io lascio loro fare senza mai intervenire. Voglio individuare mille pretesti per i miei gesti disordinati e riesco a trovarne più di qualunque altra persona. Ho mille attenzioni per il mio corpo e soddisfo i suoi appetiti anche ingiustificati.
Il mio cuore invece non vuole afferrare nulla. Ha bisogno del vuoto e della fame. Vuole la carestia, l'assenza, la sobrietà dei gesti e della frequenza. Il mio cuore vuole sanguinare. S'accompagna agli occhi chiari ed al sorriso morbido del viso, s'accompagna al movimento desiderante e trepidante del pomeriggio. Il mio cuore guarda innocente e vergine il pulsare delle ore e del sangue richiamato da una voce leggera e da un brivido ardente. Il mio cuore ha fretta.
Il mio corpo si prepara all'abbraccio per ore, si disseta senza fretta e senza ragione. Ha il tocco caldo delle dita e del ventre generoso . Si nutre alla tavola senza parlare, il cuore confonde la corsa e cede il passo all'oblio.

giovedì 26 febbraio 2009

NON VOGLIO TOCCARTI

........
Non ti tocco. Non posso toccarti. Non voglio toccarti. non voglio vivere il respiro della tua giornata, non voglio esserci, non voglio mostrarti la smorfia della noia nelle ore malinconiche. Non voglio toccarti, vedere il cammino e il peso ordinario del bere e del mangiare. Non posso guardarti, non posso guardarti. Non ti voglio al mio fianco. Non voglio esserci al tuo. Non voglio viverti se non come immagine dipanata dal fondo brumoso del mio spirito. Questa immagine io l'ho ottenuta centellinando i suoni e gli odori. Non sei qui tu, ora. Tu sei straniero assente e per questo acceso di magia muta.
Voglio vivere l'assenza ogni istante come un progetto criminoso e potente. Come un amplesso vertiginoso. Voglio sentire il desiderio premere la carne. Pretendere la voce.
Ricordi? Nel letto ti dissi di compiacere l'attesa.

Abito la separazione come ninfa che nutre e rigenera. Non possiederò un attimo del tuo tempo del vivere solito. Non mi avvicinerò a te se non per istanti disimparati. Confusi.
Non ti abbandonerò, dunque, perchè slegato da me; separato. Non mi lascerai, quindi, perchè non ti ho preso.
Condenso l'emozione nel gesto e nelle frasi di un solo istante. I toni importanti, i fruscii dei movimenti sordi e urgenti. Il tempo di questi giorni è pieno della separazione. Il tempo è gonfio dell'immagine.
Ricordi? Non potevo restare all'idea di lasciarti. Non potevo volerti all'idea di andare.
Non voglio residui dell'esistenza che si posano sulle spalle senza invito. Non voglio confondore l'amore fragoroso , l'amore bagnato con gesti consueti e svuotati di significato. L'appartenenza al nostro comune messaggio di desiderio è un condottiero glorioso e solitario che accompagna il mio passo.
Ma Toccarti..... No. toccarti. no !
Amarti ad ogni palpito disperso nell'aria, Invece! ! Volerti.. sempre!!
Le mani tese e calde nel buio, la pelle segreta e immacolata dell'immagine fantasma tra le lenzuola.
L'aspirazione vaneggia nei brividi del mio corpo e seduce questo tempo eroico. Ti aspetto.

domenica 22 febbraio 2009

NON EBBE PIU' FREDDO

Lei era a cena. Il ristorante era un ampio salone con tavoli ovali disposti in modo lineare. s'era seduta insieme agli amici e avevano ordinato diligentemente le portate . Queste erano giunte mentre avevano cominciato a parlare. Di lavoro. Lei discorreva solitamente allegra.
Lei aveva predisposto, per la serata, il suo consueto contegno affabile e mondano.

Eppure non si trovava effettivamente in quel luogo.
Gli altri credevano di conoscerla bene. . sapevano chi rappresentava. Vestiva i suoi abiti senza difficoltà, i suoi modi cortesi riuscivano a confondere e a tacitare tutto le piccole inquietudini dei conviviali.

Ma lei sapeva con certezza esclusiva d'essere altro.

Fu in quel momento che la sua ombra si alzò dalla tavola allestita. Non fece alcun rumore, ma attraversò il salone sfiorando i tavoli e gli ospiti senza recare alcun danno. Era agile ed invisibile. Si allontanò fluttuando vorticosamente.
Fu un attimo: si trovò nella stanza. Si distese con lui nel letto . Scostò le lenzuola e si strinse al fianco ardente di lui. Si allacciò con le braccia e con le gambe al suo corpo e senza parole baciò le labbra molli e palpitanti. Raccolse tra le sue carni il calore infuocato di lui e non ebbe più freddo.
Non era passato che un minuto da quando l'aveva lasciato.
Era stata sempre racchiusa strenuamente in lui ed ancorata al senso principale del suo sentire. L'ombra non si sarebbe mai allontanata da lì. Come lo amava ! Era un 'ombra innamorata.
Gli altri non la conoscevano per niente, in fondo.

giovedì 5 febbraio 2009

GLI ANNI EROICI

Lei era salita sull'auto. Aveva messo la cintura Aveva acceso il lettore con la sua musica.
Era il primo pomeriggio di un giorno di febbraio. Aveva imboccato il viale che attraversava la pineta, una macchia di verde scuro tra il sentiero d'asfalto. L'aria era leggera ed il sole si infilava tenue tra le fronde dei pini e la boscaglia.
Era presto e lei guidava senza fretta sfaccendatamente.
Spesso lei ritornava in questi luoghi .
Ritrovarsi tra quei colori familiari e la lunga pianura maremmana la rasserenava tutte le volte. Erano sue le strade e le lunghe pianure gialle e verdi distese intorno alla strada fin che poteva guardare.
Il senso di quei luoghi scorreva col sangue come forza purificatrice.
Lei chi era?

Aveva messo da parte l'idea di se' stessa e dei ruoli e delle abitudini consuete e delle immagini di superficie di cui era costituita. Da un po' di tempo lei si faceva spazio tra le pieghe di questa Antonella ( se pur presente e dominante ) e come spettatore di fiera si addentrava tra i cunicoli profondi del suo spirito per arrivare al nucleo cavernoso ed essenziale di sè. Per arrivare a quella parte che, liberata da strati di strutture e di vincoli, fosse autentica e rivelatrice del proprio esistere puro.

Per questo non voleva parlare di ciò che la indaffarava in tutti quei suoi giorni scanditi dalle regole ordinarie . Non sarebbe stata lei, non sarebbe stata lì , in quel luogo, con quel desiderio, con quell'attesa. Probabilmente, (e questo la faceva sorridere malignamente, ) probabilmente sarebbe stata a disquisire su un intervento da adottare per un servizio pubblico o avrebbe discusso dicendo: " io ... io " avrebbe preso caffè veloci nei bar del paese. Avrebbe camminato nelle vie del centro e nella Piazza polverosa. Forse avrebbe ascoltato l'ex marito, senza rispondere e senza comprendere. Avrebbe taciuto il dubbio, avrebbe atteso il silenzio. Avrebbe detto: " Sì Sì ... Facciamo... facciamo..." avrebbe salutato trattenendo l'ansia e la solitudine. Avrebbe aspettato. Frenato. Avrebbe supplicato. Sperato. In silenzio. Avrebbe detto: " NO... no... "
Ma era andata via.

Anche in quel momento c'era silenzio. Il vento leggero attraversava il suo corpo passando dal finestrino dell'autovettura.

Il suo viaggio aveva scavato nel fondo del pozzo e portava alla luce nuovi bisogni. Nuovi movimenti. Aveva rivelato un nuovo gioco. Un gioco gioioso che non chiedeva altro che essere giocato. senza altra ragione che il gioco stesso.

C' era una coscienza ardente che chiedeva solo d'essere bruciata e consumata nell'attimo e nel desiderio. E per questo, per quanti dubbi avesse ancora e per quanto incomprensibile poteva apparire al mondo, lei aveva preso l'auto e stava attraversando la campagna toscana fino a Grosseto. .

lunedì 2 febbraio 2009

NON TI AVVICINARE

ENTRI NEL MIO BLOG E SPERI DI TROVARCI DELLE GRANDI RIVELAZIONI?
......
UNA FORSE CE N'E'. .....
HO CERCATO A LUNGO .
LA GENTE LA NASCONDE ACCURATAMENTE. EPPURE E' LA PARTE PIU' VERA.
LA PARTE CHE CI TROVEREMO DI FIANCO AL LETTO DI MORTE:
.....................................................
LA NOSTRA OMBRA.
.......
ECCOLA LA MIA OMBRA. DA MESI NON FA CHE PREMERE PER USCIRE FUORI.
NON VOGLIO PIU' SOFFOCARLA. CHIAMAVO IL SUO GRIDO : AMORE
CHIAMAVO LA SUA PULSAZIONE: SOFFERENZA.
........................
ECCOLA! NON TI AVVICINARE.
..
E' SILENZIOSA. E' COMPIACENTE. SPESSO SORRIDE. HA UN SORRISO SPECIALE E LUBRICO, MA NON HA PIETA'.
LEI NON SI INCURIOSISCE DI TE CHE TI AGITI RECITANDO LE PARTI SOCIALI CHE T'HANNO ATTRIBUITO. LEI NON SI INTERESSA AFFATTO DELLA TUA COLLOCAZIONE.
HA COMINCIATO A LIBERARSI DEGLI STRACCI INUTILI E SI MUOVE NUDA E POTENTE. LEGGERISSIMA.
.........................................
ECCO LA MIA ANIMA NERA.



..
MA NON TI AVVICINARE. HA IL FUOCO TRA LE DITA E NON E' ACCOMODANTE.
NON SI PREOCCUPA DI CIO' CHE VAI MOSTRANDO IN PUBBLICO.
TUTTO CIO' L'ANNOIA MORTALMENTE.
LEI NON E' UN QUALCUNO E QUINDI NON HA NULLA DA PERDERE
HA UN SOLO RESPIRO. E LO VUOLE CENTELLINARE. NON HA TEMPO PER LE PRESENTAZIONI. HA LA FORZA DELL'ULTIMO MINUTO.
L'ANDRENALINA SCORRE NEL SANGUE CALDO.
HA LO SGUARDO DETERMINATO
SA COSA VUOLE .
LO PRENDERA'.
....................
NON TI AVVICINARE ..... SE HAI PAURA