
giovedì 29 aprile 2010
DOMANI NON SARA' COSI'

mercoledì 28 aprile 2010
IL MONDO CHE C'E'

martedì 27 aprile 2010
SE NON PARLI NON VINCI

domenica 25 aprile 2010
PER CHI SUONA LA CAMPANA

E' così: non esiste il deus ex machina, non esiste colui che tutto può e che tutto risolve. Esiste il controllo sociale, l'impegno della politica, il lavoro costante nel territorio. Esiste un gioco di squadra unitario e sinergico. Questa deve essere l'ottica per la rinascita di un paese.
Ricordiamoci: ci sono le istituzioni, i suoi fedeli servitori , l'attenzione costante alla cittadinanza, il servizio svolto in comunione, l'incoraggiamento che ispira l'alleanza di idee e di programmi, la condivisione di intenti.
Siamo stati abituati a figure alle quali si attribuivano ruoli da protagonisti nella soluzione dei nostri problemi, e nello stesso tempo siamo già stati abituati alla conseguente scomparsa di queste meteore nei cieli della politica valenzana. E' capitato per le elezioni della Provincia con Stefania Novello del PD ( che non si è mai più interessata delle vicende valenzane appena abbandonata la speranza di essere eletta in Provincia) ed ora si replica la stesso modello comportamentale al dì seguente delle elezioni comunali.
La vita non è una promessa, ma una forza motrice che necessita di impulsi , di spinte dinamiche e di un progetto concertato. Nessuno farà il tuo lavoro. Non ti resta che partecipare. E chi se ne va , tanti saluti, ma per il futuro, per favore, risparmiateci almeno lo strazio delle dichiarazioni di amore incondizionato per la città!
sabato 24 aprile 2010
I 365 GIORNI DELLA LIBERAZIONE D'ITALIA

Per quanto a questa festa sia stata ATTRIBUITA una connotazione di partito e di settore, lo SPIRITO , che l'aveva mossa inizialmente, era legato ad un grande momento di unità tra tutte quelle forze sociali che si erano riunite nel Comitato di Liberazione Nazionale e che poi scrissero insieme la costituzione: comunisti, socialisti, cattolici, liberali e rappresentanti del partito di azione, tanti combattenti e cittadini comuni.
In questi anni si è voluto dare una identità politica ad una commemorazione nazionale.Infatti, una parte della sfera politica, perdendo visibilità e pure a volte credibilità, ha iniziato a muoversi in questo giorno con un sentimento di orgoglio storico e di forte desiderio identitario, rivendicando i diritti di una proprietà esclusiva per quella che deve essere invece una festa di tutti, una festa scevra da ogni tensione politica, da ogni posizione elitaria che la nostra nazione non merita in questo periodo di crisi profonda.
Invece di disquisire su quale tipo di canzone debba far da colonna sonora alla commemorazione, sulle dinamiche da non modificare del cerimoniale tradizionale , cerchiamo di capire perchè a questa festa i ragazzi non si avvicinano, perchè la gente comune la diserta perchè coloro che vi partecipa sono sempre quelli del settore delle associazioni ed i rappresentanti delle Istituzioni. Chiediamoci perchè questo momento non è sentito dalla comunità. Perchè l'ANPI che pure vive nel territorio è un 'associazione quasi sconosciuta alla comunità e che si relaziona raramente con essa nella vita di tutti i giorni.
Il 25 aprile del 1945 è il giorno che si vuole fissare per conservare intatto il senso dell'unità della nazione intesa come comunione di intenti e di progetti di un popolo. Eppure attualmente il 25 aprile sembra diventato un momento per sottolineare le differenze ed i contrasti anzichè rafforzare le passioni e le speranze comuni.
Perchè noi tutti si possa davvero riavvicinarci al giorno della liberazione, questi non deve essere vissuto solo in quel giorno, ma deve essere il traguardo di un percorso di recupero del senso di fedeltà allo Stato, alle sue Istituzioni, di rispetto per il suo popolo, di salvaguardia della democrazia e della libertà così duramente difesa e faticosamente conquistata. Non si raggiuge un obiettivo così ambizioso in un solo giorno, tramite un'orazione nostalgica di quegli anni eroici, ma è un processo a cui siamo chiamati ogni giorno, su cui gli educatori, gli insegnanti, le istituzioni, devono porre un'occhio di riguardo durante tutto l'anno per giungere al 25 aprile come fosse il risultato finale di una applicazione laboriosa avvenuta attraverso l'educazione alla giustizia ed al rispetto delle Leggi. Solo con questo atteggiamento di dedizione costante allo Stato e di riconoscimento del diritto di ogni cittadino di considerarsi un uomo libero, solo in questo modo, allora, avrà senso giungere tutti insieme a festeggiare una giornata trasformata in un ovazione alla pace anzichè al ricordo, alla felicità anzichè al dolore, alla libertà comune anzichè alle differenze che ci dividono.I giovani non si interessano della festa perchè non hanno bisogno di ulteriori momenti di dissidio, nè comprendono la natura nostalgica di un giorno ormai vissuto e ricordato dai pochi superstiti di un tempo lontano. Dunque usufruiamo di questa occasione per promuovere ogni giorno il valore della democrazia e della partecipazione attiva attraverso la passione e la forza eroica dei nostri concittadini degli anni 40. Festeggiamo quel giorno attraverso un impegno costante per la pace e la serenità del nostro popolo.
giovedì 22 aprile 2010
I MESSI IN PIEGA

martedì 20 aprile 2010
L'AMORE CHE TRADISCE

Tutto era risolto. Non aveva più senso il mio smarrimento animoso, il mio coinvolgimento tenebroso. Ero oltre il sentimento che mi aveva chiamato al patimento ed allo struggimento. Non ero più io. Ero un 'altra. Perchè ciò che siamo è tempo che si svolge e si realizza nella trasfigurazione dell'istante. Noi siamo un movimento che diventa ciò che è mentre continuamente si trasforma e si evolve. Noi non attraversiamo il sentiero: noi siamo il sentiero che si struttura durante il percorso che intraprendiamo di attimo in attimo.
La mia voce registrata mi è estranea . Cosa stavo dicendo? Quale ardore mi ha mosso? Quale interpretazione del mio palpito oscuro? Avevo sofferto, dunque? o ero stata rapita da un'idea? dalla opinione su una realtà immaginata, ma irriconoscibile, sfiorita, sgretolata dal tempo e dal cammino? Che brutta voce ed arcigna, e prepotente e suadente e tesa alla seduzione alla volontà di imporsi di esserci, di lasciare un segno su una strada che diventava altro , che si dileguava come ladro furtivo, come progetto plasmato su una realtà già abbandonata.
Potrei disamorarmi di me e tradirmi con un' altra . Lo sto già facendo.
Ma durerà?
giovedì 15 aprile 2010
IL MIO CORPO E BASTA.

" Ma come osa questo dolore giungere a modificare l'idea che ho di me e delle mie possibilità? "
Dunque il mio corpo non mi appartiene, è soggetto ad ordini e limitazioni che non sono io a dettare. Allo stesso tempo, questo corpo che mi compie con certezza E mi fa essere ciò che sono, diventa una cosa ancora diversa dall'organismo che pulsa autonomamente nel tempo, perchè è ESPRESSIONE della mia anima ed è quindi, l'esistenza che promuovo. Questo mi permette di essere nel mio corpo ed essere questo interamente e senza ombra di dubbio.
Ma allora cos'è questo male al collo lacerante che non mi lascia e che dimora in me anche se non l'ho chiamato e non lo voglio? Eppure non posso scacciarlo, ma anzi devo lasciare ad esso un posto all'interno di me, nel mio corpo e tra i miei pensieri permettendo che questi si modifichino in relazione a ciò che il mio corpo sente, ma che non mi appartiene e non si sviluppa nella mia anima pur modificandola.
I miei pensieri, dunque, subiscono una evoluzione non voluta. Prestano attenzione ad ogni fitta clandestina che mi significa e costruisce il mio tempo. Dunque chi sono io realmente se sono un corpo non governato da me, ma soggetto ad influenze e destini imprescindibili da ogni volontà dell'anima? Dunque cos'è questo involucro che mi fa esistere e senza il quale la mia anima non crescerebbe pulsante e appassionata e dolce e amorevole ? Ossia che fa di me ciò che chiamo il mio esistere che è poi tutto ciò che sono io. Il mio corpo e basta.
mercoledì 14 aprile 2010
SIAMO NATI PER NASCERE
Non fare economia della tua inquietudine, ma scioglila dalle catene e incoraggiala a perlustrare il bosco fitto della tua anima. Non hai scelta, comunque. Colui al quale sfuggirai ora, domani ti verrà a cercare . Non avrai scampo dovunque. La tua vita ha la meta già a te destinata : ti è solo data la possibilità di sperimentare il percorso per raggiungerla. Il tuo dolore non è che il segno di una iniziazione a cui sei stato chiamato , a cui il tuo cuore ha già risposto.
La foto è di Michele Mariani