sabato 29 gennaio 2011

LA MUSICA E' FINITA, GLI AMICI SE NE VANNO. MA CHE INUTILE SERATA, AMORE MIO


Mi sono rassegnata. Lo dico ufficialmente. Non lotto più e penso soprattutto a mangiare ed a dormire. La Minetti, non vi sembrerà possibile, ma ha detto una grande verità: " per fare la guerra e vivere in competizione bisogna avere troppi peli sullo stomaco e soprattutto nient'altro a cui pensare. "

Invece c'è altro: come per esempio terre sconosciute, le passioni improvvise, i piccoli caldi legami che instauri durante il tempo che ti è concesso e così via come i piaceri del sesso ( sempre più labili ed incomprensibili ) i piaceri della Nutella e della pastasciutta al ragù .
Allora smetto di inquietarmi per l'inettitudine dei più forti perchè, in fondo, qualsiasi cosa io possa fare rimarrano più forti. allora smetto di scrivere lettere di giustizia e di società, perchè indignarsi vuol dire" sperare di poter cambiare" ed io, ma nemmeno voi, cari miei patatoni che leggete, nemmeno voi potete cambiare niente di ciò che continua a muoversi intorno a noi.
In certi momenti, quei momenti di grande ingiustizia, talmente sei dentro alle vessazioni, alle contraddizioni del mondo che ti pare di farne parte. Sbagliato. Ci sei capitato dentro, ma è stata solo una fatalità: tu sei la palla che si è trovata nel loro sentiero, ti prendono a calci solo perchè sei sul loro cammino, non c'entri nulla con le loro operazioni , non fai parte delle loro strategie: sei un piccolo pulviscolo di polvere che un colpo di mano leggera fa scivolare via dalla loro giacca.
Allora perchè accanirsi, perchè appassionarsi ad un dibattito ininfluente?
I giochi sono fatti e se non sono ancora fatti sono un progetto che va oltre le nostre normali capacità di comprendonio. Più grandi di noi. Fuori di noi. Mentre , magari pensiamo a schierarci da una parte anzichè dall'altra , invece le parti credute avverse e separate sono state da sempre un'unità di intenti e di azioni condivise.
Basta.
Mi immagino in una piccola casa a Saturnia. Immagino lunghe passeggiate e la possibilità di riacquistare la sensazione del mio corpo: l'udito, la vista, il palpito del cuore e della carne. Già mi vedo di pelle e occhi.
Non parteciperò alla battaglia .
Ho già abbandonato l'ascia sulla soglia di casa.

venerdì 28 gennaio 2011

POST - RIBOLO


Ci offriamo al mondo col gesto. Ogni nostro movimento è una forma di dedizione a ciò che è fuori di noi.
In questo, nel movimento e nel mio offrirmi c'è insita la necessità di essere accolta nel mondo e nello stesso tempo di includerlo nel mio corpo in una presa di cui il senso sempre oltrepassa l'intenzione iniziale.
Se noi ci offriamo all'esistenza in ogni gesto si da il caso che la spinta sessuale si incarna e si amalgama attraverso ogni nostro contatto oltre il corpo che abita il desiderio e lo significa spiritualmente.
Per questo, quando Santoro, durante la trasmissione ANNO ZERO, ha incalzato il suo dirigente che si presentava incompetente, incerto, confuso ed incapace persino di esprimere un'autorevolezza attraverso l'autorità, per questo, al di là della discussione in merito, l'unico impulso è stato quello di portarlo nel mio letto ed accoglierlo tra le braccia , quale simbolo di una forza che non si piega, che non si scoraggia, che convince e dilaga oltre le proprie forze per ciò in cui credeva e per quello che lo muoveva appassionatamente malgrado l'incertezza dell'affermazione, ma solo per la vitàlità e il valore delle proprie convinzioni. Insomma AVREI VOLUTO portarlo nel mio letto senza neanche offrirgli un caffè. Prima.

mercoledì 26 gennaio 2011

BISOGNA ESSERE NUDI


Intendevo dire che la verità non è mai nel linguaggio che è facilmente manipolabile, ma nel gesto e nel sentimento profondo che lo muove.
Sono francamente stufa di tutte le parole che vengono usate, in questi giorni, per dare una descrizione delle cose strappandole alla verticalità che la natura conferisce loro. Nessuno potrà mai rispondere al posto di un altro delle sue pulsioni e quando lo fa è sempre un depredare la cosa attraverso la parola , e quando lo fa uccide la verità. E quando lo fa è per occultare il senso, è per sedurre la realtà alle proprie esigenze. Noi possiamo muoverci ed agire. Dobbiamo essere scevri da ogni orpello esterno, liberi e nudi. E puliti.

martedì 25 gennaio 2011

LA VERITA' OSTINATA E LA MORALE SOFFERENTE


Mi sembra che il tentare di risolvere la realtà che si avvicenda davanti ai miei occhi abbia la consistenza della verità intesa come concetto divenuto "azione" in grado di essere la soluzione fattiva degli eventi.
Io so come fare. So come porre rimedio. Non avete che da chiedermi una consulenza ed io mi muoverò ADEGUATAMENTE.
Nello stesso tempo questa verità , che mi cade tra le braccia e piange ed invoca il suo riconoscimento urgente, assume le sembianze di un dettato ipnotico , di una convinzione psicotica.
Mi chiedo: " Non è forse, la verità, una mia valutazione personale carica di una forza di persuazione generata dal mio patimento più che dalla ragione e dall'esperienza?
E dunque quale soluzione sarebbe conseguita se non lo svolgimento di un atto immorale, anche se efficace e risolutivo?
Non è forse, allora la verità , uno degli aspetti confusi tra molte ragioni , tutte accettabili nelle circostanze storiche che le hanno ospitate?
E non è , invece, questo terribile mal di testa che mi fa pensare tutte queste minchiate ?

lunedì 24 gennaio 2011

TU SEI IL MONDO


TU SEI IL MONDO !

CIASCUNO CAMBI SE STESSO

PER CAMBIARE IL MONDO

( JIDUU KRISHNAMUTI)

DIRE, FARE E BACIARE


Ormai c'è questa convinzione che per comunicare basta scaricare sulla gente un bel po' di parole, di immagini e di colori ed è fatta: abbiamo comunicato.
In effetti non è proprio così. Comunicare con una persona è ben altra cosa. Siamo così bombardati da una sovrabbondanza di stimoli visivi ed acustici che giungono a noi solo immagini prive di contenuti: ossia icone appannate che non ci dicono niente . Magari realizziamo l'aspetto estetico della rappresentazione, ma non giunge a noi il messaggio stesso.
Perchè la comunicazione deve avvenire attraverso una spinta emozionale e per poter avere emozioni è necessario essere educati all'emotività e quindi alla capacità di intrecciare relazioni.
Siamo in una società opulenta, dissipatrice, fruibile in ogni suo aspetto mercificatorio che non si attarda a costruire connessioni emotive che implicherebbero tempo ed impegno intellettivo e sentimentale.
Adesso immaginiamo di consumare un rapporto sessuale con il bel tipo del letto. Come già fatto del resto. Sarebbe, quindi, l'atto, come appropriarsi di un prodotto pubblicizzato, non invece di un corpo che esprime la persona, ma di un corpo messo in scena , ossia un corpo desessualizzato dove la sessualità è intesa come espressione personale e viscerale.
Molto meglio una cenetta in penombra a dirsi e non dirsi, tra il movimento del corpo e dello sguardo, quello che la propria anima inventa e scopre dell'altro.

sabato 22 gennaio 2011

DOVE DOBBIAMO ANDARE PER DOVE DOBBIAMO ANDARE?


Questo sarà un post un po' noioso, ma certe volte mi tocca dare dei chiarimenti sulle mie , diciamo, idee.
Mi stupisce sempre dover chiarire questo aspetto perchè non ho mai pensato che il mio atteggiamento potesse dare adito ad equivoci.
Ho ricevuto due mail di presunti miei concittadini che mi credono simpatizzante del centro sinistra valenzano e fanno una serie di critiche sciocchine , dichiarandosi loro stessi di sinistra.
Volevo, allora subito, liberarli da questa infantile illusione che, se solo avessero letto i miei testi precedenti, non avrebbero avuto.
Non la penso come voi. Bon. Io ho criticato la precedente amministrazione in tutti quegli aspetti che ritenevo gestissero male. Ed erano tantissimi.
Ma li leggete i miei post , cavolo?
Alle elezioni comunali dell'aprile 2010 ho votato il nostro attuale sindaco, Sergio Cassano. Ho grande fiducia in lui e spero di poter lavorare al meglio.
Se ciò non accadesse lo dirò, perchè sono un cittadino libero.
Ciò che non va, si può criticare ma ci devono essere argomentazioni concrete e fondate. La disapprovazione gratuita non è nel mio stile e poi è una vera perdita di tempo.
La critica non farà di me una di centro sinistra come non farà di me una di centro destra: preferisco pensarmi come una di cervello e massì, di gambe lunghe, come dici tu , baby , le patisci?
Peggio per te. Perchè quelle sono ed è con quelle che porto in giro la mia illuminata personalità.

venerdì 21 gennaio 2011

NOI FACCIAMO IL BUNGA BUNGA

Gli italiani non amano essere responsabilizzati su qualcosa. E questo l'ho già scritto, mi pare. Hanno da sempre delegato i potenti, che sono diventati tanto potenti anche proprio per questa nostra caratteristica a delegare, a lasciar correre, a distrarci su altre cose che più occupano il nostro cuore.
Ora , non sperate che mi unisca al coro dei nuovi esperti in giurisprudenza su come e chi sia competente nell'" affaire" Berlusconi, su quanto e come la morale sia stata offesa, su perchè e per come il reato sia stato commesso, perchè non lo farò.
Per far questo, diciamolo, lo Stato italiano è provvisto di un apparato istituzionale adeguatamente preparato per permettere e al cittadino di difendersi e agli organi di indagine di dimostrare le accuse. Punto.
Ma non posso negare che questa storia mi abbia messa a disagio.
Berlusconi ha circostanziato una desolante realtà: che siamo TUTTI in vendita.
Certamente il prezzo varia a seconda delle urgenze individuali, ma non è poi così impossibile trasformare una persona in una creatura che ha smarrito il senso di se', la passione per la pienezza della vita, l'aspirazione all'infinito che è Dio, che è speranza di oltrepassare la nostra finitezza e la nostra meschinità.
Siamo questo, sì. Io con gli altri, cosa credete? Pensate forse che se qualcuno, senza chiedermi nulla inizialmente, mi mettesse in mano una prima volta 1000 euro ( quasi l'intero mio stipendio) per guardare un balletto insulso e poi ancora ed ancora, io potrei rifiutare? Sino a che, pr0cedendo in questo nuovo ruolo di assenza di motivazioni se non il possesso del denaro facile, non sarò io stessa artefice di una involuzione inerte e malevola, di un ottundimento delle mie percezioni emotive ed etiche? Non è , in fondo, questo mondo, sempre più proteso ad una felicità immaginata senza essere in grado di attribuire a tale aspirazione una cifra ideale invece che strumentale?
Non incontrando, dunque , la pienezza di una coscienza divina, ci troviamo tutti i giorni a vivere il nulla .
Siamo noi, dunque, quelle donne, dapprima incerte, sorprese, titubanti fino a divenire via via pretenziose, arroganti e perdute? Siamo noi, quindi, quegli uomini, dapprima adoranti, appassionati, fiduciosi per divenire via via delusi, affrancati, calcolatori e traditori?
Quale demone trascina un uomo maturo verso una passione di gesti in fondo ordinari ma che aspirano a significare una passione ed una eccitazione troppo abusata e reiterata per essere erotica e interiorizzata?
Non è forse più esaltante costruire la visione del se' attraverso il corpo dell'altro da inventare e immaginare nella profondità della sua anima?
E, dunque, cosa possiamo sperare noi , essere umani, finiti, imperfetti, crudeli e colpevoli?
Non possiamo che volgersi all'interno di noi ed invocare:
" ... Non ci indurre in tentazione e liberaci dal male. Amen"

martedì 18 gennaio 2011

COSA SUCCEDE IN CITTA' ?

Il Comune non può solo attendere le proposte delle associazioni presenti nel territorio PER FAR SUCCEDERE QUALCOSA IN CITTA', deve anzi, trovare il modo per coinvolgerle nei programmi studiati per questa e per i suoi abitanti . Non deve ridursi ad essere quindi, un rimorchio , ma un impulso per nuove idee, il motore che spinge a crescere, a partecipare, a responsabilizzare la società e le aggregazioni cittadine.
Il Comune deve essere, infatti, quella forza trainante che , ascoltando i bisogni della gente, sia in grado di elaborare un momento comunitario che rinvigorisca la vita della città.

Chi (avendo l'incarico di determinare gli eventi cittadini) si aggrega pedestramente alla circostanze già predisposte, senza introdurre elementi di innovazione, di cambiamento, di trasformazione attiva E PROPOSITIVA nella città, non giustifica la sua presenza se non con il frivolo bisogno di apparire.

Il presidente della Repubblica in un suo discorso pubblico ha voluto ricordare che :
"Anche quando si deve contenere la spesa pubblica,non si deve tagliare tutto. L'arte della politica consiste proprio nel fare delle scelte."

lunedì 17 gennaio 2011

IN VERITA' VI DICO.


Cos'è la verità? ( non ve l'aspettavate questa domanda eh?)

La parola " verità" tradotta dal greco significa " svelamento" Come se , appunto , la verità fosse una realtà iscritta nella volta celeste e che necessiti di una presa di coscienza che permetta la sua " scoperta".

La verità quindi diviene un ordine stabilito a cui dobbiamo tendere ed adeguarci. Per questo chi non si adegua e non si conforma a ciò che è stato chiamato " verità" è colui che disubbidisce, è colui che si ribella.

Ora, personalmente, non sento la verità come qualcosa che mi illumina e mi trascina, ma bensì come un'azione che si concretizza nei gesti buoni e funzionali.

Non sono io che mi ribello alla verità quando trasgredisco ad una consuetudine radicata, ma la circostanza che necessità un'azione alternativa.

Il tempo si muove vertiginosamente, tutto si trasforma al suo incedere, tocca a noi "fare" la verità attraverso un attività concreta e fattiva che permetta una realizzazione positiva della realtà vera.
Dunque la verità non è un dogma deciso nella notte dei tempi.
La verità si sperimenta e si definisce attraverso l'opera buona. Attraverso una concreta evoluzione dell'atto. Per questa stessa ragione non esiste la" disubbidienza" come azione eversiva alla realtà consueta, ma invece una ricerca onesta e attenta di una verità costruttiva.
Per questo adoro chi ha iniziative nuove, chi cerca strade vergini, visioni mai pensate oltre di noi. Per questo amo chi tenta di superarsi . Sempre.

giovedì 13 gennaio 2011

SPES CONTRA SPEM

Vi presento SPES CONTRA SPEM ("SPERARE CONTRO OGNI SPERANZA" dalla lettera di S. Paolo ai Romani 4,18) associazione onlus fondata da un gruppo di persone attive nel volontariato.
Nel 1993 nasce il progetto Televita destinata agli anziani, avviato nel 1993 su base volontaria diretto al territorio del IV Municipio di Roma, nel 1996 Televita diventa un'associazione di volontariato, con una propria autonomia organizzativa e operativa, in quanto ente dedicato a questo progetto specifico; nello stesso anno e nell'anno successivo tiene un convegno il cui scopo è mettere in rete tutti i soggetti che si occupano di handicap nel territorio, nasce la prima Consulta municipale per l'handicap nata a Roma., per la quale realizza studi e ricerche per il monitoraggio dei bisogni dei disabili, e valuta la congruità delle risorse assegnate ai capitoli del bilancio concernenti l'assistenza e la tutela delle persone con disabilità. .
Nel 1998 queste persone decidono di impegnarsi maggiormente nel rispondere alle esigenze dei disabili e delle loro famiglie: nel 2000 grazie all'impegno di queste persone e di altre molto generose nasce la prima casa famiglia per disabili dell'associazione: CASABLU (due appartamenti (1° e 2° piano), siti nell'immobile di via Comano 95; viene autorizzata dal Comune di Roma - V Dipartimento con determinazione dirigenziale n. 1055 il 12 giugno 2000, ad ospitare dodici persone adulte in stato di grave disabilità); nello stesso anno la Cooperativa promuove un convegno sullo stato di abbattimento degli ostacoli fisici, morali e culturali che si oppongono all'integrazione tra le diversità (Le barriere dentro e fuori di noi).
Tra il 2001 e il 2002 la Cooperativa realizza e promuove un progetto di servizio sperimentale, per l'assistenza a persone in età scolare in situazione di autismo o con disturbi del linguaggio e della comunicazione e partecipa in associazione temporanea d'impresa (A.T.I.) con la coop. soc. 'Il Brutto Anatroccolo', progetto sperimentale, promosso dal Municipio IV del Comune di Roma, che intendeva fornire ai malati terminali affetti da patologie oncologiche un supporto sociale domiciliare; con la coop. soc. 'Il Brutto Anatroccolo', con la coop. soc. 'Tangram - Idea Prisma', con l'assoc. 'La Maggiolina' a un servizio per minori, per l'animazione, l'integrazione e il coinvolgimento in attività ricreative di bambini in situazione di disabilità insieme a soggetti normodotati. Nel 2003 grazie alla partecipazione di molti giovani e meno giovani impegnati in Casablu nasce l'associazione "il Chicco di grano"; negli anni scolastici 2003-2004 e 2004-2005, è stato realizzato con successo il progetto di sensibilizzazione alla diversità, nelle classi della scuola media statale E. Majorana di Roma, ottenendo, attraverso i ragazzi la sensibilizzazione delle famiglie.
Il I novembre 2004 grazie all'aiuto di due generosi genitori nasce CASASALVATORE in cui sono ospitate sei persone con disabilità. Nel 2006 una sfida del tutto nuova, ormai perfettamente a suo agio nel campo della disabilità, la coop. si lancia in una sfida lanciata dall'attualità: nasce APPRODO una casa famiglia per ragazzi tra i 10 e i 18 anni, minori stranieri non accompagnati e iminori italiani sottratti alle famiglie. Nel 2007 ilo progetto si allarga: nasce SEMIAUTONOMIA: nell'appartamento di fronte quello che ospita APPRODO pochi piani sopra CasaSalvatore, una casa dove imparare l'autonomia, per i ragazzi che compiono diciotto anni e quindi escono dall'APPRODO: i ragazzi appena maggiorenni non godono più della tutela e delle possibilità che offre una casafamiglia, dovendola lasciare per far spazio ai più piccoli ma non essendo ancora effettivamente autonomi sono lasciati allo sbaraglio: con SEMIAUTONOMIA ci si è imposti l'obiettivo, in poco tempo, di indirizzarli ad una vita il più possibile autonoma: con la supervisione di un educatore e avendo di fronte la casa dove sono diventati "grandi" a cucinare, a gestire una casa, organizzarsi la vita da soli. Vengono inoltre aiutati nel cercare un lavoro e a crescere.

Oggi Spes Contra Spem non ha abbandonato le vittorie conseguite nel passato, ma non si accontenta: nuove sfide e nuovi grandi risultati ci attendono. Anche grazie all'aiuto di genorosi e vecchi amici ma anche di quelli nuovi, per non dimenticare anche in un periodo di crisi così buia come quello che stiamo vivendo chi paga spesso il prezzo più pesante.

PER LAVORARE BENE BISOGNA ANDARE AL CENTRO

Tutti noi, diciamolo, siamo orientati verso un acceso individualismo. In molti , questo volgersi verso se' stesso poggia su una ambizione sconfinata e su un senso di inferiorità che lo porta a guardare l'altro con invidia .

Si invidia all'altro il modo in cui lavora, il risultato che raggiunge , si vorrebbe essere nei suoi panni, non comprendendo che nei suoi panni non si potrebbe mai ripetere lo stesso comportamento.

Tanto per non entrare nel personale, per esempio,mi è capitato che un collega ha voluto a tutti i costi una funzione già portata avanti egregiamente dall'ufficio dove lavoro, malgrado avesse già difficoltà a compiere il proprio compito con l'orario pieno.
Eppure, se veramente avesse avuto a cuore la buona realizzazione del proprio di lavoro, avrebbe cercato di implementare l'orario del servizio già in sua gestione, avrebbe cercato di elaborare dei progetti per svilupparlo e renderlo efficiente.
Invece no. Ha assegnato al suo servizio un futuro ancora più mediocre e incompleto per accettare un ulteriore funzione. Il motivo non può essere che uno solo.
Tanto era la sua aspirazione all'emulazione di chi vedeva più alto di lui ( eh eh magari a ragione...) che ha scelto di appropriarsi di una competenza , di cui non ha la conoscenza, nè la necessaria umiltà per CONOSCERLA ( e, diciamolo veramente, nepèpure il tempo sufficiente, se lo utilizzasse per il serrvizio già a lui assegnato da molto tempo)
Questa mia riflessione, mi ha fatto passare completamente l'incazzatura per ciò che questo mi ha comportato personalmente ( cioè rinunciare a SVOLGERE un compito che mi piaceva e che avevo sempre portato a termine con piena soddisfazione dell'amministrazione rimanendo, ora, praticamente senza lavoro) , lasciando posto ad una desolata pietà verso un individuo che, perseguitato, probabilmente, da un senso di inadeguatezza , non potrà mai raggiungere quell'equilibrio emotivo che gli possa consentire una opportunità di reale condivisione con gli altri e pure con se' stesso.
Invece, il superamento di noi stessi sta nella capacità di costruire il centro di se' ; solo dopo sarà possibile l'incontro con il mondo che potrà essere privo di quei vizi propri di chi deve mostrare agli altri ciò che neppure trova in se' stesso.
La bellissima immagine è di una persona che mi è molto cara. La bacio.

mercoledì 12 gennaio 2011

LA VITA CONFORME




"La quotidianità è il mondo visto e praticato da un soggetto collocato nei suoi normali contesti di vita, quelli in cui avviene “ciò che si fa tutti i giorni"




Ho una posizione. ma l'ho già detto? Un lavoro sì, ovviamente. E cerco di rispettare le regole.


Ma non perchè ho paura di perdere un ruolo che ho acquisito. Lo faccio per rispetto degli altri. Ho dei compiti e cerco di svolgerli correttamente. Sembra una banalità. Anzi, lo è certamente. Eppure non sono in queste cose . Come ho detto. Sono distratta. Sono fuori dal mondo. Se non avessi questa possibilità, ossia varcare il cancello della quotidianità tutte le volte che mi aggrada, potrei morire.

Sono altro. Ho pensieri che mi nutrono e mi sostengono con forza. Non sono qui. Ma sono "ora" certamente, in ogni caso. I miei pensieri sono prorompenti, vitali, autorevoli. A volte mi strattonano violentemente. Io li seguo. Certo che li seguo.


Divento il demone sovvertitore. Divento l'esistenza essenziale. Sono la passione. Sono il desiderio che trasmuta le regole quotidiane.


I miei fantasmi mi verranno a trovare ed io li seguirò senza indugio . Attraverseremo città nuove, nuove possibilità. Sarò chiamata a battaglie oscure e inquietanti. Sono altro.

Ho un coltello fra i denti e sciabole luccicanti sui fianchi. Ho addosso odori inebrianti. Come potrei identificarmi nel tono suadente ? nel movimento lento e accomodante del corpo? Sono altro. Ho altre aspirazioni . Guardo oltre questo giorno. La mia vita scorre parallela all'oggi consueto. E' un abisso all'interno di esso. Posso nuotarci come piccolo pesce guizzante.

Non comprendo e non mi affrancherò a chi si posiziona nel quotidiano. Sarebbe, per me, la resa.

Sono lontana. Lontanissima dal giorno. Lo osservo con tenerezza, ma non mi appartiene anche se pare questa la vita..




" La vita mi appare sempre più da lontano: forse per questo la scorgo sempre più terribile.. Ma guai a me se un giorno non potessi più reggere così straniato da tutti". (1886)

.


Così scrisse Nietzsche due anni prima di essere internato in manicomio.

martedì 11 gennaio 2011

VERRA' LA MORTE ED AVRA' I TUOI OCCHI

In questo periodo mi capita spesso di svegliarmi durante la notte . Bon.

Questa non pare una notizia molto originale. Chissà a quanti, direte voi, capita di svegliarsi nel cuore della notte ed anche, magari, di non ri - addormentarsi più e non per questo ne fanno articolo da romanzo.

Ok, lo so, ma non cominciate a rompermi il cazzo con le vostre rimostranze che non è giornata.

Insomma, fatemi finire ( adoro litigare con l'altro io fuori di me soprattutto quando ho bisogno di scaricare la mia, pur adorabile, furente aggressività)

Dicevo, appunto, che mi sveglio sopraffatta dall'oscurità più completa e subito, appena mi sveglio, mi appresto ad alzarmi ed ad andare in bagno. Ora, da un po' di tempo, questa azione , banale ed in qualche senso, consueta, pare sia seguita da una sensazione di impotenza fisica e di conseguente sorpresa immediata di avere, invece , conservato le forze che mi permettano di ergermi in piedi sulle mie gambe ancora vigorose e capaci di tal gesto.
Ho come l'idea, insomma, che il riposo notturno abbia causato in me dei cambiamenti irreversibili quali un invecchiamento precoce oppure una improvvisa malattia degenerativa che, quindi, mi sorprendesse, appena sveglia, in queste mie tristi e nuove condizioni.
Come se nell'intervallo di tempo della mia coscienza vigile mi fossi trasformata in un altra me , più debole e più vulnerabile.
Sempre decido di cercare la mia immagine nello specchio con il timore che rifletta una faccia diversa da quella con cui mi ero coricata. Una immagine degenerata, appesantita e deturpata da espressioni cruente e sgraziate, quindi che riveli di me una realtà sfiorità, sconfitta, inaccettabile.
E' un attimo: perchè lo specchio mi rimanda l'immagine del mio volto nel suo consueto aspetto delicato e armonioso ( e, devo dire, delizioso) senza quei cenni severi e rabbiosi che mi sentivo addosso.
Mi dico: " Non è successo nulla" ma con l'ansia di chi ha la consapevolezza di nascondere un'ombra inquieta e scellerata tra le pieghe di un anima invisibile e segreta.

( la fascetta carinissima che vedete al braccio è veramente un ornamento che impreziosisce il mio aspetto solare e gioioso)

lunedì 10 gennaio 2011

TRIPPA PER GATTI


Eccoci all'inizio di una nuova settimana che, parafrasando Guccini , è diversa tutti i giorni e tutti i giorni uguale a se stessa.
Intanto, ringrazio i miei lettori affezionati che non mi lasciano nemmeno di notte, che mi leggono per quasi ventiquattro ore, come testimonia la mia statistica degli ingressi. Certo, non tutti mi leggono perchè mi amano, molti mi leggono per scrivere messaggi scioccherelli, di quelli che fanno intendere di non avere capito un' emerita mazza DEI MIEI POST, ma tant'è.. anche quelli fanno numero: un po' come quando cerchi voti in parlamento: un numero è un numero, niente di più che questo, perchè stare a questionare sul valore intrinseco della persona che lo rappresenta?
Anzi, diciamolo, a me diverte pensare a quell'anonimo che alle tre di stanotte, si prende la briga di commentare sul mio blog con l'intento di dire una cattiveria per farmi arrabbiare , ma non ce la fa perchè,come dice Lucy nel fumetto LINUS: "non è importante che si parli male di me: l'importante è che io sia popolare."
E sono talmente popolare, sembrerebbe, da far compiere operazioni acrobatiche ed alquanto fantasiose per impedirmi di lavorare.
Ed io,ALLORA, dico: " Fai pure, impegnati in questa azione , infine ,mica poi tanto complicata DA REALIZZARE in un ente pubblico, dove lo stipendio non si decurta con il carico di lavoro . "
Ma, se rifletti un tantino, ma solo un poco , credimi che, qualora riuscisse il gioco di mettermi a riposo, tutto ciò non può portare a nulla.
( tranne che a farmi riposare)
L'invidia, come dice Umberto GaLimberti ( che non è un personaggio di farmville, come probabilmente saresti portata a pensare) è un tentativo disperato di salvaguardare la propria identità, minacciata dal confronto con gli altri.
Ma la società purtroppo si regge, in gran parte, sul confronto sociale ed a questo non si pùò sfuggire.
Il proprio valore non si misura cercando di svalutare gli altri, ma attraverso la realizzazione di iniziative utili e costruttive. E sono quelle , oggi, le grandi assenti. E la loro assenza rivela l'inconsistenza di un progetto e di una riflessione CREATIVA di chi, invece, ha il dovere di fare.
Il resto, come diceva il buon Califano, è trippa per gatti, ossia sorci tuoi.
Buon appetito.

domenica 9 gennaio 2011

IL TUO VIAGGIO


Non sono stata io per prima a salpare verso mari sconosciuti , ad aprire varchi nell'oceano burrascoso ed oscuro , senza cedere alle esortazioni che volevano arrestarmi e condurmi a lidi più quieti?

Allora il fuoco aveva lasciato alle mie spalle, inevitabilmente, una vasta terra bruciata .

Non sarebbe stato possibile presupporre un impeto glorioso senza lo sterminio di antichi guerrieri, vecchie strade, di boschi fitti ed aggrovigliati, di sterpaglie inutili.

Ho attraversato templi e castelli sacri in un cammino di solitudine e speranze.

Col tempo, Il fuoco aveva cicatrizzato e cauterizzato le mie ferite. Sembrava che il vento fosse calato.
Ma , non sapevo che una nuova energia misteriosa e straniera mi stava per travolgere.
Non mi appartiene e non mi riguarda. E' tua.

Nessuno può udire la voce che , ora, ti chiama.

Nessuno può vedere il fuoco che, ora, ti scuote.

E' un altro oceano e non mi piace affatto.
Ma quale diritto ho di arrestare la potenza del calore che sprigiona la tua anima?

Sarò la terra bruciata che ti lascerai dietro. Sarò un richiamo impercettibile fatto di immagini ricorrenti, ma mute. Sarò la sagoma inerte che lascerai sul molo .

Non voglio essere altro, in verità. Non posso, d'altronde. Non ne avrei neppure il tempo , presa come sono ad accogliere il mio demone che crepita nelle viscere palpitanti ed indomite. Ognuno ha la propria sirena che canta nel cuore, in solitudine si percepisce il suo anelito giocoso.

sabato 8 gennaio 2011

ANIMA VECCHIA


I figli non amano i genitori. Nelle migliori delle ipotesi rispondono ad un'ansia ancestrale che chiama legame la visione del decadimento di se'stessi attraverso l'immagine di chi ti ha generato.
I figli non perdonano mai i genitori. Non ricordano quando, ma i genitori in passato, hanno interrotto quell'attività fantastica che era l'unica ragione della loro vita.
I genitori, dal canto loro, non hanno alcun merito nello sviluppo dei figli.
Nonostante il loro intervento, i figli sono cresciuti autonomamente e diversamente da come volevano. Sono diventate altre persone. Adulti sconosciuti ed ostili.
Anche se amano la stessa musica la cantano con un intento che rinnega le stagioni gloriose che l'hanno ideatA.
Anche se parlano , le loro parole battono sentieri che non hai mai voluto attraversare.
Sentieri noiosi.
I genitori soffrono, ma è inevitabile. I genitori odiano, ma è del tutto naturale.
I genitori ed i figli si incontreranno solo al capezzale per condividere il dolore di una separazione compiuta ormai da tempo .

mercoledì 5 gennaio 2011

SCEMENZA ED ORDINANZA


Ci è stato detto, sin da bimbi, che il mondo in cui viviamo è il solo possibile mondo fuori del quale non c'è possibilità di una esistenza diversa e migliore.
Per questo l' omologazione con gli altri ci è parsa una conseguenza naturale per la nostra sopravvivenza .
L'obbedienza alle consuetudini radicate da secoli appare non una coecizione, ma una condizione naturale. Un fatto biologico.
Certe volte, diciamo, quasi sempre, mi sorprendo ad impegnarmi in conversazioni appassionate su come un dato comportamento sia da abbondonare che: no, no, no ci può essere una strada migliore, una soluzione alternativa, ci può essere un'altra possibilità che possa dare risultati vincenti e li descrivo e li propongo argomentandoli con una speranza ostinata , una determinazione accorata , una premura risoluta del tutto vana
Sembra, quasi, che parlare con l'altro, non voglia più significare mettere in comune la propria visione di vita per un confronto ed un avvicendamento arricchente, ma anzi, neutralizzare le differenze per appiattire lo sguardo in una direzione unica e stereotipata. Non quindi " comunicare" ma " aderire al costume".
E poi ci sono i codardi: quelli che non osano chiamare "il re nudo" quando è nudo arrecando danni patologici , non solo al sistema vigente, ma all'umanità intera che così massificata non potrà avere un futuro illuminato, una visione che si propaghi al di là di ciò che finora definiva il paradigma dell'ardore umano.
Odio i codardi.
E gli sciocchi, pure. Una categoria pericolosissima.
In una pagine dei vangeli apocrifi si trova scritto:
Gesù disse:
" Gli storpi li ho guariti, i ciechi pure. Con gli stupidi non sono riuscito. "
Da allora si sono moltiplicati a dismisura
Eccoli qui. A pochi passi da noi.
TIMBRANO IL CARTELLINO

martedì 4 gennaio 2011

IMPIEGATO.... MALE


Lo so, lo so, l'ho già scritto un sacco di volte. Il tempo scorre fulmineo e senza pietà.
A dir la verità, l'inverno scorre più lentamente delle altre stagioni , tanto che sembrerebbe immobile, anzi, agghiacciato ed intirizzito, tra le case e le strade valenzane divenute ancora più buie stamattina, per via dell'eclissi solare (della serie: non bastavano le nuvole a nasconderci il sole : ci voleva anche la luna).
Molti negozi sono ancora chiusi per le feste natalizie e le vie sono tristi.
Invece, c'è un servizio pubblico, ( udite.. udite...) che rimane SEMPRE chiuso certe mattine e certi pomeriggi ( e non solo per Natale) a causa dell'insufficienza di personale. E dire che è un servizio che avrebbe necessità di dilatare l'orario anzichè ridurlo.
In compenso, dato che c'era carenza di personale, al servizio è stato affidato un ulteriore carico di lavoro: non sia mai che riesca, in questo modo, a fare in minor tempo più cose di quelle che non riusciva a fare a tempo già cospicuamente ridotto.
Magari sarà una buona scusa per non fare bene NON SOLO ciò che non riusciva mai a fare perchè non c'era tempo, ma anche a fare approssimativamente il nuovo carico di lavoro. ( sorge un dubbio... che sia stato questo l'obbiettivo? Ossia fare in modo che un servizio non svolga l'intera sua funzione, quella per cui vengono investiti i soldi dei cittadini? Insomma ecco realizzato un ufficio a due "mezzi servizi " come le collaboratrici domestiche.)
Se fosse mai così è stato individuato il soggetto idoneo: il tempo insufficiente e ridotto ai minimi termini ossia un tempo opprimente e quindi pericoloso affiancato all'ambizione senza tempo di chi lo impiega= un binomio irresistibile che fa di una pubblica amministrazione una struttura a tempo morto)
La filosofia è questa: non importa come si fa una cosa, ma l'importante è impiegare il tempo.
Il tempo è un impiegato solerte: non manca mai all'appello e va velocissimo tanto che, mentre ti scorre davanti, già assolve la sua funzione principale che è quella di passare senza oltrepassarti. Di trascorrere senza realizzare. Di evadere rimanendo inevaso.
Il tempo è un impiegato modello: quando non c'è, ha una buona scusa per non compiere un servizio e quando c'è allora ci mette tutto se' stesso per consumarsi, anche se tu lo hai costantemente perso. Certo che non è sufficiente avere lui come impiegato , bisognerebbe avere anche la sua qualità che è la cosa che più necessita ad un servizio.
Ma perchè angustiarci? A molti non interessa nè il tempo impiegato e nè la qualità di esso. Piace più spenderlo in modo indiscriminato. Spendaccioni.
E la foto che c'entra? E' il tempo che è scivolato gambe all'aria. Ci metterà un po' di tempo per rialzarsi. Ma lasciamolo così: tanto era impiegato male.

Alla fine, però, il tempo è galantuomo : diventa storia, celebra i giusti e sbeffeggia gli incapaci.

lunedì 3 gennaio 2011

IL LAVORATORE CHE HA PERSO IL SENSO E IL CONSENSO


Ti stai chiedendo come mai tutte le conferenze organizzate da te sono disertate? Ti stai chiedendo come mai tutti i piccoli eventi che pianifichi hanno un basso afflusso di visitatori?

Credi che sia solo una questione fortuita, che non ha niente a che fare con le modalità adottate per la loro realizzazione.

Ti sbagli, cocco di scia ( si legge: " zia" ma con la zeta aspirata) .

Purtroppo tutto ciò che ti scriverò non lo capirai. E sai perchè?
Perchè ti manca la necessaria maturità affettiva quella unica caratteristica che ti potrebbe permettere di entrare in relazione con i bisogni della città e degli individui che la compongono.
Sì, scrivo "individui ", che è qualcosa di diverso dalla "gente " dove il significato è più uniforme e generico. Invece l'individuo ha un'anima propria che abita la piazza della nostra città. SE NON ASCOLTI LA SUA ANIMA NON RIUSCIRAI MAI A LAVORARE IN MODO FUNZIONALE.

Tu agisci seguendo pedestramente delle norme che non hai interiorizzato, per questo la tua azione è soprattutto una conform- azione: qualcosa di spento e scevro dall'obiettivo per cui l'operazione è stata attivata. La tua coscienza è una coscienziosità di massa in cui conta solo l'operosità dell'atto avendo perduto lo scopo.
Per questo lavori da schifo. E scommetto che mangi anche così. E non dico altro perchè sono una signora. Bleah bleah.. sput sput

sabato 1 gennaio 2011

SE MANGI COME FAI L'AMORE , MANGIA CON ME

Antonella in vacanza

Ricordo che fino a qualche tempo fa non pensavo al cibo come ad un mezzo per soddisfare desideri : mangiare non era una bramosia, ma escusivamente una necessità.

La pietanza, perciò, rispondeva all'immagine che la sua funzione le attribuiva: era sobrio, povero e non particolarmente attraente poichè in ogni caso sarebbe stato accettato. ecco allora il riso bianco con una spruzzata di parmigiano, o il pezzo di carne appena scottato e così Via.

Insomma vedevo, non so, per esempio, l'arancino e/o il ripieno di anatra arrosto come qualcosa di eccedente, di volgare quasi, di esagerato, con tutto quell' impiego di intrugli dei più disparati e confusi tra loro come l'uovo sodo e la carne e la mozzarella, il formaggio il pane grattato e quant'altro in una commistione di ingredienti che pareva superflua ed immotivata.

Di rimando ,in fatto di desideri, diciamo sensuali ero attratta da uomini dotati di argomentazioni varie ed abbondanti in un subisso di contenuti da cui ogni mia fibra ne era nutrita e stimolata e mai sazia.

Con l'andare degli anni mi è parso, incredibilmente, che i miei gusti ( che così si compensavano e si equilibravano ) avessero trovato, alla fine , una nuova dimensione di crescita e di seduzione.

Di questo mi sono resa conto durante una serata a Roma.

Dunque, mi trovavo in una di quelle trattorie romane o, per dirla meglio, romanesche, con le tovagliette a quadretti rossi e bianchi , le luci tremolanti ed incerte sui tavoli, avendo ordinato, dal menu, i rigatoni all'amatriciana.

Ora, appena mi furono portati, questi mi apparvero ricchi , succulenti e traboccanti di profumi inebrianti tanto che prima di me il mio corpo rispose al richiamo potente e profondo della carne e li desiderai ardentemente.

Non, dunque, solo lo sguardo si nutriva dell'effluvio denso e robusto di quella visione , ma tutti i sensi , dalle labbra al palato , la lingua sottile e la gola godettero della sostanza morbida e sugosa di ogni tortiglione colante che scivolò nel ventre caldo e mi saziò di piacere.

Non era dunque, questa nostalgia dei sensi che ricerca il nutrimento più profondo e sostanziale in ciò che ci prende, ci governa e ci appaga, simile al desiderio che si esprime nel sesso?

Infatti anche i miei gusti in fatto di uomini sono cambiati: eccedenti, ma corposi, succulenti e colanti. Ma di poche parole, insomma.