Eccoci qui. Non ho mai parlato di questa signora perché mi pareva che così facendo l’avrei degnata di troppa attenzione: lei che è una figura dall’aspetto dimesso, insignificante, una donna di mezza età, ma quella mezza età portata da sempre come fosse un tempo interminabile , ordinario e trasparente che già da anni la rendeva invisibile, (mentre l’altra mezza età è francamente inutile) o ancora meglio di quella visibilità che ti faceva provare un po’ di pietà, un po’ di irritazione che si preferisce ignorare. Suscitava quella sensazione di disfatta femminile, di fallimento generazionale che faceva venire un po’ di inquietudine , ma in fondo donne di tal fatta (male) non ne fanno ed allora va bene così e non si stia tanto ad indagare.
Questa donna, piena di piccoli malanni, di ansie mal represse, di solitudini incancrenite, non ha mai avuto nulla a che fare con me : distante e grossolana, senza interessi particolari, senza talento alcuno, con velleità illusorie di buona conversatrice e desideri di maternità di fatto frustrate. Probabilmente io , con due gravidanze di qualità di origine controllata e l'addome straordinarimente piatto , dovevo farle un bell'effetto.
Insomma non c’era nulla in lei che me la facesse pensare . Ho dovuto invece pensarci perché lei ha pensato a me . Probabilmente non le piacevo per tutti i motivi elencati sopra, che la mia presenza metteva ancora più in luce. Ma devo confessare che non avendola mai guardata non so neppure il motivo del suo risentimento.
. La mia arma è ben più greve e si chiama “esposizione dei fatti“ e si chiama: “rivelazione della realtà“ e quella sì che oltraggia, quella sì che denigra e distrugge quando apre le sue ali e distende il suo corpo lungo e sinuoso davanti agli occhi del mondo.
E quale realtà è più crudele e matrigna di quella che tutte le mattine la vede solitaria e inerte davanti al mondo, che la vede indifesa e prigioniera della sua mente scialba e mediocre, che la vede torcersi tra i gridolini di vecchina inconsapevole e i sospiri affannosi e indolenti di una moglie rifiutata e disprezzata?
Un pomeriggio ero nel negozio di scarpe del paese. Devo dire che ero tutta vestita carina con una bella gonnellina corta sulle calze velatissime.
Recupero qualche modello di mio gradimento e mi accingo a misurarmi prima una poi l’altra scarpa con grande impegno e concentrazione. Nel mio daffare, con la testa china tra le ginocchia ecco che vedo la sagoma di un uomo che si torce in modo vistoso per far giungere il suo sguardo voglioso tra le mie cosce. Mi viene subito d’istinto di tirar su la testa per dirgliene quattro . E’ in quel momento che riconosco il contorsionista della storia: era il marito della di lei signora che, sorpreso a compiere un tal temerario e boccaccesco gesto subito si ricompone e mi rivolge un “ciao“ alquanto imbarazzato come un bimbo sorpreso con le dita nella marmellata e, guarda un po', la marmellata era la mia. Angelo d’oro. Quei mariti cari ed affettuosi , già me li immagino a casa tra il bar del circolo e la tivvù a far passare la giornata con la moglie in cucina a rassettare od ancora peggio sul lavoro ad uggiolare .
In quell’occasione , ricordo, di avere sorriso con indulgenza. Ma adesso comprendo perché la signora si interessa tanto alle esternazioni delle donne più avvenenti.
In quell’occasione , ricordo, di avere sorriso con indulgenza. Ma adesso comprendo perché la signora si interessa tanto alle esternazioni delle donne più avvenenti.
Il motivo per cui suo marito, invece, guardasse di sottecchi le cosce delle altre donne l’avevo già intuito.
Poveretta…và.