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lunedì 22 luglio 2019

UNA MADRE E' UN BOOMERANG


La madre è un ruolo scomodo. 
O sei una madre autoritaria quindi temuta e tenuta a distanza . E va bene 
Oppure non  puoi essere una madre. 
Ossia:  sì. sì...  tu ti dai da fare. Apparecchi la grande tavola dell'esistenza .
 Ci porti anche tutte le vettovaglie necessarie , ma rimani una massaia dilettante.  
I tuoi giudizi sono viziati. Superficiali. Non sai cosa succede. 
Oppure troppo di parte.  Lo dici perchè sei sua madre. Insomma  non sei sul pezzo. 
Se ti lasci andare a discorsi pieni di  speranza, di affetto, di partecipazione non sei credibile perchè sei una madre. 
Dovresti liberarti della veste, anzi scuoiarti della pelle che ti ricopre. 
Dovresti fargli dimenticare che , ragazza  dai capelli lunghi , lo tenevi aggrappato al fianco come un'appendice  dai grandi occhi  sgranati  e tesi a guardare i tuoi di occhi. 
Eri, allora, una dea che cavalcava le onde pericolose che gli venivano incontro. Eri ricoperta di tessuti leggeri e la tua auto  volava  nel cielo piena di luce. 
Non hai più affidabilità. Lo faresti cadere dalle tue braccia  , lo faresti cadere e lo ridurresti in mille pezzi. . Sei diventata una  misera  umana piena di difetti.  



Ogni  parola di madre viene travisata.  Ti ripiomba addosso come un boomerang lanciato per ucciderti. E lanciato da te, madre che non hai più  consenso. 
Ogni tuo consiglio è contro producente. E poi il figlio non vuole farsi vedere debole,sconfitto, disorientato soprattutto da te che sei madre. 
Non meriti  confidenze.  .Non ti ascolta. Le tue parole di incoraggiamento sono di incoraggiamento solo se non sei tu a pronunciarle. 
 Per questo vorresti essere altro che una madre. Forse una vicina di casa. oppure una eccentrica signora. Potresti passare persino per una bella donna se non fossi sua madre. saresti una donna Intelligente.   
Anche tu vorresti essere altro che una madre. Una donna seducente. Oppure un filosofo. 
Vorresti prendere il tuo cane e diventare una ragazza in pantaloncini corti.Gli occhiali da sole .  Oppure prenderesti Il casco con lo scooter . 
Il tempo dei doveri vorresti fosse dimenticato. eppure la sofferenza preme , il disagio ti arriva come un 'eco maligna.
 La ragazza dai capelli lunghi  non solleva al cielo suo figlio. E lui si sente trascinare sempre più in basso senza che tu possa fare niente. 
E forse è proprio questo che devi fare.
NIENTE. 
Sarebbe già qualcosa.  

domenica 14 settembre 2014

VALENZA - 70° ANNIVERSARIO ECCIDIO DELLA BANDA LENTI


Dell'eccidio della Banda Lenti, episodio avvenuto a Valenza nel 1944, ne ho parlato QUI e QUI

Quest'anno cade il 70° anniversario di quelle uccisioni di giovanissimi avvenute per mano dei nazisti che avevano posto il loro comando a Valenza. 
Il senatore Daniele Borioli ha evidenziato come la passione che mosse i ragazzi di allora è ben lontana dalle spinte che dimorano nei cuori dei ragazzi di oggi. Ha detto: " La politica ha  disatteso  le speranze di allora" 
Ma direi, Daniele, che parlare di " politica "  in senso generale sia in modo per auto assolvere chi si muove nella politica e la determina,
La politica , chiamata in causa in questo modo così asettico e in qualche modo vago e confuso , la fa diventare quasi un fenomeno meteorologico , che non dipende da noi o da chi se ne è preso gli oneri e gli onori.  ( sarebbe come dire: " per colpa dell'acqua non avremo quest'anno una buona vendemmia) 
La verità, Daniele, che non è tanto la politica che  allontana i ragazzi dalle vicende del territorio, quanto che le vicende del territorio non sono trattate da chi la politica la dovrebbe svolgere. 
Nel 1944 le ideologie erano chiare, nette. Si sapeva da che parte si doveva stare , che cosa celebrava una parte e che cosa richiamava l'altra. Non c'erano dubbi. Ma , ora, lo vedi Daniele Borioli, che la politica vuole, per preservare i suoi componenti , cercare infinite mediazioni, anche quando le mediazioni porterebbero disagio e svantaggi al popolo. 
Oggi non c'e differenza tra destra e sinistra,( tant'è che in Parlamento governate insieme con grande disinvoltura)  la linea di confine è  inesistente  e pare ai ragazzi di oggi           ( e non solo a loro, ) che le decisioni sorgano  soprattutto a tutela di chi le prende.
Prova ne è che le poche Leggi che vengono approvate non migliorano le condizioni del lavoro, della scuola ,  del sociale e non si sa, alla fine , quale sia quella parte che difenda la necessità davvero di muoversi in quella direzione. 
La politica  da diversi anni si affida alla seduzione di un leader e mai più alle idee ed ai progetti. 
Il caso di Renzi  e di Berlusconi ne sono una prova. 
E ne è  la prova questo crescente uso dei talk show che fanno della politica l'arte della retorica e della persuasione anzichè un lavoro a tempo pieno per il territorio e chi lo abita. 
Come non comprendere la necessità dei ragazzi di allontanarsi da tutto questo e anche di odiare ogni cosa che il politico tocca e di cui parla?
Perchè non sembra arrivare da lì, dalla politica,  la speranza di migliorare la propria vita,  l'impegno , le soluzioni, anzi, da lì sembrano arrivare balzelli per i cittadini e stipendi milionari per i politici. 
La sera del 12 settembre 2014 , quando ricordavamo l'eccidio in Piazza Duomo, poco distante da noi, un folto gruppo di ragazzi pasteggiava a super alcolici e musica roboante. 
Ho sentito su di me , su di te, su tutta la nostra generazione la colpa di questo separazione  assordante. 







mercoledì 10 settembre 2014

IL SISTEMA HA CAMBIATO VERSO A RENZI


Per colui che si è insediato  negli scranni del potere con la promessa di  rottamare  le scelte passate,  il confermare i progetti  scellerati  della signora Fornero pare almeno contraddittorio.
 A circa due anni dalla fine del governo Monti tutto si muove nella continuità più assoluta. ma  cosa ancor più  grave è il messaggio schizoide che il nostro Presidente del Consiglio sta  trasmettendo a dismisura. 
Vuole  togliere il Senato ed è ancora là. Dice di aver aggiunto € 100,00 alle buste paga dei dipendenti pubblici quando invece si tratta per la maggior parte  di una cifra che si aggira attorno ai € 50,00 e non solo: dal prossimo mese saranno trattenuti dalla busta paga altri soldi  attraverso una nuova forma. 
Infatti,  da settembre secondo quanto si legge nella circolare n. 100 dell'Inps sulla riforma Fornero, si comincerà a pagare il contributo sul fondo di solidarietà residuale per i lavoratori non coperti dalla cig ( la cassa integrazione guadagni nelle imprese con oltre 15 dipendenti).
 Il contributo è dello 0,50% sulla retribuzione (1/3 a carico del lavoratore) e sulla busta paga di settembre verranno tolti gli arretrati da gennaio 2014.

Il calcolo quindi è il seguente: € 0,5  sullo stipendio  diviso 3 da moltiplicare per 9 ( i mesi arretrati)
Calcolando uno stipendio di € 1500,00  ritireranno sui € 18/ 20,00  per il prossimo mese. In uno stipendio già bloccato da tempo .

Sono esclusi da questa decurtazione gli stipendi dei dirigenti. Quelli ossia più cospicui. 
Renzi dice ( ma non lo diceva già Brunetta? ) che : " c'è grasso che cola nella pubblica amministrazione , ma evita ben bene di fare riferimento alle Leggi introdotte dal suo compagno di partito , Bassanini  che   elevava in un batter d'occhio la figura del caposettore a  manager  triplicandogli lo stipendio e non migliorando affatto l'organizzazione del servizio pubblico, come potete ben verificare di persona.  
Caro Renzi, se cola il grasso non cola tra gli amministrativi  che hanno il contratto bloccato da  15 anni , e per questo motivo hanno lo stipendio immobile come pure  gli avanzamenti di carriera.
 E stiamo parlando di una categoria, quella dei dipendenti pubblici,  che manda avanti i servizi essenziali , malgrado la cattiva immagine che si rimanda di questi lavoratori  ormai  considerati per volontà politica dei fannulloni, mangiasoldi sperando che in questo modo vengano soppressi del tutto per permettere alle aziende private ( vedi Expo  2015 )  di metter mano nel bene pubblico .
Un cambio di verso inavvertibile. 
Non mettiamo in dubbio l'iniziale  buona fede di Renzi , ma sembra che sia proprio il Sistema che ingloba chi lo avvicina  e  difende se stesso  a costo della sopravvivenza degli altri.  

venerdì 15 agosto 2014

LE LANGHE, IL MONFERRATO. POI ROMA

Si chiama " langhe" un territorio ben definito del Piemonte . Una fascia di colline ampie e basse tra la Provincia di Asti e Cuneo .


Questa zona è molto rinomata . La sua caratteristica è la coltivazione  che è tutta incentrata sulla produzione di vini .  Definirei il territorio come un lenzuolo  che ora si increspa ed ora si stende morbido e vellulato di verde. 
Le colline del Monferrato  ( dove , invece , vivo ) sono più alte , più  selvagge , più discrete . Ci sei dentro e non vedi che davanti ai tuoi occhi. Non si estendono ma si nascondono. La vegetazione è più varia e la coltivazione altrettanto. 
Le Langhe paiono come modellate da un gigante appassionato di vini. 
Il vino è la ricchezza di questa zona. Infatti, l'idea che se ne ricava, girando nei paesi delle Langhe è la situazione di benessere anche economico in cui vivono gli abitanti.. Case ordinate e curate , strade pulite , Nessuno stabilimento , nessun prefabbricato. Hai subito  L'idea che la zona sia operosa  e che l'uomo trae dal suo territorio ciò che necessità per stare bene .







in questo ambiente così preparato alle esigenze dell'uomo si ha forte la sensazione che qualsiasi cosa succeda ai palazzi di Roma sia totalmente ininfluente. 
E magari lo fosse davvero ...

domenica 14 aprile 2013

COSA IMPEDISCE AD UNO STATO DI RISORGERE?

Ci sono dei  crimini che non fanno rumore .
 Ci sono delle situazioni che si incancreniscono in una città, in una Nazione, in un continente che alla fine sembra normale leggere, parlare e pensare che ciò che sta succedendo non succeda veramente. la disoccupazione, la povertà, la disperazione, la chiusura dei negozi e la desertificazione dei paesi. 

Questo crimine è formato da tanti piccoli elementi  ( vi sto scrivendo in uno stato d'animo particolarissimo. la mia lavatrice mi ha abbandonato all'improvviso , con un volume di biancheria indescrivibile da lavare ( quindi)  a mano , ma non voglio lasciar andare questo piccolo parto della mia mente  senza condividerlo prima  con voi lettori)
Ho cercato di individuare questi elementi che tra loro si intersecano e si amalgamano benissimo avendo ciascuno un parte dell'altro e  rafforzandosi uno   con la presenza degli altri. 
Il primo elemento è certamente l'incompetenza, la mancanza di conoscenza delle cose, di una attività da affrontare o di una situazione da risolvere.

 Il secondo è l'incapacità ad apprendere ed a riconoscere il problema, a distinguere la malattia, la criticità, la ferita. Non avere la forza di vederla e neppure l'occhio clinico. Quel che si chiama anche intelligenza necessaria alla valutazione della situazione .

Il terzo elemento è la superbia . la superbia è principalmente l'incapacità di ammettere i propri limiti, il non voler vedere loro e soprattutto  non considerare la consapevolezza della loro presenza una risorsa per cercare di andare oltre, ma anzi il fatto di considerarlo  solo uno stato di cui vergognarsi e da negare con tutte le proprie forze. 
La superbia impedisce di migliorarsi perchè nega il limite . Negare il limite significa prima di tutto disprezzare se stessi  tanto da  non  permettersi neppure la possibilità di imparare.

Dunque: l'incompetenza,  la mancanza di acume, la superbia fanno di un individuo una essere pericoloso tanto più  quando a questo individuo viene attribuita una funzione, un ruolo che gli da la facoltà di intervenire sulla vita degli altri. 
E più la funzione sarà  una funzione importante e significativa e più la pericolosità  sarà più grossa  e diventerà, perciò,  un danno più grande  per la sua comunità .
Un custode di un palazzo con queste caratteristiche potrà al limite gestire male gli ingressi e le uscite dal Palazzo , ma immaginatevi questo individuo avere una funzione di maggiore responsabilità, non so: un ministro di uno Stato, un amministratore di un Ente pubblico , o un direttore di una grande Banca. 
Farà di tutto per osteggiare chi dimostra di comprendere la situazione, chi si avvede del danno, dell'azione malevola e sarà ancora peggio la sua ira  verso chi cercherà di rimediare, lavorare , migliorare, insomma intervenire. 

Ogni cosa sarà  considerata una minaccia per colui che non sa fare ed ognuno sarà  considerato un rivale a meno che non si riveli egli stesso un inetto, uno  inadatto. 

Se si pensa a quanto può essere facile risolvere certi guai, certe incongruenze agendo  attraverso la solidarietà, la concertazione, la condivisione! 
Cosa mai impedisce ad una città di risorgere? ad uno Stato di ingranare se non la forza indicibile  degli inetti , coloro che non tollerano confronti perchè dal confronto sarebbero schiacciati, cancellati , riconosciuti quali essere indegni, incapaci  del loro ruolo e della responsabilità  attribuita loro?

E questo mi strugge.  Mi pare, delle volte che questo bubbone , questo  cancro sociale  prema senza risoluzione sulla speranza di crescita delle società e delle genti. 
E qualche volta, come ora  quando leggo certi commenti o vedo certi loschi figuri schiamazzare  in qualche immagine da copertina , mi pare che non ci possa essere   più rimedio.  



giovedì 20 dicembre 2012

LA FINE DEL MONDO




Finirà il mondo? Direi di sì.
Finirà. 
Finirà per ognuno di noi quella volta che esaleremo l'ultimo respiro e , si dice,  sarà  un respiro fantastico. 
Quindi non angustiamoci: se mai finisse,  sarà per una volta sola. Non sarà un dolore reiterato e sarà assolutamente  personale.
Niente fine collettiva, dunque.   
 Perchè, ognuno , cantava De Andrè, muore solo. 
Ma io vi dico una cosa ancora più grande e che, magari, già saprete.  Ossia:  " si vive  soli. " 
E' qui, allora, leggete attentamente, è qui che dobbiamo assolutamente intervenire. 
Io lo dico per voi perchè,   in cuor mio, mi sto già adoperando in tal senso. 
  Dicevo, appunto :  
poichè,  in ogni caso saremo soli a  peregrinare nell'esistenza che ci è stata concessa,  dobbiamo renderla il più somigliante  possibile all'essenza  profonda  di ciò che siamo. 
Dobbiamo lottare perchè emerga  riconoscibile  e potente l'impulso che ci incarna in ciò che confusamente percepiamo di noi. 
E' su questo che sto lavorando. 
E' su questo che mi sto dibattendo . Una ricerca smaniosa, dolorosa, a volte   infruttuosa e crudele , che mi dilania e mi scoraggia , ma nello stesso tempo mi obbliga a non cedere all'insensatezza del destino che si propone inevitabile. 
Non c'è altro che mi strazia più della mancanza di un " conatus"   soffocato e insabbiato da distrazioni che non meritano il tempo che offriamo loro. A parte questo e magari proprio per questo c'è la strada di tutti i giorni , le macchine ed il gelo delle giornate che ci attendono. 

 MA OLTRE QUESTO , HO PER VOI, VIANDANTI

SCONOSCIUTI , UN INTENERIMENTO  ED UNA SOLIDARIETA' 

DA RECLUSI  CHE MI SCALDA IL CUORE. PER QUESTO VI 

FARO' PARTECIPI DI UN AVVENIMENTO IN QUALCHE 

MODO GIOIOSO : 



 A SEGUITO DI ALCUNI COMMENTI PRESENTI IN QUESTO

 SPLENDIDO ED AMATISSIMO BLOG, EVIDENTEMENTE 

INCOMPRESI O PEGGIO FRAINTESI,  SONO STATA 

DENUNCIATA , MA CONTRARIAMENTE ALLE ASPETTATIVE

 DI CHI AVEVA INTRAPRESO QUESTA STRADA,  IL GIP HA 

ARCHIVIATO IL PROCEDIMENTO.


- LIETO FINE - 






 Questo mi da la possibilità di ringraziare  la splendida persona che  rappresentava il mio avvocato, una donna dalle qualità umane e professionali veramente fuori dall'ordinario. Cosa dirvi? Vi auguro di avere bisogno di lei,  il che non sembra, ma è un bell'augurio.... 

mercoledì 29 agosto 2012

IL SOPRUSO COME COLPA







Adorabili lettori e/o naviganti occasionali del web in questi mesi ho  " scassato " le balle con  le mie lamentele confuse riguardanti  le mie condizioni di lavoro.
 Vi prometto: parlerò pochissimo di questo , ma è necessario che io stili una cronaca quasi fedele degli eventi trascorsi: 
Per mesi presso l'Ufficio Relazioni col Pubblico  del comune di Valenza in cui prestavo servizio ho subito da parte di un superiore una serie di ripetuti piccoli soprusi ogni volta che mi presentavo a lavorare . Tutto questo per otto mesi sino ad arrivare ad un trasferimento repentino in un servizio, quello della Polizia Municipale. Qui, di fatto si è palesato da subito che non avevano necessità di personale della mia qualifica perchè non non mi hanno assegnato  nè  una scrivania  nè un ufficio  nè un carico di lavoro e tanto meno un pc per fare qualcosa. Attualmente in malattia, ho lasciato il servizio dieci giorni fa mentre ero messa a giacere in una stanza di passaggio in completa inattività. 
 Ma su questo l'amministrazione comunale di Valenza ha incartamenti a iosa e non voglio annoiarvi .
Molti consiglieri comunali si sono apprestati a comunicarmi la loro solidarietà ed anche , devo dire,  molti cittadini valenzani attraverso il web ed io ringrazio tutti con grande affetto . 
Ma questo incipit è stata solo una prefazione per arrivare a porre l'attenzione su un aspetto importante della vicenda. 
Durante tutto questo periodo molto spesso trovavo persone, sia tra i rappresentanti sindacali che tra cittadini comuni che, venuti a conoscenza di questi soprusi di cui ero vittima, mi chiedeva: " ma perchè ce l'hanno con te?
Ora, mentre inizialmente, per rispondere,  cercavo di individuarne una qualche ragione logica,  riflettendoci meglio mi sono invece posta l'interrogativo opposto cioè: " perchè colui che subisce un prepotenza deve cercare di motivarla? "
Sembra quasi che ci sia una specie di convinzione sotterranea che attribuisca alla vittima un ruolo attivo e complementare  nell'azione di prevaricazione, quando invece è solamente colui che subisce  e soccombe. Ma c'è sempre una colpa. La colpa d'essere proprio lui la vittima e non altri: la colpa di accogliere la prevaricazione , di innescare il sopruso  ed infine di rivelarlo al pubblico che vuoloe rimanere innocente, estraneo, separato dal male e quindi sollevato dal peccato. 
La vittima è colpevole. Colpevole d'esserci, colpevole di rendere il male operativo e soprattutto colpevole di rivelarlo.
 ma, attenzione: c'è un altra vergogna . Una vergogna più grande, più indefinibile. Che è la vergogna del mondo. Perchè nessun uomo è un isola e quando si fa del male ad un uomo senza ragione suona una campana a morte per ognuno di noi e non è piacevole sentirsi toccare dal suono lacerante della propria miseria umana. Allora si nega il male o gli si da un movente logico. Questo atteggiamento  non fa che legittimare il sopruso. 
Qui , nel blog , risponderò a chi mi ha fatto quella domanda. 
Perchè qualcuno si è adoperato per  compiere prevaricazioni a mio danno ? Ebbene: 
Non c'è alcun motivo. C'è gente che prova piacere a far del male agli altri. . Sono povere persone ma è  proprio attraverso elementi del genere  nei  campi di concentramento  si sono perpetrati  crimini inauditi: per il gusto di far del male. Allora non  chiediamoci più perchè fanno del male , ma adoperiamoci affinchè nessuno mai subisca ingiustizie.  E Bon.

giovedì 16 agosto 2012

L'INFORMAZIONE AI TEMPI DELLA RECESSIONE





Già da anni ,i giornali,  poichè giungevano nelle case a informare su ciò che succedeva, hanno sempre avuto un grande potere sulle persone. perchè  conoscere significa poter valutare e valutare significa poter prendere le decisioni più idonee.

 Questo  sarebbe giusto e lecito in un  mondo perfetto. 

Ma non siamo  in un modo perfetto.Ii nostri governanti si sono rivelati degli approfittatori, i 
giornalisti degli uomini al servizio dei potenti di turno.

Abbiamo scoperto che una notizia a seconda di come viene riportata può essere messa in cattiva luce o al contrario suscitare enormi consensi ed applausi. 

 Mi è capitato per esperienza personale di avere avuto a che fare con un certo tipo di giornalismo. quello fazioso, di parte, quello prezzolato che  indirizza la sua penna sempre a favore di chi  siede nella poltrona a prescindere dall'argomento. 



Sono stata costretta a vedermi dipinta come la moglie di un qualcuno dopo tanti anni di servizio e  di una lunga e specchiata professionalità .Eppure il nero su bianco è stato implacabile e senza ombra di dubbio. Che fare in questo caso?

Chi scrive  in modo fazioso , si sa,  non  ammette  repliche . Chi si vende, si sa, vuole che il suo giornale non contenga un contraddittorio.  Cosa  può fare  chi, consigliere di minoranza , deve  informare il cittadino delle proprie iniziative, delle mozioni presentate in consiglio, delle proposte e delle prese di posizione che lo hanno impegnato nel suo  compito di servitore dello Stato?

Molti consiglieri cercano di comprare dei pacchetti offerti ordinariamente dai giornali locali .

A mio parere non  è  un' azione funzionale. Personalmente credo che la migliore cosa sia cercare  strumenti alternativi per  informare il cittadino.  far diventare in questo modo  il giornale un modo obsoleto, superato , inutile per fare informazione. 

Bisogna glissare con  studiata indifferenza lo spazio invadente che attualmente  occupa la carta stampata  e dare volume e credenziali  invece, alla voce diretta , all'azione sul campo,all'intelligenza ed all'intuito delle persone. 

 Io, nel mio piccolo non ho cercato di fare alcuna smentita  alle dichiarazioni faziose del giornale locale in questione.


Credo che se tutti i cittadini cominciassero a  servirsi di altri strumenti per conoscere ed  informarsi, alla fine il potere della carta stampata ( e delle tivvù che è la stessa cosa)  si affievolirebbe gradatamente fino a diventare un insignificante  reperto archeologico.


 Il punto è questo. Non spostiamo il problema .  

mercoledì 15 agosto 2012

DIVERSAMENTE VIVA




E' questo.
 Un giorno, avevo otto anni,  ho cominciato a prendere coscienza della presenza costante di  una irrimediabile  assimetria  tra ogni mia percezione e quella  raccontata in modo disinvolto da tutti gli altri. Ma,  ancora meglio,  sembrava  quasi io fossi l'interprete bizzarra di un linguaggio di cui avevo imparato perfettamente  la sintassi senza apprenderne  il senso reale.
 Ero io in terra straniera? 
Da bimba ero convinta di avere sbagliato strada, d'avere perso l'indicazione , d'essermi distratta, attardata tra i cespugli e le rose dimenticando le indicazioni per giungere alla meta.
Ora no. 
La terra rimane straniera, ma non me ne faccio un cruccio. Non dipende da me  ma dalla natura atipica  del pensiero che mi costruisce e mi rinnova.
Non mi chiedo più   quale sia la vera identità del mondo. 
Spesso dimentico questo dislivello ed allora  soffro nel vedere tutto piccolo, distante inafferabile, inadeguato all'occasione , indegno del mio palpito , della mia emozione.
 Tutto mi  appare discordante  e lo sguardo non lo percepisce affatto.  Lo rifugge , lo dimentica , non lo riconosce. Per questo lo odia, lo minaccia, lo tradisce. Lo abbandona. Lo  crede colpevole.  Ma non è il mondo colpevole. 
Non  è colpa neppure  del  luogo, Non è colpa del tempo. Non è colpa della cosa piccola e sventurata nè del mio strano temperamento.
 Quando sono nei miei momenti migliori non faccio altro che prendere consapevolezza di  questa differenza dolorosa e, come vi fosse davanti a me  un cristallo trasparente ma infrangibile,  rimango ad osservare il mondo lontano e straniero con una specie di indulgente malinconia che alla fine mi permette se non di comprenderlo, almeno di  amarlo. 
E Stasera è uno di quei momenti fantastici

venerdì 6 aprile 2012

SE C'E' QUALCUNO CHE HA VOGLIA DI CAMBIARE

L'Italia segue attonita il susseguirsi di vicende di malaffare che coinvolgono ora questo, ora l'altro partito. 
E' la volta della Lega che vede la compromissione del vertice del suo partito.
Casini dice: " La corruzione pesa sull'immagine dell'Italia" illudendosi , di poter essere lui l'immagine che riscatta un paese nel fango. Si dimentica d'essere stato il primo a garantire per Cuffaro dichiarando che: " Sarò io il primo a dimettermi se mai si scoprisse qualcosa di illecito su di lui."
 Lo stesso fa Bersani che si smarca  da  queste ultime rivelazioni con dichiarazioni di dissenso e di sdegno.
 Ma non è troppo lontano il tempo che ha visto il PD  inverosibilmente ignaro dell'utilizzo illecito dei suoi introiti da parte del piddino  Lusi. E' ancora impresso nelle nostre menti  quando faceva la corte a Bossi definendolo" , leader “carismatico e d’intuito”, politico un po’ ruvido ma verace.  Non illudiamoci che siano questione di singole persone :è un sistema ormai che coinvolge  troppe persone per  pensare solo ad iniziative  illegali individuali.

E il popolo italiano che pensa?
Circondato com'è dal malaffare, colpito a morte  non solo economicamente ma nelle proprie passioni ideologiche, nelle proprie speranze di riscatto morale attraverso dei politici che ancora una volta ci hanno tradito, sbeffeggiato, disilluso e infangato, il popolo italiano   è immobile.
Penso a tutti i militanti della Lega, onesti, laboriosi, sinceri fiduciosi. Penso ai  tutti i simpatizzanti   e sostenitori del centro sinistra  che si ostinano a lavorare, a credere e  a fidarsi del PD come di un padre che invece ti abbandona e ti  sfrutta.  
Qui non si tratta più di quello o di quell'altro politico corrotto: qui si tratta di una intera squadra ai vertici  che lavora nella disonestà .
Le cifre riferite dal Procuratore dei Conti relative alla corruzione sono cifre da capogiro:
 La corruzione  in Italia ci spazza via  dal bilancio nazionale ben 60 miliardi di Euro l'anno.
Al dì della presentazione della così decantata riforma del lavoro una ditta italiana Danieli ( colosso della siderurgia italiana)  annuncia di volersi trasferire in Serbia e non a causa dell'art 18, che tra l'altro la riforma ha modificato permettendo una flessibilità maggiore in uscita, ma a causa della burocrazia, del malaffare che imperversa in Italia.
 Gli  investitori stranieri non vengono trattenuti dall' impiantare aziende in Italia, come si è detto, soltanto dalla rigidità del lavoro.
 I problemi sono davvero numerosi, incrostati nella società nazionale da quasi un secolo.
Fanno paura la mafia, la ' ndrangheta, la camorra che presidiano quattro regioni con una rappresentanza ovunque e compaiono poco nel dibattito quotidiano. Distolgono dall' operare qui da noi la burocrazia, spesso ancora ottocentesca, le ferrovie che non funzionano, la posta che non arriva, altri servizi pubblici inefficienti. E poi la corruzione, il gran problema. Dilaga in mille rivoli.
I risultati sono desolanti. L' Italia è al 69° posto nel mondo. Secondo la Banca mondiale, il nostro è tra i cinque Paesi con «la più bassa qualità di amministrazione». Transparency International costruisce la sua indagine mettendo a raffronto teoria legislativa e pratica corrente. Al settore pubblico, per esempio, è garantita (voto 50 su 100) un' astratta indipendenza. Ma la realtà è diversa: il nepotismo, la corruzione che favorisce le carriere, le assunzioni .
Il settore più a rischio è quello degli appalti.  Nonostante le numerose riforme, il sistema italiano degli appalti pubblici è «a rischio di collusione, corruzione e rinegoziazioni successive». Il giudizio è della Banca d' Italia.
Attendere che sia la squadra che ha fatto lievitare la corruzione , la stessa che la farà cessare  sembra a questo punto una idea a dir poco infantile.   Per quanto mi riguarda l'amarezza è tanta e le speranze  di rifondare un nuovo Stato su basi di onestà e di trasparenza sono assai minime.
Servirebbe un cambiamento radicale di regole e di uomini. Solo in questo modo potrà esserci un vero cambiamento.

giovedì 1 marzo 2012

COM'E' PROFONDO IL MARE




Ho tanti argomenti  tra le mani che potrei divenire acqua che tracima, oceano che allaga  intere latitudini. Sono un globo ruotante  con l'ansia di scuotere gli oceani che mi abitano. Eppure mi contengo.   Non è tempo ,ora , per essere uno tra i milioni di oratori, sostenitori di verità, divulgatori di certezze inalienabili. I fatti parlano da soli : dobbiamo vederli . E per vederli intendo proprio smetterla di pensare e porre l'attenzione esclusiva ed  essenziale sulle cose . 
I fatti si rivelano agli occhi  spontaneamente . Non dobbiamo cercarli o interpretarli. Sono lì. Ci  cadono tra le braccia come fasci di fiori lanciati dai balconi.  Una cosa ben fatta non ha bisogno d'essere magnificata. Una cosa ben fatta non ha bisogno di essere richiamata alla memoria , ma rimane scolpita nella mente pronta a sgusciare fuori per  dare serenità all'anima.   Una cosa ben fatta non ha bisogno  d'essere resa illustre. Una  azione funzionale emana  grandezza intorno a se' e tutti ne subiscono il fascino naturalmente.. Diffidiamo quindi delle parole di trionfo e di gloria.
Oh, lo so, voi dite che la situazione è triste, e viene voglia di lasciarci incantare da un qualsiasi cantastorie che ci permetta di allontanarci dalla realtà opprimente. Capisco.  Ma non sarà così che potremo uscirne.  Dobbiamo vedere la ferita  spassionatamente per trasformarla in feritoia. Sta  a  noi lavorare.  Sta a noi partecipare alla costruzione dei fatti. e se non vanno bene dobbiamo avere l'umiltà di  disfarli e riprovare ancora.         
Il danno peggiore  sarebbe  immaginare una soluzione che non guarisce , una speranza che non aiuta, una energia che non costruisce., una operazione che non funziona.

venerdì 17 febbraio 2012

SONO SOLO PAROLE



Ho letto un libro. Un bel libro . un libro che magari conoscerete: "Odio gli Indifferenti" di Antonio Gramsci. Non voglio proporre ai miei adorabili lettori  il discorso sugli indifferenti che avrete sentito e letto chissà quante volte. Invece  scriverò una frase di David  Bidussa che apre e presenta il libro come non potrebbe essere fatto meglio.
Bidussa scrive di politica e di potere. Dice: " La politica non è solo forza.  Chi ha il potere non sempre può tutto. Almeno non può ottenere la stima . La politica è anche autorevolezza. E l'autorevolezza dei "senza potere" si chiama " intelligenza"  Persino quando si è puniti per la propria intelligenza. E il proprio coraggio
Ebbene, io che sono una  persona " senza alcun potere" io che sono " bistrattata  e maltrattata ",   provo una grande consolazione a sapermi non ancora battuta  e mai sottomessa. 
In questi due giorni io me ne vado ad Acqui Terme a fare il bagno turco e poi lunghissime  nuotate nella piscina con l'acqua calda .  
Per chi  dovrà rimanere tra le strade grigie ed i  polverosi palazzi per garantirsi quella fetta di  necessaria visibilità e di apprezzamento illusorio  provo solo un misto di pena /disprezzo ed una sincera voglia di fancularlo.
Bye.

martedì 14 febbraio 2012

IL DEFAULT DELLA PAROLA


Sinceramente: i manifesti in giro non li leggo mai e quando sento parlare i vari  rappresentanti di ruoli istituzionali,  non li  ascolto neppure un po' a meno che non decidano di raccontarmi in concreto in cosa consiste una manovra o un'altra. E quindi mi dico: chi cazzo  avrà voglia di ascoltare me?
 O meglio: mi chiedo se la mia parola  è credibile   o se,  PER CASO , un  mio discorso può ritenersi affidabile.
Non lo so davvero.
 Io racconto di malefatte  che vedo in giro e con malefatte intendo cose fatte malissimo, ma poi , alla fine, sento che  tutto questo parlare non serve  a niente : è fuori di me,  è laggiù oltre quello che stiamo vivendo e magari, ci va anche di ascoltarlo e  di leggerlo, ma sembra sempre che poco ci riguardi,  e che  si tratta d'altro. di beghe lontane, di storie che  sembrano promozione più che contatto e costruzione.
Potrei dirne ancora e non aggiungerei niente di nuovo a questa uggia che ci rende tutti stranieri ed indifferenti ai disagi degli altri.
Sento in tivvù che ai dipendenti pubblici greci sarà decurtato il 50% del loro stipendio ed  il primo pensiero che mi sorge spontaneo è di una perversione unica: " Speriamo che non succeda in Italia"  ma invece, eh sì, sappiamo di essere altrettanto vulnerabili ed altrettanto vittime  innocenti e che questa nostra immobilità , questa nostra  apatia non  potrà salvarci dalle oppressioni e dalle conseguenze di una politica contro la povera gente.
Anche in Grecia la classe ricca continuerà ad essere ricca. Con i Greci abbiamo molte similitudini. Ma a parte la situazione tragica della Grecia,  il problema di fondo  si trova  in questa incredibile affluenza di parole, di visibilità costante, di manifesti e locandine e voci continue e gesti  ed ostentazioni di certezze che  hanno vinto la mia pazienza.
Odio anche chi dice e scrive: " Vergogna" come se bastasse una parola, ancora parole parole per poter definire un tempo e farlo fermare. si  fa appello alla vergogna . Ma Vergogna di che? Proprio dal greco, guarda un po',  deriva questa parola che significa:  testuali parole " timore all'esposizione"!. Insomma: avete capito benissimo: " timore di esporsi" e vi pare mai che qualcuno abbia paura della visibilità? di  essere sotto i riflettori? di farsi vedere od applaudire? A me non sembra proprio. Guardateli lì: son tutti pronti ed in prima fila sui palchi  sino ad arrivare al microfono o davanti alla telecamera.
Invocare la Vergogna non significa nulla. Voglio sentire critiche fattive. da parte dei dettrattori del potere. Voglio sentire come, voglio sentire quando, voglio  vedere alternative, pianificazioni.  Bisogna tornare al tempo, se mai c'è stato , in cui  le azioni , le buoni azioni contavano più delle parole. Il pubblico non deve essere sedotto dai colori di una comunicazione divenuta pubblicità, ma da un fatto divenuto risultato.Da un problema   risolto, da un danno riparato.
 Insomma: una giornata così da schizoide repressa, la mia. Ma va meglio rispetto a ieri, pensate un po'.




mercoledì 8 febbraio 2012

LO SPREAD DA SOLO NON BASTA


In questi giorni non sono in ufficio. Amareggiata e demoralizzata dall'inconcludenza a cui  sono costretta ad assistere eccomi anche alle prese con  i messaggi che il mio corpo mi trasmette. Sto male. O meglio. il mio corpo soffre ed io sono costretta ad occuparmi di lui. Malvolentieri, lo ammetto. Ma che  altra scelta abbiamo se non  prenderci cura di  questa carne pulsante  che ci permette di  essere immaginazione e spirito?
Eh, l'eterna  dicotomia che ci dilania ! ed intanto non ho più pensieri se non di disfatta e rinuncia, se non di rassegnazione e sacrificio. Buone notizie, insomma per chi giunge in questo spazio  con l'intento di stampare foglietti cospiratori. Niente da fare qui, in questo senso. Fanculo,
per adesso.


martedì 7 febbraio 2012

IL MINISTRO FORNERO ED IL FALSO PROBLEMA DELL'ART. 18


Dopo la prima apparizione  che la vide talmente emozionata dalle telecamere e dalla notorietà improvvisa da farla lacrimare ( non si illudano le genti dando significati sentimentali al suo pianto) , archiviata l'operazione che si svolge tutta sulle spalle delle fasce più deboli, pensate che, il Ministro Fornero si sia messa a lavorare non so , cercando di attivare una politica atta alla vendita del patrimonio pubblico o sul contenimento dei costi della politica ? Oppure , ancora , a cercare di limitare il potere delle banche , corresponsabili della crisi che ci sta devastando?  Macchè.. il ministro Fornero subito si mette a parlare dell'art. 18.                                                                                                            
Dapprima parte in sordina, come si trattase di piccole divagazioni in una conversazione di salotto tra una tartina e l'altra, poi  con sempre più energia sino a declamare   contro i giovani tacciandoli di mammismo e poca iniziativa, invitandoli  a viaggiare e  a trovarsi un lavoro lontano da casa ( come fosse facile) perchè, secondo  il Ministro,  i giovani d'oggi vogliono stare vicino a mammà.   E' sorprendente come il Ministro Fornero, che pur dovrebbe prima di parlare avere un chiaro quadro della situazione, si muova in esternazioni simili a quelle che si svolgono sul social network e forse anche peggio.                                                                                                                                                                                                                        Eppure dovrebbe rendersi conto che le sue parole, poichè è un  Ministro, hanno un peso enorme in questo momento .                                                                                                                                         .          Allora si informi il ministro.                                                                                                                           Si informi. Si rivolga all'ISTAT per conoscere il numero di disoccupati  e dei precari . Bene :  in Italia abbiamo 3,31 milioni di lavoratori precari . A causa della Legge n° 30   e soprattutto dopo il Decreto 726 che impose   tantissime forme di lavoro  che hanno  ancora di più  incancrenito il precariato in Italia. Abbiamo , poi, 2 milioni di  giovani che non  vanno né a lavorare né a studiare.  E quanti, invece, studiano anche per non stare con le mani in mano dato che questo sarebbe il loro destino? Allora:  il Ministro, invece di declamare a casaccio contro l'art. 18 o contro il lavoro fisso cerchi di andare alla fonte del problema che non  è costituita  sicuramente dalla presenza dell'art. 18 o dal lavoro fisso. Il lavoro precario che qualità di lavoro esprime?  Sapendo di essere lasciato a casa dopo un sei mesi  quanto impegno di mettereste nell'apprendere  un'abilità precisa?  Faccio solo un esempio pratico:  l'attività artigianale più diffusa nella nostra città è la lavorazione dell'oro. Fino a qualche anno fa era un'attività fiorente e prosperosa. Ma i titolari di fabbrica non assumevano ragazzi che non  volessero impegnarsi nell'apprendere questo mestiere, che non intendessero occuparsi profondamente ed indefinitivamente  di questa attività.                                                                          

Perchè per diventare bravi orafi ci volevano anni e un artigiano era anche disposto ad insegnare per mesi il lavoro ad un ragazzo volentoroso e con il progetto di  diventare orafo.                                                                                                                                                                                                               Il Ministro Fornero è fuori dal mondo della gente comune. Sua figlia da anni ha un lavoro fisso presso l'Università dove lavora suo padre ed un secondo lavoro in un'altra università.  Un lavoro fisso. Insomma. Non conosce la Fornero, le difficoltà di un ragazzo che non ha il padre professore universitario, notaio, farmacista. E se vuole intervenire nel lavoro è da lì che dovrebbe cominciare a ragionare. cambiare il sistema dalla radice, dalle corporazioni, dai privilegi  e non dal basso anche se è più semplice.  In Francia, dove la disoccupazione non è ai nostri livelli hanno   diminuito il numero di disoccupati non licenziando o permettendo di far licenziare nelle fabbriche ( qual'è il vantaggio? ) ma riducendo l'orario di lavoro senza diminuire i posti di lavoro. Per rilanciare il lavoro c'è bisogno di maggior quantità di persone e quindi  evitare di  ragionare sui licenziamenti o dileggiando i più deboli che sono i ragazzi, i pensionati e, non dimentichiamo, tutti i cinquantenni che la crisi ha lasciato a casa.



martedì 31 gennaio 2012

LA DESCRESCITA SOSTENIBILE


Ho poche esigenze. Intanto non  ho interesse a prendere la metropolitana  e questo è un bel vantaggio soprattutto perchè in questa città non passa. Non prendo l'autobus e posso stare senza macchina per sempre.
Posso cadere in letargo finchè voglio e consumare pochissimo. Il mio cambio di abito è in relazione alla mia diponibilità  al mutamento.   Non nego d'avere avuto il mio periodo di appetiti voraci, ma l'ho accantonato da un bel po'. Ho l'aspirazione alla continenza, non mi va di sciorinare le incongruenze  che  si presentano,  fino a che queste incongruenze non mi vengono a cercare, fino a che non puntano il dito sulla mia irreprensibilità , come fossero loro le anime candide.  Allora sono costretta ad avanzare. A puntare i piedi. A prender l'armi contro il mare di guai e, combattendo,  cercare di  annientarli. . Amleto si chiedeva se fosse stato più nobile sopportare le ingiurie, le vessazioni, le calunnie, oppure lottare e patire uno scontro duro e violento.  Semplice: bisogna muoversi , parlare e rivelare il danno. Per quanto possa essere pesante.
Non  dipende da me: è  colpa degli oltraggi, delle violazioni se  parlo o scrivo.
Per me la vita deve essere parca. scarna quasi  smilza.  la vita deve essere trasparente, leggera, snella, tersa. Vorrei  poterne vedere il fondo come in un mare limpido e privo di impurità . Allora non avrei niente da dire. Mi piace godermi le cose intorno che  mi riempiono la vita totalmente.  Non cerco piedistalli. Sono in alto  già di mio. 
Qualcuno ha  scambiato  la mia pienezza per un controllo di competenze misteriose. 
Non era così, ma come poteva saperlo ? Ciò di cui non si ha comprensione  suscita apprensione. 
Il mondo è   abbastanza grande per soddisfare i bisogni di tutti, ma è troppo piccolo per soddisfare l'avidità di alcuni.   Ciò che  resta da fare  è la conseguenza inevitabile di questo pensiero.