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giovedì 4 giugno 2015

SBATTUTA



Il signor Zuckerberg , quando inventò il social net work, magari , nemmeno si immaginava come sarebbe stato usato.
 Perchè, si sa, l'uso più frequente , quello più consolante, è scrivere senza sforzare troppo il cervello , cercare di  appiattire la conversazione il più possibile e, se ci sono discorsi impegnativi, non  parteciparvi mai.
 Ne avevo già parlato un po' di tempo fa. 
Ma ora voglio scrivere proprio di una persona in particolare, UN TIZIO  che , collezionista di un" c'era una volta ",  s'è persuaso che questa sua piccola mania lo abbia elevato  a livelli alti di cultura e questo  lo fa sentire un asceta della storia, uno schermo liquido di nostalgiche visioni e lo tira fuori per qualche ora  da quella vita di bottegaio fatta di mattonelle da bagno e di silenzi cerebrali della  grassa consorte.
me lo vedo così, un uomo  limitato di intelletto e di strette vedute.  Poteva andare bene quando era un giovane potenzialmente  coinvolto in un processo evolutivo, invece la sua evoluzione non raggiunse che l'anticamera del suo  vecchio salotto  di periferia per sfiorire e seccarsi all'ombra dei sogni che pur ci saranno stati anche  se incanalati in una visione sorda e spuntata di  paesano beota. 
Rifugge le conversazioni poco poco articolate e si rifugia invece nei testi scialbi, nelle piccole liti da cortile, che tra l'altro non lo riguardano mai direttamente. Chi litigherebbe infatti con un nulla? 
 Quello è il suo pane . Che ci vuole a passare per viaggiatore cortese, passato lì per caso, e senza intenzione, per carità,e passando , gettare una " battuta" là dove vi è conflitto e dove  di una battuta non saprebbero che farne, ma vuoi mettere l'effetto? Vuoi mettere lo spessore culturale? Far vedere di non essere coinvolto, di poter sorvolare con una frase leggera una diatriba anche dolorosa, perchè no?  una diatriba inutile ma che  a chi vi partecipa fa tanto male.
Ma non a lui, Lui no. Lui c'è e non c'è. Lui non c'entra, Lui scherza. Mentre gli altri, sì , gli altri. Si sa, sono sopratono.
 Perchè i bisticci degli altri sanno sempre un po' di patetico . E' facile prenderla con  un po' di ironia, sbattere sul muso agli astanti una battuta neppure furba ma sicuro irridente ,  è facile prendersi gioco di un dolore eccessivo ma che pur sempre di dolore si tratta!
Ma lui, può. Lui , che ha perso ogni speranza di crescere, di sviluppare una idea, un pensiero che non sia da volo basso, di tacchino grasso e addomesticato. 
Lui si permette di deridere, di fare " battute" su cose che non sa e non può nemmeno comprendere perchè a lui,  manca la necessaria cultura, la necessaria moralità, la necessaria intelligenza per immaginare, per intuire, per guardare oltre al tono, al linguaggio, al dispetto. 
Sei un  vecchio ignorante, perchè  non conosci che la tua piccola vita scandita dai rapporti svagati , da legami zotici, epidermici, approssimativi  che vanno da moglie marito e figli con una cadenza generica ed effimera, nulla di fremente, di pensato, di valutato, di approfondito. per chiedersi come , per chiedersi quanto per vedersi vivere davvero se no perchè questo esordire vacuo? questo assolversi precipitoso? 
Perchè lo dico? Perchè  sei entrato a GAMBA tesa nei miei dolori senza comprendere e non lo saprai mai fare,  e senza motivo e questo non te lo perdono.,  Non ti perdono  che ti prendi gioco di ciò che non comprendi con una crudeltà tipica  di chi è impotente e ostenta credibilità e saccenteria.  
Hai una vita spenta e si vede, Una vita che già solo a vederti  intuisco  dove vada. in una zona piatta e amorfa.
Dove è finito quell'uomo  di qualche tempo fa , che cercava una spiegazione alla vita ed alla speranza  non lo so, ma so che ha lasciato posto ad uno spregevole individuo di cui, davvero, non mi vorrei occupare . Dunque, vai a  sbattere le tue battute su  cose dove non ho lavorato cuore e cervello tanto intensamente da non lasciarlo lordare da uno insulso come te 

martedì 26 maggio 2015

LA DIFFERENZA STA NEL CASSETTO DELL'ARMADIO




Avevo scritto già due anni fa di come la politica non avesse più una organizzazione  etica ossia una  pianificazione degli obbiettivi, una  formazione di chi si accinge ad amministrare la cosa pubblica.
Avevo scritto nel post" I politici improvvisati"  queste parole:
"Si dovrebbe spalmare il potere decisionale tra i più validi  professionisti e competenti politici  per renderlo più fluido e meno centralizzato. 
Si dovrebbero   condividere le scelte attraverso assemblee partecipative, dibattiti, partecipazione della comunità.  
Si dovrebbe  ridare valore al lavoro di formazione  della classe politica. 
Gli improvvisati della politica hanno solo  necessità del consenso popolare,  di gadget, farfallini  colorati  ed una clacque consenziente"

Ora,   dopo la mia esperienza  in una campagna elettorale terribilmente melensa , indirizzata  alla  mera ricerca dell'applauso e dell'approvazione  epidermica come quella che si potrebbe trovare    tra  i clienti che attraversano le  vie notturne piene di puttane, insomma dopo  aver vissuto questa esperienza , devo dire che sono contenta che sia tutto finito. 
 In questi giorni abbiamo avuto in visita , nella nostra città, tanti ministri, senatori, deputati ed europarlamentari. 
Finite le elezioni tutti si dimenticheranno di Valenza.   
I social saranno di nuovo ripudiati, dimenticati, abbandonati dain partiti e dai loro leader. 
Rimarranno  quelli come me  che credevano  davvero in questa modalità di comunicazione come ad un nuovo sistema di trasmissione di idee e passioni o come ,almeno unico mezzo che hanno  quelli " senza mezzi" 
Se i cittadini accetteranno la seduzione  che emanano certi  faccioni con i denti ( oltrettutto) ingialliti  sulle pagine dei giornali locali,  allora non ci sarà più speranza per quella idea  di  confronto, di condivisione di indipendenza  che  mi ha motivato finora a lottare.  Perchè  puntare all'indipendenza, ed alla democrazia , ve lo voglio dire, è' stato faticoso . 
E' stato faticoso  lavorare all'idea che  una squadra scegliesse il candidato,  che non fosse calato dall'alto , che non fosse tutto confezionato e che si confrontasse, anche che si scontrasse. a volte , duramente.
E' stato faticoso  tenere la barra dritta sui valori di una linea politica coerente che non accettasse il richiamo delle sirene chiamati partiti.   La loro macchina infatti,  si è mossa conscia di avere meccanismi di acciaio indistruttibili, senza pietà. 
E' stato faticoso  ostinarsi a  proseguire quando,  alcuni nostri cittadini,  attratti dalle richieste di quello o quell'altro partito,  ci lasciava per seguire il sogno di una elezione facile, di una organizzazione che ti liberasse dal lavoro di fare e discutere, e decidere ( che per molti è un vero affanno)   
Quello  a cui aspiro è davvero  una elezione dove non vinca l'uomo solo al comando.
 Mentre tutti si muovono con questa convinzione deleteria che una persona sola possa rappresentare il tutto e che tutto dipenda da come si muove  e sorrida e  piaccia questa persona sola ,  è necessario per la nostra città che invece si cominci a considerare l'obbiettivo anzichè il conduttore. 
Perchè se muore il conduttore la sua idea morirà con lui, ma se il progetto è grande e vivo e efficace per conto suo non importa chi si trova alla guida quanto che la strada sia condivisa e che la meta sia splendida , che porti lontano non come  luogo , ma come tempo.  
Come già scrissi: non dobbiamo essere simpatici.  
Dobbiamo essere in grado di amministrare. 
Non dobbiamo essere spiritosi, quello è compito dei comici . Forse che siete rimasti abbagliati dalle capacità dialettiche del comico genovese che invece ha dimostrato  di avere solo quelle oltre una idea autoritaria e confusionaria dello Stato? 
Non bisogna essere seducenti, ma avere una  visione istituzionale delle gestione della cosa pubblica. Questa visione non si impara in pochi giorni :  sono necessari anni di apprendistato, di esperienze, di gavetta. 
Per questo Beppe Grillo non ce l'ha e non può imparare ad averla :  misantropo, totalitaristico, abituato all'individualismo sfrenato. Niente di male. Lo rende eccentrico, divertente , fascinoso. Ma un altra cosa è lavorare per una visione democratica della società. Perchè la democrazia non ha molto a che fare con lo spettacolo che da qualche tempo viene imbastito in vista delle elezioni.

Ci stiamo abituando a slogans dittatoriali, a squadre di facciata, a chiacchiere da bar ( si fanno in un bar, spesso !! E questo da l'idea di come siamo immersi in una non-consapevolezza della commedia grottesca che stiamo rappresentando:la parodia della democrazia ).
Perchè la democrazia non è mica un giocattolo da sbatacchiare a destra ed a sinistra ( non lo dico a caso) credenddo che rimanga intero. 
Per governare una società in modo democratico occorre stabilire regole, limiti e soprattutto  la finalità di questi limiti ed anche educare  ed educarci al senso di comunità , ad accantonare quella parte di individualismo che le tivvù ed i social ( con queste celebrazioni delle nostre quotidianità)  tanto decantano senza sapere che stanno diseducando alla democrazia che è rispetto, che è ascolto, che è compromesso nel senso alto del termine che è attenzione. 
Per questo le regole della democrazia DEVONO essere raffinate, complesse, lungimiranti. Devono guardare oltre l'entusiasmo che la  libertà ci ispira per condurci verso la conoscenza dell'altro, della sua diversità dei suoi bisogni, dei suoi diritti.  E' un lavoro lunghissimo e spesso scappa dalle mani persino a quelli che sin da piccoli sono stati abituati dai fratelli maggiori e minori all'attesa alla pazienza, al confronto.
Mi è capitato , in questi giorni  che  una candidata  si proponesse in termini  di libertà come piena possibilità di fare ciò che più le piaceva , ignara della pericolosità di ciò che questi termini portavano con se' : diceva:
 io sono una donna libera ossia senza padroni.
Dico : " No" 
La libertà non è questa. La democrazia non è questa,  ossia : muoversi al vento dei propri pensieri. 
Siamo tutti prigionieri di molte nevrosi. Ma dobbiamo per questo avere una direzione che deve essere la nostra guida, la nostra visione futura. Ossia dobbiamo tenere d'occhio l'aspirazione dell'essere umano ( atavica)  a  far prevalere i propri bisogni , come se fossero gli unici esistenti al mondo e  volgere lo sguardo ad altri suoni. 
Dobbiamo imparare a memoria,introiettare come linfa di sangue ,  le REGOLE della democrazia il che significa , caro sostenitore di Barbero  che chi  critica Barbero non è per questo  un cretino, non è per questo senza cervello, ma probabilmente  è una  persona  che, importantissimo,  non ha le tue stesse prerogative e che le tue prerogative non sono le uniche. 
La CRITICA NON E' UN ATTACCO IGNOBILE E SCANDALOSO, MA DOVREBBE ESSERE CONSIDERATO UN' OCCASIONE DI CONFRONTO DEMOCRATICO. UNO SMUSSARE ANGOLI  ACUTI E PUNTI OSCURI.  
Democrazia  non significa essere senza padroni, ma avere come padrone della propria morale una linea di condotta , rigorosa che come tutte le cose rigorose sanno di lacciuoli , di restrizioni, di moderazioni, di ritegni. di riguardo verso chi non è te.  
Beppe Grillo ha fretta. Vuole arrivare al dunque e come nelle rivoluzioni sanguinose non bada alla democrazia. 
 Ma io sono una donna delle istituzioni. Ho due sorelle con le quali ho diviso l'armadio e l'affetto dei miei genitori. Ho dovuto essere convincente. e per esserlo ho dovuto misurarmi con loro ,  ho dovuto trovare argomenti ho dovuto adattare il mio " io" traboccante" ad un  " NOI " moderato,  consolante, che tutela e difende anche chi da solo non lo sa fare. 
 Sono una donna delle istituzioni.
A 19 anni ho cominciato a pensare in termini di  cittadinanza, questa cittadinanza che non è, come pensa Casaleggio un tot di denaro, ma una visione di intero che vede l'altro come un essere con i suoi diritti  se non da comprendere almeno da  non violare.   
Una visione di intero  che trova  l'altro nel tuo stesso armadio. Nel cassetto a fianco.  Proprio lì.   


lunedì 24 febbraio 2014

ROMA LADRONA






Sono stata a Roma un bel po' di giorni a casa di mia figlia.  Più che la turista, perciò,  facevo la mamma e quindi  ho girato soprattutto  nel quartiere che mi vedeva impegnata in questo compito.
Roma , vista da quest'ottica è molto paesana. Le persone sono molto " sbracate" e se ti aggiri per i negozi di commestibili tutto sembra tranne una città cosmopolita. 
Il quartiere ti  chiude al mondo data anche la vastità di  territorio  in cui Roma si dipana. Il centro culturale e storico appare distante e  forestiero.
La cosa  che più si nota è il grande traffico. è rimasto per me un mistero questo via vai incessante di auto che sembrano non andare da nessuna parte se non nella strada che le trascina.
Gli automobilisti romani  sono  sempre molto eccitati. Suonano di continuo il clacson e urlano dai finestrini rigorosamente aperti ,  magari  proprio allo scopo . Questo devo dire mi inteneriva molto. Prababilmente è una usanza sociale e nessuno fa molto caso alle ingiurie lanciate dal finestrino
Essendo forestiera e girando con la macchina immaginerete quanti accidenti  mi hanno tirato . Allora ho chiesto ad un cittadino di Roma cosa di solito si fa  quando si è oggetto di insulti da parte degli automobilisti. . Lui mi  precisa che di solito si risponde: "  tù sorela" e così mi sono adeguata agli usi e costumi del territorio. Appena ho potuto  Ho cominciato a lanciare il mio  "  tù sorela "  in direzione dell'automobilista maleducato  e sembrava davvero  sortire un certo  effetto .
Loro incassavano l'esclamazione  senza batter ciglio.
 Ma la cosa più strana che mi è capitata è stato  l'incontro con un vigile romano.
Insomma, mi stavo apprestando ad tagliare la corsia di marcia  anche se era vietato , ma la necessità era impellente  e perciò  mio malgrado mi ero decisa a compiere l' infrazione.
Subito,  appena compio la manovra,  balza davanti a me un vigile in motocicletta che mi  dice urlando.  " Testa di cazzo che fai? "
Ora, questo mi ha stupito molto dato che di solito i rappresentanti delle istituzioni tutto  ti  fanno tranne che insultarti così apertamente. Io in buon ordine mi ritiro e lui mi lascia andare senza fermarmi nè per chiedermi la patente e nè per farmi la multa.
Ho riflettuto sul suo comportamento paragonandolo a quello dei nostri vigili .  
 Sicuramente  dalle mie parti mi sarei presa una bella multa anche se condita con un cortese:  " buonasera" . Non so davvero se avrei preferito questa opzione. 
Il punto è:   scegliereste  una ferita profonda al  vostro  orgoglio o al vostro  portafoglio? 

martedì 31 dicembre 2013

GLI ANNI EROICI CHE VERRANNO



Adorabili navigatori , e meno adorabili stra/ rompicazzo che visitano il mio blog solo per scovarci testi da utilizzare contro di me, insomma  a tutti. :  l'anno 2013 è  finito.
 Almeno per il calendario romano. 

Non mi piace dare un termine al tempo anche perchè il tempo non finisce mai , ma si ripropone  a noi tramite  il battito ritmato del  nostro cuore.
 La vita scorre indifferente alle date ed un dolore non si interrompe quando il giorno muore. 

Ma non importa. 
Questa volta ( come non ho mai fatto nel mio fantastico blog giunto al suo 6° anno di vita. Auguri, mio meraviglioso blog!  ) voglio riconoscere questo spartiacque tra il vecchio ed il nuovo periodo che attraverserò.
 L'humus  che ha contraddistinto il mio tempo è la lotta.
Ma più che di una lotta si tratta più precisamente della mia ostinazione ad assecondare  le passioni che da sempre  mi governano  e che mi hanno guidato lungo il percorso della vita.
Ho lottato per  allontanarmi da mio marito, per costruire un rapporto nuovo e migliore con il mio compagno.
Ho lottato per il mio lavoro anche quando molti mi consigliavano di mollare. 
Ho lottato per i miei figli  costringendoli a fare altrettanto per la loro vita e a non  rinunciare  mai neppure nelle condizioni più dolorose. 
 Quando vedo mia figlia , che quest'anno ha dovuto passare una prova durissima, che mai si scoraggia ma che lotta strenuamente e con grande naturalezza ( che oserei chiamare sprezzo del pericolo)  riconosco in lei  quell'anima selvaggia e determinata  che sempre mi ha sostenuto e che ho imparato a  chiamare " il mio demone" .
Ma non voglio farla lunga. 
Alle  persone che mi vogliono bene e che mi  leggono  per cogliere nelle parole dei miei testi  quelle somiglianze che  confortano , auguro di  non perdere la forza di lottare e soprattutto che sempre riescano ad individuare lo scopo di questa lotta , che non perdano  il senso  di questa  battaglia  perchè  sarebbe questa,  la perdita più grossa.

Per quelli che ostinatamente passano di qui esclusivamente  per spiarmi  (  incredibilmente, ci sono ) sarei tentata di fare lo stesso  augurio,  se non fosse che  cadrebbe nel vuoto perchè chi odia ed invidia non lotta mai  per se' ma solo contro gli altri. 
Un'attività poco costruttiva , insomma, dai frutti, vi accorgerete presto, amarissimi. 
Insomma , gli anni eroici non finiranno  finchè  non smetteremo di  cercare la realizzazione del nostro se' profondo e libero.

venerdì 27 dicembre 2013

FACE BOOK QUINDI SONO




I social net work qualche danno lo hanno fatto.
 Diciamocelo. 
Hanno permesso ad una marea di persone stupide, banali , senza merito alcuno  di occupare spazio e di entrare  quasi a viva forza nella vita di chi, in altre condizioni, mai sarebbe stato ad ascoltare facezie idiote. 
Impossibile sfuggire al cicaleggio telematico che ci scorre davanti a meno di non spegnere il Pc o nascondersi al mondo. 
E' l'eterno dilemma: isolarsi oppure lasciarsi   contaminare delle banalità di molti, dalle rivendicazioni confuse di sprovveduti avventurieri di uno spazio che permette  qualsiasi libertà e quindi anche quella di essere inconcludente e  sconsiderato al punto giusto da non rendersi neppure conto di seminare amenità senza rimedio? 

Qualcuno potrebbe obbiettare : " ok, ma vuoi mettere la libertà di esprimere quello che si pensa, come lo si pensa e comunicarlo al mondo? "
Io  dico: " Dipende"

Ci sono talmente tante perversioni umane che  necessiterebbero non solo  di essere lasciate mute, nascoste, costrette al silenzio, ma anche rimosse, cancellate e ripudiate. Oppure guarite con una buona psicoterapia. 
Molti hanno la forza morale  per trattenere le briglie alle proprie patologie mentali  o, meglio ancora, hanno la capacità di nutrire il proprio demone attraverso la cultura della tolleranza, della misericordia e della compassione , ma altri , i più deboli, privi di strumenti necessari a riconoscere l'ombra, vi si lasciano trascinare senza remore o spavento. 
Sciocchi, scialbi, vuoti.
 Questi sono totalmente privi di un loro linguaggio interiore, che non sia dettato dalla seduzione mondana e dal compiacimento di essere visti,  che non riescono a distinguere il bene dal male perchè la distinzione è netta e precisa come tra la verità e la menzogna. 
C'è inequivocabilmente. 
Su questo aspetto  internet e soprattutto i social net work hanno fatto  incetta di proseliti. Ignoranti, nevrotici, senza arte nè parte, senza capacità   nè cultura, nè educazione . Spinti da nevrosi compulsive e dai disagi della propria anima. 
A camionate si sono riversati nel web come ad una fiera del divertimento pronti a lanciare i loro anatemi e  le loro imprecazioni a questo o a quel politico o anche personaggio pubblico ed ancora a genti o popolazioni additate quali pericolose o malandrine solo perchè da loro non compresi e distanti.  
Queste loro esternazioni  che spesso lasciano il tempo che trovano e che, per fortuna  il più delle volte  non danno seguito a vere e proprie azioni di violenza , sono ugualmente pericolose. 
Sono pericolose  primo  perchè in ogni caso danno legittimazione ad un impulso di vessazione, di angheria che dovremmo far tacere, allontanare da noi come una malattia contagiosa e secondo perchè sembrerà a  questi sprovveduti del web di essere attivi nella società mentre invece sono solo inerti, confusi , strangolati dalla loro nevrosi che li isola e li annienta attorno ad un tavolo lasciandoli sempre soli ed improduttivi, per la società se non addirittura deleteri  e rovinosi per la comunità  che ascolta suo malgrado e assimila questi demoni partoriti da menti sconvolte  e da una cultura ottusa e rudimentale. 
E vorrei dire a questi analfabeti  della politica e della tolleranza che non saranno loro a fare l'Italia : caso mai potranno disturbare la formazione di un nuovo linguaggio dedicato alla costruzione di una civiltà pacifica e di una nuova  cultura democratica , ma poi , consumati gli odi e le ricriminazioni per il destino avverso dovranno ritornare al silenzio dal  quale  il web li ha fatti emergere. Ed Amen. 

martedì 22 gennaio 2013

MARIAROSA L'INVIDIOSA


Si precisa che questo sonetto medioevale non riguarda affato la mia cara marinella che pur lontana per incomprensioni mi è sempre vicina al cuore

BEL ALTRI SOGGETTI IMBRATTANO IL MONDO DI CUI TOCCA CANTAR
LE NENIE!!!












Triste la vita di colei che capisce la sua 
incompetenza,invidia e bruttezza. 
Riesce a nascondere agli altri
questa sua condizione fino a che
incontra una donna che invece
è ogni cosa
che lei non è, a cui tutto riesce, 
   bella, intelligente, coraggiosa
focosa e magari scoposa !!
Ormai  l'invidia  più non trattiene,
 le rode il cuore ad ogni istante  
sempre di più sempre di più fino a
 che il gesto diventa 
irreversibilmente la prova della sua vita mancata. 
Il vaso è scoperchiato, al dunque! Ormai sarà davanti ai suoi occhi senza rimedio  
la sua vera natura nefanda!
Sempre andrà accompagnata
dal rodimento.


L'invidia vive la vita degli altri



  e non costruisce mai per se'   

      STOLTO COLUI CHE NON SE NE AVVEDE E NON PROVVEDE 

mercoledì 16 gennaio 2013

AMORE, COMPRAMI UNA POLTRONA!

Qual'è lo sconfitto a queste elezioni 2013? Senza dubbio l'elettore. In tutti questi anni i nostri deputati , pagati fior di quattrini,  per lavorare a Palazzo, non sono riusciti a dare forma ad una Legge Elettorale dignitosa e,  per questo,   torneremo a votare con il famoso Porcellum . 
Con questa Legge chi vota non può nulla se non decidere a malapena  lo stemma che più le aggrada. Neppure la coaliione, no, su quella non ci farei affidamento. Le liste preparate a puntino lasciano le prime 15 posizioni alla scelta dell'appartato centrale, non possono che definirsi una barzelletta di lista. Ma non è finita qui. tramite il Porcellum è più facile poter sistemare qualcuno che spinge in qualche modo per avere una  posizione ragguardevole. Non lo immaginate come? 
Ora vi proporrò un mio vecchio post e non per pigrizia.: mi sembra più che mai attuale. eccolo qui: 


 Ebbene è così: non c'è più nessuno che vuol rimanere nell'ombra.
Ormai il motto principale dell'uomo del ventunesimo secolo è " essere visibile , costi quel che costi" e non parlo di "costi" a caso. Ormai tutto si può (e per qualcuno, si deve) comprare. Perchè l'apparire si può ottenere a prezzo dell'essere e tanto più in quei casi in cui l'essere non è poi così corposo, finisce che si riesca, per un briciolo di notorietà , anche a perdere la propria dignità ed il proprio decoro.
C'è chi va in televisione ad esprimere opinioni stereotipate e lontane dalle proprie consuetudini, c'è chi mette su you tube filmati banali di ogni genere, c'è chi va a cene particolari sperando in questo modo di rivoluzionare la propria vita. Perchè si chiama "vita " solo tutto ciò che si mostra, che si ostenta e che si riflette nel mondo, mentre tutto il resto, il proprio percorso emotivo, psicologico, interiore non può essere considerato " vita " poichè invisibile,sotterraneo , non reale, quindi.
C'è oggi un nuovo scenario, un nuovo orizzonte, ma forse non è poi tanto nuovo ma , diciamo , che è diventato più frequente come metodo, per vincere la paura di non esserci nel mondo: quello di entrare in politica.
Oggi, chi ha la possibilità di investire, potrebbe considerare un investimento di profitto assicurarsi una poltrona.
C'è chi sarebbe disposto a pagare centinaia di migliaia di euro per un incarico politico non considerandolo più un servizio al cittadino, ma solo uno strumento di potere e, di conseguenza, un'occasione UNICA per apparire e non, quindi, una possibilità di rendersi utile allo Stato ed alle Istituzioni.
La politica è divenuta solo un modo per accendere i riflettori sulla propria immagine.
Potrebbe succedere allora, ( chissà.. magari chissà ...se da queste parti è già successo) che la moglie sciocca e annoiata di un facoltoso imprenditore , chieda al marito come regalo invece che la solita pelliccia di volpe argentata, una poltroncina a palazzo e che il povero marito , acconsenta ad allargare i cordoni della borsa per comprarle infine quella visibilità che pare oggi la cosa più preziosa che ci sia.
Per questo, non domandiamoci più, (quando non riusciamo a comprendere l'enorme incompetenza che dilaga tra certi scranni), per quale motivo è stato messo quello o quell'altro in quel ruolo di comando: chiediamoci invece quanti migliaia di euro gli è costato. Confidando, intanto, nelle svendite di fine stagione.

lunedì 14 gennaio 2013

COSI' E' SE PARE ( AI GIORNALISTI)





I giornalisti , alla fine , li capisco. Tengono famiglia e la concorrenza è spietata. 
Devono necessariamente rendere reale ciò che avviene dentro la tivvù perchè è un mondo inscatolato accessibile solo ai privilegiati che vogliono rimanere tali.
E poi ci siamo noi. Gente comune. Gente che va a lavorare, che litiga col marito , che hanno colleghi incompetenti.  I soliti. E poi la coda dal panettiere. Il figlio  che esce di scuola, il genitore del suo compagno che ti vuole parlare, la bolletta della luce scaduta ieri e così via.
Ci siamo noi con la vita vera,  o meglio: con la vita che ci tocca vivere dove non c'è molto  spazio,  anzi pochissimo  per  sapere cosa fa Berlusconi e cosa pensa Bersani.
Dovremmo interessarci di più. Dovremo, lo ammetto. cominciare a vedere ciò che accade con occhio attento e smaliziato.
Dovremo interpretare i gesti, le azioni, i risultati.
Invece ci sono i giornalisti che vivono di tivvù. Che vivono delle storie che nascono dalla tivvù ,  che crescono in tivvù e che morirebbero in tivvù  se non ci fossero migliaia di cittadini ad accendere la tivvù per farli esistere.
Per questo, ve lo dico sinceramente., per questo,  i giornalisti, i conduttori, gli ospiti dei conduttori hanno tutti un piano strategico da seguire: convincere noi brava gente che la vita  è quella che si svolge dentro quel mondo di cavi e di telecamere, che lì ci sono i giochi, le decisioni, i progetti veri, le azioni decisive, le ragioni della nostra esistenza , il motivo della nostra miseria e per questo noi, gente comune dobbiamo rimanere ben bene  concentrati e non perdere neppure una sillaba di quello che ci viene detto. Noi dobbiamo ascoltare.
Dov'è che succede che Berlusconi vince?
Che Diamine! Ma in tivvù! Lo hanno detto quelli della tivvù!
E che Bersani decide di aprirsi a Monti? Caspita! Che domande! Sempre in tivvù. Tutto accade lì, cari miei. A volte  ci dimentichiamo persino che abbiamo un parlamento,  che le Leggi seguono iter amministrativi  e che alla fine intervengono sulle strade e le città,  perchè la tivvù è più forte delle Leggi. la tivvù ci racconta  quello che crediamo di aver visto tanto bene da farcelo sembrare un'altra cosa. L'immagine viene  trasformata in racconto ed il racconto ha la voce degli abitanti dello schermo , voci autorevoli, voci di cristalli liquidi proveniente dall'universo via cavo.
Berlusconi rimonta, Vendola accetta Monti, Monti si accorda con Casini e Casini dice di essere il più forte. I giornalisti  non ribattono ed allora noi crediamo che tutto procede per il meglio. I salotti mordidi, le sedie chiare, i tubi innocenti, le luci e la musica accomodante.
 Domani andremo in banca a vedere se hanno accettato la richiesta di mutuo, ma quello che ci risponderanno non sarà così influente come la cronaca vera di una puntata di Servizio Pubblico.
Vera perchè la raccontano i loro abitanti, quelli che stanno in tivvù, che vivono la tivvù , che mangiano in tivvù  che consumano  in tivvù il tempo che regaliamo loro , chissà perchè.
Sembra tutto così, così così. .....vorrei, vorrei mettervi in guardia, adorabili connazionali.

venerdì 11 gennaio 2013

CITTA' DI VALENZA. FESTA PER CHIARA .. E LE ALTRE




IL 20 GENNAIO  ALLE 17.00 AL CENTRO POLIFUNZIONALE SAN ROCCO IN PIAZZA STATUTO  NELLA CITTA' DI VALENZA 

FESTEGGIAMO CHIARA E...... LE ALTRE. 

MA LE ALTRE CHI? 



TUTTE LE ALTRE DONNE, TUTTE LE ALTRE PERSONE . QUELLE CHE SUBISCONO SOPRUSI SUL LAVORO, NELLA VITA, NELLA POLITICA , NELLE ISTITUZIONI.  



DOBBIAMO PENSARE che ogni violenza privata che si fa alla donna diventa una violenza che si perpetua ai danni del genere femminile, che non è solo un fatto privato e personale, ma che può diventare un'abitudine pericolosa.

Un tema drammatico che è emerso in questo 2012 è proprio quello del femminicidio: 137 donne assassinate, una ogni tre giorni, da mariti, fidanzati, conviventi che mantengono una mentalità da padroni.



E così tutte le discriminazioni che vedano coinvolte le parti più deboli e meno numerose tra gli esseri umani.

La violenza alle donne ed a tutte le minoranze solo da pochi anni è diventato tema e dibattito pubblico. 



COSA CI SARA'?
 UNO SPETTACOLO CON MUSICA LIRICA, DANZE, PAROLE , RAPPRESENTAZIONI TEATRALI . MANGEREMO TORTE E BERREMO VINO E ARANCIATA 


mercoledì 17 ottobre 2012

DIARIO DI BORDO










Lei aveva paura,


lo si leggeva in volto, negli appunti, nel suo diario di bordo,  era molto simile ad una nave incapace di attraccare, di fermarsi, di assestare la sua indomita marcia nel procelloso oceano del sentimento.

Sì, la paura la rendeva molto simile ad un gatto: si nascondeva, tendeva agguati, affilava le unghie, gonfiava il petto  ma era incapace di offendere.
 La sua specialità era difendersi: ergeva torri invisibili ma facilmente sormontabili da chi era abile a decifrare il suo segreto, quell’àncora che la rendeva unica: l’amara dolcezza del suo interloquire.



Era capace di scrivere le più entusiasmanti note – che sempre erano la traccia del suo misterioso vissuto – ma quando osava parlare si difendeva, si nascondeva, si celava dietro quella sua voce sottile e chiara che destava – in chi aveva l’ebbrezza di ascoltarla –  una inquietudine misteriosa.





Lei era come sospesa tra desiderio e repulsione: ogni cosa aveva in se'  il movente  per attrarre  ed il gesto che l'avrebbe  allontanata. Per sempre. 

Eppure  i suoi sensi erano la locomotiva del pensiero, lasciava spaziare in ogni dove ogni traccia di lui per averne percezione, per,  e qui usava un’espressione a lei molto familiare, averlo addosso.
Dove quell’averlo stava per custodirlo, preservarlo e possederlo. Il senso del possesso era il solo modo per fugare ogni dubbio, ogni tentennamento, ogni possibilità di rinuncia.
Aveva deciso, sì, aveva tagliato dalle fondamenta del suo pensiero ogni eventuale differimento.
E la paura iniziale – perché l’accompagnava in ogni decisione anche se lei era in grado di dissimularla meglio di un attore – ben presto lasciava il posto alla scrittura di quel romanzo che aveva iniziato a pubblicare a puntate nel suo segreto spazio planetario.
Cercava non il finale, ma il testimone, per dare al suo infinito racconto un’impronta, un’immagine che fosse la cifra di sé e del suo impeto che ondeggiava. 


giovedì 11 ottobre 2012

ANIMA GEMELLA


Quando, fra venti anni, parleranno di questo periodo come un periodo nero e lugubre noi riusciremo finalmente a definirlo. Per ora attanagliati da questa morsa che è fatta soprattutto di pesantezza del vivere , di ostilità e di diffidenza  capisco che ognuno cerca il suo modo di stare al mondo. 
Molti vivono cercando di vantare delle capacità che non hanno  affatto e sapete già a chi sto pensando. Altri , invece , attendono immobili ed anzi, contraendosi un poco su se stessi.. 
Io, che ho dovuto affrontare le antipatie viscerali di mali persone ho accolto questo periodo come una grande opportunità . Intanto ho potuto conoscere delle persone che altrimenti non avrei potuto conoscere. Mi sono impegnata in attività nuove, in incontri coinvolgenti. Ho seguito più attentamente la politica e mi sono stretta alle persone che amavo.
ma una cosa che mi è capitata mi ha fatto pensare. 
Durante una festa ho conosciuto la fidanzata del mio ex marito. La cosa che mi ha colpito è stata la grande somiglianza che ho riscontrato tra lei ed il mio ex marito. 
Avevano lo stesso portamento dinoccolato, lo stesso sguardo distratto, persino lo stesso tono di voce  rauco e disordinato. Ho pensato, ma davvero,  con una pacata e timida serenità,  che erano anime gemelle e che avrebbero dovuto incontrarsi molto prima , magari quando ancora non avevamo io e lui costruito nulla da rompere e da cambiare. E mentre guardavo il suo modo familiare di essere,  mi pareva d'avere ritardato con la mia presenza,  quel destino insopprimibile che attendeva il mio allontanamento per compiersi.
 Perchè noi ci sbagliamo. Noi ci facciamo convincere dalla spinta della solitudine, dalla ambizione a voler vivere cose esaltanti, dalla ostinazione a voler costruire. 
Invece dobbiamo  muoverci negli eventi come nuotando . Essere la goccia di un oceano  che sa dove andare. 
E quando mi prende la frenesia di essere protagonista dei mutamenti del mondo, devo pensare che sono io il mutamento che si muove verso un  destino diligente  e divino. 
Questo post confuso ed assonnato è dedicato a Enzo Riccobono  ed ai suoi approdi.


venerdì 24 agosto 2012

QUESTO MONDO NON BASTA



Non riesco ad illudermi più. Questa barriera di vetro finissima e trasparente non si lascia oltrepassare.
A volte cerco di ingannarla. 
Conosco i modi e i linguaggi del mondo e mi adatto a questi come una scolaretta scrupolosa. 
Ho educato i miei figli oltre il muro trasparente ma questo  non mi permette una reale contaminazione.  
Mi sento circondata da  persone che sapete,  inadempienti, ignoranti, ignari della propria volgarità che proliferano spudoratamente senza avvedersi della  miseria che trasmettono attraverso le loro parole ed i loro gesti che avverto come  insopportabilmente osceni.   
Questa separatezza , malgrado sia sofferta e sgradita,  non può che essere inevitabile. Ora che riesco a definire  lucidamente  la mia diversità  quasi  fossi un algido ragioniere di condominio, ho perso finalmente la dimensione del mio corpo all'interno di questo ingranaggio estraneo ed ostile. Non ci sono più dentro e non ci provo nemmeno. 
Quella che poteva sembrare una simulazione, quando invece era solo disponibilità, non ha più ragione di esistere  rivelando alla fine  questo divario che pare  irrimediabile.
Incredibilmente questa presa d'atto non mi addolora. Sono rassegnata a non forzare il blocco ed a non farmi  vincolare dal sogno di una fusione impossibile. 
Caso mai venite voi da questa parte. 

mercoledì 15 agosto 2012

DIVERSAMENTE VIVA




E' questo.
 Un giorno, avevo otto anni,  ho cominciato a prendere coscienza della presenza costante di  una irrimediabile  assimetria  tra ogni mia percezione e quella  raccontata in modo disinvolto da tutti gli altri. Ma,  ancora meglio,  sembrava  quasi io fossi l'interprete bizzarra di un linguaggio di cui avevo imparato perfettamente  la sintassi senza apprenderne  il senso reale.
 Ero io in terra straniera? 
Da bimba ero convinta di avere sbagliato strada, d'avere perso l'indicazione , d'essermi distratta, attardata tra i cespugli e le rose dimenticando le indicazioni per giungere alla meta.
Ora no. 
La terra rimane straniera, ma non me ne faccio un cruccio. Non dipende da me  ma dalla natura atipica  del pensiero che mi costruisce e mi rinnova.
Non mi chiedo più   quale sia la vera identità del mondo. 
Spesso dimentico questo dislivello ed allora  soffro nel vedere tutto piccolo, distante inafferabile, inadeguato all'occasione , indegno del mio palpito , della mia emozione.
 Tutto mi  appare discordante  e lo sguardo non lo percepisce affatto.  Lo rifugge , lo dimentica , non lo riconosce. Per questo lo odia, lo minaccia, lo tradisce. Lo abbandona. Lo  crede colpevole.  Ma non è il mondo colpevole. 
Non  è colpa neppure  del  luogo, Non è colpa del tempo. Non è colpa della cosa piccola e sventurata nè del mio strano temperamento.
 Quando sono nei miei momenti migliori non faccio altro che prendere consapevolezza di  questa differenza dolorosa e, come vi fosse davanti a me  un cristallo trasparente ma infrangibile,  rimango ad osservare il mondo lontano e straniero con una specie di indulgente malinconia che alla fine mi permette se non di comprenderlo, almeno di  amarlo. 
E Stasera è uno di quei momenti fantastici

martedì 7 agosto 2012

IO ME NE ANDRO' IN JAMAICA L'OTTO DI AGOSTO


Non tutti amano viaggiare. Molti stanno fermi convinti di rappresentare un qualcosa in un luogo specifico.  Non tutti amano lasciare la casa familiare, la via  del proprio paese.
Perchè il viaggio è una rivoluzione. 
Ti sposti e la tua identità si rinnova. Tu non sei la moglie di Mario Rossi. Tu non sei più l'avvocato Bianchi . Tu sei un uomo sradicato. Perchè il proprio ruolo si costruisce nell'incontro con l'altro, nella consuetudine dello spazio che dividi con l'alterità e si compone ogni volta che l'altro è altro. 
 Io già mi immagino cosa sarebbero certe madame senza l'appoggio del luogo e del ruolo che le identifica . Perchè solo attraverso il viaggio noi sfidiamo la nostra capacità di perderci e riconquistarci ogni giorno. 
Ogni luogo mi appartiene . Ogni uomo mi appartiene.
In questo consiste il viaggio: in un movimento eroico attraverso il mistero che è il mondo fuori e dentro di me. Solo chi compie questo viaggio allora realizza il suo disegno. 


Io me ne andro' in giamaica l'otto di agosto e vado con un volo charter perche' in nave non c'era piu' posto tanto che fa se arrivo a kingston un po' piu' presto cosa faro' oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh io non lo so oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh so solo che l'importante per ora e' scappare via via il piu' lontano possibile.......