mercoledì 30 settembre 2009

T'HO GIA' DIMENTICATO DOMANI


Sto lavorando contro me stessa. Mi sto facendo a pezzi. Mi sto stracciando in tanti piccolissimi pezzi come fossi un giornale già letto. Non lotto affatto stasera. Ho allargato le braccia e strane pulsioni distruttive m'hanno legato i polsi alla ringhiera per dilaniarmi le carni e spezzarmi il cuore. Oh, so essere amabile! Domani lo sarò. E' semplice : il capo reclinato da un lato ed il sorriso tenue nel viso pallido e gentile. Le mie capacità persuasive sono testate da tempo e conosco i tempi, i silenzi, gli sguardi che dicono, gli occhi che chiedono, i bisogni nascosti, l'aggressività rimossa. Il senso nuovo di attrazione e repulsione insieme. Lo spingere il gioco al massimo dell'emozione. La mia fantasia mi permette qualsiasi eccitazione. Sono io che progetto le voglie, sono io che richiamo il desiderio. Eppure questo pensiero d'averti mi sfianca. Mi stanca. Mi annoia, infine. E' già successo, già pensato. già archiviato. Già perso. Potrei persino dirti come andrà a finire: io ti avrò una sera di queste. Già il pensiero mi pare scandaloso. Avere a che fare con il tuo corpo SCONOSCIUTO mi disturba. E poi il resto.. fatto solo di avvicinamenti, di allontanamenti. Ricordo. E' come se ti avessi già amato. Già lasciato. Già dimenticato. Domani.

lunedì 28 settembre 2009

SONO UN TACCHINO ( con il taccuino...)

nella foto: notare il macho alle mie spalle. Placebo per ogni malinconia
Oggi sono un tacchino: volerò bassissimo e molto goffamente. I miei saranno piccoli saltelli nel fango. Oplà.
Stamattina ho avuto un moto di vera gioia cattiva. Il mio demone è saltato dalla sedia facendo la ola.
Vi ho avvisato, mi sto rotolando nel fango: ma non rinnego quella parte di me che si compiace delle sconfitte dei propri nemici.
Parlavo con una persona di xxx. ( premetto : odio xxx: mi ha fatto molte scorrettezze) Dice: " Non lavorerà più con noi. Ha fatto troppi casini" Appena furono pronunciate queste parole è accaduto un fatto che sa di incredibile: ho provato un senso inebriante di contentezza ed esaltazione che m'ha fatto persino rabbrividire.
Ho sentito un turbamento che può tranquillamente paragonarsi alla felicità. Quasi simile ad un orgasmo dei sensi e del cervello. Forse mi sono avvicinata all'estasi mistica dei santoni indiani.
Allora, mentre in macchina guidavo con la musica a tutto volume cantando a squarciagola sulle note della canzone, mi chiedevo se quella gioia maligna era legittima e se in fondo, non fosse che un segno della propria irrimediabile perversione.
Era forse una ulteriore prova tangibile della mia inguaribile cattiveria?
Oh si ! Lo era! Ma quale soddisfazione! Me la sono goduta come fossi stata in Beautiful.

domenica 27 settembre 2009

COMUNE DI VALENZA: PULIAMO IL MONDO CON LEGA AMBIENTE


Partenza: ci dividiamo i sacchetti

la bimba raccoglie

L'assessore alle Ecologia e Il coordinatore movimento ambientalista

Puliamo: Vle Padova a Valenza

Pulizia meticolosa come i bimbi sanno fare

Puliamo : Argini del Po
Puliamo la pista da skate

Quante cose sporche in terra!!!!




eccomiiiiii


sabato 26 settembre 2009

UN LAVORO REDDITIZIO ED UN LAVORO DI MERDA

La serata si è svolta esattamente così: Alle cinque del pomeriggio telefona il mio ex marito che ha la febbre alta e il vomito. Si sente sempre peggio. E' un po' spaventato e decidiamo di andare al Pronto Soccorso. L'infermiera, all'accettazione, gli fa le domande di rito e ci mettiamo pazientamente in attesa del nostro turno. Le ore passano e non succede nulla. Alle sette e mezza comincio a smaniare dico: " Vado .. magari poi torno ancora. " Lui dice: " Vai ..vai tanto c'è da aspettare"

Esco fuori con sollievo. l'aria dentro il pronto soccorso era tanto sfittica che mi pareva di soffocare. A casa mangio, ma sono in apprensione pensando di aver lasciato lui in quel posto orribile. Allora mi alzo dalla tavola. Preparo due panini, prendo un succo di frutta , una mela. Metto tutto in un sacco , salgo in macchina e parto in direzione: ospedale di Alessandria. Dopo mezz'ora sono lì di nuovo. Lo faccio mangiare. Poi vado a lamentarmi con l'infermiera. Lei dice: " Ok, da giallo lo faccio diventare verde" Non so bene che significa, ma voglio assolutamente compiacerla. Dico: " Mio marito ha la febbre non riesce a stare in piedi" Lo definisco marito perchè è più sbrigativo in certi casi. Inutile fare la storia della propria vita. Lei lo fa distendere in una barella. " Beato lui!" Penso. sono stanchissima di stare lì, in sala d'attesa. Continuo ad uscire all'esterno, nel grande viale davanti all'ospedale. L'aria per la strana legge del contrabbasso è leggera e dolcissima . Io passeggio tra le panchine gustandomi il vento tiepido e mite di queste ultime serate estive. La città pare quasi accogliente con i suoi fanali luccicanti ed il silenzio calmo della strada. Mentre me ne sto lì pacifica, mi si avvicina un tipo molto distinto che subito mi rivolge la parola con modi gentili. Mi dice: " Stai cercando lav
oro? ? Posso piazzarti una delle mie case con altre due ragazze." Non capisco tutto al volo, tranne la domanda che siccome mi è chiara all'istante la faccio subito mia. Rispondo a questa quasi istintivamente:" No, non cerco lavoro"
Lui insiste caloroso: " Avrei proprio bisogno, ti pagherei molto bene. "
Dico meccanicamente" Grazie, ho già un lavoro. "
Dopo queste mia risposta il tipo si allontana salutandomi cordialmente. Per un attimo ho quasi creduto che la nostra fosse davvero una conversazione su argomenti di carattere professionale". Avrei voluto dirgli: "Dammi il tempo di valutare la cosa". Ma era già andato via. E il biglietto da visita?
Eppure mi vedevo quasi nella casa e dire: ""Ok, adesso mi firmi un modulo in base al D.Lgs 196/03 in cui sei a conoscenza che i tuoi dati trattati non saranno divulgati"
Rientro al pronto soccorso mentre era finalmente giunto il turno del mio ex marito. Subito lo mettono in isolamento. Dice il medico: " Per via dell'influenza dei maiali" Mi dico: " belle misure di sicurezza... Dalle cinque avrebbe potuto impestare tutta la sala di attesa"
Per fortuna , poi non era quell'influenza lì. Ma io ho perso l'occasione di un lavoro redditizio. Mica di merda.

venerdì 25 settembre 2009

TESORO DELLA MAMMA


Non credere, tesoro, che io sia, nei miei panni, esattamente quella che rappresento.
Questa faccia è un lavoro lungo , è un prodotto di squilibri improvvisi e inspiegabili. Posso rimanere impassibile e posso sorridere. Riesco anche a essere compresa attraverso il mio linguaggio sociale e le mie modalità cortesi.
Ma posso liberarmi delle mie consuetudini in un battito di ciglia. Perchè non dobbiamo identificarci mai in qualcosa di assolutamente determinato.
Non siamo noi che selezioniamo i pensieri ed i desideri, ma questi ci trascinano e decidono per noi il nostro percorso.
Resistere al richiamo della nostra essenza profonda non solo è un errore ma sarà completamente inutile. Questa raffiorirà appena troverà uno spiraglio che gli permetta di respirare nuovamente. E prenderà il sopravvento con tutta la potenza di un evento calamitoso .
Perchè non dobbiamo dimenticare che , per quanto cerchiamo di darci un nome ed una dimora, il senso vero dell'esistere non si troverà mai nel susseguirsi convenzionale delle cose, ma gorgoglierà sempre nell'abisso profondo dell'anima , in ciò che può che essere compreso solo col palpito del nostro cuore misterioso.
Tesoro mio, come vorrei caricarmi di questo tuo dolore e trasformarlo, con le mie mani, in trampolino di lancio verso la splendida vita a cui TI stai aprendo!
Ma il dolore è tuo, tuo questo meraviglioso dono del dolore, anche se lo struggimento te lo rende sgradito. Tuo il dolore e ciò che ne verrà da questo. Ossia l'accettazione della evanescenza della vita, la sua irreperibilità capricciosa, la sua incoerenza ambiziosa. Non hai che da accogliere l'imprevedibilità maligna a braccia aperte senza per forza dover attribuirne la causa. Questa è l'occasione per lasciare alla follia il suo percorso sconosciuto.
Non c'è un motivo e non c'è un colpevole. Noi non siamo che ciò che pensiamo nell'istante in cui il pensiero si dispiega nella nostra mente accogliente.
Non c'è altro da definire nella vita che possa darti la stessa forza di questa incertezza confusa, tesoro della mamma.

mercoledì 23 settembre 2009

POSSO GODERE DI TE COMPLETAMENTE

Dammi i tuoi occhi. Dammeli . Lascia che giochi col tuo sguardo per questo tempo. Ora. Dammi i tuoi occhi. Li vedo. Li prendo. Li possiedo.
Posso fermare il tuo sguardo sul mio sguardo. E' un attimo. Siamo come uniti in una stretta pulsante.
La tua anima guizza velocemente dal mio occhio al tuo, dal tuo sguardo al mio. Non c'è che questo tempo nello spazio e nell'iride profonda che fluttua davanti a me e danza la sua musica voluttuosa. Non c'è nessuno intorno a noi. Il mio arco si flette nella tua direzione e non ho che la spinta a penetrare il tuo sguardo, a comporlo, ad immaginarlo, ad occuparlo con la mia attenzione fulminea e diligente. Questa ti insegue, ti accarezza mollemente e poi di nuovo, ti avviluppa come in un abbraccio di carne e sangue. Qualcuno parla, ride anche. Ma i tuoi occhi, ancora, cercano, mi trovano e scintillano come spade al contatto. Ti assedio prepotentemente. Scivolo da un occhio all'altro, affondo decisa nel tuo sguardo oscuro , lo catturo per un istante eterno , quale predatore crudele, non ti lascio andare, non faccio disperdere il tuo turbamento: lo vizio, lo seduco, lo incoraggio. Non vedo altro. Non sento che la tua voce trasfigurata dall'intesa muta che c'è tra noi. Sento quasi come se la mia mano attraversasse audacemente la tua fronte sudata, il tuo corpo, i tuo fianchi vigorosi, il tuo sesso spasimato.
Non vedo nessuno, perchè non guardo nessuno. non sento nessuno intorno. Non ascolto che il lieve movimento dell'occhio. Per un istante ti avvolgo. Ci sono solo io. Posso godere di te completamente.
Ma è un attimo. Il mio sguardo scioglie il contatto . C'è intorno la gente e il traffico. Le voci che parevano essersi dileguate d'un tratto si assestano limpide e salottiere alle mie orecchie.
La città è ora un telo scenografico che ruota intorno alla mia anima inebriata e sazia.

martedì 22 settembre 2009

TUTTO IL DOLORE E LA GIOIA DEL MONDO

il mare di Santa Severa ( ROMA)
Così m' ero svegliata di soprassalto, stanotte, con una pena straziante nel cuore.
Soffrivo.
E nel buio non intravedevo un nome, un pensiero che potesse chiamare il dolore, che potesse giustificare le lacrime. Stanotte , la notte è stata lunghissima. Il dolore lancinante.
Ma all'alba, mentre la luce s'apriva in fondo alla stanza e la notte si fondeva con il colore lucente del giorno, ho cominciato a riconoscere il dolore. Aveva una fisionomia precisa: ero io il dolore. Ero io la sofferenza. L'amore confuso ed anestetizzante nei miei gesti e nei miei ricordi non aveva più il senso greve che gli avevo dato. Tutto era fluidificato in me, come un 'unica sorgente.
M'aprivo al sole come fossi stata una particella dell'aria. Ero io dentro e fuori di me . Ero io dentro la mia psiche e la mia psiche era fuori di me, nella città luminosa e pulsante. Ero nel mio sogno, ancora, nell'oscurità totale E BIOLOGICA. Quel mio sogno amaro era entrato in quella mattina nuova con la sua atmosfera nebulosa e leggera, trasformandola in una visione onirica. Ero io la musica sentita profondamente in me da non sentirla affatto ma finchè durava ero io la mia musica. Ero io la fiamma che divampava alta e rigogliosa e che permetteva al mio genio di sprigionarsi nel mondo.
Ero io il mondo, o meglio: ero io tutto il dolore e tutta la gioia del mondo.

domenica 20 settembre 2009

QUADRO D'AUTORE:

RITRATTO DI FAMIGLIA IN UN INTERNO

LA FORZA TRANQUILLA

Quando arrivo in spiaggia e davanti a me, come d'improvviso, si apre il mare solenne e placido o tempestoso, insomma in tutti i modi come mi si presenta, io, in ogni caso, la prima cosa che avverto istintivamente è la sua forza, anzi io sono rapita dalla sua forza congenita.
Sono ammaliata dalla sua forza tranquilla.
Perchè non c'è forza maggiore che la consapevolezza dello spazio che si occupa , del respiro che si esprime, della coscienza della vitalità primordiale.
In questo io sono il mare.
Per tutto questo tempo, da quando nacque il blog, ho cominciato a spostare i miei piani convenzionali trasmutandoli in posizioni inedite.
Mentre sino ad allora guardavo fuori di me, ho cominciato a intravedere mete diverse in una dimensione distaccata dalla realtà e alla ricerca di un nuovo ordine che la trascendesse.
Ma non ero preparata a questo lavoro . Ero debole e piena di rabbia per questa destabilizzazione che non avevo programmato, ma che lo stesso premeva chiamata da una esigenza improrogabile.

Jung ha scritto:
" Non è possibile vivere la sera della vita seguendo lo stesso programma del mattino , poichè ciò che fino allora aveva grande importanza ne avrà col passare del tempo sempre meno e la verità del mattino costituisce l'errore della sera"

Io credo ,proprio per questo pensiero di Jung, che chi resta ancorato ai progressi raggiunti e li rammenta con nostalgia, non ha ancora trovato la sua estensione successiva e magari non la troverà mai, perchè legato a convinzioni e valori mutuati acriticamente dalla fascia sociale di cui si sente far parte.
Ma non c'è più questo tempo per me. Sono cambiata.
M'è sembrato d'aver attraversato sentieri di erba alta e di liane intrecciate. M'è sembrato d'avere subito attacchi di animali selvatici ed affamati.
Sono giunta tra la sabbia ed il sole nelle profondità di un mare oscuro e tranquillo. Posso attingere alle mie risorse inconscie come ad una fonte trasparente.
Avevo urlato per mesi, m'ero persino dimenata ferocemente come per scrollarmi di dosso un peso che credevo non mi appartenesse.
Ero piena di odio e di rabbia.
Ora no. M'appresto a stendermi come acqua di un mare oceanico in una dimensione infinita. Adesso sono forte . E' solamente la forza che può darti quella tranquillità che è propria della coscienza d'essere nel mondo completamente espressione del se' interiore.

giovedì 17 settembre 2009

TERREMOTO ABRUZZO: GLI SCHIAMAZZI E L'IMPEGNO


L'Italia è un paese, per la sua conformazione geologica , più soggetto ai disastri naturali. E' vero che, essendo così vulnerabile ai terremoti sarebbe stata necessaria una politica di prevenzione e di tutela che non c'è mai stata. Di fatto nè i governi di centro sinistra, nè i governi di centro destra in tutti questi anni si sono occupati di approvare Leggi che stabilissero le norme per la costruzione di edifici antisismici. ( Andreotti? Prodi? Craxi? D'Alema? Berlusconi? )

Nel 1994 la mia terra è stata colpita da una disastrosa alluvione. Ricordo perfettamente come le vie ed i paesi fossero sommersi dalle acque ed i cittadini sopra i tetti nel terrore più completo in attesa di essere posti in salvo. Ricordo le catene di volontari con badili e stivali lungo le strade e poi i pullmann che li trasportavano da una zona ad un altra per aiutare e soccorrere gli alluvionati.

In questo periodo ho letto soprattutto un blog , Miss Kappa, che non fa altro che gridare al lupo al lupo per la mancanza di aiuti, di interventi, di interesse da parte del Presidente del Consiglio Berlusconi. Chiunque mostri una pur minima contrapposizione all'esposizione dei fatti descritti nel suo blog, viene tacciato di Berlusconismo e di totalitarismo. E' vero che ognuno nel suo blog può scrivere le minchiate che vuole ma è anche vero che la gente non è tutta ritronata. Io non voglio dare giudizi sull'atteggiamento di questa donna , che tra l'altro mi è anche simpatica , è molto sanguigna e passionale ed io amo le donne così. Ma sono andata da lei ed ho scritto un commento. Da quel momento e solo da quel momento lei ha inserito la moderazione nei commenti ed ha cancellato il mio commento. Sono un po' costretta a replicarlo.

Sono dispiaciuta rilevare come nel suo blog ci sia spazio solo per il lamento incessante e l'odio per chi non la pensa come lei. Si continuano a lanciare invettive contro Berlusconi , come fosse il deus ex machina e padrone dell'Italia intera.

Ma non è così: la nostra democrazia ha radici profonde. Protetta e tutelata da Leggi che ne garantiscono l'esistenza. Certamente Berlusconi ha passato il tempo del suo mandato a cercare di intaccare le sue strutture profonde, ma non è così semplice poichè l'apparato democratico è composto da diversi livelli costituiti dalle Regioni, dalle Provincie, dai Comuni, dalle Associazioni, dalle forze sindacali che operano intersecando i loro servizi in una collaborazione ormai talmente consolidata che rappresenta il motore della nostra organizzazione democratica e liberale.

Le Regioni hanno istituito già da diversi anni il settore delle calamità naturali ed hanno istituito Leggi che prevedono i criteri e le modalità per la concessione dei benefici ai soggetti privati danneggiati dagli eventi calamitosi. In questi uffici lavorano persone competenti che sono tecnici, ingegneri, architetti, segretari amministrativi, Dirigenti, assessori e quant'altro. Tant'è che proprio in Abruzzo, si deve alla Provincia di Trento la consegna delle prime "casette" ai terremotati.

I servizi pubblici operano in sinergia con altri servizi pubblici, con personale non politicizzato che sa fare il suo lavoro e si impegna per portarlo a termine nel migliore dei modi. Nel Friuli le prime case furono consegnate più o meno nello stesso periodo ed alla stessa distanza di tempo di quelle consegnate in Abruzzo. Sicuramente un problema così complesso merita maggiore risorse e maggiore dispendi di energie e di uomini, ( sicuramente accadranno disguidi, operazioni sbagliate, succede quando c'è tanto da lavorare) ma trascorrere il tempo con schiamazzi continui su ciò che che voglio e che non ottengo non è affatto funzionale. La ricostruzione prevede molto tempo. Chi, come Anna del Blog MISS KAPPA, che ha le risorse economiche per non solo affittarsi un appartamento, ma quasi comprarlo oppure per un soggiorno in albergo (suo marito è medico e, considerando che un medico può avere un massimo di 1500 assistiti e che l'ASL versa per ogni assistito dagli € 80 ai 40 quindi per un importo mensile che va da € 5.000,00 a € 6000,00 quanto percepisce un pensionato in un anno, sentire le sue lamentele che distolgono l'attenzione su chi ha veramente bisogno mi inquieta e mi indispone). Ho invitato Anna quindi a smettere di scrivere. Di occupare il tempo invece in altro modo (ricordo che nel periodo nell'alluvione non riuscivo neppure a lavarmi la faccia altro che scrivere sul pc).

Ho fiducia nelle Istituzioni. In Piemonte la ricostruzione è stata lenta, ma senza troppi schiamazzi abbiamo lavorato, atteso, ricostruito. Dopo circa 18 mesi sono giunti i finanziamenti . Molte case sono state ricostruite, le strade riparate. Ci vuole pazienza, tempo, impegno. Le conseguenze di 50 anni di cattivo governo (destra e sinistra oh yeah) prevedono un impegno continuo e competente da parte degli enti pubblici e delle associazioni. Lasciate il tempo e la tranquillità necessaria per poterlo fare. Basta schiamazzi e gridolini di vecchie e benestanti signore annoiate.

mercoledì 16 settembre 2009

LA POLITICA DELL'APPARENZA: ( TE LO DO IO L'AMORE PER LA CITTA')

A proposito di impegno e partecipazione attiva nella città di Valenza e per la città di Valenza... in questi giorni ci sono state una serie di manifestazioni proprio nella nostra bellissima città: abbiamo inaugurato due vie intitolate a due sindaci che hanno segnato la storia politica e sociale della città. Si è reso omaggio al monumento appena posato sul terreno del Parco del Po in onore di partigiani valenzani che hanno lottato per la libertà della nostra città e dell'Italia. . Sono stati poi commemorati i martiri della Banda Lenti, ventisette giovani uccisi il 12 SETTEMBRE 1944.
Molti tra rappresentanti dell'amministrazione locale e delle forze politiche e cittadini erano presenti per rendere onore ai nostri concittadini. Ma mi sono stupiTa dell'assenza di una persona che tanto aveva rivendicato una presenza attiva nella città ...
INFATTI.....
Avevamo sentito durante la campagna elettorale per le provinciali di Alessandria una candidata mai vista a Valenza (non residente a Valenza e candidata proprio nel suo distretto per il partito democratico) , piena di amore e di interesse per la nostra città. ( MALGRADO FINO A QUEL MOMENTO NON AVESSE MAI FATTO NULLA A VALENZA )


C'è persino un video che testimonia la sua accorata dichiarazione d'intenti ed affezione per Valenza, ricordando agli elettori che, benchè sino ad allora non aveva fatto niente per la città e non si era interessata di nulla che potesse essere a beneficio di Valenza, lei invece era piena di amore e di voglia di fare a favore dello sviluppo culturale e commerciale della nostra città.



Terminata la campagna elettorale ( non è stata eletta. Forse non ha convinto i cittadini?) l'interesse per la città ed i suoi cittadini probabilmente si sarà afflllievolito sempre di più sino a scomparire del tutto, dato che non ha partecipato a nessuna delle iniziative svoltesi in città e nessuno l'ha mai più vista nè proporre qualcosa e nè opresenziare alle manifestazioni come faceva nei tempi della campagna elettorale.



Eppure nel suo blog per i quindici, ripeto, quindici giorni di campagna elettorale aveva profuso dichiarazioni e promesse alla cittadinanza per una partecipazione attiva a favore di questa città che lei amava, oh sì, che amava!! In fondo c'era stata .. quando? tanti anni fa... FORSE CI DOVEVA ESSERE PASSATA DI "SGUINCIO" A SEI/ SETTE MESI .. dolce batuffolo rosa.... ...ho ancora le lacrime agli occhi dalla commozione rammentando i toni accorati ed appassionati che esprimeva nel dirlo)
Allora, cari cittadini Valenzani, anche noi ci ricorderemo nevvero? E della sua faccia e DEL SUO NOME ( S
TEFANIA NOVELLO) del suo interesse per la città... per le prossime elezioni!!!!!!

Un consiglio ai simpatici coordinatori del Partito Democratico di Valenza: per le candidature alle prossime elezioni converrà presentare qualcuno davvero interessato alla città e non solo alla poltrona !!!


martedì 15 settembre 2009

L'UOMO CHE NON HA

Perchè ci sorprendiamo se qualcuno commette atti crudeli? Perchè ci meravigliamo ed anzi, quasi ci pare impossibile che qualcuno trascini una donna dietro un cespuglio e cominci a colpirla sul viso e sul ventre con colpi precisi e netti di mano larga e di dorso robusto e che infine le strappi la gonna e così senza pensiero si slacci i pantaloni ed esegua un atto che ha il canto dei fiori e della poesia e invece lo rende morte, fantasma di orrori e di misfatti sanguinari e di odio inspiegabile e brutale......?
Noi siamo interdetti.
Ma non perchè una persona muore. N0n perchè una persona viene uccisa. Ma perchè in quell'atto molti di noi non trovano l'uomo, non riconoscono il genere umano.
E ne siamo atterriti.
Allora il punto è questo: Ho parlato spesso di anima come di qualcosa all'interno di noi che ci chiama e ci dimensiona. E credo in questo fermamente.
Ma non tutti ce l'hanno.
Avete compreso benissimo.
Non tutti hanno il dono dell'anima.
Non tutti gli esseri umani possono ascoltare il suono profondo dell'essenza divina dentro di noi.
Molte persone hanno il vuoto glaciale del nulla che si rigenera da se' stesso in un senso che non ha senso se non nella trascendenza del vuoto abissale e del respiro malefico.
Chi ha il peso di questa assenza ingombrante cerca di riempirla con i gesti , le parole, le sicurezze dei tratti del volto e del corpo.
Certe volte non ci accorgiamo d'avere a che fare con una persona senz'anima perchè questa parla con toni gentili e con modi affabili. Capita anche che ci innamoriamo dei suoi tratti lievi e della sua apparente vulnerabilità.
Ma dopo un po', attraverso il suo fiato confuso e oscuro (ma solo se stiamo molto attenti ) potremo scorgere la povertà emotiva, l'intelligenza arida, il sorriso vacuo e torvo, lo sguardo abbandonato al nulla. E' lì che alberga il demonio : in questo spazio vacuo e sterile forgiando da questo cunicolo scuro e putrido la figura dell'uomo, diventando una vita confusa tra le genti illuminate e vere.
Allora non dovete soffrire, davvero non soffrite se vi capita di incappare in un volto senza anima, ma abbiate la fermezza d'allontanarvi senza indugio e senza rimpianti.

lunedì 14 settembre 2009

IL MALANDRINO E LA DOLCE FANCIULLA

C'era una volta, tanti anni fa, un malandrino beffardo ed arrogante che pensava di poter tutto su tutti. Col cappello piumato e baldanzoso girava per le vie del suo quartiere. Era un quartiere tristo e degradato ma il giovane uomo era convinto che il mondo fosse riposto allo stesso modo così ... pieno di erbacce e profumato di quei rifiuti acerbi.
Mentre passeggiava, senza una meta, vide di lontano una leggiadra fanciulla accucciata ai piedi di un acero rigoglioso . Era una gentil donna di bellezza ornata e di costumi nobili . Quando si fece più appresso s'avvide che la fanciulla piangeva e, levatosi la piuma col cappello chiese con modi affabili e cortesi: " Cosa c'è cara fanciulla di così grave per cui il vostro cuore debba sanguinar cotanto impallidendo un corpo sì soave e leggiadro? "
La fanciulla si scosse appena e rispose senza alzar il capo dal terreno: " Ho nel castello una gravissima minaccia. Non ho cuor di tornar laggiù a meno che qualche giovane coraggioso non mi faccia da scudiero"
Al giovinotto così forte ed intrepido , non parve vero di farsi innnanzi e sentenziò con forza: " Mia cara dama sarò il vostro cavaliere!" Ma già pregustava ore assai diverse da queste occupate dal pianto e dal tormento. Lei disse ancora un po' timidamente:
" Vogliate allora, oh messere, darmi il vostro braccio ch'io mi possa affidare totalmente alla vostra forza e alla vostra maestria"
Il malandrino svelto si avvicinò alla dama e , sbirciatole tra le carni rosa e palpitanti , strinse il suo fianco e principiò il cammino.
Giunti al castello la dama accellerò il passo, lui la seguì con modi da gradasso e già nelle scale di quel bel palazzo l'avvinghiò stringendole la vita e disse: " Anima mia, non abbiate paura di nulla, sono venuto qui per essere il guardiano del vostro corpo soffice e del vostro cuore verginale." Dopo queste parole, serrato l'uscio, iniziò senza indugio a prender diletto di lei e delle sue grazie.
Lei, che dapprima emise un debole lamento , alla fine cedette al possente assalto chiudendo gli occhi senza più altro dire.
Quando fu sera il messer si tolse dall'abbraccio ignudo e esausto della dolce tenzone.
Fu in quel frangente che quella dama gli si fece appresso e disse: " Dove credete d'andare mio caro messere, proprio ora?"
Egli si volse scosso dallo stupore di sentir nella sua voce un altro tono meno soave se non dir quasi diabolico.
Fu in quel momento che dalla fanciulla si levò un ordine assai strano, battè le mani e subito entrarono due grossi servitori ignudi sino alla cintura e provvisti di scudisci e di balestra.
Il messer un po' intontito disse: " Ma mia dolce donzella non avevate bisogno d'aiuto? E dunque questi servitori non bastavano ai vostri bisogni?"
Quella fanciulla tirò indietro il capo e rise così sguaitamente di gusto, che sembrò una strega:
" Mio pover giovine, voi conoscete solo il quartiere vostro e le minestre che vostra madre si appresta a farvi trovare sulla tavola senza grandi rinunce, Ma io che conosco il male l'ho reso schiavo dei miei voleri più segreti. La vita non è quella che incontrate un po' innocentemente nella vostra via al sud del continente, ma c'è dell'altro che voi non sapete e a volerlo dir assomiglia all'inferno"
Così detto spinse un bottone e si aprì un a parete fatta di sottili travi appuntite

"Sono un vampiro e pel mio bisogno sempre di sangue mi devo dissetare. Credete davvero che delle mie grazie faccio dono senza infine nutrirmi di quello che c'è di più prezioso? ossia il vostro sangue ingenuo giovane!!"
Appena terminò di parlare i suoi servi spinsero il giovane beffardo contro la parete che si richiuse quasi a spremere un arancio del suo succo portentoso.
.......
E la morale della storia è semplice:
.....
Spesso s'è convinti d'ingannare gli altri, mentre la corda già si stringe intorno e senza rimedio vi trascina in fondo.
a

domenica 13 settembre 2009

I DICIOTTO ANNI DI NOI CAVALIERI



Ora che siamo comodamente seduti e rilassati possiamo farci una piccola confidenza: vorremmo veramente tornare a festeggiare i nostri 18 anni?






Magari c'erano le feste. E la vita era tutta da costruire. ma costruire come? Ti pareva che questa tiritera di avere la vita davanti ti impedisse di avere una vita subito. ....



C'erano sempre quelli con più anni di noi che erano sicuri di se' e loro sembravano sapessero come era il caso di comportarsi. magari ridevano e noi ci chiedevamo cosa avessero tanto da ridere. Finiva che ci regalavano un paio di slip con raffigurata la torre Eiffel credendosi molto spiritosi. Ed intanto ci si sente sempre fuori posto.
Mi sembrava mancasse qualcosa......E' stato un po' di tempo fa.

Però era bello il momento della torta e tutti che mi guardavano e mi festeggiavano


Ora c'è Chiara che è così carina . ha gli occhi vivacissimi


E poi adesso ho un ruolo prestigioso, sono una persona importante: sono la mamma di Francesco. Quando mi presentano dicono: " Questa è la mamma di Francesco. "
Caspita ! Mi da una certa serenità sapere di essere qualcosa di preciso.


Magari vorrei ridere meno. Dire qualcosa di significativo. Tipo: di essere prudenti. Di non credere a ciò che viene detto. Insomma di valutare, ponderare. Ma anche di avere molti progetti. Vorrei dire che i progetti magari non si avverano, ma averli è entusiasmante, è eccitante e da un senso ai giorni che impegniamo nella nostra esistenza. Non lo dirò: non è oggi il mio tempo. Io sono da sfondo ad una festa non mia. Sono la scenografia alle spalle di una commedia dove non sono la protagonista. Per questo sorrido e basta. Insomma: auguri Chiara.


sabato 12 settembre 2009

CITTA' DI VALENZA : CIO' CHE AVVENNE DOPO L'OTTO SETTEMBRE 1943. LA BANDA LENTI




Vle Vicenza a Valenza: Il Sindaco Gianni Raselli, il Vice Sindaco Marilena Griva, l'assessore Regionale Daniele Borioli, il rappresentante ANPI Luigi Sanlorenzo rendono omaggio alla lapide apposta nel luogo dove fu ucciso il comandante della banda Lenti mentre tentava di fuggire.


"E' pomeriggio. E' il 12 settembe 1944. 26 giovani dai 20 ai 24 anni vengono portati ammanettati nel cimitero di Valenza e presso il muro di cinta vengono abbattuti a colpi di mitra . Furono finiti quindi con un colpo di pistola alla tempia. Il comandante di questa brigata era stato ucciso il giorno prima.
La brigata si era formata dopo l'otto settembre del 1943 . Agostino Lenti lascia l'università e torna a casa. I giovani erano stati richiamati alle armi da un bando emesso dalle autorità della Repubblica sociale . Furono moltissimi i retinenti. Agostino cercò di sondare chi era disposto a sottrarsi alla leva e far parte del gruppo. In breve tempo il gruppo raggiunse le undici unità. Avevano pochissimi strumenti per poter attuare attività di boicottamento. La loro prima vera azione fu messa a segno nel giugno del 1944 . Era stato fermato un giovane di Camagna che aveva disertato. il nucleo della banda Lenti Entrò in azione e lo liberò . Da quel momento le azioni si susseguirono a breve distanza."



Il corteo attraversa le vie della città di Valenza per giungere al Cimitero dove è stata apposta una lapide nel punto preciso in cui furono trucidati i ragazzi . Qui il Comandante Polizia Municipale Valenza Andrea Remondetti e L'assessore provinciale Pubblica Istruzione Massimo Barbadoro

Ecco il corteo. Il Comandante della Polizia Municipale Andrea Remondetti , l'assessore ai lavori publici Salvatore Di Carmelo , L'Assessore al personale Gian Luca Barbero , il coordinatore Partito Democratico Francesco Bove .





L'assessore regionale Daniele Borioli.e i sindaci dei paesi vicini.
Il nostro Sindaco Gianni Raselli ....... La lapide con il nome di tutti i ragazzi
.......................... ( ci sono anch'io)

"Sull'episodio delal cattura ci sono molte versioni. Si dice persino che all'interno del gruppo vi fosse stato un traditore. Comunque è probabile che sia stata una soffiata poichè i nazifascisti arrivarono nella cascina di Madonna dei Monti ( a Camagna AL) alle prime luci dell'alba proprio dove si trovava il gruppo dei partigiani. Furono sorpresi quasi nel sonno.
Vennero caricati sui camions e trasportati a Valenza dove vi era la sede del Comando tedesco. Il comandante Agostino Lenti con Niko si trovavano in una macchina. Cercarono di scappare, ma mentre Niko riuscì a fuggire Agostino Lenti non riuscì quasi a muoversi e venne giustiziato sommariamente sul posto con un colpo alla nuca.
Il resto della formazione fu condotto durante il pomeriggio presso l'edificio scolastico di Viale Cellini .
Improvvisarono una specie di processo/ farsa. che sentenziò la pena capitale. Furono percossi violentemente e quindi portati davanti al muro di cinta del cimitero.
l'esecuzione iniziò alle ore 16,30.

C'era la vendemmia in quei giorni. E quando si vendemmia si sente sempre cantare. Durante quella vendemmia non si levò alcun suono. "

( dal libro di Daniele Borioli , Assessore Regionale della Regione Piemonte " la Banda Lenti" )




Assessore Cultura Comune di valenza Giorgio Manfredi................Vice Sindaco Lu Monferrato Salvatore Di carmelo
* Chiedo venia al comandante Remondetti per aver scritto in modo errato il suo nome.

mercoledì 9 settembre 2009

L'ODORE E LA NOTTE

Non c'era che lui in quell'oscurità dilatata e se pure non lo vedeva immaginava le sue labbra bianche sulla sua carne invisibile nel letto e nella stanza.
Poteva sentire il fruscio leggero dei suoi capelli sottili e sbiaditi tra le gambe e la notte tutto intorno. Era immersa totalmente in quella macchia senza luce tanto da non percepire neppure la forma del suo corpo. Lei non era che oceano profondo e vischioso . Non riusciva a individuare il confine del suo abbraccio e del calore intorno fatto del suo respiro. Lei era tutt'uno col buio. Infatti.
Aveva proprio la sua pelle tra le dita? Apparteneva a lui che aveva parlato in quei giorni , e quella bocca che aveva sorriso e deciso alfine di dire "sì" ed ora tra le sue labbra, ora, era sua e poteva sfiorarla, poteva averla contro di se' e goderne come se le appartenesse in quel momento e per sempre?

Eppure , nel buio e nel silenzio sembrava il fruscio solo il tonfo sordo della strada oltre la finestra . Non lo sentiva più: forse non c'era.
Allora si sedette nel letto e con le braccia , a tentoni nel buio, volle attirarlo a se' per prendere il suo corpo e riconoscerlo passando le mani sul viso e tra i capelli e sulle palpebre tremanti.
Lei teneva gli occhi sbarrati per guardare meglio quel nero denso e voluttuoso. Ascoltava il passaggio delle sue mani sul ventre e sul sesso.
Lei si sentiva come fosse stata una distesa infinita di sabbia finissima. Si sentiva interminabile. Ma lui non parlava. Lei poteva riconoscere l'odore sudato del suo affannoso tendere a lei e cercarla e desiderarla e premerla come sostanza malleabile fatta di argilla e d'acqua. Lei poteva sciogliersi su di lui come liquido colante. Poteva avvolgerlo e prenderlo tra le gambe sottili di insetto tropicale.

Lei aveva quasi paura che la sua voce si alzasse a segnare un limite che ormai aveva valicato.
Lui non avrebbe voluto stare nel suo letto. In quei giorni era stato molto indeciso. Diceva: "Non voglio. Tu mi farai destabilizzare"
Erano insieme, infine. Quasi non ci credeva. Lei accarezzava i suoi capelli che sapeva rossi e immaginava lo sguardo lacrimoso e chiaro dei suoi occhi lucenti. Poi smise di guardare l'oscurità davanti. Non poteva pensare a questo. l'amore è sempre un inganno inconsapevole. La ragione non può raccontarlo.
Allora lei si lasciò cadere nel buio e divenne lei stessa universo nero ed olioso per accogliere profonda e muta il turbinare confuso e misterioso della notte.
In questo modo era così pregnante di lui che si sentì trasformare nel suo odore.

martedì 8 settembre 2009

LA VERITA' NON RIVELATA

Avevo delle cose da dire. Eppure sentivo che nulla di quello che il linguaggio ti permette di esprimere avrebbe mai potuto rappresentare l'ardore confuso che ribolliva indocile e tremante in me. Dunque non mi era possibile comunicare.

Non mi era possibile convincere. Incontrare, allora. Essere insieme agli altri e condividere il sentimento feroce che vibrava nelle mani e nel petto silenzioso, ma violento anche e crudele perchè solitario e indipendente.

Cosa sarebbe rimasto nella mente se non tracce informi di sguardi innocui e irrisori, niente, ma niente di ciò che il mio silenzio significava, niente che fosse riconosciuto indelebile.

Le parole, allora. Parole scriteriate.
Le parole scivolano senza peso sugli altri come l'acqua trasparente sfiora superfici impermeabili, senza possibilità di assorbirne il vigore ed il sentimento, ma anzi, avvizzendone la spinta , la passione. Prosciugandone il canto.

La parola ha depredato il sentimento della sua natura esiziale. Ho parlato. Ho parlato, anche. Ci ho provato. Ma per poco tempo.
Cosa ne sarebbe rimasto di me se non il ricordo del gesto puerile di una carezza, del bacio senza palpito nella mia carne svuotata e negata alla spiritualità eterna?
Dunque!
Sono legata al mio segreto inespresso perchè indicibile.
In questa rivelazione c'è il senso della solitudine agìta, C'è la misura della distanza incolmabile, ma anche l'affranto straziante dell'assenza inevitabile.

lunedì 7 settembre 2009

E' INUTILE FARE GIRI DI PAROLE


VADO AL NOCCIOLO DELLA QUESTIONE:
NON SO PERCHE' MA HO IDEA CHE IL PROPRIETARIO DI QUESTA, CHIAMIAMOLA, UTILITARIA
( POSTEGGIATA CON NONCURANZA IN UNA VIA DI ROMA)
DEVE ESSERE UN TIPO INTERESSANTE......

BENE, CHIUNQUE SIA, FACCIO UN APPELLO
CHE SPERO NON RIMANGA INASCOLTATO :

MI CONTATTI AL PIU' PRESTO.

NON HO PREGIUDIZI DI SORTA:
ANCHE RESIDENTE OLTR'ALPE O EXTRA COMUNITARIO
VI CHIEDERETE PERCHE'...
COME PERCHE ?!!

GLI DARO' IL MIO AMORE , GLI DARO' IL MIO AMORE E FIUMI DI PAROLE CHE PRIMA O POI, COME DICEVANO I JALISSE, CI PORTERANNO VIA..
MAGARI IN LIMOUSINE

I'LL GIVE MY HEART....
,
I 'LL GIVE MY HEART.......
.
I 'LL GIVE YOU EVEN MORE .......