giovedì 30 aprile 2009

OGNI ISTANTE


La mia invincibilità è riposta in un luogo preciso. Quasi un cassetto. Sentivo parlare di verità in questo tempo, sentivo parlare di amore. Ma io sapevo e tacevo crudelmente. La mia potenza ha un nome , ha un 'immagine. Io la vedo camminare nei marciapiedi rumorosi e non mi avvicino mai perchè non ne ho bisogno. La mattina copro la realtà con una coltre inespugnabile e mi avventuro tra la gente come un condottiero capace. Non ho che un filo leggero che mi segna il cammino verso ciò che mi piace, verso ciò che mi preme, lontano da me, ma trasfigurato in me, eterno nella mia anima. Eppure sono io la forza , eppure sono io l'azione benchè richiamo una unione anelata, un nutrimento essenziale. Richiamo te, amore. Ho pensato, stasera, di smarrirmi in questo percorso tortuoso di cunicoli buii, di vicoli stranieri, di non trovare l'altrove mai visto eppure posizionato nella mia mente come mi appartenesse visceralmente.
Sarà oggi o domani, lo sappiamo che succederà.
Ma ugualmente, credimi, vivo nell'eterno presente come se potessi averti in ogni istante ed anche averti mai.

martedì 28 aprile 2009

IL RICHIAMO

Mi dico " NO NO " ma non ci sono dei parametri psichici di riferimento. Mi dico: " No no" ma so già che non sarò io a scegliere. Malgrado mi trovi dentro a questo fluire lineare del mondo sociale so che sto tramando il mio personale disegno interiore. Non sono sciocca. Non lo sono. Posso trovarmi molte ragioni per ascoltarmi. Ma so già che non mi inchioderò ad uno stato che non mi canta. Mi dico: " NO NO " ma so già che ho un altro richiamo a cui non posso resistere

sabato 25 aprile 2009

LA RESISTENZA FRENATA

Siamo al 25 aprile. In paese si organizza un raduno di reduci, rappresentanti politici, cittadini e curiosi. Quindi si celebrerà la messa alle 10.00. Infine si svolgerà il corteo lungo il Corso. Tutte le volte mi sento molto a disagio. A disagio perchè ho grande tenerezza per questi vecchi signori nostalgici della loro giovinezza che sembrano sbucare dal nulla ogni 25 aprile e per questo uso così patetico e quindi deleterio che si sta facendo di questa festa. Mentre uno di loro passava da noi per ritirare i manifesti, gli ho chiesto: (subito pentendomi di farlo): " ma avete l'impressione che ora nella situazione in cui siamo sia il caso di festeggiare una ricorrenza alla quale poi non abbiamo fatto seguire i risultati sperati e voluti?"
Lui era un vecchio. era stanco. mi ha risposto come doveva: "intanto ricordiamo."
Ricordiamo come? Ricordiamo facendo cosa? Non facciamo così il gioco della destra? Festeggiamo una giornata, che avrebbe dovuto essere il punto di partenza per una politica di coraggio, di innovazione, invece è solo una ricorrenza che sa di stantio, come il giorno dei morti, come il giorno dei santi. Una festa che è già morta prima di essere festeggiata. Perchè da quel momento le azioni e gli interventi sono stati scadenti, improvvisati. I frutti sono davanti ai nostri occhi. Non abbiamo la cultura alla democrazia, abbiamo grande attrattiva per " il saperci fare" per lo sberleffo, le piccole truffe, le inadempienze e i raggiri. Il nostro governo presenta alll'Europa ed al mondo un'immagine decadente, pietosa e ridicola.
La cultura di questo meraviglioso paese è una cultura destrorza, che parla di tolleranza come se " essere tolleranti" non voglia dire ciò che significa davvero ossia " subire la presenza dell'altro" quando invece l'atteggiamento dovrebbe essere quello di" vivere in una comunità variegata dove non vi sia chi tollera e chi è tollerato."
Amo il periodo della resistenza. Amo quel momento eroico. Ma da quella fulgente scintilla sarebbe dovuto nascere una Italia migliore. Non questa. Cazzo.

venerdì 24 aprile 2009

EMOZIONI

E' l'anima che ci governa. L'anima è un Divinità misteriosa che si muove e stride di suoni fecondi. Lei emette segnali di desiderio e di languori focosi e insieme si gonfia di ansie e fragilità improvvise. Ci pare di soffocare di dolore. Ci riempie di lacrime, di sudori , di spaventi. E' lei che ci spinge a godere, a fremere per un uomo. A sentire l'attenzione e l'amore. Non posso che fermarmi e ascoltare il suono sottile eppure potente e trascinante. Mi fido perchè è pura e onesta. Non posso che cederle. Mi sciolgo al suo abbraccio. Lei non è nata in questo tempo. Ma è mille e mille anni oltre il tempo a cui sono abituata. non parla mai di matrimonio, di coppia, di ruoli sociali, di carriera. Lei parla solo d'amore, di angosce, di tormenti, di frenesia, di pulsazioni del sangue e del cuore. Non ha un documento plastificato. lei sorride di questo. Le sue ali la portano fuori. Non siamo che fatti di vento e di emozioni non di posizioni e di luoghi

giovedì 23 aprile 2009

VALENZA 1° MAGGIO PER L'ABRUZZO


La manifestazione ed il concerto di venerdì 1° maggio vogliono essere un momento di ricordo e di solidarietà, affrontando tali drammatici avvenimenti. ...Infatti, quest'anno, la tradizionale manifestazione provinciale indetta da CGIL – CSL e UIL si terrà proprio a Valenza, durante la mattinata e, dopo il corteo che partirà alle ore 10,00 da Piazza Gramsci, si concluderà nell'area verde del Parco Musolino con i discorsi dei delegati sindacali e di Sergio Perino – Segretario regionale SPI.Seguirà un'esibizione del Joy Singers Choir, gruppo di Valenza, attivo da diversi anni con un crescente successo.
Composto da oltre 30 vocalist hanno da poco riscosso un lusighiero successo a Londra. I loro concerti sono ispirati alla musica nera afro-americana, partendo dalla tradizione religiosa dello Spiritual, attraverso i ritmi del Contemporary Gospel, con forti contaminazioni Funky e Soul, fino a brani più sofisticati del repertorio Jazz moderno, con estemporanee escursioni verso il Pop, con cover di artisti di successo contemporanei.
Nel pomeriggio, a partire dalle ore 15,00 si avvierà la parte musicale della manifestazione, per concludersi verso le ore 19,00.Si inizia con un'interessante band alessandrina:
..........................................................I SINTOMI DI GIOIA.

A chiudere la manifestazione/concerto una band di Acqui Terme che, per la qualità delle proposte ha sicuramente conquistato un posto di rispetto nel panorama musicale italiano:
.....................................gli YO YO MUNDI.

Ci sarà anche un piccolo mercato di vendita dischi, bigiotteria, vestiti etnici ed altre cose. E naturalmente un punto ristoro con birra, patatine, hamburger , pastasciutta, salamini e vino.
... in più caffè , biscotti , cacao ed altri prodotti del mercato equo solidale

mercoledì 22 aprile 2009

LA GGGENTE

Io organizzo feste per la gente. Io amo la gente in senso astratto. Cioè quel che si può definire il modello di idea di " gente". La folla. La massa popolare. La adoro. Perchè si muove all'unisono. Sente il richiamo del sangue e della natura : ride contemporaneamente e contemporaneamente si diverte. Quando lavoro per la gente, ho lo spirito istituzionale di tutela e protezione. Uno per uno gli elementi che compongono la gente non mi piacciono molto. Ma Se lavoro per tutti li comprendo e li riconosco. Si muovono come un fiume ed io li attraverso appassionatamente.
Ho altri orizzonti.Vivo diversamente, ma sento questa mia diversità come una vicinanza ed una possibilità che mi conforta. E' la mia gente. Non potrei vivere nelle loro case. Io dovrei vivere sola, veramente. Ma, ugualmente, mi occupo dell'idea grandiosa di farli vivere bene. Io amo la gente. Voilà.

domenica 19 aprile 2009

LA DISTRAZIONE




Il mio tempo non è il tempo esterno fatto del ritmo cadenzato di questa pioggia tanto sottile da essere invisibile.
Ti ho parlato, oggi.
Hai detto: " sono andato a ballare " ed ho cercato di immaginare il momento del suono e dell'azione . Ho cercato di rappresentarmi il fluire di quella tua distrazione spensierata. Ma mi sono disgregata in tanti piccoli pezzetti ed ognuno annaspava in un oceano notturno, in un luogo perduto. Eravamo stati insieme in altre terre. La mia anima era nuda, allora. Non avevo il senso del tempo che procedeva in modo coerente e misurato. Ero fuori di me. Ero distratta, ma di una distrazione che mi allontanava dal mondo oggettivo e pressante. Ora la realtà reclama uno stato d'azione e di presenzialismo che mi inquieta. Mi fa perdere la concentrazione. Perchè voglio trascurare le esigenze mondane di questo attimo corrente. Ho altre vesti, altre forme di movimento e di svolgimento del mio respiro, del mio spirito. Voglio fecondare la mia coscienza, voglio domandarle la strada come il viandante straniero si appresta a fare per intraprendere un lungo e oscuro cammino. Non sono in questo tempo che pure ineluttabilmente mi attraversa e mi consuma. Sono nel momento dell'assenza, dello struggimento, della nostalgia. Nella spinta del desiderio. Nel silenzioso spazio della separazione. Vorrei parlare d'amore placidamente. Ma non sarebbe quello il mio amore nè la mia storia. Sono fuori di me. Sono disattenta al mondo.

venerdì 17 aprile 2009

LEI ERA ARRIVATA ALLA STAZIONE

Lei era arrivata alla stazione di Milano in una giornata di sole luminoso. Aveva attraversato la vasta piazza adiacente all'imponente edificio spinta da un vento caldo e gioioso. Era giunta al binario dove si trovavano tante persone piene di colori e trolley. Era immersa in quell'aria vaporosa di brusio festoso, di vestiti svolazzanti, di sollecitudini animose. E lei lo aspettava . Ma l'attesa non era un interruzione dell'istante, anzi, era ricca di prospettive premurose , di avvenimenti già vissuti , di speranze già sperimentate, in una mescolanza armoniosa di dedizioni provate e immaginate ed attese per i giorni insieme. Lei non sapeva cosa fosse ma aveva importanza trovare un nome a quel senso di svelamento del proprio essere profondo, quell'energia crepitante che la spingeva a muoversi ed ancora muoversi ed a compiere gesti e parole che trascendevano da lei e ne causavano una metamorfosi trasfigurante?
E' il desiderio che ci sostanzia dell'infinità dell'essere e fa emergere la nostra anima segreta, la nostra origine primordiale. Lei non aveva altri richiami se non il calore dell'incontro che avrebbe concretizzato il legame, che avrebbe plasmato l'amore. Non aveva un pensiero in mente se non la pulsione ardente che sgorgava dalla sua anima. Intanto il treno stava avanzando rumorosamente tra gli enormi pilastri d'acciao di quel giorno pieno di spazio lucente.

giovedì 16 aprile 2009

LA SEPARAZIONE


Lo avevi guardato a lungo ma il viso e l'immagine staccata da te non poteva che restituirti il senso di tormentosa lontananza e separazione. Non siamo che uni. Non siamo che soli e isolati nel corpo finito e compresso negli atti e nell'ardore. Non siamo che menti disperse nel vuoto, pensieri solitari e infruttuosi. L'amore si genera e si dilata nell'anima come illusione magica, come una fantasia beffarda : ti preme nella carne e la chiami per nome. Ma quale nome? Quale uomo? Tu non lo conosci.
E' un altro da te. Cammina su strade sconosciute e risponde a domande che non hai sentito. Sorride di storie di cui non hai goduto. Inonda la città fantasma della sua lava rovente. Scivola e cresce e si espande. E' altro da te. Straniero. Ostile quasi. Eppure tu l'hai amato. Abbracciato. Hai ceduto il cuore ed il calore della mente confusa e irragionevole. Non hai trattenuto ed aggiunto a te nessuna parte dell'altro. Sei solo sprofondata nel miraggio di una fusione amorosa ed immortale. Cosa fruisci? Cosa ami ora? Non hai che un vocabolo consueto e ricordi di azioni che non sono ora e non sono qui. E se allora non ti spingevi oltre la pienezza dell'istante, ora non puoi ideare un presente di condivisione. Sei staccata. Staccata. Asceta di sogni incomprensibili . Non ti confondi , non ti plachi, non ritrovi il tuo volto in altre forme intorno tra gli alberi e le colline lontane anch'esse e straniere e sole come te. Perdute. Non ti appartengono. L'universo si è levato allo sguardo ed alla comprensione della tua vita dissociata. Tu, isolata particella confinata nell'abisso di una energia incondivisibile.

martedì 14 aprile 2009

LA GIORNATA

Le pareva che fosse segnato nel viso o nello sguardo inquieto ciò che andava pensando. Aveva ricevuto qualche telefonata e, malgrado lei si fosse sforzata di impostare la conversazione su argomenti lievi e consueti, alla fine le avevano chiesto un po' preoccupati : " Ma che c'è?" Lei naturalmente aveva risposto: " ma nulla , nulla. " trasalendo un poco nel tono e nella voce. Aveva interrotto le telefonate bruscamente. La giornata l'aveva spiata, seguita già dall'alba, sino a tarda sera. Era stata con lei sempre . Così che lei non poteva ingannarla presentando il volto mite e mansueto, il portamento educato e austero. Lei avrebbe voluto ritornare alla spensieratezza che ti permette una avventura appena intrapresa. Avrebbe voluto la stessa voracità e la stessa curiosità giocosa di qualcosa di cui non si è ancora responsabili. Eppure lo sapeva che ciò che si intraprende inizia la sua corsa sfrenata verso una soluzione irreversibile: la pallina rotola leggera in terra e non fa altro che assecondare la forza che l' ha spinta e l'ha invitata al viaggio incantato. La giornata l'aveva svegliata soavemente con la luce primaverile ma poi l'aveva avviata al confronto con le sue fantasie puerili ed infruttuose, con le sue imposture inutili. Lei voleva mettere a tacere quel giorno facendolo morire al più presto e s'infilò il pigiama quando ancora non era tramontato il sole. Tutto divenne lontano: non c'era un' ombra od un suono lasciato come traccia di ciò che aveva fortemente voluto e vissuto. Perchè, per quanto si dia forma ai propri desideri ,diventano anch'essi asserviti alla loro realizzazione ed al loro compimento finale. Eppure, mentre si fasciava di coperte e lenzuola, si accorse che era solo in questa prospettiva che possono dimorare le nostre predilezioni più appassionate.

domenica 12 aprile 2009

SENZA TESTA


Lei non si vedeva mai la testa. Era piena di mani e di gesti continui , era piena di gambe accavallate e ticchettanti sulla strada del paese, era piena di braccia e di voci forti o sussurrate alla sera. Per il resto non poteva che immaginare lo sguardo ed il capo inclinato ed il senso di disagio e di noia nella smorfia delle labbra e delle sopraciglia aggrottate. Ma forse si sbagliava. Lei si ricordava un volto che non c'era. Era altro. Più disincantato. più rude. era altro. Ora lei era un' altra. Presentava l'immagine e la passione, la contrabbandava per amore e desiderio, ma stava parlando d'altro cioè il suo corpo era altro rispetto a chi parlava. E qualche volta passando davanti allo specchio se la trovava davanti questa donna, involucro di carne rosa e di sangue , di colore e pelle stranieri. Di occhi e capelli chiari. La guardava attentamente ma non la riconosceva in quella che aveva riso e gridato , in quella che aveva avvinghiato le parti del suo corpo in quelle di lui un mese fa. Era lei, ma non era lei . Poteva ben avere un' altra bocca carnosa e soffice. un altro seno ed un'altra pancia ardente. In ogni caso lei l'avrebbe presa su di sè e sarebbe stata Antonella in ogni caso. Unica.

sabato 11 aprile 2009

L' ISTINTO MORALE


C'è un istinto morale che trasfigura ciò che rappresentiamo nel corpo e nel gesto. Sono nata con questa aspirazione all'armonia dello spirito che proviene da ogni cellula palpitante del mio essere.
E' dentro di me eppure mi aggiro come forestiero e straniero in una laida deserta per giungere ad una completezza che mi appartenga veramente al di là di me ma anche in me in una comunione naturale con il resto dell'esistenza. Eppure non sono che indegna e infedele e inopportuna nelle azioni e nei sentimenti. Eppure non ho risposte . Non ho il conforto della realizzazione di un etica benefica. Eppure nascondo, congiuro, inganno. E mi pare che solo attraverso la negazione e la distanza dalla qualità maggiore della relazione profonda con me stessa io possa rintracciare l'indirizzo chiaro e la passione necessaria al mio percorso. Mi sorprendo spesso a trafficare come un cospiratore attento ai dettagli della sua opera criminosa. Mi guardo indaffarata nel gesto preciso e puntiglioso in un susseguirsi di atti necessari alla trasgressione, ma non accolgo la drammaticità della per - versione sorda che mi comanda.

venerdì 10 aprile 2009

LA VIOLAZIONE

Non c'è una strada già battuta. Il sentiero è vergine. Non c'è una vita che ti difende alle spalle e ti chiama per nome. Il tuo nome ha una immagine di un'altra storia. Non hai eredità che ti tutelano.
I campi sono rigogliosi di fiori nuovi e non hanno visto altro che questo sole infuocato e giovane.
Ti eri piegata ai suoni ridenti , avevi sorretto mani tese ed inerti. Avevi deciso, stabilito, urlato.
Avevi raccolto e sollevato pesi con la determinazione di un progetto fondamentale.
Ora il passato mostra un delirio di immagini quasi inventate. Sono semplici cantilene che non hanno sostanza . Vivo come un predone del deserto che galloppa furiosamente saccheggiando di attimo in attimo questa mia vita indolente e sprovveduta . Nessuno lo sa: ho le chiavi in tasca del forziere di cui mi appresto alla violazione.

giovedì 9 aprile 2009

IL PRINCIPIO DELLE COSE

Lei aveva un senso del tutto come vi fosse un legame intrinseco e non discutibile con l'universo intero. Lei ce lo aveva addosso come un principio delle cose ossia come un motivo per stare al mondo. Eppure intorno a lei gli avvenimenti sfilacciati e casuali non solo si susseguivano frettolosamente, ma spesso svanivano con le persone ed i sentimenti. Sentiva in cuor suo che per quanto lei fosse pienamente nel momento era il momento che sarebbe fuggito da lei . Non poteva illudersi. Ed anche se (come per un gioco delle ipotesi ) avesse immaginato un seguito cosa ne sarebbe stato del desiderio e dell'incantesimo ? cosa sarebbe diventato se non un impegno di consuetudini già note e già risolte?
Aveva visto un film in cui il protagonista diceva: "ti amo per il tuo rigore ma il tuo rigore ti allontana da me e senza questo io non potrei amarti. "
Fu attratta da questa impossibilità che era una scelta di attitudine e di personalità. Cos'altro può conservare intatto un desiderio se non la sua fuggevolezza?

mercoledì 8 aprile 2009

TERREMOTO:NON SCRIVERÒ SU QUELLO CHE È SUCCESSO

Non ho parlato affatto di ciò che è successo. Neppure lo farò ora. È troppo facile invitare alla riflessione come qualcheduno ha fatto con piglio saccente ( come se invitare alla riflessione fosse un segno di personalità riflessiva) Riflettere su che? E la parola solidarietà è stata pronunciata e scritta talmente tante volte da renderla quasi priva di contenuto. L'immagine del mondo attuale non si concilia con il concetto di relazione, di comunione, di collettività. Non viviamo che in modo individuale, chiusi in case mononucleari, in attività solitarie, in pensieri e sentimenti egocentrici. Il danno del prossimo rimane in ogni caso staccato da noi, pur se vicino anzi, quasi ci tocca. Ma il senso reale della condivisione, della interazione non abita le nostre case e le nostre abitudini. Il dolore, poi, non è condivisibile e non possiamo parlarne come se ci appartenesse. È doveroso contribuire alla ricostruzione, alle soluzioni del danno, ai provvedimenti da intraprendere. È d'obbligo che lo Stato sia presente finanziariamente e che si adoperi e che non ci distragga con chiacchiere inutili. Gli avvenimenti sono sempre vissuti soggettivamente e permettersi delle ipotesi sentimentali non è rispettoso per chi vive veramente e dimora nel disastro e nell'accadimento. Per questo non ho scritto e non scriverò mai su quello che è successo.
Il dolore merita rispetto. Il danno deve essere riparato.

lunedì 6 aprile 2009

TERREMOTO IN ABRUZZO

Dal blog di Matty:

Stanotte alle 3 e 30 il mio letto ha tremato, l'armadio di fronte a me sembrava volesse cadermi addossi, i libri sono caduti dalla libreria....e abito a Pescara, una delle zone dove il terremoto è stato meno intenso. Ho passato la notte a consolare mia figlia di 4 anni che non la smetteva più di piangere e stamattina sono stato attaccato al cellulare con la speranza di contattare i miei amici che vivono all'Aquila.
Il risultato è che su 9..7 non hanno più una casa, tutti e nove sono terrorizzati, tutti e 9 hanno parenti senza casa o feriti gravemenete.
VI PREGO CON TUTTO IL CUORE DI AIUTARE L'ABRUZZO E GLI ABRUZZESI.
NON DIMENTICATECI
DONATE IL SANGUE O INVIATE COPERTE E CIBO ALLA CROCE ROSSA O CONTATTATE LA SEDE DELLA PROTEZIONE CIVILE VICINO A VOI.
LA SALUTAZIONE NELLE PARTI PIU' INTERNE DELL'ABRUZZO E' DA SCENARIO APOCALITTICO E LA SITUAZIONE DI MORTI E FERITI E' DESTIANATA A CRESCERE
FATE QUALSIASI COSA CHE E' NELLE VOSTRE POSSIBILITA'...QUALSIASI COSA MA VI PREGO FATELA!


Matty ha detto...
La Croce Rossa Italiana lancia "un appello di emergenza a livello nazionale, chiedendo a tutta la popolazione di partecipare ad un grande sforzo di solidarietà per alleviare la sofferenza di tutte le vittime del terremoto che ha colpito la regione Abruzzo".

Per effettuare donazioni alla Croce Rossa Italiana si possono utilizzare: il Conto corrente bancario C/C n. 218020 presso Banca Nazionale del Lavoro-Filiale di Roma Bissolati - Tesoreria - via San Nicola da Tolentino 67 - Roma, intestato a Croce Rossa Italiana via Toscana 12 - 00187 Roma, codice Iban IT66 - C010 0503 3820 0000 0218020, causale pro terremoto Abruzzo; il Conto corrente postale n. 300004 intestato a Croce Rossa Italiana via Toscana 12 - 00187 Roma, codice Iban IT24 - X076 0103 2000 0000 0300 004, causale pro terremoto Abruzzo. E' anche possibile effettuare dei versamenti online, attraverso il sito web della Cri all'indirizzo: [www.cri.it]

domenica 5 aprile 2009

SONO ANNEGATA NEL BUCO PROFONDO




Sono sprofondata nel mio antro nascosto, sono annegata nel buco dell’essenza acquosa che sono . Sono in fondo al profondo cunicolo buio, invisibile e assente a quella realtà che finora identificavo "reale”. Sono immersa in questa oscurità di me e del mondo intorno da sentirmi un' unica sola entità densa di liquido e dolce di pelle che si gonfia e si dipana nel nero totale. Sono confusa nella sostanza oscura che sembrava staccata da me perché non la vedevo che con gli occhi ciechi ed inutili che non mi appartenevano. Mi sbagliavo. Non sono quella che vedevo salire sull’auto vestita di nero o in jeans colorati. Non sono quella che ha parlato ed ha usato termini comuni, linguaggi consueti. Non sono questo. Non sono.

Sono stata inghiottita all’interno di me , sono stata ripresa dal mio corpo, come riportata ad embrione inconsapevole e bisognoso di sostanze vitali. Sono da partorire, da rinascere. Sono nel mio buco di donna come figlia e come madre indegna e assetata del messaggio di morte e di speranza che naviga con me in questa oscurità viscosa e fecondante . Non sono la strada dell’ufficio, non sono il buongiorno assolato. Sono il buio che non si vede. Sono lo sguardo pieno dell’infinita oscurità di cui è fatta l’esistenza. Sono melma e desiderio e passione d’acqua e di terra che scorre e si insinua in se’ stessa, mai fuori di me perché il fuori non esiste. Tutto è fuso e colante nell’universo. Indistinguibile.

venerdì 3 aprile 2009

GUARDAMI


Guardami. Non sono qui per promuovere teorie esclusive. Non m'importa. L'essenzialità della nostra esistenza è nel legame, nella empatia con l'altro. Nel respiro comune. Vedo molte cose , ma le attraverso in modo cronicistico. Invece, se guardo, il mio raggio luminoso mi indica il percorso per raggiungere la tua anima. Guardami. Lasciati prendere dai miei occhi, dammi il tuo sguardo, incrocia questo passaggio invisibile tra di noi, oltre di noi e oltre quello che ancora non sappiamo di essere: lo sguardo è l' unico ed esclusivo veicolo per la fusione con l'altro. Non può esserci un 'altra occasione di comunione perchè lo scambio è viscerale.. Per questo, ti prego, guardami. Guardami. guardami, proteso ed attento alla direzione profonda e penetrante della spinta del mio essere profondo.
Donald Winnicott diceva: "Quando guardo sono visto, quindi esisto." Lo sguardo è movimento continuo, è nel tempo reale, non rimane indietro al sogno passato: è lì' intento a vivere ed a palpitare nell'occhio dell'altro, della sua dimensione ancestrale più segreta. Non può mentire o camuffarsi nella parola e nel tono suadente. E' qui , caldo e rigoglioso e zampillante di fuoco vivo, di sangue ardente. Se mi guardi io posso sapere. Io posso avere una risposta. Guardami , ti prego.
Guardami....