Lei aveva paura,
lo si leggeva in volto, negli appunti, nel suo diario di bordo, era molto simile ad
una nave incapace di attraccare, di fermarsi, di assestare la sua indomita
marcia nel procelloso oceano del sentimento.
Sì, la paura la rendeva molto simile ad un gatto: si nascondeva, tendeva
agguati, affilava le unghie, gonfiava il petto ma era incapace di
offendere.
La sua specialità era difendersi: ergeva torri
invisibili ma facilmente sormontabili da chi era abile a decifrare il suo
segreto, quell’àncora che la rendeva unica: l’amara dolcezza del suo
interloquire.
Era capace di scrivere le più entusiasmanti note – che sempre erano la traccia
del suo misterioso vissuto – ma quando osava parlare si difendeva, si
nascondeva, si celava dietro quella sua voce sottile e chiara che destava – in
chi aveva l’ebbrezza di ascoltarla – una inquietudine misteriosa.
Lei era come sospesa tra desiderio e repulsione: ogni cosa aveva in se' il
movente per attrarre ed il gesto che l'avrebbe allontanata.
Per sempre.
Eppure i suoi sensi erano la locomotiva del pensiero, lasciava spaziare
in ogni dove ogni traccia di lui per averne percezione, per, e qui usava
un’espressione a lei molto familiare, averlo addosso.
Dove quell’averlo stava per custodirlo, preservarlo e possederlo. Il senso del
possesso era il solo modo per fugare ogni dubbio, ogni tentennamento, ogni
possibilità di rinuncia.
Aveva deciso, sì, aveva tagliato dalle fondamenta del suo pensiero ogni
eventuale differimento.
E la paura iniziale – perché l’accompagnava in ogni decisione anche se lei era
in grado di dissimularla meglio di un attore – ben presto lasciava il posto
alla scrittura di quel romanzo che aveva iniziato a pubblicare a puntate nel
suo segreto spazio planetario.
Cercava non il finale, ma il testimone, per dare al suo infinito racconto
un’impronta, un’immagine che fosse la cifra di sé e del suo impeto che
ondeggiava.
2 commenti:
Oscuro, vertiginoso, calamitante e a strapiombo sul mistero della femminilità più impervia :-)
Cucito addosso e in procinto di strappassi. Sei tu.
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