Ho poche esigenze. Intanto non ho interesse a prendere la metropolitana e questo è un bel vantaggio soprattutto perchè in questa città non passa. Non prendo l'autobus e posso stare senza macchina per sempre.
Posso cadere in letargo finchè voglio e consumare pochissimo. Il mio cambio di abito è in relazione alla mia diponibilità al mutamento. Non nego d'avere avuto il mio periodo di appetiti voraci, ma l'ho accantonato da un bel po'. Ho l'aspirazione alla continenza, non mi va di sciorinare le incongruenze che si presentano, fino a che queste incongruenze non mi vengono a cercare, fino a che non puntano il dito sulla mia irreprensibilità , come fossero loro le anime candide. Allora sono costretta ad avanzare. A puntare i piedi. A prender l'armi contro il mare di guai e, combattendo, cercare di annientarli. . Amleto si chiedeva se fosse stato più nobile sopportare le ingiurie, le vessazioni, le calunnie, oppure lottare e patire uno scontro duro e violento. Semplice: bisogna muoversi , parlare e rivelare il danno. Per quanto possa essere pesante.
Non dipende da me: è colpa degli oltraggi, delle violazioni se parlo o scrivo.
Per me la vita deve essere parca. scarna quasi smilza. la vita deve essere trasparente, leggera, snella, tersa. Vorrei poterne vedere il fondo come in un mare limpido e privo di impurità . Allora non avrei niente da dire. Mi piace godermi le cose intorno che mi riempiono la vita totalmente. Non cerco piedistalli. Sono in alto già di mio.
Qualcuno ha scambiato la mia pienezza per un controllo di competenze misteriose.
Non era così, ma come poteva saperlo ? Ciò di cui non si ha comprensione suscita apprensione.
Il mondo è abbastanza grande per soddisfare i bisogni di tutti, ma è troppo piccolo per soddisfare l'avidità di alcuni. Ciò che resta da fare è la conseguenza inevitabile di questo pensiero.
1 commento:
Bellissimo brano, Anto...questo passo lo sottolineo, è stupendo: "...Non cerco piedistalli. Sono in alto già di mio...", per levatura concettuale mi ha ricordato i famosi versi di Walt Whitman, quando diceva: "...mi contraddico? Ebbene sì, mi contraddico, sono ampio, contengo moltitudini...".
Vivere del proprio giusto: è questa la grande sfida che dobbiamo vincere se vogliamo superare l'impasse di questo periodo storico...altro che riforme e politicate varie...d'accordo, sono indispensabili pure quelle, ma se non si cambia l'uomo nella sua essenza, sarà sempre uno strascicarsi dietro le magagne esistenziali di sempre...
Godere delle cose semplici ma fondamentali, tornare ad assaporare i gusti veri del vivere, dare un calcio in culo ad una caterva di sovrastrutture modaiole che sono divenute ormai come catene di una schiavitù mentale e fisica odiosa...non sarà facile, ma intanto ci proviamo :-)
Bacini decrescenti :-)
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