Dunque parliamo: Non ci facciamo mancare le parole in una rincorsa crescente di termini e etimologie senza limiti. Le parole ci forgiano e ci fanno spazio come macheti taglienti IN una vegetazione rigogliosa di silenzi. Dunque diciamo. Diciamo , convinti di trasmettere il senso che abbiamo dato al suono confuso delle nostre idee fattesi voce , trasformatesi in richiami imperiosi che vogliono sedurre in un incontro che non sarà deciso dalla parola. Ma quale senso andiamo svelando se non la nostra realtà interpretata dal bisogno e dal sogno che ci abita?
Non mi convinci, no. Non mi convinci. Smettila di parlare. Quale effetto può germogliare da un mondo trasceso e il cui codice mi è ignoto? Non c'è scambio , quindi, se non nel silenzio che ne è il suo reale aspetto fondante. La parola sacrifica il mondo che può svelarsi a se stesso quando non viene definito. Mi affido al silenzio.
1 commento:
Ciao Antonella,
ti seguo sempre, anche se non commento.
sempre brava.
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