venerdì 31 luglio 2009

NON SONO TANTO SICURA

Allora sto per partire.
Mi porto due libri: " l'amore liquido " di Z. Bauman e " Qualunque cosa succeda" di U. Ambrosoli.
Per il mio problemino ho preso TRIADE H , è un prodotto recente. Molto buono. Consigliato da un fornitore ( e poi dicono di tenere il lavoro fuori dalla sfera privata) .
Porterò tante candele e farò il bagno notturno alle cascate di Saturnia illuminandomi di fiammelle. Perchè lo dico? Ma perchè questa immagine è di per se' stessa CARICA di eros. Poi in pratica vi dirò. Perchè una cosa è la fantasia ed un' altra la nuda realtà, ma prometto che almeno l'aggettivo di realtà ce lo metterò.
VI VOGLIO RIVELARE UN SEGRETO: in certi momenti bisogna mettercela tutta per essere felici e tirare questa felicità verso di se' sino a che da sola ci scivolerà a fianco SENZA FATICA. Ma anche su questo vi dirò se nei fatti è proprio così , perchè non ne sono mica tanto sicura.

mercoledì 29 luglio 2009

L'AMORE CHE FERISCE


C'era nell'aria di quella sera estiva il profumo tiepido dell'erba arsa al sole per l'intero giorno.
Dalle persiane aperte lei ascoltava distratta tutti i suoni della strada.
Gli scooter schizzavano velocemente e due donne al balcone si passavano lamentele sul tempo afoso.
Lei, invece, stava distesa, nuda, tra le lenzuola e guardava i tetti delle case di fronte. C'era nell'aria ROSEA di quella sera una nuova intenzione.
Lui intanto, andava e veniva dalla stanza mettendo in ordine senza parlare. E lei si chiedeva se sempre si può discutere sulle proprie emozioni. Misurarle e giudicarle. Ma sapeva, in ogni caso, che se anche avesse deciso di inseguire le lusinghe delle sue aspirazioni, sarebbe stato faticoso e improduttivo. Non voleva pensare a quelle cose in quella strana sera.
Lei quasi toccava con mano l'atmosfera della stagione miracolosa che si apriva al vento gioioso nella città. C'era una luce così fluente e magica.
Qualche tempo fa, in una giornata così, lei si ricordava di un incontro meraviglioso.
Pensò allora, sorridendo : " Massimo..." e si rivide col suo vestito giallo ocra mentre camminava abbracciata a Massimo per le strade di Milano.
Era felice.
Lei aveva pensato che avrebbe ricordato per sempre, ma veramente per sempre, quella sera fantastica.
Aveva voluto fissare nella sua mente il lungo viale alberato di quel tranquillo quartiere milanese con i suoi edifici alti uno di fronte all'altro divisi da cortili larghi e silenziosi. Lei s'era affacciata, dopo l'amore, al suo balcone e proprio in quel l'istante l'aria estiva l'aveva raggiunta come alito fantasma sulla pelle sudata.
Lei aveva custodito l'incanto di quella luce calda, di quell'attenzione ardente. Ma la visione chiara del momento vissuto straziava l'animo in una morsa feroce.
Il ricordo era giunto, dunque, ma pieno di quel fervore dolente e rassegnato delle cose irreversibilmente perdute.
Il suono era altro da lei ed il tempo non era in quell'estate senza speranza.

Lei era altrove racchiusa nella sua solitudine e nella trasfigurazione della sua memoria confusa tra le lenzuola.

martedì 28 luglio 2009

ABBIAMO UN PROBLEMA

..Più precisamente: Ho un problema. Per questo ho dovuto rimandare le ferie.
Non ritenevo opportuno trascinarmi raminga e malata in altre regioni italiane. Quindi finchè sussisterà il mio piccolo problema, diciamo di fondo, non mi posizionerò on the road.
Approfitterò di questo periodo di riflessione per autocelebrarmi un pochettino.
Se c'è qualcuno che apprezzo considerevolmente quella sono io . Non posso negarlo. Quando saranno legittimati i pacs non potrò far altro che sposarmi con me stessa ( se non altro per gli assegni di mantenimento) Sono così amabile, intelligente, professionalmente creativa e completamente autonoma ma non fatemi dire in che senso.

BIGLIETTO DI ADDIO DI UN SUICIDA.


E' successo qualcosa.
Ho in mente immagini come visioni annebbiate , sento la mia carne strappata, lacerata, sanguinante. E' successo qualcosa nel passato cioè in tutto ciò che sto guardando, dietro di me, cose già vissute.
Ma davvero è successo ? Non ne sono sicura. Sono estranea e separata da ciò che ricordo , da ciò che riprendo con la mente come fosse cartaccia sollevata dall'aria in questa notte burrascosa. Tento di afferrare al volo l'ombra, ma non ho forza sufficiente nelle braccia.
E' successo qualcosa. Ho pianto, forse. Ho amato, mi sembra.
Ora niente.
Guardatemi . Questo presente non esiste. So cosa avverrà dopo ed ancora dopo. Ci saranno gesti di premura verso di me, verso il mio corpo abbandonato, inerte. Ci saranno passi frettolosi che sistemeranno, cancelleranno il mio gesto di suicida. La stanza tornerà pulita.
Tutto sarà come se non fosse avvenuto.
Ed allora il mio gesto così risoluto, così irrevocabile perderà di significato. Sarà un tempo che non ha luogo in un posto che non ha avuto tempo cioè la mia morte. La mia fine.
E ciò che è successo sarà come non fosse mai avvenuto. Ho accarezzato la tua pelle ? Ho baciato le tue labbra? Forse no. S'allontana il tuo sguardo dalla mia memoria. Non ho più ricordi. L'amore è cosa terrena.
La nostalgia, ch'era solo mia, non avrà eredi.

lunedì 27 luglio 2009

LA VOCE BORGHESE - VIDEO -



POESIA DI FERNARDO PESSOSA
RECITATA MAGISTRALMENTE
" MI GUIDA"

FESTA DELLA CITTA' DI VALENZA

si parte per il lavoro


gruppo cubano Adalberto Alvarez

ballerini DANZA latino Americano





domenica 26 luglio 2009

QUALUNQUE COSA SUCCEDA

Questo è un titolo di un libro dedicato ad Ambrosoli. Un uomo che si riteneva un servitore dello stato. Ma non è di questa persona che scriverò. Queste parole una di seguito all'altra hanno per me un suono quasi tantrico. Qualunque cosa succeda. e' di per se' un concetto rassicurante ma anche inquietante.
"Qualunque cosa succeda" io procederò con questa indagine. ( è questo che voleva dire Ambrosoli ed infatti successe quel "qualunque cosa " che temeva)
"Qualunque cosa succeda" io ti vorrò sempre bene. Perchè ci sono nella vita dei valori non negoziabili. E ho la speranza che ci sia nell'animo umano un qualcosa che rimanga profondamente radicato in se' e che non ci sia nulla e nessuno che possa farlo svanire.
Mai.
"Qualunque cosa succeda " o dica o sia detto e che non serve dire e che non serve spiegare. ( delle volte sembra così inutile parlare)
"Qualunque cosa succeda" ciò che è radicato in me non subirà modifiche perchè appartiene all'eterno inviolabile e divino.
Ingenua, infatti.

sabato 25 luglio 2009

AMICI MAI


Ho deciso di suicidarmi da face book. E' stato per un po' un modo per autocelebrarmi. Nel senso che tutti gli uomini ti fanno i complimenti e se ti capita una giornata grama accendi il pc e ti leggi tutte le richieste di amicizia con annessi complimenti . Tanto sono gratuiti e non implicano un grosso impegno. ormai lo so: sono splendida, divina, sono un sogno, fantastica. Molto sensuale. Basta.
In compenso mio figlio, un giorno che avevamo litigato si è connesso A FACE BOOK e mi ha cancellato dalle sue amicizie. Non me ne ero accorta sino a ieri. Gli ho chiesto: " ma non siamo più amici?"
e lui: " ti ho tolto perchè mi hai fatto arrabbiare, ma se vuoi ti rimetto. "
Ho risposto: " Grazie , no. Manteniamo i ruoli. Amici. Mai"

venerdì 24 luglio 2009

NOI NON DECIDIAMO

Quando parliamo d'amore capita di pronunciare la frase:
" io non mi innamorerò più . Ho già dato. "
Ma pecchiamo di ingenuità. Non non decidiamo niente. Siamo granelli della forza cosmica che si muove trascinando il cielo e la terra e tutto intero l'universo in un percorso a lei stessa sconosciuto. La natura riconosce e sceglie. L'uomo trasfigura e da significato ai suoi fremiti. Siamo fusi nell'universo e gli apparteniamo come sostanza imprescindibile. L'amore è un " evento" e come tutto ciò che avviene è oggetto di continuo mutamento. Non possiamo, dunque, stabilire se saremo catturati ancora dall'amore durante il nostro viaggio in compagnia del mondo intero, non possiamo immaginare cosa attraverserà il nostro spirito e ci farà godere della nostra esistenza. Gli accadimenti trasformeranno la fisionomia della nostra anima e non possiamo far altro che accogliere a piene mani i doni che verranno.

giovedì 23 luglio 2009

THE SHOW MUST GO

Malgrado lo stato di salute della nostra eroina ( nel senso gestrice del blog " gli annieroici" ) lo spettacolo doveva continuare.......


la spettatrice


l'artista

Naturalmente è uno scherzetto. Ecco qui di seguito i veri artisti direttamente dagli Stati Uniti
.
THE DIPLOMATS OF SOLID SOUND

mercoledì 22 luglio 2009

LA COSA PIU' IMPORTANTE

Diciamolo: la cosa più importante è la salute. Quando stai male non pensi più a niente e le questioni filosofiche lasciano il tempo che trovano.
Ho mangiato del cibo avariato e sono stata male. Ma il peggio è che mi sono svegliata con un problema molto irritante: le emorroidi. ( questo è un blog di informazione, quindi la notizia innanzitutto) Si potrà comprendere il livello basso del mio discorrere. Molto basso. La cosa che più mi fa arrabbiare è essere costretta ad interessarmi di questioni a dir poco di merda. E questo è tutto. Gradite ricette e rimedi.

martedì 21 luglio 2009

SOLO 20 €URO

Preparo il mio itinerario di viaggio con il mio favoloso camper. La prima tappa naturalmente sarà Saturnia, in Toscana, poi il mio camper si sposterà in Campania a Caserta ( magari telefonerò a Rosy) quindi intendo andare a Matera , a Ostuni ( ho visto che è un paese meraviglioso costituito da tutte casette bianche) quindi andrò a visitare la Certosa di Padula in Calabria e poi senza più fermate andrò in Sicilia. Ho per la Sicilia un'attrazione sanguigna. Mi piacerebbe lavorare per un Comune siciliano. Chissà che non mi decida a chiedere il trasferimento, magari a Pachino, che ha una piazza bellissima. Ho comprato un costume di una taglia in meno della mia. Si vede. Chissenefrega . Non c'era la mia taglia e costava solo 20 €uro.

lunedì 20 luglio 2009

LA DIFFICILE SEDUZIONE - ULTIMA PARTE

Lei ormai se ne era fatta una ragione: nella vita quotidiana non c'era spazio per intensi spasmi, fremiti dolorosi e dubbi dell'anima.
Persino nell'illusione della scelta del partner non c'era vera scelta bensì " una pausa " dalla scelta : nel momento in cui tutti noi possiamo modificare i nostri progetti, i nostri palpiti appena si presenta un' occasione che pare migliore, la scelta perde della sua virulenza.
Una scelta che non è caratterizzata da un impegno e da conseguenze ineludibili e che può essere ritrattata non si può definire scelta.
Lei, nella vita di tutti i giorni , dava l'idea d'essere una donna sicura. E infatti lo era. Sapeva per certo come era meglio agire nel lavoro. Sembrava un algido ragioniere. Ma il suo spirito aspirava a pienezze irraggiungibili.
Un giorno, un tipo con cui era uscita le aveva detto: " Tu potresti destabilizzare un uomo " ma lei in quella frase ci vedeva solo la paura del confronto e della condivisione. Non era tanto vero che poteva destabilizzare un uomo quanto che lei stessa poteva farsi trascinare dalla relazione ed esserne destabilizzata.
Forse la nuova etica sociale dovrebbe risiedere nella convinzione che non si può e non si deve cercare di dare regole a tutto ciò che si origina dai desideri i quali sono per natura effimeri e mutevoli. L'errore stava nel dargli per forza dei connotati sociali a cui non si può dare seguito eternamente.
" Ti amerò finchè durerà" questo dovrebbero dirsi gli innamorati.

Lei lo vide giungere con la sua auto e quasi non lo riconobbe. Lo aveva conosciuto mentre lavorava e quindi coi capelli spettinati ed i vestiti consueti del giorno. Invece era molto elegante e pulito. Quando lei salì in macchina provò un senso di inquietudine indecifrabile. Le pareva di stare con un estraneo.
Le ore successive non servirono a placare il senso di smarrimento che la assillava.
Lui era bellissimo: i suo capelli scuri e ricci gli scendevano fluenti lungo le spalle e la sua carnagione olivastra brillava tra i fasci del sole e nel vento estivo. Ma quando si avvicinò con le sue labbra alle labbra di lei, ma quando la strinse in un abbraccio cieco lei capì cosa era questa sua inquietudine.
Tra le mani di lui si sentì sottratta alla sua specificità. Lei non si riconosceva più.
Dunque lei non era lei con la sua individualità bensì era un genere femminile con un seno, un sedere e le labbra morbide e gonfie. Perchè lei sentiva il desiderio di lui voluto per se' stesso sciogliendone il corpo in carne divenuta ora avulsa ed inerte. Non era lei, non si vedeva. Perchè il piacere era in - diviso e non con - diviso perchè non era una ricerca dell'altro, ma era la ricerca di una conclusione, di una solitudine. Di una rinuncia. la rinuncia alla comunicazione.
Non volle pensare ancora. Non ne aveva il tempo. Lei si slegò dall'abbraccio e scese dalla macchina velocemente. Percorrendo a piedi la strada del ritorno, mentre il sole scaldava gioiosamente il suo corpo, lei sorrise pensando a quanto fosse difficile la seduzione.

domenica 19 luglio 2009

LA DIFFICILE SEDUZIONE - PARTE TERZA


....Il giorno dell'appuntamento lei aveva lavorato SENZA MAI FERMARSI. Non aveva voluto pensare a lui neppure per un secondo.
Giunta a casa , aveva cominciato a prepararsi per uscire. Subito aveva fatto la doccia, lavandosi accuratamente i capelli. Li aveva spazzolati in modo che potessero essere molto vaporosi e morbidi. Quindi aveva selezionato i vestiti provandone qualche capo. Aveva infine scelto una gonna nera a tubo aderente e la maglia che più le piaceva: era molto scollata ed aveva un piccolo drago argentato sul seno. Avvicinò il viso allo specchio e con attenzione pedante segnò il contorno delle labbra con la matita rossa. Quindi rovistò nella busta e selezionò il rossetto adatto al colore appena disegnato. Si allontanò un poco per specchiarsi interamente e fu contenta del risultato. Spruzzò leggermente il suo profumo gentile dietro le orecchie. A quel punto guardò l'orologio. Mancava ancora una mezz'ora ed il luogo dell'appuntamento non distava molto da casa sua. Si arrestò d'improvviso. Non aveva pensato a nulla per tutto il tempo, ma adesso era arrivato il momento, anzi, non fu il momento ad arrivare , fu il suo pensiero che la prese per i polsi e la strattonò energicamente.
Lei cosa sapeva di lui? Nulla, se non che sorrideva in un modo particolare, se non che il suo sguardo si abbassava scuro e confuso negli attimi del suo guardare. Sapeva che il suo corpo era forte e sodo e che le sue gambe erano grosse e muscolose.
Avrebbe mai potuto essere convertita nella nuova dimensione dell'incontro ? essere un corpo con l'altro, essere non solo dunque carne essenziale e inerte che sii appropria di altra carne e sentirsi solo ciò che chiede l'altro ossia un atto senza contenuto, senza scena ossia un atto o - sceno?
Era già successo non tanto tempo fa . Lei aveva desiderato uomo. Cosa era stato? Ripensandoci non poteva definirlo amore perchè l'amore vuole stabilità. Vuole continuità. Vuole intimità profonda. Il desiderio invece si muove senza tempo e non si da obiettivi. Il desiderio vuole allontanare la quotidianità che pure continua a far parte della propria vita perchè non si sopravvive ad un senso dell'ignoto per sempre . Infatti lei, pur avendolo desiderato, aveva avuto una vita di abitudini perfette dove lui, per poter essere ciò che era , non poteva entrare.
Lei andava a far la spesa e continuava a lavorare mentre il suo desiderio seguiva un percorso contrario, o meglio penetrava come lama sottile all'interno di quella realtà stabile originando una sottile feritoia per l'espressione di se' stesso e per il suo fremito senza nome. Ma era staccato da se' come errante senza meta e senza risposta. Il suo movimento era il gioco che permetteva la sua esistenza. Dove l'insolito era il suo tempo. e dove il tempo era l'eccezionalità dell'istante.
Il desiderio è scorretto perchè vuole prendere e si offre solo in cambio di sottrarre con avidità ciò che più gli preme. Era stato esaltante. Era quello che lei voleva. Perchè la sua vita tranquilla, il suo uomo, i suoi amici, le davano tutto il resto. La quotidianità era l'accessibilità alle cose invece il desiderio, l'erotismo era nutrito dall' aspettativa dell'avventura, del viaggio. Della fantasia di ciò che poteva essere. E dunque quale sarebbe stata la sua vita ? un oscillare tra un gioco di solitudine dove lo spazio per la con - versione con l'altro avrebbe lasciato solo lo spazio per la propria per - versione ?
E, in tutto questo, i muri alti edificati nel tempo dall'uomo desiderato e da lei stessa non avrebbero subito lo stesso una demolizione inopportuna? Non avrebbero subito una disgregazione inevitabile?
Forse, pensò, l'essere umano non può che rassegnarsi a tollerare queste sue necessità e permettere al proprio spirito di librarsi in ogni caso ed in ogni sua espressione. Perchè non esiste una sola vita e le abitudini sono come fragili e sottili vetrate e possono essere infrante.
Lei stette immobile per un po' , ma non si fece ingannare dalla propria esitazione. Perchè alla fine prese il suo zaino, le chiavi della macchina , gli occhiali da sole e chiuse la porta frettolosamente: non voleva assolutamente arrivare in ritardo.....

sabato 18 luglio 2009

LA DIFFICILE SEDUZIONE - PARTE SECONDA


.....I suoi desideri, o meglio , i suoi capricci irriducibili e spudorati , la allontanavano dalle irrequietezze dell'anima che non riusciva a parlare se non il linguaggio incomprensibile della SUA specificità .
Questa , infatti, la faceva stare come sospesa in un tempo senza tempo, in un luogo senza ragioni se non quelle dettate dal suo demone malvagio, là dove la malvagità era voce inedita e sconosciuta al mondo.
Ma questo calarsi nell'interesse per qualcuno , questo crepitare di umori sanguigni e carnali riusciva a farla stare al mondo senza l'inquietudine ed il senso di spaesamento dello straniero quale ella si sentiva di essere .
Lei, per quella occasione, cedeva la sua parte velenosa e sofferente per accudire alla sua nuova propensione e dimorare interamente tra le sue voglie personalissime e indiscutibili.
In questi momenti lei sentiva il suo corpo governare il passo ed il respiro. Lei sentiva il suo sesso profumare di nuova energia vitale, lei obbediva mansuetamente alla corrente delle sue riflessioni involontarie e potenti.
Non riusciva che a vedere il volto di lui in mezzo alle macchine , ai tavoli dei bar, ai suoni bisbigliati della città confusa . Non vedeva che il colore scuro degli suoi splendidi occhi lucidi, non vedeva che le espressioni accennate del corpo e dei movimenti del suo viso, delle sue mani, delle sue cosce.
Non ascoltava che il suo essere tra la gente con la voce gentile ed il sorriso, non attendeva che il cenno di sguardi ardenti e corrisposti.

L'avrebbe visto il giorno dopo, ma intanto doveva passare da lui , al mattino, per altre faccende.
Aveva indossato un abito stranissimo con una gonna a palloncino di colore beige in completo con una piccola canotta dello stesso colore che scendeva morbidamente sui fianchi e che si sollevava leggermente al primo accenno dei gesti del corpo. Aveva delle piccole scarpe con un vertiginoso tacco a spillo.
Lei era elegantissima. Lei era bellissima.

Entrata nel suo ufficio , vide lui in compagnia di una donna piccola e magra. Quando si avvicinò alla coppia , dal disagio di lui , capì immediatamente il genere di relazione che la legava a quella persona.
Lei sorrise ad entrambi, ma sentì il bisogno di sorridere ancora più intensamente in direzione della donna che le parve come disarmata.

Sorrise sempre e rise ancora e parlò dolcemente cercando di coinvolgere la donna con frasi dedicate solo a lei , con parole spese solo per lei sino a che non salutò entrambi ed andò via.
Per la strada camminava pensosa e colpevole. Le pareva d'essere lei quella donna e nello stesso tempo la sua aguzzina impietosa.
Per la strada camminava con lo sguardo torvo e assassino.
Si sentiva vittima e carnefice.
In fondo era proprio così.
Perchè non era una giovinetta senza alcun vissuto precedente ? Perchè non era come un tempo quando chi incontrava aveva tutto da costruire e tutto realizzabile? Dovunque volgesse lo sguardo i vincoli di ciò che era si alzavano come muri di cemento invalicabili.

Per la strada lei camminava con tutti questi pensieri ridicoli. Avvertiva vagamente il peso insostenibile di un senso misterioso di pudore e vergogna che non sapeva decifrare. .....

venerdì 17 luglio 2009

LA DIFFICILE SEDUZIONE. PARTE PRIMA

Lei aveva fatto di tutto: doveva ammetterlo: la voce morbida, lo sguardo profondo rivolto solo a lui, soltanto a lui , mentre si svolgeva la conversazione con tutti gli altri. Era stata brillante, suadente, convincente. Era intervenuta nella realizzazione di quelle puerili aspirazioni di cui l'essere umano si addentra un po' per sfida.

L'egemonia del proprio io aveva lavorato con impegno ad un'impresa più volte giocata: quella della ostentazione di se' per attrarre ed ottenere consensi. Il gioco della seduzione per accontentare le proprie voglie.

Se inizialmente quel gioco era stata la sua principale ed unica spinta ad agire, a poco a poco che la storia si districava quale matassa morbida e docile tra le sue mani, aveva dimenticato il motivo principale del gioco , aveva confuso le ragioni della passione.

La prima volta che l'aveva visto per lei non vi era alcun dubbio: in lui si identificava tutto ciò che le piaceva in un uomo: perchè era un uomo quieto, silenzioso. Era un uomo schivo. Perchè la sua carnagione era scura e torbida. Perchè nei tratti del viso si delineavano la ruvidezza della sua terra d'origine e la frugalità delle sue giornate assolate . La ritrosia che manifestava nel parlare e nel mostrarsi l'aveva tratta in inganno sulle possibili difficoltà dell'impresa. Invece tutto era stato semplice. Lui non s'era sottratto al richiamo ed allo sguardo. Lui aveva risposto agli inviti muti ancor prima di attendere un riscontro.

Qualche giorno dopo lui le aveva chiesto in tono casuale: " Potremo incontrarci nel pomeriggio per discuterne? " ma i muscoli serrati della mascella, ma le braccia rilasciate pesantemente lungo il fianco tradivano l'inquietudine del dire. Lei aveva risposto subito: " Sì" perchè era suo il gioco giocato, era la corrente invisibile del fiume scuro e profondo che scorreva oramai autonomamente ......

giovedì 16 luglio 2009

STORIA DELLA BIMBA VULNERABILE E LA PACE NEL MONDO

......................................................................la bimba

La bimba sembrava sempre così vulnerabile rispetto alle altre bambine. Aveva uno sguardo così allarmato ed indifeso che metteva inquietudine.

Per molto tempo dopo che la bimba era nata non veniva chiamata con il suo nome che era Giulia, perchè sembrava che questo nome burocratico, non si intonasse con l'immagine di essere fragile, di esserino piccolo e delicato quale lei rappresentava. Più che una bimba sembrava un fiorellino di campo ancora ignoto alla botanica. Sembrava un insetto colorato e raro. Persino la sua voce sembrava un verso sibilante di piccola bestiola prigioniera. Allora veniva chiamata: "La bimba" con quel tono deferente e sommesso che si usa per le cose ancora non identificate e che potrebbero rivelarsi tutt'altra cosa da quella ipotizzata.
La bimba dormiva pochissimo e mangiava ancora meno. Masticava a fatica e non deglutiva : sembrava quasi che per compiacere l'adulto, la bimba accettasse suo malgrado il cibo per trattenerlo in bocca non sapendo in quale altro modo utilizzarlo.
La bimba non amava tenere le scarpe. Quando la sua mamma gliele metteva, la bimba la guardava allibita e diceva: " No - No - No".
Sembrava di obbligarla ad una costrizione contronatura tanto che la mamma si chiedeva se per caso non fossero stati gli umani a sbagliare mettendosi ai piedi quegli strani aggeggi.
La bimba non amava i rumori forti. Si spaventava facilmente. Ad ogni rumore molesto ( ed anche una voce sgradevole per la bimba era un rumore insopportabile) la bimba aveva degli scatti nervosi come se stesse per cadere in un precipizio senza fondo.
Allora la mamma cercava di contenerla con le mani e le braccia. La avvolgeva completamente con il proprio corpo per non farla disperdere nel vuoto come fosse una specie di liquido traboccante. Era una piccola ameba di latte ed acqua che dilagava nel mondo quasi senza controllo.
La mamma aveva sempre paura che alla bimba capitasse qualcosa di terribile. I primi anni di vita per la sua mamma furono anni caratterizzati dalla paura.
Si ricordava, la mamma, che quando era entrata in ospedale era entrata sola e vestita di nero con una piccola valigia scura. All'uscita, invece, aveva una carozzina gialla e rossa con dentro la bimba. Aveva una copertina rosa e viola, insomma, era piena di colori! Non le pareva possibile che poteva portare via la bimba senza pagare nulla. Aveva una cosa in più e prima la bimba non era stata di nessuno.
Un qualcosa di nuovissimo.
La bimba era molto leggera. La mamma la poteva tenere con una mano sola e non faceva alcuna fatica.
La bimba muoveva le braccine e le gambine come un piccolo ragno impazzito. La mamma non pensava che alla bimba perchè la bimba occupava tutto il tempo della sua vita.
La prima volta che la bimba aveva visto il mare aveva cominciato una specie di danza con le piccole braccia protese all'acqua e con la vocina sottile che diceva: " Il ma... il ma.." e la mamma , allora, che sino a quel momento era sempre stata distratta, presa da riflessioni su come l'esistenza fosse crudele e matrigna, s'accorse, d'improvviso, della straordinaria maestosità del mare e lo guardò sbalordita come lo vedesse per la prima volta.
Fu da allora che la mamma, a poco a poco mentre portava in giro la bimba, cominciò ad osservare le foglie, i fiori e le stagioni, le giostrine dei giardini, i giocattoli e l'arcobaleno. Fu così, dunque, che la mamma fece pace con il mondo.

mercoledì 15 luglio 2009

STORIA DI UNA ASSENZA E DI UNA PRESENZA

Lei s'era seduta nel dehors del bar, quello con tutti i gerani rossi che delimitano i tavolini e lasciano un profumo leggero in queste serate estive. Poco prima lei era corsa a casa, si era cambiata in fretta, aveva tolto i fuseaux neri ed aveva indossato la gonna corta con gli stivali senza calzine . Aveva fatto più in fretta che aveva potuto. quindi era passata dal bagno dove era solita deporre i suoi trucchi : il fard leggero, l'ombretto e la matita rossa per le labbra. S'era spazzolata i capelli piegando la testa in giù, con quattro colpi decisi e rapidi. In pochi minuti era pronta per tornare a lavorare. Doveva raggiungere gli altri al bar . Aveva indossato il casco e intanto accendeva lo scooter . Quindi alla fine era giunta al dehors. e Fu proprio lì , mentre parlava seriamente e con le mani disegnava strani progetti nell'aria, insomma proprio in quel momento lui s'era intromesso nella discussione . Era stato un attimo, ma lei di scatto s'era girata e l'aveva visto. Cosa aveva detto? Non aveva neppure sentito, ma la voce appena accennata, ma il tono appena soffiato in quell'aria estiva, ma lo sguardo affondato nel suo sguardo sapevano di mare. Aveva gli occhi e i capelli nerissimi. Lei s'era girata di scatto e s'era accorta del suono e del respiro. Perchè il desiderio è frutto di uno squarcio dell'anima. Perchè solo chi ha questo stralcio invisibile ha il senso della perdita e della scoperta e del ritrovamento. Perchè' il desiderio è il senso di una assenza incolmabile.
Per questo lei s'era girata di scatto e finalmente aveva sorriso.

martedì 14 luglio 2009

STASERA NO.

Domani sera ho una festa .
Cioè dovrò lavorare. Questa commistione tra festa e lavoro mi fa pensare che quando non c'è festa non lavoro e finalmente posso festeggiare e questo non fa bene al mio orientamento psicologico.
Mentre chiacchiero con le persone con cui lavoro parliamo di cosa può divertire la gente . E' come pianificare la gioia degli altri.
In un certo senso pensi di avere in mano la formula della felicità. Non la tua, ovviamente. iNFATTI DOPO AVER PROGRAMMATO IL DIVERTIMENTO DELLA GENTE , Stasera mi sento di merda .
Quando PRESENZI ALLA FESTA ascolti la musica e pensi: " la cosa ha funzionato?"
Poi quando il meccanismo si muove da solo come avesse preso una ripida discesa, tu rimani a guardare la festa CHE non ti diverte affatto.

Ho un pensiero che mi fa stare meglio: andare via. Viaggiare. Allora mi immagino con la strada che mi scivola sotto i piedi. Mi immagino con il sole in fondo alla spiaggia e l'aria leggera che mi solleva.

Ho sempre così rispetto per il mio blog da non caricarlo dei miei umori ormonali.
ma stasera NO. Che si lordi pure lui. In fondo non è migliore di me.
e poi ........ chi è migliore di me? ( frase catalizzatrice di consolazione ,immagino, chi è affetto da sindrome di Peter Pan la usa per vincere il senso di inadeguatezza che lo attanaglia .. chissà se funziona... mah ..magari per i ragazzini.....)
Nota dell'autore: (le mie immagini sono sempre più grandi proporzionalmente i miei scritti sempre più " piccini" )
P.s. Ho il segno degli stivali nei piedi. porto gli stivali senza calze e d'estate!!

QUANDO CHI SCRIVE ON LINE SCRIVE CAZZATE ALLORA E' NECESSARIA LA RETTIFICA

QUANDO CHI SCRIVE ON LINE SCRIVE CAZZATE. ma dai?!! possibile mai? DEVE FARE LA RETTTIFICA .
E MAGARI POSTA SEMPRE LA STESSA IMMAGINE . CHE CAVOLO!!! DI UNA DONNA!! CHE PALLE ... NON SE NE PUO' PIU' !
OLTRETUTTO HA SEMPRE LO STESSO VESTITO, MA CHE CREDI CHE HO UN GUARDAROBA FORNITISSIMO!! SONO UNA STIPENDIATA MALE, BABY!!!
E C'E' CHI CONTINUA A SCARICARE VIDEO YOUTUBE CHE TI VIENE VOGLIA DI DIRGLI: BABY, SO ANCH'IO CERCARE UN VIDEO SU YOU TUBE!!!PENSI DI ESSERE L'UNICO CAPACE?
ED ANCHE CON LE IMMAGINI VADO FORTE! ME LA SO CAVARE A CERCARE IMMAGINI SU INTERNET, BABY!! NON TI AFFATICARE, BABY!
E POI DICE" MI ASSENTERO' DALLA RETE PERCIO' NON SCRIVERO' PER QUINDICI GIORNI . " CAZZO ME NE FREGA, BABY" PER ME POTRESTI ASSENTARTI PER I PROSSIMI QUINDICI ANNI, BABY!!!

INSOMMA IN QUALCHE MODO HO PARTECIPATO AL DISSENSO DI CATEGORIA PERCHE' SAREBBE STATO UN ATTO DI CASTA SENTIRSI FUORI DALLA CATEGORIA, POI QUESTA ME LA DOVETE SPIEGARE PERCHE' VI SIETE ARRAMPICATI SUGLI SPECCHI!! OH BABY!!! ( un po' come ho fatto io nella foto pubblicata: sono appoggiata ad un vetro, per dire: posizione fragile)

E COMUNQUE FACEVO I MINISTRI UN PO' PIU' FANTASIOSI INVECE CHE INTENTI A RIPESCARE LEGGI DEL 1948, BABY!!!
MI IMMAGINO CERTI TIPI A PASSARE IL TEMPO A RETTIFICARE QUELLO CHE HANNO SCRITTO, SOPRATTUTTO SE ESTRAPOLATO DA ALTRI TESTI . NEL MIO CASO CHE ESTRAPOLO DA PLATONE VOGLIO VEDERE CHE CAVOLO DI RETTIFICA FACCIO, BABY!!!!
E POI DICIAMOLO.... MA QUANTE CAZZATE SI LEGGONO SUI BLOG?
QUESTO NON NE E' UN ESEMPIO FULGENTE?
LA CATEGORIA DEI GIORNALISTI PROPRIO NON MI SENTO DI DIFENDERLA.

RIESCONO A VENDERSI SENZA NEPPURE METTERSI GLI STRASS.

ENTRO 48 ORE SEGUIRA' RETTIFICA

lunedì 13 luglio 2009

IL GUERRIERO SI ARRESTO'


Quella mattina il condottiero aveva indossato la corazza luccicante ed imbracciato le armi per la consueta perlustrazione del territorio.
Il condottiero aveva la voce ferma ed il passo deciso. Ma d'improvviso il guerriero si arrestò senza apparente motivo.
Dunque: non trovava più la sua dimensione profonda. Dov'era? Non sentiva più il richiamo incantato. L'ineffabile era inafferrabile. Era scomparso. Il suo palpito invisibile non mostrava l'ardore, non spingeva il passo. Non generava aneliti . Dunque non c'era. S'era dissolto? Aveva cambiato strada? Oppure la strada aveva cambiato terreno e non era più fertile e non accoglieva dolcemente i suoi umori profumati ed il suo dolore accorato. L'armatura aveva aderito al corpo come nuova pelle inviolabile. Di serpente.
Non era più oceano profondo crepitante di organismi guizzanti dove la luce penetrava vorace e fosforescente tra le acque colanti e burrascose. Non era più pozza oscura dal quale emergevano ciuffi di muschio ondeggiante e rigoglioso.

Quella mattina s'apriva il deserto tra mulinelli di polvere e vento.
Il guerriero, quindi, si arrestò. Era , dunque , questo ciò che l'attendeva? Una contesa per cui s'era perso il percorso? Lo scopo? La passione?
Il guerriero, quindi, si arrestò e sciolse i capelli all'aria arida di quell'estate senza voce.

domenica 12 luglio 2009

PORCA PUTTANA

dipinto di Francis Bacon

Conferenze stampa , manifestazioni, minacce, rivelazioni , dichiarazioni e sventolio di bandiere si ripetono ogni giorno in ogni spazio disponibile. ( web, piazze, face book, radio e televisione) Sempre si sente pronunciare al seguito parole come: democrazie, cittadini, giovani , libertà, diritti, terrorismo, totalitarismo, intolleranza, tolleranza. Sono parole alle quali siamo abituati, sono immagini, alle quali siamo assuefatti. Non sentiamo più niente. Non vediamo più niente tanto ne siamo circondati da non evidenziarne i contrasti.
Ma non solo: c'è qualcosa di più grave. Ormai abbiamo oramai acquisito la tendenza ad usare tutti ( il potere , gli sfruttatori e gli sfruttati) lo stesso vocabolario svilente e volgare. Così che ci si adegua all'arroganza del potere pronunciando termini come " mignottocrazia" " Lo gnomo schifoso " " il perfido nano" " lo psiconano" " Le puttane della tv " " le orgie a palazzo Grazioli" ** e non ci rendiamo conto che la parola ci plasma e ci fa pensare e che è dalla stessa parola che nasce la filosofia del vivere e se parliamo male vivremo anche peggio.
Se usiamo le stesse parole gravi e lercie e crudeli e insensate e piene d'odio e prive di rispetto e d'amore di quelle che usa il potere, saremo noi stessi fatti di niente, saremo nutriti del nostro stesso gergo e del nostro stesso sterco. Non potremo riconoscere lo spessore profondo di un anelito amorevole, disprezzeremo l'ardore e l'amicizia, non saremo più in grado di chiamare la bellezza della vita poichè l'avremo lordata e dimenticata nel fondo più fondo della nostra anima.
Allora scegliamo la PAROLA che ci rappresenta che ci distingue e che ci fa nobili e che ci da la possibilità di emergere dignitosamente dal magma in cui il mondo sociale sta sprofondando.

**termini estrapolati da testi trovati in Internet

sabato 11 luglio 2009

IL DOLORE ALLE CINQUE


Non esiste una vita lineare. Una strada sicura, un percorso stabilito.
Rispondere alla propria anima significa porsi delle deviazioni, delle trasgressioni . Molti, per paura, non vogliono ascoltare il richiamo. Ma si condannano ad una vita stereotipata, inautentica.
La coscienza è variegata, confusa, fuorviante. Posso innalzare muri che le impediscano di compiere movimenti bruschi, posso avere lo stesso volto per tutto il tempo, ma so che il mio cuore comincerebbe a dimenarsi ferocemente, strapperebbe la corda e fuggirebbe lontano. Non ho che la scelta di affrontare l'antro che mi è destinato. Non ho che la scelta di incontrare le forze della mia essenza profonda e seguirla e cederle amorevolmente e nutrirmi alla sua fonte sapiente. Non posso fare altro che rispondere alla sua natura essenziale.
Incontrerò il dolore. E' già successo. So come può essere straziante. So come può essere distruttivo. Potrebbe piegarmi, uccidermi. Ci ha già provato. E' un serial Killer spietato. Colpisce quando abbassi la guardia, quando sei distratta e debole. Quando sei mortificata. Ma so che non fa parte di me : è solo un visitatore importuno. E' un ospite sgradito.
Suonerà alla porta di ingresso ed io non potrò che farlo accomodare nel soggiorno.
Lui si siederà comodamente sul divano e, molto gentilmente sarò costretta ad ascoltare il suo lamento cavernoso. Mi alzerò per preparare il tè con i pasticcini. Lui si ciberà avidamente di ogni mia pietanza.
Ma alla fine il dolore dovrà andarsene. Per forza.

giovedì 9 luglio 2009

SONO NUDA


La mia esistenza fisica sboccia come pianta rigogliosa nello spazio universale della mia anima. Si affida a lei: è il suo nutrimento ed il suo unico strumento. Sono immersa nel mio corpo. Finito, mortale, deteriorabile.
E' avviluppato alla sua dimensione psicologica dove il dolore dello spirito è confinato nel mio fisico e dove il piacere e l'amore si sveglia nel corpo e ne scalda il sangue.

Non c'è possibilità di uscire da questo stato di fragilità, da questo assottigliarsi delle potenzialità, da questa trasformazione spirituale, da questa minuziosità dei palpiti a cui il tempo ci conduce.
Siamo di vetro. Finissimo.
La sessualità diventa a volte imbarazzante perchè trasfigura una potenza effimera, un eroismo epico che crea un abbaglio. Ci inganniamo sulla immobilità dell'istante e quando desideriamo sessualmente ci posizionamo nell'eterno. Ma invece il corpo avanza e cambia e si consuma e con lui si modifica la nostra anima. Muore. Noi potremo adornarla con ornamenti preziosi, ed orpelli luminescenti, ma non sopravviverà al processo delle nostre esperienze. Per questo sono qui. Ora.
Sono nell'abbraccio e nel suo calore. Per questo sono qui. Ora. Nella necessità d'essere nuda. Autentica.

Per questo sono qui. Ora . Trattengo con la mano le altre mani dove lo spirito conserva l'ardore e la dedizione. Nella stretta del corpo rivelo la partecipazione della mia anima. Ti abbraccio e ti bacio
Perchè solo qui e ora posso amare. Quindi, ne approfitto.

mercoledì 8 luglio 2009

SOLO PER ADULTI

Questa cosina che appare su Google quando apro qualche particolare blog che ti dice: "Materiale solo per adulti" mi fa riflettere. Cosa significa? Cose di sesso? Ma gli adulti non lo praticano quasi più , sono rimasti gli adolescenti a sperimentarsi in questo senso, ossia i non - adulti, i futuri adulti, i quasi - adulti . Chi adulto non si sa se lo sarà mai .
E tutti quelli che scrivono un blog vi sembrano persone adulte?! A me per niente. e poi... cosa c' è che non devono vedere coloro che non sono adulti?
Il sesso? Il dolore? la crudeltà? La mistificazione? E' una questione di non far vedere o di non far leggere? Dunque sono le immagini o i contenuti ? Contenuti che rivelano menti disturbate... schizoidi, ossessive, demoniache. Tutto questo si può anche trovare in un blog pieno di fiorellini rosa con gli strass. Oppure dietro a un blog senza immagini. E' un dilemma serale. Sto pensando di chiudere il blog agli adulti. Ma non si può fare. Lo chiuderei al tipo che ho incontrato al bar l'altra sera. Si, bello, parlo di te, pensa che sballo!!! ( al bar Principe, dai, ricordi? ) Porta sempre delle camicie terrificanti. Caro, quel blu sbarazzino non ti si addice!! E' quasi imbarazzante, sa tanto di provincia bassa padana. Via, caro, vuoi che ti accompagni in Alessandria a fare shopping?
Combinato più da uomo che non deve per forza farsi notare potresti fare la tua porca figura. O almeno potresti farti la tua porca. Dai... cosa hai capito? Te l'ho già detto.. sei troppo tronfio per i miei gusti.
( ed anche un po' stronzo)

I SOLITI IGNOTI E IL MINISTRO BRUNETTA

Foto della derubata prima che la derubassero
Come potete osservare dal suo sguardo tranquillo nulla faceva presagire che da lì a poco la sua dimora sarebbe stata violata.


Un altro giorno funesto per chi ancora credeva nella libertà, nella sicurezza e nella vita democratica nel nostro paese. L'ora dei ripensamenti batte nel cielo della nostra patria. E' quasi l'ora delle decisioni irrevocabili. Ma come tutte le decisioni irrevocabili sarà sicuramente soggetta a modifiche nei prossimi giorni.
Ecco la cronaca del fatto, descritta così, oggettivamente senza enfasi, senza toni allarmistici. Quasi obiettivamente.
Erano le ultime ore della notte: una notte colma di ansie per il futuro economico e morale del nostro paese, una notte di sogni tormentati e spezzati dal sibilio del vento oltre le persiane. Proprio durante la notte, cari lettori di questo quotidiano, ( oddio... mi sorge un dubbio... questa è una testata giornalistica..?) alcuni malviventi si sono introdotti nell'appartamento di una seducente (!) impiegata comunale per depredarla di tutto ciò che aveva risparmiato durante i suoi duri anni di lavoro.
Mentre dormiva, i ladri hanno forzato la serratura e si sono appropriati del suo piccolo e grazioso zainetto, al quale era tanto affezionata, di pura stoffa jeans, ma quel che era peggio all'interno di questo, oltre che quattro e cinque assorbenti per l'emergenza, ( no preservativi) c'erano ben € 250,00 che la vittima avrebbe dovuto consegnare l'indomani per un pagamento urgente. Ma ciò non è stato sufficiente per i banditi, infatti questi hanno sottratto ulteriormente il portafoglio del figlio minore, innocente ragazzino che era appena rientrato dopo una nottata di .. bagordi.. no.... volevo dire di ... giusto svago.
Lei, al risveglio, dopo aver urlato come una trecca in direzione del figlio per il disordine nel soggiorno, si rese alfine conto che solo un ladro, oltre suo figlio, avrebbe potuto ridurre l'appartamento in quelle condizioni. Infatti, solamente in quel momento, e questo vi fa comprendere la prontezza di riflessi della vittima, dicevo, lei si accorse di essere stata derubata.
La polizia, tempestivamente intervenuta sul luogo del misfatto, chiese alla donna se avesse sentito qualche rumore o avesse avuto sospetti su alcuno.
Lei, malgrado lo shock riuscì a rispondere prontamente: "NO".
lo stivale della derubata

Tutti si stupirono del suo sangue freddo, ma lei si affrettò a chiarire a scanso di equivoci:
" Io ho sempre un po' freddo"
.
Eppure lo scrivente giornalista sa che questo freddo non è che un sintomo di ciò che oramai chiamiamo " la sfiducia nelle Istituzioni e negli enti Pubblici".
Il Ministro della funzione pubblica, Renato Brunetta, a seguito dell'accaduto, ha subito fatto una dichiarazione:
" Che ciò che è successo serva di lezione ai fannulloni: così i dipendenti pubblici smetteranno di dormire durante la notte e si limiteranno a dormire solo sul posto di lavoro!"
Al ministro Brunetta va tutta la nostra solidarietà. E' ora di finirla con questi impiegati che si fanno derubare!! ( non dal ministro. La precisazione era d'obbligo)

QUEL FURBETTO DI BRUNETTA

martedì 7 luglio 2009



Il desiderio prende vita da un contatto con l'esterno. Con l'altro. Per quanto l'uomo si crogioli nella solitudine e nella individualità silenziosa il suo sguardo è rivolto al mondo. La sua riflessione è frutto di una elaborazione di esperienze. E l'esperienza non può che svilupparsi nell'incontro con l'esterno. L'acquisizione di quel minimo di equilibrio che ci permette di stare al mondo è questo impegno a far dialogare la nostra profonda intimità con l'esterno.


Tutto ciò che viene a crearsi di nevrotico, di instabile, di crudele è dovuto alla mancanza di questo bilanciamento. Il senso di proprietà, di gelosia, di incomprensione , il senso di solitudine che la relazione ci causa sono legate a questa contaminazione malriuscita.

Non ho bisogno d'avere vicino una persona. Ho bisogno invece della condivisione del sentimento. D'essere complice e sorella. Di riconoscere sconosciute nostalgie racchiuse in se stessi e ritrovarle miracolosamente intatte e trasparenti. Se l'altro non evoca l'abisso profondo materializza una nuova solitudine di parole inutili e di contatti superflui. Diventa una canzone inascoltata.

La relazione deve permettere all'individuo di essere riconosciuto, di sentirsi all'interno di essa ciò che è. Sembra una banalità, ma non avviene quasi mai. Eppure solo attraverso l'incontro affettivo ci possiamo sottrarre alla mancanza di significato che attanaglia la nostra esistenza. La propensione all'individuazione è sempre in conflitto con la necessità intima di spingersi altrove da noi dove incontrare e ri - conoscere l'altro ed amare ed essere amati a costo di sofferenze inevitabili.
Le potenzialità dell'individuo possono rivelarsi solo se c'è un mondo esterno che gli da la possibilità di manifestarle e metterle alla prova.


Questo può essere possibile se abbiamo la forza ed il coraggio sufficiente per affrontare questa occasione di crescita.
Insomma l'amore è tutto.

lunedì 6 luglio 2009

GIORNALISTI ALLA RICERCA DEL MAL DI PANCIA


il motorino dell'autrice del Post con sopra l'autrice. OOOOHHH


Ok, stamattina volo basso.
Sabato, in spiaggia, leggo "la Repubblica".
In prima pagina c'era il titolo: " Stupro a Roma". Leggo l'articolo. Sorvolo sul testo. Questa urgenza di dare un ruolo sociale ad un criminale chiamandolo " stupratore seriale" mi inquieta un po'. Ma la cosa che più mi ha infastidito è stata la pubblicazione al fianco dell'articolo in prima pagina di una immagine di scarpe di modello elegante con la didascalia" le scarpe della vittima" . Ora: mi chiedo l'utilità di quella foto. Poteva servire per spiegare in modo più dettagliato la dinamica del criminoso fatto? No davvero. Tramite la visione di quelle scarpe il lettore avrebbe potuto capire di più o meglio ciò che era avvenuto? Per niente. Forse ai fini dell'informazione può interessare sapere quale indumento ( jeans gonna o altro) quale accessorio poteva indossare la vittima? nO. Questo perchè il giornalista del quotidiano non ha più come fine del suo articolo informare il cittadino ma invece ha come suo principale scopo di " suscitare emozioni" Vuole produrre commozione. Vuole far leva sulle sensazioni di " pancia" della gente.
La notizia diventa poi un optional, anzi la notizia è al servizio della fantasia e della capacità del giornalista di procurare impressione. Ed ecco allora immagini forti, scioccanti che niente aggiungono alla esposizione del fatto, ma solo a far esclamare"OHHHHH" e vendere più giornali. Ben vengano, allora, immagini di peluche, scarpe di vittime, borsette , motorini, soprattutto in prima pagina. C'è da competere con " Il Giornale" ed anche " Libero". Malgrado le sovvenzioni che arrivano dallo Stato, gli incassi non bastano mai. Dunque, avanti così, "Giornalisti "....


domenica 5 luglio 2009

giovedì 2 luglio 2009

LA STRADA SENZA CONFINI ED IL DEMONE AL VOLANTE


Ho sfilato i capelli. Stile spettinato: non è difficile per me raggiungere questo look. Sto da Dio.
Tornata da questa incombenza, ho preso una piccola busta per i costumi da mare, una tovaglia, lo scottex. Sono scesa nel grande posteggio dove si trova il mio camper. Sembrava un grosso e placido animale .Ho premuto il pulsante delle chiavi che subito ha emesso un piccolo suono. Solo dopo vi sono salita sopra. all'interno la luce del sole era come sfocata e sorda. Ho cominciato a sistemare le mie cose nei piccoli cassetti. Domani parto per la Toscana. Vado a Marina di Grosseto. Viaggiare mi da quasi lo stesso conforto di scrivere . Scrivere viaggiando immagino che sia il massimo. Ma non ho corrente elettrica nel camper perchè faccio campeggio libero. Domani uscirò dall'ufficio alle 13.00. La prima cosa che farò sarà togliermi il vestito di rassicurante segretaria amministrativa. Mi vestirò come una vagabonda . Diventerò una pellegrina. Ossia una persona che non ha un punto di riferimento se non se' stessa come essere non situato.
Per questo mi piace andare. Andare vuol dire porsi nell'ottica della ricerca di un posto o forse porsi nell'ottica di non essere mai fermo. Ma su questo pensierò mi diletterò nei miei giorni di viaggio. E poi ho il demone con me: quando non lavoro lo lascio padrone della mia vita interamente. riesce a mutare persino le sembianze morbide e voluttuose che durante la settimana mi caratterizzano. Divento molto più alta, più ingombrante e la luce che mi circonda offusca i confini, per questo li posso attraversare senza sforzo.

OGNI VOLTA CHE SCRIVO

Ogni volta che scrivo mi pare debba essere l'ultima volta.

Perchè lo scrivere, confuso in mezzo a tanti altri bisogni di scrivere altrettanto impellenti ma in fondo superflui, trasforma ogni spazio scritto in qualcosa che si poteva evitare.
Un Blogger in un post intitolato " Nessuno è meglio di me" ha scritto: "scriverò solo quando avrò qualcosa da dire e che sarà necessario scrivere." Ma ciò che ha scritto successivamente non si poteva certo definire " qualcosa da dire o necessario da scrivere" : era invece il frutto di un suo bisogno convulso di autoaffermazione e di consolazione. Niente che possa considerarsi utile od interessante. Non è il solo, naturalmente.
Tutto ciò che leggiamo, a meno che non provenga da una persona in grado di elaborare nuovi concetti , nuove possibilità di riflessione o che sia dotato di capacità di comunicazione ed elaborazione mentale, tutto ciò che leggiamo, dicevo, è accessorio .
Ho la vaga impressione che ciò che lo rende interessante per il lettore sia solo il trasporto affettivo che lo induce verso chi scrive. Niente altro.
Mi chiedo: cosa dunque, ti spinge ad interessarti di una frase anzichè un ' altra? Probabilmente una parola letta o sentita ad un certo punto ti mette a confronto misteriosamente con i tuoi fantasmi oscuri e sconosciuti che con il loro risveglio repentino ti permettono di " dare un contenuto vitale" al tuo mondo.
Perchè non c'è "il mondo" . Perchè non c'è "il giusto" Perchè non c'è "la verità."
C'è il tuo mondo, c'è la tua verità. C'è il tuo palpito segreto e a volte inspiegabile.
Quasi mai giustificato.
Ma d'altra parte la vita è brevissima : non faremo in tempo a comprendere l'inganno perchè troppo occupati a scrivere. Per fortuna.

mercoledì 1 luglio 2009

STORIA DI UN BIMBO E DI UN MERCOLEDI' EROICO

.........
il bimbo

" Sono stato attentissimo" Lui aveva assicurato" ci posso mettere la mano sul fuoco"!
Ma i giorni erano passati . Lei aveva una scritta blu tra le mani dal significato inequivocabile.
Lei aveva pianto un poco. Perchè sapeva cosa significava. Significava devozione, significava impegno. Significava essere una guida là dove lei stessa cercava una strada. E la strada era lunga. La strada era impervia e sconosciuta. E poi oramai lo conosceva. L'illusione era caduta : non c'era più un canto all'unisono, anzi, non c'era più il canto.
Lei gli aveva detto: " Ho deciso: farò l'interruzione"
Lui era un uomo.
Di solito l'uomo pensa che sia un discorso femminile. Disse" Fai come vuoi".
Lei si era sottoposta a tutti gli esami di rito. Non parlava e non chiedeva consigli. Lei cercava all'interno di se' la legittimazione della sua scelta. Perchè, sempre, un azione può essere giustificata MA anche l'attuazione del suo opposto.
Lei non pensava affatto. Lei denudava il braccio per le analisi del sangue e si stendeva nel lettino per effettuare l'elettrocardiogramma. Lei eseguiva le azioni come dotata di circuiti insensibili alla riflessioni emotive.
Il medico disse" " Venga mercoledì alle ore 8.00 "
Lei scese dal lettino e disse:" Va bene"
Pensava che sarebbe stato complicato, che avrebbe dovuto lottare ed insistere e rivendicare, invece tutto era stato facile, per fortuna. Nessuna domanda. Nessun cenno ad altre possibilità.
Lei si sentiva troppo figlia. Si sentiva una figlia incompresa. Una figlia disubbidiente.
Il mercoledì lei si vestì velocemente. Salì in auto. Ma andò in ufficio.
Che splendido mercoledì !! e che splendido bimbo!