sabato 30 ottobre 2010
giovedì 28 ottobre 2010
FANNULLONE SARA' LEI, SI INFORMI !

mercoledì 27 ottobre 2010
LE COSE CHE MI FANNO TENEREZZA: 2° LA TELEVISIONE

La D'Urso aveva ormai STABILIZZATO i muscoli facciali in una smorfia fissa di dolore . Questa espressione non l'abbandonava mai neanche quando perseguitava gli ospiti ormai suoi complici con domande morbose e già predisposte di dettagli scabrosi . Nulla la fermava . Neppure le lievi proteste di qualche normale cittadino che cercava di evitare la domanda interponendo un semplice " Lasciamo indagare gli inquirenti" E lei prontamente: " Sì, giusto lasciamo indagare gli inquirenti, ma lei è davvero convinto che non ci sia stato lo stupro, la violenza, lei cosa crede che stava facendo l'assassino mentre asssassinava? "
La pelle del suo viso, già sotto sforzo da botulino, si inarcava in un ghigno mefistofelico quando passava la linea all'inviato sotto il portone.
Ecco: gli inviati. Un altra categoria che mi ispira tenerezza. Durante i fatti di cronaca, nei primi momenti, gli inviati sono veri giornalisti, ma quando la storia si prolunga più del dovuto i giornalisti se ne tornano a scrivere al calduccio per lasciare il posto piovoso ed umido ai garzoncini in prova.
E' per questo che l'inviato ha quella faccia giovane e spaurita del brutto anatroccolo MENTRE esegue qualsiasi cosa il conduttore gli chieda. " Spostati a destra. no, a sinistra. Vai sul terrazzo, in alto. Sbircia attraverso gli spiragli della cancellata. Salta un po' per vedere dentro"
Una volta gli hanno chiesto, ad un'ora folle come le 23,00: " Citofona e chiedi se vogliono parlare"
L'inviato ha abbassato gli occhi e pieno di logica titubanza ha eseguito. L'indice gli tremava, la voce era spezzata. Ho pensato: " povero inviato: la gavetta è dura per tutti. Io, ai miei tempi, dovevo salire sulle scalette, sollevare faldoni e mettere crocette davanti ai nomi"
martedì 26 ottobre 2010
LE COSE CHE MI FANNO TENEREZZA : 1° IL PD

Ci sono diverse cose che mi fanno tenerezza: sì, ho scritto proprio: " tenerezza".
Infatti, ci sono ormai poche cose che mi fanno arrabbiare tipo: sprecare i miei soldi, mescolare i colorati in lavatrice e fare la fila dal medico DELLA MUTUA
Tutto il resto ORMAI mi ispira solo tenerezza. Mi fa tenerezza il PD a Valenza. Da qualche tempo quelli del PD si riuniscono in cinque o sei PERSONE intorno ad un tavolo . Si ritrovano in sede ed io me li immagino: Tristi. Poi escono: tristi uguali. E tutto ricomincia daccapo. Come se la barca non stesse affondando, non tentano nemmeno di infilarsi il salvagente. Di gridare " Ohi! Ohi . accoruomo, accoruomo!!! " Queste cose qui, insomma. Perchè sono orgogliosi, loro. Cinque sono e cinque vogliono rimanere.
Mica chiedono aiuto, idee, consigli, non so , quel che si dice " fare un po' un richiamo a raccolta." Macchè. Silenziosi ed imperturbabili. Non sporcano e non disturbano. Come non averli.
Per questo mi fanno tenerezza. Questo atteggiamento schifiltoso è perdente, è già stato perdente al tempo delle elezioni, ma loro non se ne sono mica accorti.
Mica fanno il " mea culpa", loro. Anzi.
Mica si guardano attorno, loro, a dire: " Cazzo, siamo un po' pochini, diamoci da fare, reclutiamo un po' di persone, giriamo per le strade, parliamo con la gente, facciamoci vedere, cristo. Magari proponiamo qualcosina di alternativo." Invece no. Nessuno li sente. E dire che di cose ce ne sarebbero da tirare fuori.
Angioletti... Stanno lì, belli e bravi chiusi in quella grande sede fatta di tante vetrate trasparenti ed i colori verdi e rossi della TRASCORSA CAMPAGNA ELETTORALE con quella aria abbacchiata e sonnolenta che tu, dalla strada, li vedi e ti viene voglia di piangere. Ma poi te ne vai senza neanche un gemito di dolore perchè hai già pianto abbastanza per loro ed il cuore , lo sappiamo, è uno zingaro e va.

lunedì 25 ottobre 2010
PERICOLO

giovedì 21 ottobre 2010
LA GENTE SCIOCCA
martedì 19 ottobre 2010
DAMMI OGGI IL MIO PANE QUOTIDIANO

4) Condividere la meta da raggiungere e i valori prefissi. Il Coordinatore non dovrà far cadere dall'alto un lavoro con un ordine perentorio, ma permettere al personale di appassionarsi al progetto responsabilizzando la sua funzione.
5) Mettere il personale in condizione di lavorare al meglio. E questo è possibile se non vi sono ruoli confusi, dove non è ben chiaro a quale ufficio spetta fare cosa.
Il coordinatore farà in modo che si superino gli atteggiamenti competitivi incoraggiando a lavorare in squadra con ognuno un compito precipuo che non vada a intralciare il lavoro dell'altro. Esempio: ma lo devo fare io o tu? Ricordiamoci: se vi sono rivalità tra uffici la responsabilità è di chi coordinando non sa fare squadra, attribuendo le stesse mansioni a più uffici:
" ma quel lavoro era di mia competenza!" " No, il capo lo ha dato a me!!! "
6) Riconoscere l'impegno assunto ed il risultato raggiunto con l'affidamento ad ulteriori incarichi ( sistema premiante) Non avere paura che le sue capacità possano oscurare quelle degli altri o le sue in particolare. Bisogna ricordarsi che l'obiettivo è il benessere del cittadino non il proprio prestigio personale. Capita che un dipendente viene messo da parte quando opera bene perchè si ha paura che si metta troppo in luce.
Quello che più lamentano i dipendenti pubblici è quello di essere sotto - utilizzati e di non essere valutati adeguatamente.
Il tono minaccioso, autoritario e padronale potrà gratificare momentaneamente colui che ne fa sfoggio, ma a lungo andare penalizza l'ente e lo stesso individuo che lo ha adottato in modo indiscriminato.
In questi giorni il mio grillo parlante non mi sta leggendo come DOVREBBE.
Spero che questo post possa essere motivo di dibattito e di condivisione.
Al mio grillo parlante consiglio di leggere anche il post : Non me ne frega niente della Carfagna fulgido cattivo esempio su come l'uomo si faccia le idee sulla donna.
lunedì 18 ottobre 2010
IL CUORE E LA MILZA

Ora individuo i miei organi posizionati nella loro sede specifica ed ad essi presto un'attenzione maniacale. Curo il mio viso con creme rassodanti e antirughe .
Sono fatta di tanti pezzettini debolissimi. Ora lo so. E tutelo ognuno in maniera esclusiva.
E poi c'è la mia anima.
Pulsa davvero la mia anima in assonanza con questo mondo crudele? Con queste anime maligne? Con questa assenza di cuore? Con queste putride esibizioni del male?
Davvero la mia anima che s'accende d'impulsi improvvisi e magici, che rallenta il passo attratta da visioni dolorose e celesti , davvero non è che una vibrazione di una spinta maligna che si chiama natura?
La stessa natura che uccide, spezza e soccombe sotto i colpi del suo stesso oscuro vigore?
Non posso fermarmi, dunque? Se non neutralizzando il mio desiderio, la mia compassione, la mia misericordia?
E cosa ne è del mio corpo ? Questo, dapprima vagava nel mondo come fantasma giocoso e muto, ora s'aggrappa disperatamente alla mia anima per recuperare quella invulnerabilità che ha perduto.
Ma l'anima, che non vuole esserne la sua dimora, non ascolta le sue afflizioni.
venerdì 15 ottobre 2010
SPLENDIDO SPLENDENTE

giovedì 14 ottobre 2010
OSCURO ABBANDONO
martedì 12 ottobre 2010
NON LEGGERE

domenica 3 ottobre 2010
COMUNE DI VALENZA: PER I RAGAZZI....

In tempi di crisi allora, la politica dell'ente locale è ancora più sotto gli occhi della comunità la quale, se da una parte accetta di buon grado i sacrifici che la crisi comporta, pretende anche una politica di aiuti, di appoggio e un progetto di iniziative concrete per la ripresa della città in una logica di collaborazione con tutte le forze presenti nel territorio e con tutte le risorse che il Comune possiede ( risorse intese anche come persone che lavorano nell'ente)
Devo dire che le sue parole, così appassionate e sincere, mi hanno colpito molto. Comprendo la sua inquietudine, anche se l'ho sentita parziale e limitata ad un aspetto rilevante sicuramente, ma non primo tra tutti i servizi di cui mi sento di invocare la necessità di esistere.
Prima ancora , e in tutti questi anni non ho mai sentito tra gli stessi banchi ( banchi del centro sinistra) , qualcuno che reclamasse la sua efficienza, qualcuno che prestasse attenzione alla sua salvaguardia , il servizio rivolto ai giovani, uomini e donne, quindi in pari opportunità di necessità e di speranze.
Il servizio per i giovani è necessario perchè, nei momenti di crisi, sono i primi che perdono l'orientamento e si fanno vincere dalla rassegnazione. Perchè, davvero, è dai giovani che può rinascere un modo nuovo di fare politica, e sarà dai giovani che si potranno trovare alla fine le risposte concrete per il rinnovamento della comunità.
Un ente locale non può adagiarsi nella dimensione proclamata della crisi che tutto travolge e blocca, nell'assenza di risorse che impedisce di muoversi ma deve progettare, proporre, ideare, trovare soluzioni che migliorino la vita dei cittadini: dai suoi servizi ai momenti di svago ed intrattenimento.
Non può che muoversi in ogni settore: è il suo scopo, la sua ragione sociale e ciò che i suoi concittadini (magari proprio votando una nuova amministrazione) stanno attendendo.

Come, per esempio, concertare momenti di aggregazione e di eventi durante le fiere che coinvolgano gli esercizi commerciali,
Non si deve intendere il programmare eventi nella città come un'azione di svago puro e semplice in questi tempi di vacche magre, ma come opportunità per promuovere la città, renderla viva, attraente e stimolarne la crescita.
Una città dove non succede niente è una città che non richiama visitatori, che non può vendere i suoi prodotti, che non permette al suo commercio di decollare, che spinge i suoi ragazzi ad allontanarsene , è una città che muore.
Il ruolo del Comune, quale elemento essenziale in tutte le dinamiche sociali ed economiche, è determinante.
L’Amministrazione può e deve interessarsi di tutti i bisogni dei cittadini che compongono la nostra comunità, farli propri, e cercare di risolverli nel modo più adeguato e deciso.
Proprio , in questo momento, di crisi profonda il cittadino deve sentire accanto a se' la presenza delle istituzioni, NON IN QUALITA' DI CASTIGATORE, MA COME ORGANO CHE TUTELA E GARANTISCE LA VITA DELLA CITTA'.
Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.
sabato 2 ottobre 2010
FERMO IMMAGINE

Un sogno.
Insomma vi sono miriadi di persone che sciamano tra i corridoi e le stanze del grande palazzo.
C'è un fitto vociare, un intenso stropiccio di piedi e di vesti che si sfiorano, di odori confusi con i profumi di cibo e di glamour.
E poi si cominciano a formare piccoli drappelli di persone eleganti agli angoli delle stanze che sorridono e conversano.
D'un tratto, quasi fosse la sequenza di un film d'essai, la scena s'arresta. in un fermo immagine.
Il gesto si fissa nel bicchiere sollevato, nel sorriso sulle labbra , nell'espressione attenta alla conversazione.
L''inquadratura, quindi, s'allarga e abbraccia l'intero salone: non si riesce a riconoscere un soggetto dall'altro confusi come sono ora in questa loro fissità irreale ed inquietante.
Io vago per il Palazzo, unica comparsa mobile, tra corpi rigidi e muti. Non si sentono più scoppi di risa , accenti arroganti, atteggiamenti affettati , sorrisi di sufficienza, ostentazioni di capacità effimere. .
Tutto tace, candido ed innocente.
Ed ecco che, all'improvviso, l'occhio del grande fratello, in uno zoom repentino ,punta il suo obiettivo verso un drappello e scrive a mezz'aria sopra la testa di uno dei componenti :
" QUESTA PERSONA E' PIRLA"
Quindi l'inquadratura s'allontana e la sequenza della scena riprende esattamente dal momento dell'interruzione, se non fosse per quella sottile differenza,: La presenza di quella piccola etichetta eloquente che permette di definire chiaramente un soggetto che poteva essere confuso, non si sa mai, con una persona rispettabile.
