mercoledì 16 aprile 2014

SCELTA RADICALE


Per noi saggi,  l'amore non ti trascina, ma ti concima. 
Sei curvo , frettoloso.
Di solito. 
Disilluso, dici, ma lo fai per compiacerti , per crederti inattaccabile. 
Sei impegnatissimo. 
E l'amore si innesta tra le tue faccende  come un nuovo incarico professionale. 
Tu ci pensi senza animosità, ma con fare accademico  registri  l'eccitazione  e lasci fare  perchè hai necessità di tornare alle sensazioni accoglienti della solitudine  licenziosa.  
Conosci già quella sensazione di calore e di  irrequietezza tanto che sai individuarne  il  preludio come il suo epilogo. 
Non è qualcosa fuori di te che ti conduce altrove, ma nasce da te per  svilupparsi come un pensiero, una idea che ti costituisce ma sempre in ogni caso tua e tu ne sei il padrone indiscusso.
Se pensi alle sensazioni misteriose di un tempo che scorrevano  vertiginosamente come spinte da correnti incontrollabili,  ti meravigli. 
Ti rivedi con tenerezza quando eri irrimediabilmente legato ad un richiamo di cui non  conoscevi l'origine nè la ragione. 
Ora no. 
 Tu  oramai controlli.
 Tu sai che  quella sensazione appartiene  al processo che  ti aiuterà ad incontrarti in un nuovo sentiero, con una nuova immagine di te. 
Per noi saggi, l'amore  risponde al nostro  temperamento. E non  ci lega nè ci  rapisce. 
Ah, questo ti direi! 
Forse te lo dirò. 


 Ma dopo.


domenica 6 aprile 2014

AL DI LA' DEL MALE








In questi giorni ho avuto molto momenti di sconforto, a causa dei soliti attacchi, che in certi momenti sembrano insopportabili. Definirli  "attacchi politici" è davvero render loro una qualità che non hanno.  Direi più che altro "incursioni  teppiste". 

Infatti  c'è chi scambia il confronto su problematiche sociali in una occasione per emergere e trovare un posticino al sole, remunerato,  se possibile. 
Ero davvero esasperata. Anzi, diciamo esausta. 
ma , parlando con il mio vecchio grillo parlante ho realizzato che , nella lotta, bisogna mettersi in una nuova ottica che non deve essere quella di vincere, ma quella soprattutto di procedere verso la prosecuzione del bene. A piccoli passi, un passo dopo un altro senza perdere di vista che il nostro scopo non deve essere personale , cioè giungere alla vittoria, ma soprattutto essere una pedina per permettere a cio' che e' giusto, vero, necessario di fare un passo in più verso la meta. 
Insomma siamo un po' come uno dei tanti corridori che fanno la staffetta con la fiaccola dei giochi olimpici, solo che noi cerchiamo di far avanzare il bene. 
Od almeno ci si prova.

mercoledì 5 marzo 2014

LA DEMOCRAZIA SCENEGGIATA

ah, se mi leggete stasera, mi dovete prendere così. 
 Amareggiata.
Quando cominci ad interessarti di politica smetti di interessarti del territorio.
 Della città.
Sembra che lo scopo primario non sia lavorare ma convincere che lavorerai. 
O ancora meglio: convincere che sarai fruttuoso per chi vuole raggiungere un qualche obbiettivo.
A forza di parlare esci fuori dal mondo e cominci a preoccuparti di quello che pensano e fanno altri che poi è niente davvero, ma intanto il tempo passa. 
Non sei nel mondo.  
Ho avuto un pensiero molto illuminate ed è questo: La persona intelligente che fa politica passa il tempo ad ascoltare persone stupide e le persone stupide che fanno politica occupano i posti di rilievo.
Ve l'immaginate? Uno parla, parla e l'altro raccoglie  senza rumore, con la testa bassa vivendo di comparsate, di presenze silenziose, ma ubbidienti o, almeno, consenzienti. 
Il tempo scorre, passa velocemente. Ti pare di avere detto qualcosa di importante invece hai perso tempo : i giochi già fatti, gli accordi invisibili. 
Se mi leggete, prendetemi come sono.  Guerriera. 


lunedì 24 febbraio 2014

ROMA LADRONA






Sono stata a Roma un bel po' di giorni a casa di mia figlia.  Più che la turista, perciò,  facevo la mamma e quindi  ho girato soprattutto  nel quartiere che mi vedeva impegnata in questo compito.
Roma , vista da quest'ottica è molto paesana. Le persone sono molto " sbracate" e se ti aggiri per i negozi di commestibili tutto sembra tranne una città cosmopolita. 
Il quartiere ti  chiude al mondo data anche la vastità di  territorio  in cui Roma si dipana. Il centro culturale e storico appare distante e  forestiero.
La cosa  che più si nota è il grande traffico. è rimasto per me un mistero questo via vai incessante di auto che sembrano non andare da nessuna parte se non nella strada che le trascina.
Gli automobilisti romani  sono  sempre molto eccitati. Suonano di continuo il clacson e urlano dai finestrini rigorosamente aperti ,  magari  proprio allo scopo . Questo devo dire mi inteneriva molto. Prababilmente è una usanza sociale e nessuno fa molto caso alle ingiurie lanciate dal finestrino
Essendo forestiera e girando con la macchina immaginerete quanti accidenti  mi hanno tirato . Allora ho chiesto ad un cittadino di Roma cosa di solito si fa  quando si è oggetto di insulti da parte degli automobilisti. . Lui mi  precisa che di solito si risponde: "  tù sorela" e così mi sono adeguata agli usi e costumi del territorio. Appena ho potuto  Ho cominciato a lanciare il mio  "  tù sorela "  in direzione dell'automobilista maleducato  e sembrava davvero  sortire un certo  effetto .
Loro incassavano l'esclamazione  senza batter ciglio.
 Ma la cosa più strana che mi è capitata è stato  l'incontro con un vigile romano.
Insomma, mi stavo apprestando ad tagliare la corsia di marcia  anche se era vietato , ma la necessità era impellente  e perciò  mio malgrado mi ero decisa a compiere l' infrazione.
Subito,  appena compio la manovra,  balza davanti a me un vigile in motocicletta che mi  dice urlando.  " Testa di cazzo che fai? "
Ora, questo mi ha stupito molto dato che di solito i rappresentanti delle istituzioni tutto  ti  fanno tranne che insultarti così apertamente. Io in buon ordine mi ritiro e lui mi lascia andare senza fermarmi nè per chiedermi la patente e nè per farmi la multa.
Ho riflettuto sul suo comportamento paragonandolo a quello dei nostri vigili .  
 Sicuramente  dalle mie parti mi sarei presa una bella multa anche se condita con un cortese:  " buonasera" . Non so davvero se avrei preferito questa opzione. 
Il punto è:   scegliereste  una ferita profonda al  vostro  orgoglio o al vostro  portafoglio?