martedì 24 luglio 2012

FINITA LA FESTA GABBATO LO SANTO


Io sono occupatissima. Sto cercando. 
E cosa mai cercherai?  Si chiederanno i miei lettori triplicati in due giorni chissà perchè ma che importa?  Ecco cosa cerco: di assecondare le spinte della forza oscura che mi sostiene  e mi muove incessantemente. Per questo, a volte, sembro incoerente. Lo dico in modo chiaro:  non si tratta di incoerenza si tratta di ubbidienza.  
Ascolto il richiamo  senza discutere  e mi incammino fin dove giunge il suono fino  a quando risuona nel ventre come rintocco inesorabile e struggente . Non do indicazioni. Come potrei? Non decido nulla se non la disciplina muta di un 'anima  perseguitata dal sogno. Se giunge lo afferro a piene mani, mi  danza intorno  accettando le mie carezze ossequiose  , i miei inviti calorosi  e pressanti.
 Oh se rimanesse con me per sempre! Ora,  in questo istante e domani,  anche domani non dovesse allontanarsi come fa sempre senza avvisare !  Invece d'improvviso,  sempre  svanisce come una storia inventata , una magia distorta , senza lasciare ricordi di brividi profondi, nè segni nella pelle gelata.  E tocca a me   giustificare la sua indifferenza , la sua inadempienza nel gesto della mano distratta. Questo per chiarire, tesoro.

C'è la mia foto. In questa immagine mostro il luogo delle mie colazioni. Luogo  a me caro. 
 Sono tra il tappeto rosso  ed il tavolino stile giapponese. 

Per la Festa patronale  di San Giacomo, so che aspettate il mio parere e non voglio farvelo mancare: fidatevi. Niente di che, poca  presenza di pubblico considerando che era la serata  piu' importante.
L'afflusso scarso di spettatori era mascherato dalla mancanza di sedie sotto il palco  dove era sistemato un linoleum  largo ed ingombrante , per cui si erano piazzati tutti   in piedi lontano dal palco. . 
Il cantante si è servito di marchingegni kisch:   quali la nebbia e gli  schermi  chiassosi per nascondere la pochezza della sua  voce e del  suo talento. Il Sindaco, esperto conoscitore di musica non potrà che assentire.
 Una festa patronale che non merita più alcuna parola da parte mia.  Ci penseranno i comunicatori dell'ultima ora a recitar la storia del  successo fantastico -  magnifico - eccellente - superbo - l'annata migliore. Centinaio di migliaia di  persone..  Milioni di milioni .
Impossibile trattenerli. 
Purtroppo.  Ve li dovrete sorbire in toto.




lunedì 23 luglio 2012

FESTA PATRONALE DI SAN GIACOMO 2012 : SPARARE SULLA CROCE ROSSA



Non è servito a nulla. 
Non è servito a nulla montare il palco 1/3 più piccolo di due anni fa, non è servito a nulla  posizionare 100 sedie invece che 320: il vuoto siderale si notava eccome, appena giunti nel luogo deputato per la Festa Patronale di un paese capo zona come è la città di Valenza. 
Il buio , il silenzio, il senso di smarrimento e di isolamento imperversava  proprio nel momento clou della festa.
Non c'era affatto quel clima fragoroso tipico di una festa  popolare: i cittadini che passeggiano, che mangiano gelati, i bambini che si rincorrono gioiosi,  le voci squillanti dei ragazzi lungo i viali, i dehors affollati. Niente villaggio al dì di festa  ma piuttosto:  

"Già tace ogni sentiero, e pei balconi   Rara traluce la notturna lampa" ( Leopardi)   . 

La colpa di questo flop  non è affatto  da imputare ai bravi gruppi teatrali che si sono succeduti sul palco coi loro guizzi creativi e  vivaci di saltimbanchi appassionati. 
No: non era l'occasione, nè il luogo adatto per proporre delle rappresentazioni teatrali in una grande Piazza ed in una Festa Patronale e popolare di questo genere. 
E non  era adatto il contesto, il Viale, le luci, la promozione avvenuta , la locandina promozionale e la situazione economica e sociale della città valenzana e dei suoi cittadini. 
Perchè una festa popolare deve essere diretta al popolo e per farlo bisogna conoscerlo, frequentarlo , raccontarlo e viverlo. Bisogna avere competenza, conoscenza del territorio e un  po' di disponibilità ad ascoltare gli umori ed i suoni di una città  colpita a morte da questa crisi.  
Invece  gli improvvisati esperti in comunicazione di massa, in eventi di grido si sono riempiti  la bocca di parole grandiose, di slogans poderosi , di massicce esortazioni ad  una "capillare distribuzione di locandine  promozionali" come potessero essere  rimedi taumaturgici all'ignoranza che ormai divampa tra gli operatori del settore ( dopo la mia dipartita, d'intende) 
Per la seconda serata il cantante in turno,  cercando di prevenire  un altro insuccesso, s'è premunito di farsi una campagna informativa per conto suo, su face book,invitando 7.000  persone e ricevendo n° 20 adesioni. E che sarebbe già un bel risultato. Vi saprò dire domani. Sono in ozio totale e il tempo ce l'ho per riflettere e valutare questa delicata ed annosa questione  prima di prendere il largo con il mio amato camper.
Per intanto come dice il Leopardi " Tutto è pace e silenzio e tutto posa  il mondo , e più di lor ragiona."

giovedì 19 luglio 2012

TI IMMAGINI L'EPILOGO?

Questi decenni saranno ricordati per  l'abuso di svariate parole.
 Per esempio  una parola che ci ricorderà questo oscuro  periodo sarà la  parola " Immagine". 
L'immagine  viene  per forza associata all'esibizione del corpo che sia il proprio o la materia fatta di  oggetto inanimato. Ma attraverso l'immagine noi costruiamo consensi e cerchiamo di  sedurre il mondo. 
Questa politica  dell'immagine, tanto cara a chi governa ,  alla lunga risulta perdente. 
Infatti  continuando ad  es - porci, cioè a porci all'esterno con tutti noi stessi alla fine questo " se' stesso"    verrà fuori e ve lo voglio dure sinceramente : ci sono dei  " me stesso" che non sono affatto piacevoli.   Ci sono dei " me stesso"  talmente  privi di autorevolezza, di profondità intellettuale e morale  che si sfaldano irrimediabilmente  con l'aria leggera della sera.  
 Il gioco d'essere carini, eleganti, profumati ed anche sorridenti lo abbiamo imparato tutti. 
Passando i giorni quel  sorriso conciliante  non ci può più rappresentare, l'espressione del volto viene interpretato, stracciato, ricostruito, trasceso dal corpo e ciò che si vuole mostrare  diventa perciò la condanna di mostrare davvero  ciò che siamo .
 E se ,  alla fine non siamo riusciti a lavorare oltre il proprio corpo , oltre gli ammiccamenti  dei gesti , oltre la retorica  delle strette di mano e delle pacche sulle spalle , del linguaggio seduttivo che racconta di soluzioni miracolistiche ,  e se alla fine non abbiamo imparato a lavorare, a conoscere ed a misurarci con gli altri ,  allora sarà la stessa nostra immagine che rivelerà l'inganno, che mostrerà il danno e la bugia   imperdonabile. Sarà ancora peggiore  l'epilogo. 
Occhio. 

venerdì 13 luglio 2012

IL BUON GOVERNO ED IL CATTIVO GOVERNO

Cosa succede quando un Ente Pubblico che dovrebbe principalmente occuparsi di garantire e sviluppare il benessere della propria comunita', invece si impegna a  guerreggiare contro chi svolge la propria opera per il servizio pubblico? 
 Cosa spinge un Ente Pubblico, che è chiamato a gestire i soldi dei cittadini  a decidere di utilizzarne una parte tra avvocati e ricorsi di tribunali per evitare di pagare  ai lavoratori straordinari, festivi, oppure per costringere a trasferimenti coatti  intesi puramente  a " decantare "  gli impiegati  che sono sempre stati attivi e solerti nell'attività a loro assegnata?
Parliamo di Ente Pubblico, ma attenzione: qui si tratta più precisamente  di gestori " PRO TEMPORE " della cosa pubblica. 
Quindi di " persone" con un loro carattere, una loro indole caratteristica che opera nello Stato  rappresentandolo . 
Ma non sono lo Stato. Non confondiamoci. 
Chi rappresenta lo Stato non ne acquista il valore, ma solo  la dipendenza alle Sue Leggi, solo  il compito all'ubbidienza verso le sue regole. 


buon Governo

 
Allora la risposta viene più facile. Non è lo Stato che  perseguita il lavoratore o il cittadino bensì le persone che lo rappresentano.
 Queste persone probabilmente si attivano in rappresaglie contro il singolo individuo  per dimostrare a se' stessi ed agli altri il vacuo e transeunte potere che essi detengono, non rammentandosi che non è una dono venuto dal cielo  la facoltà di  governare ma un incarico affidato .
Perche' queste persone, dunque, si preoccupano  di far sapere  tramite i giornali che un dipendente ha perso (anche se cosi' poi non e') un ricorso che aveva lo scopo di  tutelare l'integrita' e la dignita' del proprio lavoro?
Quale dimostrazione di forza vogliono dare? 


cattivo governo



E se si trattasse invece di una inconsapevole ammissione di debolezza, di  un'incapacita' a gestire un conflitto se non attraverso un atteggiamento punitivo, di rimprovero, attraverso il pugno duro , la coercizione, l'egemonia, la sopraffazione della volontà e dell'attitudine del lavoratore? Non si rende conto chi siede al comando che un "buon governo" non si sviluppa attraverso i conflitti  che si riescono a produrre ma e' , al contrario, rappresentato dalla capacità di creare un ambiente tranquillo, dove tutti possono essere messi in grado di svolgere al meglio il proprio lavoro nell'interesse della comunita' e sviluppando le capacita' e potenzialita' di tutti, a tutti dando fiducia ed  ottenendo in cambio disponibilita' e partecipazione?
Si vadano a vedere le immagini degli affreschi di Ambrogio Lorenzetti sugli  effetti del buono e del cattivo governo. 
 Da che parte il Sindaco Sergio Cassano vorrebbe collocare l'attività del Comune di Valenza? Spero che presto mi risponda.