martedì 31 gennaio 2012

LA DESCRESCITA SOSTENIBILE


Ho poche esigenze. Intanto non  ho interesse a prendere la metropolitana  e questo è un bel vantaggio soprattutto perchè in questa città non passa. Non prendo l'autobus e posso stare senza macchina per sempre.
Posso cadere in letargo finchè voglio e consumare pochissimo. Il mio cambio di abito è in relazione alla mia diponibilità  al mutamento.   Non nego d'avere avuto il mio periodo di appetiti voraci, ma l'ho accantonato da un bel po'. Ho l'aspirazione alla continenza, non mi va di sciorinare le incongruenze  che  si presentano,  fino a che queste incongruenze non mi vengono a cercare, fino a che non puntano il dito sulla mia irreprensibilità , come fossero loro le anime candide.  Allora sono costretta ad avanzare. A puntare i piedi. A prender l'armi contro il mare di guai e, combattendo,  cercare di  annientarli. . Amleto si chiedeva se fosse stato più nobile sopportare le ingiurie, le vessazioni, le calunnie, oppure lottare e patire uno scontro duro e violento.  Semplice: bisogna muoversi , parlare e rivelare il danno. Per quanto possa essere pesante.
Non  dipende da me: è  colpa degli oltraggi, delle violazioni se  parlo o scrivo.
Per me la vita deve essere parca. scarna quasi  smilza.  la vita deve essere trasparente, leggera, snella, tersa. Vorrei  poterne vedere il fondo come in un mare limpido e privo di impurità . Allora non avrei niente da dire. Mi piace godermi le cose intorno che  mi riempiono la vita totalmente.  Non cerco piedistalli. Sono in alto  già di mio. 
Qualcuno ha  scambiato  la mia pienezza per un controllo di competenze misteriose. 
Non era così, ma come poteva saperlo ? Ciò di cui non si ha comprensione  suscita apprensione. 
Il mondo è   abbastanza grande per soddisfare i bisogni di tutti, ma è troppo piccolo per soddisfare l'avidità di alcuni.   Ciò che  resta da fare  è la conseguenza inevitabile di questo pensiero.

domenica 29 gennaio 2012

COMUNE DI VALENZA: VENDESI PROGETTI A COSTO ZERO


NATALE 2010




 Eccomi qui: a causa dell'ultimo commento del post precedente sento il dovere di dare delle precisazioni relative alle funzioni dell'Assessore: 

La figura dell'assessore ha subìto una grande evoluzione in relazione alla riforma del 1993. Prima di allora gli assessori erano eletti dal Consiglio comunale insieme con l'elezione di Sindaco e Presidente. Nel nuovo sistema, gli assessori sono nominati dal Sindaco fra persone anche esterne e non facenti parte del Consiglio comunale. Lo Statuto del nostro Comune da la possibilità che due assessori possano essere anche esterni al Consiglio Comunale.
La legge prescrive inoltre che non può essere nominato assessore ,il coniuge, gli ascendenti, i discendenti, i parenti e affini fino al terzo grado del Sindaco, che l'assessore non può ricoprire la carica per più di due mandati e che, infine, non può assumere incarichi o consulenze presso enti o istituzioni dipendenti o controllate. Il Sindaco può attribuire anche una delega specifica ad un consigliere ritenuto capace ( qualcuno  in questo consiglio comunale ci potrebbe essere)

A ciascun assessore è solitamente attribuita la "delega" per un determinato settore dell'attività amministrativa dell'ente, comportante l'esercizio di poteri esterni. In virtù di tale delega l'Assessore  ha il compito di svolgere attività propositive e di impulso nei confronti  dei servizi di cui ha avuto la delega. 

Questo significa che un assessore deve formulare un piano di lavoro  spalmato lungo un arco di tempo definito (magari a cadenza annuale) , volto a realizzare l'obiettivo  che si  prefigge. 

A questo punto tutti  diamo per scontato che un obiettivo  un assessore se lo deve deve per forza  se vuole avere dei risultati proficui.
Bene, invece pare che non sia sempre così. Molto spesso  non esiste alcun obiettivo  o, peggio ancora, questo obiettivo  sembra che venga taciuto alla cittadinanza. Forse che si tiene in un cassetto, si rimugina tra se' e se' durante le notti nevose?  insomma è più probabile che  la mente amministratrice non sia riuscita a partorire alcunchè: non esiste obiettivo e di conseguenza non esiste un progetto  neppure a lungo termine per poterlo attuare. 
Nell'ultimo consiglio comunale l'Assessore al Turismo dice: "un  progetto ce l'ho ma non lo posso divulgare"; manco si trattase di una missiva romantica e/o di qualche atto privato e personale che debbe seguire la Legge sulla privacy.   Che sia una cosa a luci rosse? Wow....
C'è un famosissimo detto che così recita: "Quando una donna  si ostina a non voler  rivelare il nome del padre del proprio figlio è perchè neppure lei lo conosce."
  
Allora, carissimi, mi chiedo:  se a due anni e  mezzo dall'insediamento  non è stato , non dico realizzato, un progetto, ma almeno esposto e condiviso tra tutte le forze sociali presenti nel territorio,  non vi sorge il dubbio che questo progetto non esista? Eppure, prima del suo insediamento vi erano in corso delle attività atte a sviluppare il turismo e molte di queste erano a costo zero. Non  era allora il caso, dato che di idee non ne sorgevano, almeno proseguire sulla strada  intrapresa della continuità e della collaborazione con le associazioni dei commercianti e del volontariato? Se non c'erano idee nuove da realizzare non era almeno funzionale porsi nell'ottica dell'ascolto, della disponibilità a cooperare in una condivisione di idee?
Non e' sufficiente aver approvato un regolamento sulle sponsorizzazioni: come attrarre gli sponsor a investire se non con nuove ed argomentate idee?  Chi decide di spendere i suoi soldi lo fa solo se reputa un progetto degno di essere realizzato. Nessuno ti da i soldi per grazia di Dio. Il Comune non è qui a chiedere l'elemosina è qui per illustrare delle idee creative ed atte a  migliorare la città.
Il chiamiamolo "cittadino" del commento mi chiede di  proporre a me i progetti per promuovere la città ed il territorio.
Oh bella! A che titolo, prego?  Qualora l'amministratore riconoscesse la sua inadempienza allora io, gratis et amore dei, mi prodigherò in stesure di progetti ed iniziative anche a costo zero. E comunque mi pare che la Lega Nord abbia presentato un progetto per il territorio valenzano che sicuramente potrebbe riscuotere interesse tra gli uffici della Regione Piemonte per un contributo finalizzato alla sua realizzazione. dunque, lasciamo spazio a chi idee ne ha.
Si fa presente che nell'ultimo Consiglio, sia la maggioranza che la minoranza hanno votato un documento che chiede all'amministrazione comunale di intraprendere iniziative  per incentivare il turismo. Orbene: ce ne sarebbe stato bisogno  ( mobilitare l'intero consiglio) se l'assessore delegato da due anni e mezzo a questa parte, avvesse già intrapreso  un minimo intervento in tal senso, come era suo dovere? Non è , dunque, questo documento una chiara accusa di immobilismo e negligenza  verso l'assessorato di riferimento?
Il Consigliere Maragno, esperto commerciante ed uomo di buon senso,  replica in consiglio comunale  all'assessore al turismo, il quale intendeva rimandare ancora a dopo Giugno 2012 una eventuale azione  di promozione territoriale :.....  " non si può ulteriormente rimandare una azione per risollevare la città. L'intervento è da fare adesso. Da oggi.
Ma glielo si doveva proprio ricordare  all'assessore l'urgenza e la necessità di un intervento?
Caspita: cosa ci sta fare un assessore se, quasi a metà del suo mandato,  rimane  ancora in attesa di agire?

venerdì 27 gennaio 2012

COMUNE DI VALENZA: HIC RHODUS, HIC SALTA !




La grave situazione finanziaria degli enti locali ormai è una  cosa risaputa.
Tutti  hanno bene recepito come ormai le manovre atte a recuperare fondi  per rimpinguare il debito pubblico abbiano intaccato fortemente i trasferimenti erariali dallo Stato agli enti pubblici ed in prima linea ai Comuni. 
Se  la soluzione  fosse  quella per i Comuni di rimanere immobili e non effettuare alcuna spesa se non quelle ordinarie legate ai servizi istituzionali non sarebbe neppure necessario dotare l'Ente Pubblico di uomini eletti per prendere decisioni. 
Eppure, ugualmente è prevista per i Comuni la presenza di una classe politica che, proprio a fronte dei costi elevati che gravano sulla città, è chiamata a realizzare una strategia responsabile che permetta la crescita produttiva e territoriale del Comune per cui lavora.

Non può essere accettata una politica che si basa sull'attesa di tempi migliori o  sul trascorrere indefinibile  del tempo per poter infine, chissà quando, delineare un intervento funzionale e costruttivo. Il momento è questo. L'intervento deve essere adesso. 
Eppure c'è chi crede che la definizione di una linea politica sia di far passare il tempo mentre si ragiona sulle decisioni da adottare in chissà quale futuro non ben identificato. 
Vi pare strano? Anche a me inizialmente. Eppure è così: ormai  l'azione politica si esplica  nell'attesa di poter adottare una strategia economica e politica.  La famosissima  politica dell'attesa.
Oppure ancora peggio. Oltre la politica dell'attesa  (almeno ufficiale) va in auge anche la politica di appropriarsi delle iniziative altrui. 
Insomma questa è la filosofia di un cattivo padre di famiglia che  non pianifica , non programma, non si pone obiettivi, ma naviga a vista e fa come paguro Bernardo che, avendo il corpo molle e non possedendo una sua conchiglia usa quelle che trova libere.  
L'AVIS  fa una campagna sui donatori di sangue?  E' roba mia!!!! La palestra dietro l'angolo fa il saggio di fine anno?!! Roba mia anche questa!! 
Ah ventri molli dello Stato!!! Ci sono  possibilità a costo zero che potrebbero  essere attuate!  
 Si possono trovare  ancora buoni progetti che abbiano un reale impulso alla crescita, alla  concertazione ,  che possiedono in se' una giustificazione plausibile per chiamare  tutte le forze presenti nel territorio al una collaborazione attiva e fattiva,   ma spesso,  capita,  che  chi  ha il ruolo per muovere idee di solito  preferisce  accomodarsi in poltrona.
Perchè, alla fine basta dire che è tutto sotto controllo, CHE "  sI  è VERIFICATO SOLO  un piccolo guasto all'alimentazione elettrica. tornate alle vostre cabine, per favore. E non rompete il cazzo che vi sentite l'acqua alla gola. !"

mercoledì 25 gennaio 2012

CITTA' DI VALENZA: UNO DUE TRE : STELLA!

 
Sono passati più di due anni dal momento in cui questa amministrazione ha vinto le elezioni. Chi mi ha seguito nei vari post sa che  ho auspicato  la vittoria del centro destra  sperando in un cambiamento radicale nella gestione della cosa pubblica. La vittoria c'è stata.  E'  trascorso il tempo sufficiente per poterne fare un bilancio. 
Non possiamo  NON constatare che un cambiamento è avvenuto, in qualche modo.
Complice probabilmente la crisi economica che si è abbattuta sulla nostra città che viveva essenzialmente sul lavoro artigianale dell'oreficeria, ciò che ci troviamo davanti agli occhi è una città immobile, centinaia di cassa integrati,  commercianti insoddisfatti delle vendite che riescono ad effettuare, zero iniziative nel campo della  promozione del territorio,  un senso di desolazione e di disperazione incombente, devastante anche se muta ed invisibile. 
L'amministrazione non si muove se non per piccole ed estemporanee azioni inadatte a muovere la città ed  ad una realizzazione di un obiettivo di crescita. Parla di  bilancio di spese intoccabile, ma non può  ESISTERE, TRA LE FUNZIONI DI UN AMMINISTRATORE, quella di  rimanere in attesa di un risanamento economico senza  compiere un intervento politico e sociale. 

Il Comune non può solo attendere le proposte delle associazioni presenti nel territorio PER FAR SUCCEDERE QUALCOSA IN CITTA', deve anzi, trovare il modo per coinvolgerle nei programmi studiati per questa e per i suoi abitanti . Non deve ridursi ad essere quindi, un rimorchio , ma un impulso per nuove idee, il motore che spinge a crescere, a partecipare, a responsabilizzare la società e le aggregazioni cittadine.


Il Comune deve essere, infatti, quella forza trainante che, ascoltando i bisogni della gente, sia in grado di elaborare un momento comunitario che rinvigorisca la vita della città.
Un amministratore, nell'esercizio delle sue funzioni,  non deve ascoltare i propri moti attitudinali, ma apprestarsi ad un contatto costante e sensibile con la  cittadinanza che ha quelle necessità imprescindibili dal momento storico e collettivo che si sta vivendo. Niente " passioni" personali, dunque.  Un amministratore non deve assecondare  i propri impulsi personali e istintuali, ma progettare un piano di crescita e di rinnovamento  per una città sofferente.  
C'è da qualche anno da parte dell'amministrazione una tendenza a lasciar fare alle associazioni e di porre il cappello sopra alle loro poche e travagliate iniziative   come fa il latifondista che raccoglie i frutti del lavoro di braccia e di sangue del contadino sfruttato. Non è  questo che si chiede ad una amministrazione politica.  Non è questo il compito per cui viene chiamata a condurre la cosa pubblica.

Chi (avendo l'incarico di determinare gli eventi cittadini) si aggrega pedestramente alla circostanze già predisposte, senza introdurre elementi di innovazione, di cambiamento, di trasformazione attiva E PROPOSITIVA nella città, non giustifica la sua presenza all'interno di una amministrazione pubblica. 

Il presidente della Repubblica in un suo discorso pubblico ha voluto ricordare che :
"Anche quando si deve contenere la spesa pubblica,non si deve tagliare tutto. L'arte della politica consiste proprio nel fare delle scelte."

Dunque la rinascita non potrà avvenire nè aspettando immobili che le cose si mettano a posto da sole nè, come qualcuno ha ventilato, con la presenza di un uomo forte e fiero: solamente , infatti con una politica  di concertazione tra tutte le forze sociali che operano nel territorio  coscienti della gravità in cui ci stiamo dibattendo , mettendo da parte le proprie piccole  manie carrieriste e hobbistiche , si potrà uscire fuori da una crisi che  sta abbattendo le famiglie italiane.

lunedì 23 gennaio 2012

L'ULTIMA PERVERSIONE


Me l'ero ripromessa. basta foto.
dovevo fare come il vecchio Enzo che non posta mai il suo canuto faccione  e mette solo belle donne  quasi nude e un po' imbronciate. Pensa di esprimere erotismo, ma a me esprime solo tristezza. Dice che del sesso non gliene frega niente e poi scrive sempre della Cinzia e  di chissà chi altro con  grandi tette  e un bel culo  che in gioventù gli ha fatto battere il cuore. ed ora? Ora vaga da un blog all'altro e quando riceve dei commenti va in brodo di giuggiole tanto che ti viene voglia di ricordargli che sono solo due e magari di donne disperatissime che sembra fin facile farle abboccare  all'amo. Ti farei commentare da certe tipe che lavorano da me. Allora sì, ci sarebbe da ridere. Soprattutto se tu ne fossi fiero.  Io non posto erotismo, và. Io posto la realtà crudissima.  La noia del giorno. Ma non guardo indietro se non per vedere se c'è qualche malintenzionato. E questa ormai è la mia ultima perversione.

martedì 17 gennaio 2012

IL COMANDANTE SCHETTINO : LA METAFORA DEL COMANDO


 

Vicino all'isola del Giglio c'è stata una  sconvolgente  tragedia. ma badate bene: non mi unirò al coro populista e giustizialista che grida all'untore.  Sarebbe  un modo per  autoassolverci.  Non possiamo in nessun modo  levarci le colpe che ci appartengono in quanto componenti di una società  decadente e corrotta e di cui siamo parte integrante. Una società i cui meriti per l'assunzione ad un posto di lavoro  sono essenzialmente la conoscenza del politico più influente o la capacità di ballare al meglio la Lap Dance.  Vi meravigliate? Cosa è successo? La causa del disastro qual'è stata? E' stata l'incompetenza e l'ignoranza. E ci pare incredibile? Invece no. Poteva essere previsto.
Donne e uomini stupidi, infigardi, incompetenti del servizio che svolgono eppure nello stesso tempo arroganti, presuntuosi e millantatori di capacità inesistenti ce ne sono a migliaia. E' colpa loro se sono sciocchi?  Essere stupidi non è una colpa: è una carenza. Una minorazione.
Uno stolto, in quanto incapace di intendere,  non può certamente  comprendere  quando una azione può causare danni. 
La colpa, la grave colpa , imperdonabile e criminale è  soprattutto  di coloro che concedono a questi idioti  incarichi di responsabilità e di comando. V'aspettate forse che un cretino si comporti in modo adeguato alle circostanze? Sarebbe una grossa ingenuità. O una aberrazione.
Quanti Dirigenti, direttori, capi di imprese e di Ditte non hanno la capacità sufficiente per gestire ed organizzare un servizio da cui dipendono centinaia di vite? 
Eppure  tutti noi  possiamo almeno fare un paio di nomi di rappresentanti un potere che non sanno gestire. Ne avevo già parlato  genericamente in un post QUI:  parlavo di incompetenze, di responsabilità di attribuzioni di incarichi immeritati  di persone inadeguate alle  funzioni che ricoprivano. 
La colpa  delle azioni inconsulte di questi dementi  non è da attribuire a  loro. Gli sciocchi non possono rinsavire, gli stupidi non hanno gli strumenti per  far funzionare il cervello in modo idoneo: è una caratteristica morfologica. Il quoziente intellettivo non glielo permette. ma chi li pone in questi ruoli, chi permette loro di gestire servizi importanti ,  non ha alcuna scusante. e non solo loro.
Chi non protesta, chi non mette in evidenza gli errori, le mancanze, le discordanze è colpevole quanto e più di chi alla fine commette inadempienze. Più di colui che   risponde al telefono con  disarmante paura e confusione mentale dicendo: " " E' buio". Certo che è buio  povero stolto ! ma i sintomi della tua inettitudine erano presenti da anni nella tua mente oscurata .
Chi ti ha assunto? Chi ti ha dato la possibilità di Dirigere? Di Decidere? Chi non t'ha fermato? Chi non t'ha consigliato? Chi non t'ha messo in evidenza i danni? I rischi?   
Dovunque si taccia sulle incongruenze, sulle inadempienze di un Dirigente scapestrato, sulle ostentazioni di un amministratore incompetente e inconcludente  allora è lì che si deve cercare il colpevole, il criminale, il disertore, il responsabile. Insomma: guardiamoci intorno perchè  niente più che l'incompetenza genera catastrofi. Niente più che la stupidità causa delitti. e poi non ci sorprendiamo. Cazzo.

giovedì 12 gennaio 2012

COMUNE DI VALENZA: LA DOMANDA E I GIOVANI







Da più di un mese è stato concesso ai ragazzi  uno spazio all'interno al 1° piano di Palazzo Valentino .
Grazie al consigliere della Lega Maurizio Oddone e a Laura Zeme  questa stanza è stata dotata di alcuni PC.
L'intento del Sindaco era quello di permettere ai ragazzi del liceo Scientifico di utilizzare questo spazio. Devo dire che il lavoro di Maurizio Oddone e di Laura Zeme è stato un lavoro importante nel deserto delle iniziative per i ragazzi della città di Valenza. 

Se ricordate bene, meno di  una decina di anni fa, l'assessore di allora, Daniela di Spirito, aveva annunciato trionfalmente su tutti i giornali di avere inaugurato lo spazio Giovani. Alla sua inaugurazione non ne seguì una funzionalità concreta e dopo qualche mese tutto finì lì. Ora, nelle stesse condizioni di allora, si rischia lo stesso risultato fallimentare.  Perchè non basta attrezzare una stanza con qualche PC per renderla UN SERVIZIO, come allo stesso modo non serve comprarsi un pianoforte per trasformarsi in un illustre pianista.  Bisogna che l'azione sia preceduta da un progetto ben definito e dalla conoscenza dell'utenza  a cui il progetto è destinato. 
Oggi l'universo giovanile si manifesta con accentuate caratteristiche di diversità rispetto al passato. I ragazzi hanno caratteristiche più svariate  rispetto agli anni 70 e la loro disponibilità all'aggregazione è messa a dura prova da altro genere di stimoli. 
Proprio per questo i ragazzi sono più soli e più bisognosi di indirizzi e di coordinamento. 

Tutto questo  si propone  all'attenzione delle forze politiche, del mondo sociale, imprenditoriale, della scuola e della famiglia. La comunità locale, per altro, nel farsi carico dei suoi bisogni non può eludere una fascia così importante di popolazione su cui è segnato il futuro della comunità stessa. Uno spazio giovani, quindi ,  organizzato dal Comune , non può intanto rivolgersi solo alle classi di un Istituto superiore locale, ma guardare alla generalità così variforme dei giovani, dagli studenti, agli operai, dai disoccupati  agli artisti. 

Uno spazio giovani non può essere relegato in fondo ad un corridoio prima di una sala riservata alle lezioni dell'Università della terza età,   occupata da ciarpame di altri uffici, ma deve  svilupparsi  come risposta alle esigenze dei ragazzi ed essere al centro della nostra attenzione: aperta, visibile, accogliente, non selettiva, non respingente, conforme ai loro bisogni.    Il tempo dei ragazzi è già ingombro di locali , di spazi: dalla discoteca, alla stanza della loro casa deserta,  ai bar / birrerie/ vinerie. Lo spazio giovani  istituzionale deve essere più che una stanza,  deve essere  un'occasione per realizzare delle azioni, un momento di ascolto delle loro esigenze,  di condivisione delle scelte, di coordinamento delle differenti esigenze, deve essere frutto di un lavoro che l'adulto svolge con i giovani  e anche con le comunità presenti nel territorio ( scuola, associazioni, imprese, istituzioni). Non deve essere uno spazio asettico, ma un  servizio che offre opportunità, che offre una guida  e che risponda ai bisogni del ragazzo legati all'inserimento nella città e nella società attiva.  
Parlo di un progetto perchè intanto il servizio deve conoscere la varietà dell'utenza a cui si rivolge ad esso. Un ragazzo di 16 anni che studia  ha esigenze completamente diverse da uno di 18 anni che lavora  e quindi  dovrà offrire  servizi e opportunità differenti concorrendo alla progettazione di politiche a favore di adolescenti giovani e della comunità.

I giovani sono quindi destinatari diretti ed indiretti di una strategia complessiva che, nel suodisegno sistemico, vuole affrontare i nodi di una condizione, più che rispondere episodicamente ai bisogni più immediati ( non so..come quello di  stampare una pagina di curriculum o cose simili )  Ma DEVE ESSERE PRECEDUTO Da intenti precisi e progetti ragionati per concretizzarsi in interventi funzionali.

Abbiamo già chi nei piani bassi organizza due volte al mese  estemporanei laboratori infantili senza alcun tipo di pianificazione nè di obiettivi se non la mera occupazione del tempo  seguendo la politica dell'  " oggi famo qualcosa" rimanendo, poi,   per i restanti 28 giorni a ciondolare .Ma se bene o male,  la si  può  dare a bere ai bambini che sono tutelati da altri servizi e più accuditi dalle famiglie,   questo non può succedere con i " nuovi " adulti il cui sviluppo mentale e sociale richiede maggiore consapevolezza e quindi una  gestione più oculata e più razionale

l'adulto deve condividere il progetto con i ragazzi  e illuminare la strada oscura e perigliosa che attende loro in questi anni faticosi.Non deve lasciare unon spazio scevro di guida, di parole, di indirizzi, di incoraggiamento. NON DEVE LASCIARE  DA SOLO  IL RAGAZZO.
So che chi ha lavorato perchè iniziasse a sorgere la "questione giovani " può recepire questa domanda urgente e necessaria. Invito il consigliere della Lega  , che  ha lavorato in questo senso,  a porre una attenzione ulteriore per trovare insieme le risposte.

lunedì 9 gennaio 2012

COMUNE DI VALENZA: LA STAMPA ED I SERVIZI CHE NON SI POSSONO FARE


I nostri giornalisti della stampa locale hanno a cuore le vicende dei dipendenti del Comune di Valenza. 
Direte: daranno la notizia che l'amministrazione comunale ha intenzione di tagliare la produttività ai dipendenti, oppure che il discorso sulle maggiori responsabilità attribuite per regolamento all'URP  non viene  recepito,  ed ancora di più  che i sindacati hanno intenzione di proclamare lo stato di agitazione  qualora  le loro istanze riguardo la produttività non saranno ascoltate. 
No. Niente di tutto questo. 
Si sono occupati di un cartello posto all'ingresso del bagno dei messi comunali. Un cartello che intima il divieto di " fare la cacca" nel bagno suddetto. La cosa ha così colpito il giornalista locale che gli  ha fatto persino dimenticare di  approfondire la questione. 
Beh, non sarà una di quelle inchieste che possono definirsi interessanti, ma, per amore della verità bisogna non solo fare tutto ma dire tutto.
Infatti, andando alla fonte della questione il cartello ha una sua ragione di esistere. Molto spesso succede che il popolo, tiranneggiato e bistrattato per secoli, all'improvviso abbia  reazioni  scomposte oltre misura e tutti  cominciano a  meravigliarsi di cotanta incongruenza. La verità è che per millenni, questo popolo  ha dovuto subire di tutto ed allora ,quando si muove,  lo fa infine con una energia  tanto scomposta e variegata   che può persino sorprenderci. 
Il giornalista in questione, invece di soffermarsi esclusivamente sugli errori grammaticali che l'autore del cartello aveva commesso, forse avrebbe dovuto chiedersi se i locali adibiti al bagno stessero rispettando la normativa vigente . 
Vediamo un po'. 
La Legge in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro parla chiaro in tal senso: 
1) Se viene utilizzato un impianto di aerazione, esso deve essere sempre mantenuto funzionante. Ogni eventuale guasto deve essere segnalato da un sistema di controllo, quando ciò sia necessario per salvaguardare la salute dei lavoratori.
2)   Per uomini e donne devono essere previsti gabinetti separati.
Invece negli uffici dei messi si trova solo un bagno sia per i maschi che per le femmine, il bagno in questione è privo di finestra  e il servizio di areazione  non sembra   proprio essere funzionante al 100% :  paiono, questi,  entrambi buoni motivi per indurre il più mite dei dipendenti a esternazioni non proprio definite ortodosse. Insomma forse ci saranno delle cose che non si possono fare, ma altre (come mettere in regola i locali adibiti a toilette nei luoghi di lavoro e magari riconoscere  a livello economico la produttività ai lavoratori) che DOVREBBERO ESSERE FATTE. 
E poi c'è  ancora una piccola cosa da dire : come capita sovente quando i servizi non sono adeguati, si tende a considerare  una " colpa" il loro ordinario utilizzo. Niente di più sbagliato ! Perchè dove cavolo si potrà mai defecare se non in bagno ? ( anche se ormai la produzione di tale materia  si sviluppa nelle sedi istituzionali più svariate, vero?)
Quando si dice: "pescare nel torbido".... olezzi a parte....... 



Non è il caso di scandalizzarsi per un  errore ortografico. Da ieri sera l'errore ortografico ha il via libera sull'autostrada della grammatica italiana : da quando cioè anche il nostro Presidente del consiglio Prof. Mario Monti, durante l'intervista su Rai TRE  a " Che tempo che fa"  ha pronunciato : " riverberà"  anzichè " riverbererà" .  E non vi dico cosa mai  sarebbe dovuto riverberare perchè non vi piacerebbe affatto.