Da più di un mese è stato concesso ai ragazzi uno spazio all'interno al 1° piano di Palazzo Valentino .
Grazie al consigliere della Lega Maurizio Oddone e a Laura Zeme questa stanza è stata dotata di alcuni PC.
L'intento del Sindaco era quello di permettere ai ragazzi del liceo Scientifico di utilizzare questo spazio. Devo dire che il lavoro di Maurizio Oddone e di Laura Zeme è stato un lavoro importante nel deserto delle iniziative per i ragazzi della città di Valenza.
Se ricordate bene, meno di una decina di anni fa, l'assessore di allora, Daniela di Spirito, aveva annunciato trionfalmente su tutti i giornali di avere inaugurato lo spazio Giovani. Alla sua inaugurazione non ne seguì una funzionalità concreta e dopo qualche mese tutto finì lì. Ora, nelle stesse condizioni di allora, si rischia lo stesso risultato fallimentare. Perchè non basta attrezzare una stanza con qualche PC per renderla UN SERVIZIO, come allo stesso modo non serve comprarsi un pianoforte per trasformarsi in un illustre pianista. Bisogna che l'azione sia preceduta da un progetto ben definito e dalla conoscenza dell'utenza a cui il progetto è destinato.
Oggi l'universo giovanile si manifesta con accentuate caratteristiche di diversità rispetto al passato. I ragazzi hanno caratteristiche più svariate rispetto agli anni 70 e la loro disponibilità all'aggregazione è messa a dura prova da altro genere di stimoli.
Proprio per questo i ragazzi sono più soli e più bisognosi di indirizzi e di coordinamento.
Tutto questo si propone all'attenzione delle forze politiche, del mondo sociale, imprenditoriale, della scuola e della famiglia. La comunità locale, per altro, nel farsi carico dei suoi bisogni non può eludere una fascia così importante di popolazione su cui è segnato il futuro della comunità stessa. Uno spazio giovani, quindi , organizzato dal Comune , non può intanto rivolgersi solo alle classi di un Istituto superiore locale, ma guardare alla generalità così variforme dei giovani, dagli studenti, agli operai, dai disoccupati agli artisti.
Uno spazio giovani non può essere relegato in fondo ad un corridoio prima di una sala riservata alle lezioni dell'Università della terza età, occupata da ciarpame di altri uffici, ma deve svilupparsi come risposta alle esigenze dei ragazzi ed essere al centro della nostra attenzione: aperta, visibile, accogliente, non selettiva, non respingente, conforme ai loro bisogni. Il tempo dei ragazzi è già ingombro di locali , di spazi: dalla discoteca, alla stanza della loro casa deserta, ai bar / birrerie/ vinerie. Lo spazio giovani istituzionale deve essere più che una stanza, deve essere un'occasione per realizzare delle azioni, un momento di ascolto delle loro esigenze, di condivisione delle scelte, di coordinamento delle differenti esigenze, deve essere frutto di un lavoro che l'adulto svolge con i giovani e anche con le comunità presenti nel territorio ( scuola, associazioni, imprese, istituzioni). Non deve essere uno spazio asettico, ma un servizio che offre opportunità, che offre una guida e che risponda ai bisogni del ragazzo legati all'inserimento nella città e nella società attiva.
Parlo di un progetto perchè intanto il servizio deve conoscere la varietà dell'utenza a cui si rivolge ad esso. Un ragazzo di 16 anni che studia ha esigenze completamente diverse da uno di 18 anni che lavora e quindi dovrà offrire servizi e opportunità differenti concorrendo alla progettazione di politiche a favore di adolescenti giovani e della comunità.
Proprio per questo i ragazzi sono più soli e più bisognosi di indirizzi e di coordinamento.
Tutto questo si propone all'attenzione delle forze politiche, del mondo sociale, imprenditoriale, della scuola e della famiglia. La comunità locale, per altro, nel farsi carico dei suoi bisogni non può eludere una fascia così importante di popolazione su cui è segnato il futuro della comunità stessa. Uno spazio giovani, quindi , organizzato dal Comune , non può intanto rivolgersi solo alle classi di un Istituto superiore locale, ma guardare alla generalità così variforme dei giovani, dagli studenti, agli operai, dai disoccupati agli artisti.
Uno spazio giovani non può essere relegato in fondo ad un corridoio prima di una sala riservata alle lezioni dell'Università della terza età, occupata da ciarpame di altri uffici, ma deve svilupparsi come risposta alle esigenze dei ragazzi ed essere al centro della nostra attenzione: aperta, visibile, accogliente, non selettiva, non respingente, conforme ai loro bisogni. Il tempo dei ragazzi è già ingombro di locali , di spazi: dalla discoteca, alla stanza della loro casa deserta, ai bar / birrerie/ vinerie. Lo spazio giovani istituzionale deve essere più che una stanza, deve essere un'occasione per realizzare delle azioni, un momento di ascolto delle loro esigenze, di condivisione delle scelte, di coordinamento delle differenti esigenze, deve essere frutto di un lavoro che l'adulto svolge con i giovani e anche con le comunità presenti nel territorio ( scuola, associazioni, imprese, istituzioni). Non deve essere uno spazio asettico, ma un servizio che offre opportunità, che offre una guida e che risponda ai bisogni del ragazzo legati all'inserimento nella città e nella società attiva.
Parlo di un progetto perchè intanto il servizio deve conoscere la varietà dell'utenza a cui si rivolge ad esso. Un ragazzo di 16 anni che studia ha esigenze completamente diverse da uno di 18 anni che lavora e quindi dovrà offrire servizi e opportunità differenti concorrendo alla progettazione di politiche a favore di adolescenti giovani e della comunità.
I giovani sono quindi destinatari diretti ed indiretti di una strategia complessiva che, nel suodisegno sistemico, vuole affrontare i nodi di una condizione, più che rispondere episodicamente ai bisogni più immediati ( non so..come quello di stampare una pagina di curriculum o cose simili ) Ma DEVE ESSERE PRECEDUTO Da intenti precisi e progetti ragionati per concretizzarsi in interventi funzionali.
Abbiamo già chi nei piani bassi organizza due volte al mese estemporanei laboratori infantili senza alcun tipo di pianificazione nè di obiettivi se non la mera occupazione del tempo seguendo la politica dell' " oggi famo qualcosa" rimanendo, poi, per i restanti 28 giorni a ciondolare .Ma se bene o male, la si può dare a bere ai bambini che sono tutelati da altri servizi e più accuditi dalle famiglie, questo non può succedere con i " nuovi " adulti il cui sviluppo mentale e sociale richiede maggiore consapevolezza e quindi una gestione più oculata e più razionale
l'adulto deve condividere il progetto con i ragazzi e illuminare la strada oscura e perigliosa che attende loro in questi anni faticosi.Non deve lasciare unon spazio scevro di guida, di parole, di indirizzi, di incoraggiamento. NON DEVE LASCIARE DA SOLO IL RAGAZZO.
So che chi ha lavorato perchè iniziasse a sorgere la "questione giovani " può recepire questa domanda urgente e necessaria. Invito il consigliere della Lega , che ha lavorato in questo senso, a porre una attenzione ulteriore per trovare insieme le risposte.
2 commenti:
Brava, ben scritto! Progetto = idee, finalità, costi, reperimento risorse, diagramma di gantt....e impegno alla realizzazione sottoscritto dalla persona giusta.
E' una delle tante storie all'italiana, cara Anto, sempre molto simili nel copione: le intenzioni e i progetti sono eccellenti, ma il momento realizzativo è carente, il confronto con la realtà e le sue regole viene eluso, vanificando quanto di buono c'era nei propositi...speriamo che questa volta si verifichi un'eccezione alla trita consuetudine, e questo luogo per i giovani possa evolversi proficuamente...se posso aggiungere una cosa (forse l'hai detta anche tu, ma mi è sfuggita...): un altro ingrediente fondamentale è fare in modo che questo spazio venga sentito dai giovani interessati come un luogo che cresce in sintonia con una loro collaborazione attiva...se loro per primi si sentiranno protagonisti attivi, sarà una buona strada per farlo funzionare come si deve...se lo vivranno invece come uno spazio preconfezionato da altri, credo che sarà difficilmente accettato e vissuto...è una mia idea, certo non è facile, ma credo valga la pena dirigere l'impegno in questo senso...
Bacini di chi in ogni caso non ne sa :-)
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