
Mi fanno tenerezza coloro che gestiscono i programmi televisivi.
Nessuno escluso.
Ma soprattutto le conduttrici ed i conduttori di talk show. In questi giorni hanno mostrato un lato del loro carattere che mi ha commosso. Abitualmente cercano di adattare l'espressione del viso alla situazione. Ma , in questi giorni, appunto , hanno esagerato.
La D'Urso aveva ormai STABILIZZATO i muscoli facciali in una smorfia fissa di dolore . Questa espressione non l'abbandonava mai neanche quando perseguitava gli ospiti ormai suoi complici con domande morbose e già predisposte di dettagli scabrosi . Nulla la fermava . Neppure le lievi proteste di qualche normale cittadino che cercava di evitare la domanda interponendo un semplice " Lasciamo indagare gli inquirenti" E lei prontamente: " Sì, giusto lasciamo indagare gli inquirenti, ma lei è davvero convinto che non ci sia stato lo stupro, la violenza, lei cosa crede che stava facendo l'assassino mentre asssassinava? "
La pelle del suo viso, già sotto sforzo da botulino, si inarcava in un ghigno mefistofelico quando passava la linea all'inviato sotto il portone.
Ecco: gli inviati. Un altra categoria che mi ispira tenerezza. Durante i fatti di cronaca, nei primi momenti, gli inviati sono veri giornalisti, ma quando la storia si prolunga più del dovuto i giornalisti se ne tornano a scrivere al calduccio per lasciare il posto piovoso ed umido ai garzoncini in prova.
E' per questo che l'inviato ha quella faccia giovane e spaurita del brutto anatroccolo MENTRE esegue qualsiasi cosa il conduttore gli chieda. " Spostati a destra. no, a sinistra. Vai sul terrazzo, in alto. Sbircia attraverso gli spiragli della cancellata. Salta un po' per vedere dentro"
Una volta gli hanno chiesto, ad un'ora folle come le 23,00: " Citofona e chiedi se vogliono parlare"
L'inviato ha abbassato gli occhi e pieno di logica titubanza ha eseguito. L'indice gli tremava, la voce era spezzata. Ho pensato: " povero inviato: la gavetta è dura per tutti. Io, ai miei tempi, dovevo salire sulle scalette, sollevare faldoni e mettere crocette davanti ai nomi"
La D'Urso aveva ormai STABILIZZATO i muscoli facciali in una smorfia fissa di dolore . Questa espressione non l'abbandonava mai neanche quando perseguitava gli ospiti ormai suoi complici con domande morbose e già predisposte di dettagli scabrosi . Nulla la fermava . Neppure le lievi proteste di qualche normale cittadino che cercava di evitare la domanda interponendo un semplice " Lasciamo indagare gli inquirenti" E lei prontamente: " Sì, giusto lasciamo indagare gli inquirenti, ma lei è davvero convinto che non ci sia stato lo stupro, la violenza, lei cosa crede che stava facendo l'assassino mentre asssassinava? "
La pelle del suo viso, già sotto sforzo da botulino, si inarcava in un ghigno mefistofelico quando passava la linea all'inviato sotto il portone.
Ecco: gli inviati. Un altra categoria che mi ispira tenerezza. Durante i fatti di cronaca, nei primi momenti, gli inviati sono veri giornalisti, ma quando la storia si prolunga più del dovuto i giornalisti se ne tornano a scrivere al calduccio per lasciare il posto piovoso ed umido ai garzoncini in prova.
E' per questo che l'inviato ha quella faccia giovane e spaurita del brutto anatroccolo MENTRE esegue qualsiasi cosa il conduttore gli chieda. " Spostati a destra. no, a sinistra. Vai sul terrazzo, in alto. Sbircia attraverso gli spiragli della cancellata. Salta un po' per vedere dentro"
Una volta gli hanno chiesto, ad un'ora folle come le 23,00: " Citofona e chiedi se vogliono parlare"
L'inviato ha abbassato gli occhi e pieno di logica titubanza ha eseguito. L'indice gli tremava, la voce era spezzata. Ho pensato: " povero inviato: la gavetta è dura per tutti. Io, ai miei tempi, dovevo salire sulle scalette, sollevare faldoni e mettere crocette davanti ai nomi"
8 commenti:
umanoide xx psicotropa della tivvu del dolore
A parer mio la D'Urso si è fatta iniettare il botulino proprio mentre faceva quell'espressione afflitta.
Si sa che il botulino paralizza i muscoli facciali, non mi saprei spiegare meglio il fatto che anche quando saluta il pubblico la sua espressione pseudoafflitta non cambi!
Ormai sono tutte così: con questi labbroni inquietanti e l'occhio disperato. Gli uomini non sono da meno, ma dicono sempre: io non speculo sul dolore, mentre lo stanno proprio facendo. Gioie.
Aaaahhhh...ho capito, Anto: per "tenerezza" intendi "irrefrenabile desiderio di schiantare un randello di rovere sulla schiena"...anche io provo tanta tenerezza, in quel senso :-)
quella tenerezza lì , appunto!
ciao, passo di qua per la prima volta e...non mi pento di aver abolito la tv da due anni (però fanno un po' tenerezza anche i giornali, a volte. di buono c'è che non li vediamo fare quelle espressioni di vero dolore e vera commozione. però ti verrebbe lo stesso da coccolarli come dei cuccioli, i giornalisti, quando scrivono che nei locali di milano c'è la coca, o quando scrivono che big pharma corrompe, o quando scrivono che le veline la danno via.)
Molto belle foto mio caro amico. Vorrei ospitare alcune delle vostre foto al mio blog di viaggio. Cosa ne pensi? Un abbraccio e un bacio. Travelling
ok, Phivos nicolaides
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