giovedì 19 luglio 2012

TI IMMAGINI L'EPILOGO?

Questi decenni saranno ricordati per  l'abuso di svariate parole.
 Per esempio  una parola che ci ricorderà questo oscuro  periodo sarà la  parola " Immagine". 
L'immagine  viene  per forza associata all'esibizione del corpo che sia il proprio o la materia fatta di  oggetto inanimato. Ma attraverso l'immagine noi costruiamo consensi e cerchiamo di  sedurre il mondo. 
Questa politica  dell'immagine, tanto cara a chi governa ,  alla lunga risulta perdente. 
Infatti  continuando ad  es - porci, cioè a porci all'esterno con tutti noi stessi alla fine questo " se' stesso"    verrà fuori e ve lo voglio dure sinceramente : ci sono dei  " me stesso" che non sono affatto piacevoli.   Ci sono dei " me stesso"  talmente  privi di autorevolezza, di profondità intellettuale e morale  che si sfaldano irrimediabilmente  con l'aria leggera della sera.  
 Il gioco d'essere carini, eleganti, profumati ed anche sorridenti lo abbiamo imparato tutti. 
Passando i giorni quel  sorriso conciliante  non ci può più rappresentare, l'espressione del volto viene interpretato, stracciato, ricostruito, trasceso dal corpo e ciò che si vuole mostrare  diventa perciò la condanna di mostrare davvero  ciò che siamo .
 E se ,  alla fine non siamo riusciti a lavorare oltre il proprio corpo , oltre gli ammiccamenti  dei gesti , oltre la retorica  delle strette di mano e delle pacche sulle spalle , del linguaggio seduttivo che racconta di soluzioni miracolistiche ,  e se alla fine non abbiamo imparato a lavorare, a conoscere ed a misurarci con gli altri ,  allora sarà la stessa nostra immagine che rivelerà l'inganno, che mostrerà il danno e la bugia   imperdonabile. Sarà ancora peggiore  l'epilogo. 
Occhio. 

venerdì 13 luglio 2012

IL BUON GOVERNO ED IL CATTIVO GOVERNO

Cosa succede quando un Ente Pubblico che dovrebbe principalmente occuparsi di garantire e sviluppare il benessere della propria comunita', invece si impegna a  guerreggiare contro chi svolge la propria opera per il servizio pubblico? 
 Cosa spinge un Ente Pubblico, che è chiamato a gestire i soldi dei cittadini  a decidere di utilizzarne una parte tra avvocati e ricorsi di tribunali per evitare di pagare  ai lavoratori straordinari, festivi, oppure per costringere a trasferimenti coatti  intesi puramente  a " decantare "  gli impiegati  che sono sempre stati attivi e solerti nell'attività a loro assegnata?
Parliamo di Ente Pubblico, ma attenzione: qui si tratta più precisamente  di gestori " PRO TEMPORE " della cosa pubblica. 
Quindi di " persone" con un loro carattere, una loro indole caratteristica che opera nello Stato  rappresentandolo . 
Ma non sono lo Stato. Non confondiamoci. 
Chi rappresenta lo Stato non ne acquista il valore, ma solo  la dipendenza alle Sue Leggi, solo  il compito all'ubbidienza verso le sue regole. 


buon Governo

 
Allora la risposta viene più facile. Non è lo Stato che  perseguita il lavoratore o il cittadino bensì le persone che lo rappresentano.
 Queste persone probabilmente si attivano in rappresaglie contro il singolo individuo  per dimostrare a se' stessi ed agli altri il vacuo e transeunte potere che essi detengono, non rammentandosi che non è una dono venuto dal cielo  la facoltà di  governare ma un incarico affidato .
Perche' queste persone, dunque, si preoccupano  di far sapere  tramite i giornali che un dipendente ha perso (anche se cosi' poi non e') un ricorso che aveva lo scopo di  tutelare l'integrita' e la dignita' del proprio lavoro?
Quale dimostrazione di forza vogliono dare? 


cattivo governo



E se si trattasse invece di una inconsapevole ammissione di debolezza, di  un'incapacita' a gestire un conflitto se non attraverso un atteggiamento punitivo, di rimprovero, attraverso il pugno duro , la coercizione, l'egemonia, la sopraffazione della volontà e dell'attitudine del lavoratore? Non si rende conto chi siede al comando che un "buon governo" non si sviluppa attraverso i conflitti  che si riescono a produrre ma e' , al contrario, rappresentato dalla capacità di creare un ambiente tranquillo, dove tutti possono essere messi in grado di svolgere al meglio il proprio lavoro nell'interesse della comunita' e sviluppando le capacita' e potenzialita' di tutti, a tutti dando fiducia ed  ottenendo in cambio disponibilita' e partecipazione?
Si vadano a vedere le immagini degli affreschi di Ambrogio Lorenzetti sugli  effetti del buono e del cattivo governo. 
 Da che parte il Sindaco Sergio Cassano vorrebbe collocare l'attività del Comune di Valenza? Spero che presto mi risponda.

giovedì 12 luglio 2012

QUANDO LA DAI E' ANCORA PIU' TUA



Non sono affatto convinta che noi  uomini  facciamo parte di un organigramma dove i  passi sono già predisposti su  precisi percorsi. 
Noi siamo in questa società non per far sì  che scorra uguale a se stessa, non per conformarci alle regole che la muove, ma diciamolo, via! Per favore,diciamolo:



  NOI SIAMO AL MONDO PER AGGIUNGERE UN TASSELLO  CREATIVO , FUNZIONALE E PER QUESTO ESSENZIALE ALL'EVOLUZIONE ED ALLA CRESCITA DELL'UMANITA'. 


E questo lo dico anche, massì, facciamo del bieco personalismo lo dico al nostro Sindaco del Comune di Valenza.  ( che male c'è?Voglio toccare il cuore, voglio toccare il cuore di quest'uomo, ma più particolarmente voglio toccare la sua consapevolezza d'essere lui , qui ed adesso, quel  piccolo granello che si posa nel grande gioco della costruzione di se' e della comunità a cui appartiene) .
Lui mi ha dato la sua parola.  Comprendete. Ho detto tutto. Vogliamo essere uomini del " fare"?
 Non ci sono solo le grandi battaglie sui campi sterminati del Texas. 
Ci sono  quelle che si chiamano " azioni"  ed è un termine nobile e risoluto. 
Le azioni  sono  atti dettati dal proprio giudizio spassionato, ponderato e magari sofferto. 
E poi ci sono le conform - azioni che sono quelle azioni obbligate dall'apparato che ha  come unico scopo  solo quello di  preservarsi.   
Gli scopi di questi gesti non nascono dalla autodeterminazione della coscienza, ma si spingono per inerzia là dove devono andare perchè è stato già deciso prima che nascessero. 
Ed allora chiedo al nostro Sindaco  del Comune di Valenza,  in provincia di Alessandria , Sergio Cassano:  
"Sindaco,  il ruolo prezioso e valoroso  che ha il privilegio di  coprire le permette di lavorare e non eseguire, scegliere e non  adattarsi.  

Mantenere la propria parola per tenersela stretta al proprio cuore  proprio quando si sta indossando  quella veste autorevole, vuol dire appropriarsi per sempre di ciò che "la propria parola" rappresenta ossia un azione intrepida, autorevole e libera. "

Il titolo = solo una genialata per attirare la vostra attenzione

domenica 8 luglio 2012

IL CODICE CIVILE E LA COSCIENZA PERSONALE

 Voglio spiegare la mia vicenda chiaramente.  Da circa otto mesi subivo costanti vessazioni  durante il mio servizio che sfociarono  in un trasferimento repentino . 
In questo nuovo servizio lo stesso responsabile non ha nulla da farmi fare tanto che  dopo un mese circa e dopo vari miei solleciti ha optato per un elenco mai informatizzato e mai aggiornato probabilmente perchè  entrambe queste due operazioni non erano necessarie al fine del servizio a cui era destinato.    
Nell'atto organizzativo relativo al trasferimento  vi era scritto " Trasferimento provvisorio" ma nella norma  un atto del genere viene sempre trasformato in definitivo trascorsi i sei mesi di rito. 
Per il ricorso avevo due strade da percorrere:  
1) Il Giudizio cautelare di urgenza 
2) Il giudizio di merito
Il giudizio cautelare di urgenza  non è un vero e proprio giudizio di merito, ma un "mini giudizio" il cui il Giudice deve valutare se ricorrono gli estremi di diritto ed una situazione di grave ed irreparabile danno per il ricorrente che non consente di attendere i tempi (lunghi) di un processo di merito che è un processo, diciamo  "normale".
Sicuramente un processo di merito sarebbe stato più efficace ,ma  se avessi depositato il ricorso di merito un mese e mezzo fa  avrei avuto la prima udienza a novembre , dati i tempi dei processi, e questo non era il mio scopo. 
Il processo cautelare, invece, ( che si può ottenere nel giro di una ventina di giorni)   è legato a diversi parametri tra cui quello di un danno permanente qualora  il trasferimento fosse stato, (come aveva  tutta l'aria di essere,) permanente.
 L'unico modo per far sì che non lo fosse era quello di far riconoscere  all'amministrazione che invece era  temporaneo. 
Così è andata . Durante il processo c'è stata una dovuta dichiarazione di temporaneità dell'atto. Cosa che è stata ammessa solamente  in presenza del Giudice . Quindi, nella sentenza  si dichiara  il provvedimento temporaneo con una durata di non massimo sei mesi. 
Sicuramente non è una gioia  sopportare questa situazione per sei mesi, ma almeno questo l'ho ottenuto e niente mi impedirà, fra quattro mesi di ricorrere al giudizio di merito  che non potrà essere che a mio favore ( ora ho anche una sentenza che indica chiaramente il ripristino della situazione precedente entro sei mesi)      Quindi,  a chi nei corridoi dichiara che ho perso  io  consiglio la lettura del Codice Civile ed anche di recuperare  un po' di  coscienza cristiana,  perchè in questo modo potrà rendersi conto che non  è poi così  divertente,a meno di non avere un animo malefico,  tormentare un lavoratore che serve lo Stato diligentemente.