venerdì 15 ottobre 2010

SPLENDIDO SPLENDENTE


Quando si parla di " turismo" si pensa subito a qualcosa di velleitario, a qualcosa di superfluo.
No signori. Il turismo è un'attività importante che influisce in modo determinante nell'economia della Nazione e delle città.
Quindi, per farla breve, ogni tipo di scelta diretta a promuovere il turismo è una scelta che interviene sull'economia della città.
Ma non sorridete dicendo: " Lo sappiamo già , cristo"
Non è così scontato.
Per esempio: cosa può fare un ufficio IAT?
Vorrei interrompere qui il post per aspettare la vostra risposta. Ok . allora: ditemi cosa fa uno IAT?
E' un ufficio ( lo dice la parola) che si occupa di dare informazioni (I) accoglienza ( A) turistica ( T)
E sembra finito qui. Che ci vuole a fare accoglienza. Allora vi pongo un'altra domanda: come si accoglie un turista?
Voi già vorreste rispondere: è facile ... c'è chi pensa che significhi : aprire e chiudere le porte dicendo " buongiorno" o " Buonasera" magari allungando una piantina topografica della città.
Un bel cavolo di niente.
Chi chiede una cartina vuole un " rapporto" con la città ed il cittadino.
Vuole sapere come si vive nella città . Vuole respirare l'atmosfera del luogo, la sua voce, il suo odore.
Il turista non è un " consumatore" nel senso del termine pratico che conosciamo: colui che compra.
Ma è una persona che vuole una relazione con la città.
Quindi: non si improvvisa un'accoglienza, non si inventa, ma si progetta, si studia, si diventa una persona accogliente, si costruisce una città accogliente.
L'accoglienza è fatta di gesti, di parole, di atteggiamenti , di stile comunicativo che si deve curare e sviluppare come si dovesse edificare un ponte per l'ingresso di una città.
Ed io, se permettete, voglio che il ponte che devo attraversare sia molto stabile e sicuro e progettato da mani esperte.
Le nostre città, così provate dalla crisi, hanno la possibilità di risorgere. Attraverso un lavoro di promozione ed accoglienza del territorio possiamo inventare nuovi lavori, nuovi profitti, una rinascita economica necessaria.
La palla adesso è nelle mani delle amministrazioni, delle istituzioni e della gente che sa fare. Insomma.

giovedì 14 ottobre 2010

OSCURO ABBANDONO

L'ho lasciato in disparte, in questi giorni.
Come se non ci fosse.
Gli ho dato da mangiare quel che capitava , ma senza attenzione e senza cura alcuna. Dunque le patatine PAI, oppure un pezzo di formaggio ed ancora, un po' di pasta avanzata nel frigo e così via. Talvolta gli allungavo un pezzo di pane acquistato frettolosamente dal panettiere all'angolo.
E poi non l'ho vestito adeguatamente. Ma sempre con quel che capitava o che trovavo abbandonato sulla poltrona : indumenti del giorno prima o chissà cosa.
Sfuggivano alle mie cure persino le sue esigenze primarie e spesso lo sorprendevo correre in bagno all'ultimo minuto e starci pochissimo.
Non gli ho permesso di indugiare lo sguardo sugli alberi intorno che abbandonavano i colori dolci dell'estate . Malgrado non dovessi occuparmi di nulla, ma proprio di nulla, lo stesso, lo strattonavo tutto il tempo impedendogli di fermarsi a parlare con gli altri oppure a godere del sole tiepido di questi giorni.
Non ho fatto solo questo. Oh no! Non solo l'ho trascurato, maltrattato, a volte ignorato totalmente, ma l'ho tormentato, riempiendogli la testa di pensieri malevoli, di idee angoscianti, di pulsioni incontrollabili. L'ho reso cieco e sordo ai suoni caldi e pacificatori dell'autunno. L'ho inchiodato al pensiero dolente del tempo perduto per rincorrere immagini petulanti e maligne.
Adesso il mio corpo è esausto. Si allontana da me e non mi ascolta.
Non asseconda più i miei giochi di guerra.
Preferisce tendere l'orecchio al lieve fruscio del vento accogliente di ottobre. Ed alla luce fioca di questo giorno incantato.

martedì 12 ottobre 2010

NON LEGGERE


Era lì. Potente ed ineludibile.
Erà lì nel fondo di un pensiero o di un movimento dell'animo oscuro, ma capriccioso e insistente. E spingeva furiosamente destabilizzando la mia immobilità curva ed inerte.
Era lì. Anzi: erano lì: miriadi di impulsi capricciosi pieni di significati e di suoni confusi nel buio sino a che pareva, a poco a poco che s'aprisse una varco, uno squarcio di luce per poi di nuovo piombare nel vuoto profondo di una esistenza senza strada.

E se la strada c'era stata , forse, per un certo periodo , alla fine voci e gesti oscuri me l'avevano fatta abbandonare per sorprendermi tra i sassi e le sterpaglie di un sentiero vergine. Perchè , allora, questi moti indisciplinati e malandrini m'avevano preso ? Perchè, ancora, li ascoltavo facendomi straziare il cuore?

Perchè non mi era possibile lasciarli andare senza che si portassero via anche una parte della mia identità pur confusa, pur scoordinata e ribelle, ma intera e dunque necessaria.
Imprescindibile.

domenica 3 ottobre 2010

COMUNE DI VALENZA: PER I RAGAZZI....


I Comuni, malgrado non facciano politica economica come uno Stato, sono i primi posti dove si riflettono le pesanti conseguenze sia in campo finanziario che sociale perchè i comuni sono il primo livello istituzionale di riferimento, quelli che hanno il compito di garantire i servizi essenziali e da cui provengono le prime avvisaglie di disagio e malcontento.

In tempi di crisi allora, la politica dell'ente locale è ancora più sotto gli occhi della comunità la quale, se da una parte accetta di buon grado i sacrifici che la crisi comporta, pretende anche una politica di aiuti, di appoggio e un progetto di iniziative concrete per la ripresa della città in una logica di collaborazione con tutte le forze presenti nel territorio e con tutte le risorse che il Comune possiede ( risorse intese anche come persone che lavorano nell'ente)

L'opposizione, durante l'ultimo Consiglio comunale, tramite un discorso accorato di Marilena Griva ( PD), ha voluto porre l'accento sui servizi relativi alle pari opportunità chiedendo all'assessore di riferimento di non trascurarli. ( l'assessore non ha dato alcuna risposta in merito)
Devo dire che le sue parole, così appassionate e sincere, mi hanno colpito molto. Comprendo la sua inquietudine, anche se l'ho sentita parziale e limitata ad un aspetto rilevante sicuramente, ma non primo tra tutti i servizi di cui mi sento di invocare la necessità di esistere.
Prima ancora , e in tutti questi anni non ho mai sentito tra gli stessi banchi ( banchi del centro sinistra) , qualcuno che reclamasse la sua efficienza, qualcuno che prestasse attenzione alla sua salvaguardia , il servizio rivolto ai giovani, uomini e donne, quindi in pari opportunità di necessità e di speranze.
Il servizio per i giovani è necessario perchè, nei momenti di crisi, sono i primi che perdono l'orientamento e si fanno vincere dalla rassegnazione. Perchè, davvero, è dai giovani che può rinascere un modo nuovo di fare politica, e sarà dai giovani che si potranno trovare alla fine le risposte concrete per il rinnovamento della comunità.

Un ente locale non può adagiarsi nella dimensione proclamata della crisi che tutto travolge e blocca, nell'assenza di risorse che impedisce di muoversi ma deve progettare, proporre, ideare, trovare soluzioni che migliorino la vita dei cittadini: dai suoi servizi ai momenti di svago ed intrattenimento.
Non può che muoversi in ogni settore: è il suo scopo, la sua ragione sociale e ciò che i suoi concittadini (magari proprio votando una nuova amministrazione) stanno attendendo.

Dimensione carattere
Anche perchè il percorso che permetterà di portarci fuori dalla crisi sarà un percorso intriso di piccoli eventi apparentemente scollegati tra loro, ma che a lungo andare, e se condotti in sinergie con tutte le associazioni, gli uffici, i servizi della città e gli stessi cittadini, potranno essere riconosciuti parte di un progetto complessivo e funzionale.
Come, per esempio, concertare momenti di aggregazione e di eventi durante le fiere che coinvolgano gli esercizi commerciali,

gli operatori turistici, attuando il progetto comunale di promozione del territorio e di coinvolgimento dei giovani, dei ragazzi, degli studenti, dei disoccupati.
Non si deve intendere il programmare eventi nella città come un'azione di svago puro e semplice in questi tempi di vacche magre, ma come opportunità per promuovere la città, renderla viva, attraente e stimolarne la crescita.
Una città dove non succede niente è una città che non richiama visitatori, che non può vendere i suoi prodotti, che non permette al suo commercio di decollare, che spinge i suoi ragazzi ad allontanarsene , è una città che muore.

Il ruolo del Comune, quale elemento essenziale in tutte le dinamiche sociali ed economiche, è determinante.
L’Amministrazione può e deve interessarsi di tutti i bisogni dei cittadini che compongono la nostra comunità, farli propri, e cercare di risolverli nel modo più adeguato e deciso.


Proprio , in questo momento, di crisi profonda il cittadino deve sentire accanto a se' la presenza delle istituzioni, NON IN QUALITA' DI CASTIGATORE, MA COME ORGANO CHE TUTELA E GARANTISCE LA VITA DELLA CITTA'.






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