mercoledì 24 giugno 2009

A Enzo Di OMOLOGAZIONE NON RICHIESTA E ALTRI BLOG


Qualche giorno fa hai scritto nel tuo blog riferendoti a me:
"...... Hai sbagliato con me e io ho sbagliato con Te ma non mi hai dato molta scelta, non ne dai a nessuno e sei di una femminilità accesa, quasi primordiale, hai un senso della vita lontano dal mio e, a diffferenza di me, non sai dire no. Tu vivi la tua esistenza sessualmente, lo fai anche quando bevi un bicchiere d'acqua; prendi ogni cosa che ti piace, ti insinui ed escludi tutto il resto. Tutto! Non sarò io a dirti cosa fare o non fare ma non ti ho permesso di usarmi come oggetto ludico all'interno di un tuo menage sentimentale. Qui ora hai scritto bene e sei una persona, altrove in altri contesti e sul tuo blog diventi un'altra e te lo ripeto, ti accompagni a personaggi inqualificabili..."

Io amo approfondire e conoscere le persone che mi piacciono. Con te non l'ho fatto ed è l'unico sbaglio che mi riconosco. ( verso di te, intendo perchè verso di me ho l'imbarazzo della scelta) Vivo la mia vita sessualmente, questo sì, perchè come ho scritto in molti post sono una persona intera. gli esseri umani sono animali sessuati non faccio altro che esprimere me stessa in ciò che sento e mi riconosco. la sessualità si muove nel proprio sentire dunque non posso che concordare con te. Escludo tutto il resto, forse, ma solo per non far del male perchè ho grande rispetto per le emozioni degli altri non voglio coinvolgere qualcuno che non posso seguire, perchè presa da altro. Non è vero che non so dire di no. Ma so sbagliare direzione perfettamente. Dico "sì " a ciò che non merita e non comprende. Dico sì dove una perfetta indifferenza sarebbe l'atteggiamento migliore. Dove ho scritto male, Enzo?. Non lo vedo. Vorrei tanto vederlo.
Tu mi credi più forte di ciò che sono. Chi si fa guidare dai propri palpiti è più vulnerabile degli altri. ma spesso lo faccio perchè mi fido della mia capacità di ricostruirmi. Sono come quei personaggi dei cartoni animati che si spaccano in mille pezzettini e risorgono interi dalle macerie più insanabili. una specie di Bill il Coyote.
Ma sono mortale e breve, E SONO STATA IN BUONA FEDE. Per quanto riguarda le persone inqualificabili , come ti ho scritto, una volta, non potevo giudicare. Ora sì, ma sono fuori dalle emozioni e posso quasi diventare un vecchio e meticoloso ragioniere.
Ma ci sono nella vita certi momenti " limite" in cui l'individuo agisce con modalità primitive dettate esclusivamente dalla sua matrice istintuale, certo questo non mi giustifica. Non ti ho mai voluto come giocattolo all'interno della mia relazione ( ma odio definirla in questo modo neppure menage mi piace, però) Affatto. Anzi. Volevo farti STARE fuori a tutti i costi. Non so cosa ho fatto per non coinvolgerti. Penso quando mai ho giocato con te e non riesco che a ricordare la mia defezione a te e l'affetto che in ogni caso ti portavo. Il senso della vita lontano dal tuo?! oddio.. non ho idea di quale senso abbia la vita. Vado alla cieca e mi faccio guidare dalle emozioni.
Mi sento un po' idiota a scrivere on line, ma tu l'hai fatto no? Forse siamo idioti tutti e due.
Per quanto io scriva, per quanto si scriva ho la sensazione sconsolata che non serva ad entrare in contatto, a com - muovere. Come vorrei tu lo facessi!

martedì 23 giugno 2009

LA CADUTA


Sono scesa. Sono scesa e giù.. ancora più giù ....ed ancora. Lo sapevo che se avessi preso quella scala e buia e ripida e impervia sarei stata in pericolo di vita. Sono scesa. Sono sprofondata nel fondo di questo tunnel oscuro e maligno e non distinguo che la profondità dell'abisso e non distinguo che la velenosa essenza che lo alimenta. Avrei potuto non aprire la porta, non varcare l'ingresso. Avrei potuto dimorare nell'assenza del dolore e dell'affanno. Avrei potuto sostare a lungo (forse per sempre) in quel luogo neutro dove mi trovavo e dove l'emozione non era chiamata a battaglie ineludibili.
Invece ho perlustrato l'antro straniero , ho camminato lungo un sentiero di sassi, sono rotolata in fondo al cunicolo cieco. Non so cosa mai ci sto a fare qui, ora. Non ne conosco i motivi e l'indirizzo l'ho smarrito già da qualche tempo. Non voglio ingannarmi. Sono scesa. Sono caduta. Le parole non spiegano il percorso .Le parole non esprimono la lacerazione dilaniante. Le parole non comunicano la strada, non descrivono la storia. Le parole a questo punto sono fuorvianti e omologanti.
La storia è nuova, adesso. l'impatto con il profondo fondo del mio spirito ha creato uno squarcio irreversibile. Eppure l'ebbrezza mi trascina , mi chiama, mi invita ad affondare il cuore ancora più giù .... ancora più giù....come eco per /verso di splendida sirena...

ENTROTERRA LIGURE: 3° PUNTATA

A Buggio c'è la festa del paese e decidiamo di andare là a mangiare " capra e fagioli" Il sole sta tramontando e l'aria è fresca . Ormai non mi meraviglio più per le strade strette e in salita, ma scherzo sul fatto che più andiamo avanti e più sembra che ci stiamo perdendo in mezzo alla densa vegetazione. Arriviamo, dunque.
Il paese è molto piccolo e pare disabitato. Ci apprestiamo a salire ancora fino ad una piccola piazza.
La vista si apre su una folla festante e su tavole imbandite. Decidiamo tutti di prendere capra e fagioli .
Io mi compro anche delle frittelle piccole e zuccherate.

Nella piazza un orchestra canta" Amami Alfredo"
io dico: " Sono bravi a cantare . Dovrebbero venire alle nostre feste di paese"
Seduti al tavolo, infine, parliamo.
Tu hai lasciato la tua compagna da qualche mese. Ti chiedo : " " Perchè? " Ma la domanda vuole essere un altra. O meglio: volevo una risposta per un altro genere di quesito.
Tu, che inizialmente mi canzonavi per il mio giaccone invernale da cittadina disorganizzata, mi rispondi poi svagatamente: " Perchè era molto più vecchia di me ed io cominciavo a sentire la differenza"
La risposta non mi convince. Tento di spiegare il mio disorientamento dico " Già lo sapevi" dico: " era già così prima" ma poi capisco che la dissonanza emotiva tra due esseri che si incontrano comincia a costruirsi al momento dell'incontro: già in quello vi è la radice dell'allontanamento futuro. E' così facile trovare una ragione per non stare insieme. Potrei trovarla per tutti.
Perchè finisce il desiderio, perchè si consuma la voglia di frugare dentro la vita dell'altro. Perchè ciò che univa si trasforma invece in una prigionia dolorosa. Hai smania di andare. Di fuggire.
Tu dici: " Il pensiero non ricorre mai a lei" chiedersi perchè è inutile.
Ti dico invece : " Non riesco a staccarmi dagli uomini che ho amato. Non li desidero, non li sento più come fonte da cui dissetarmi, non li sento più come interlocutori da cui apprendere e con cui crescere, ma la mia anima li ha strutturati presso di se' e non riesce a distaccarsi se non con uno strappo lacerante. Diventano la mia pelle ed il mio sangue. Ho come l'impressione d'essere sbranata da cani feroci. Sono dilaniata. "
Dico: " Anche tu, eri un mio compagno.Ricordi?". Ma è un tempo così diverso da sentirlo quasi inventato.
Tu ridi e dici: " Certo che mi ricordo!" mentre addenti un osso da spolpare.
Perciò rido anch'io e mi gusto le frittelle. Anche perchè , in fondo, non ci siamo mai lasciati.

lunedì 22 giugno 2009

ENTROTERRA LIGURE: 2° PUNTATA


Tuo figlio ha quindici anni. L'ultima volta che l' avevo visto camminava appena.Ti eri separato da tua moglie proprio in quei giorni.
Tuo figlio è educatissimo.
Parlava poco, ma stranamente ascoltava appassionatamente i nostri ricordi esposti in modo confuso e deliberatamente equivoco per " non far capire bene, ma parlarci lo stesso... " come facevano i nostri genitori quando si riunivano alle tavole conviviali durante la nostra infanzia.
Io parlavo del mio ex marito e dei miei figli. Qualche volta parlavo soprattutto per tuo figlio perchè capisse che ogni famiglia ... ogni famiglia è infelice a modo proprio.. e che la famiglia può essere costituita da ruoli diversi e desueti ma non per questo non può essere vitale e ricca, non per questo non può essere affidabile. Noi parlavamo dei figli. Delle difficoltà. E mentre guardavo tuo figlio e mentre pensavo ai miei così a modo, socialmente parlando, mi sono trovata d'un tratto a immaginarmi la loro vita trascorsa in mezzo ad una coppia che non si amava. Mi sorprendevo , appunto, di trovare questi nostri figli, così misurati, così prudenti nel dire e nel fare che mi scaldava il cuore.
Quando tuo figlio, che intanto s'era alzato silenziosamente per prepararci il caffè, era tornato con le tazzine fumanti ordinate in un vassoio insieme allo zucchero, io andai fiera della nostra vita e mi compiacqui un po' per me e un po' per te delle nostre scelte travagliate.
Perchè, per quanto avessimo agito disordinatamente ( e forse a volte avventatamente), avevamo, in ogni caso, trasmesso ai nostri figli l'idea che la vita andava vissuta sinceramente, non tradendo le proprie aspirazioni, non mettendo a tacere i propri dubbi, ma affrontandoli con trasparenza e coraggio, per non subire passivamente l'esistenza facendosela scivolare addosso senza convinzione e soprattutto senza amore.