martedì 23 giugno 2009

ENTROTERRA LIGURE: 3° PUNTATA

A Buggio c'è la festa del paese e decidiamo di andare là a mangiare " capra e fagioli" Il sole sta tramontando e l'aria è fresca . Ormai non mi meraviglio più per le strade strette e in salita, ma scherzo sul fatto che più andiamo avanti e più sembra che ci stiamo perdendo in mezzo alla densa vegetazione. Arriviamo, dunque.
Il paese è molto piccolo e pare disabitato. Ci apprestiamo a salire ancora fino ad una piccola piazza.
La vista si apre su una folla festante e su tavole imbandite. Decidiamo tutti di prendere capra e fagioli .
Io mi compro anche delle frittelle piccole e zuccherate.

Nella piazza un orchestra canta" Amami Alfredo"
io dico: " Sono bravi a cantare . Dovrebbero venire alle nostre feste di paese"
Seduti al tavolo, infine, parliamo.
Tu hai lasciato la tua compagna da qualche mese. Ti chiedo : " " Perchè? " Ma la domanda vuole essere un altra. O meglio: volevo una risposta per un altro genere di quesito.
Tu, che inizialmente mi canzonavi per il mio giaccone invernale da cittadina disorganizzata, mi rispondi poi svagatamente: " Perchè era molto più vecchia di me ed io cominciavo a sentire la differenza"
La risposta non mi convince. Tento di spiegare il mio disorientamento dico " Già lo sapevi" dico: " era già così prima" ma poi capisco che la dissonanza emotiva tra due esseri che si incontrano comincia a costruirsi al momento dell'incontro: già in quello vi è la radice dell'allontanamento futuro. E' così facile trovare una ragione per non stare insieme. Potrei trovarla per tutti.
Perchè finisce il desiderio, perchè si consuma la voglia di frugare dentro la vita dell'altro. Perchè ciò che univa si trasforma invece in una prigionia dolorosa. Hai smania di andare. Di fuggire.
Tu dici: " Il pensiero non ricorre mai a lei" chiedersi perchè è inutile.
Ti dico invece : " Non riesco a staccarmi dagli uomini che ho amato. Non li desidero, non li sento più come fonte da cui dissetarmi, non li sento più come interlocutori da cui apprendere e con cui crescere, ma la mia anima li ha strutturati presso di se' e non riesce a distaccarsi se non con uno strappo lacerante. Diventano la mia pelle ed il mio sangue. Ho come l'impressione d'essere sbranata da cani feroci. Sono dilaniata. "
Dico: " Anche tu, eri un mio compagno.Ricordi?". Ma è un tempo così diverso da sentirlo quasi inventato.
Tu ridi e dici: " Certo che mi ricordo!" mentre addenti un osso da spolpare.
Perciò rido anch'io e mi gusto le frittelle. Anche perchè , in fondo, non ci siamo mai lasciati.

4 commenti:

Bruno ha detto...

Ciao Antonella
ti scrivo qui perchè ho trovato molto interessante il tuo blog e anche perchè su BlogAl (di cui faccio parte) verrebbe un casino .... grazie per il commento che ci hai lasciato. Se trovi che la nostra musica, il nostro contesto possa essere inserito in un evento non farti problemi a contattarci..sul nostro web trovi tutti i riferimenti
www.roccaforte.it
grazie ciaoooooo, tornero' a trovarti

ombresenzalucesenzaombre ha detto...

Trovo le tue parole cosi dense e piene di vita, vita vera, sulla propia"pelle".Io tenngo molto alla mia lberta soprattutto interiore, ma liberi da cosa se non proviamo ametterci gioco, se azzeriamo le emozioni?Ma poi i stanco mi accontento di quello che ho reso, e con la speranza di aver dato qualcosa, faccio di tutto perchè il rapporto finisca, ultimamente ho provato con uno strappo, ma è difficile e non credo giusto entrare nella testa di un'altra persona. un bacio Luca

ANTONELLA ha detto...

Ombresenzaluceesenzaombre, senza volerlo ho detto la stessa cosa nel post sopra questo. Grazie di aver scritto quello che hai scritto. Non lo pensano in molti.

ANTONELLA ha detto...

Bruno, ho visto, ho visto. bacioni