sabato 14 giugno 2008

Ti ho visto

Ti ho visto: eri molto vecchia e camminavi con difficoltà. Eri nel Viale dell'ospedale, quello pieno di alberi e con il grande marciapiede.
ti ho visto: eri debole e stanca. Eri irriconoscibile. Ma il viso, il tuo viso più di tutti mi ha colpito: l'espressione severa e quasi irritata si intravedeva tra i solchi della carne.
Irrimediabili .
Dov'era la bimba? Dov'era il salto gioioso intorno alla pozzanghera.? dov'era la leggerezza nello sguardo e nei modi?
Ti ho visto a fatica: ma eri tu? non c'eri ...non c'eri lì, tra le ossa e la pelle asciutta. Avevi amato ieri? avevi forse mai goduto nel letto, tra le braccia morbide e forti del tuo amante ? Ti ho visto piena di tristezza. Ti ho visto persa e lontana.
Non avevi più desideri allora? oppure c'erano, ma costretti, vinti, rabbiosi, nascosti e camuffati dalla impossibilità e dal disordine degli anni, dei giorni e delle azioni ? Ti ho visto senza attesa o peggio ancora, nell'attesa più angosciante. Ti ho visto nella tua aria oramai consueta di odio soffocato, di solitudine costretta: ti ho vista camminare senza percorso. Non hai speranze, non hai più storia. I ricordi non sono nulla. Sono invenzioni da raccontare e noiosi, lo sai. Noiosi da ascoltare per te e pure per me . Ma ti ho visto davanti a me e t'ho lasciato andare. T'ho amato, cara. Ti ho persino perdonato, Antonella, per questi giorni infernali che mi fai vivere.

domenica 8 giugno 2008

Michele

Dove sono gli angeli? Sono in mezzo alla gente venuti chissà da dove. Ma non hanno vita facile qua sotto , tra gli alberi e le città e le nuvole intorno. Hanno occhi grandi e, da bimbi, una speranza gioiosa. Sono pieni di solitudini e di tristezze.
Come può un angelo mescolarsi e confondensi tra le persone? E' impossibile. Vengono riconosciuti, isolati, presi e feriti.
Michele è uno di questi. L'ho individuato. Per le vibrazioni della sua sensibilità, per l'anima che traspare dagli occhi chiari e dalle ciglia lunghe e sottili. L'ho seguito nei suoi movimenti di preda innocente, dai silenzi delle sue azioni immacolate. Dai suoi piccoli sorrisi di ieri. Temo per lui e lo amo. mi chiedo ancora come ha fatto a sopravvivere. lo sento come si trovasse in una giungla nera , braccato e perseguitato. Senza speranza.
Ma forse mi sbaglio perchè gli angeli hanno risorse nascoste e luci e colori che diventano corazze a difesa.
Allora lo vedo , lui, Michele, attorniato dai suoi draghi blu e verdi e gialli che lo custodiscono e lo abitano. Lo vedo avvolto da quel dilagante colore nero del suo dipinto scolpito nel cuore e lo so al sicuro perchè avverto il leggero fruscio delle ali mentre s'allontana.

Sono sazia

Non posso mangiare.
Mi sto nutrendo di questa mia frenesia disperata, di questa energia inconcludente. Faccio molti sbagli per questo. E passo il tempo a cercare di rattoppare le cose che ho distrutto mentre mi muovevo rabbiosa scalciando nel vuoto.
Dei giorni sono immobili . Silenziosi, inerti. Questi giorni sono buii, inutili e non illudano nessuno per la loro calma apparente, per il clima salottiero che emanano: sono giorni pieni di veleno. Sono giorni in cui affilo le armi .
Dei giorni sono rumorosi, pieni di azioni, di cose da fare e da dire. Pieni di rivalse, di vendette attuate. Di schiocchezze. Mi ritrovo a urlare oppure a piangere miseramente. Mi ritrovo a sbagliare continuamente. Mi ritrovo ad allontanare, ad odiare ed a perdere.
Per esempio oggi è un giorno buio. Questo è un giorno da resa dei conti. La verifica è in perdita. Ho davanti a me sempre cose da rimediare. Me ne sto tranquilla. Senza parole. Sono sazia. Gonfia. Sono gravida.Sono immobile ma guardinga come un alligatore assassino.
Potrei squarciarmi con un machete come fossi un sacco di grano e svuotarmi dei miei semi sterili. Cadrebbero nel terreno senza germogliare nulla. ed io mi affloscerei alfine senza più nulla che mi sorregga.
E' un giorno così: di merda

venerdì 23 maggio 2008

Non riesco a spegnere

Io cammino veloce. Ho conquistato un' efficienza insospettabile. Telefono e scrivo un file senza interrompermi. Posso sorridere. e impartire ordini ineccepibili. Riesco a portare a termine un progetto alla perfezione. Ma non riesco a spegnere. Non riesco a spegnere . l'acqua deborda oltre il limite . Il vaso è colmo di acqua e di lacrime. Ma non riesco a spegnere. Non riesco a spegnere. Ho motivi e ragioni nelle mie mani. Ho le braccia colme di argomenti. Ho giudizi inconfutabili e fatti che me ne rendono conto. Ma non riesco a spegnere questo fuoco che divampa. Le fiamme si attenuano a volte e mi pare di stare più tranquilla. Riesco a camminare tra le braci accese senza ferirmi.- Riesco a passare inosservata nel silenzio e nel rogo. Ma all'improvviso il fuoco riprende vigoroso e potente, sempre mi attanaglia, mi prende, mi trascina, mi brucia. Mi Uccide. A volte, mi inganno se altri sorridono o parlano o mi amano. Io mi lascio amare e prendere e sorridere. Ma non posso spegnere. Non posso spegnere questo fuoco che divampa. Questo sole che mi incendia. Questo inferno che mi punisce.