sabato 14 giugno 2008

Ti ho visto

Ti ho visto: eri molto vecchia e camminavi con difficoltà. Eri nel Viale dell'ospedale, quello pieno di alberi e con il grande marciapiede.
ti ho visto: eri debole e stanca. Eri irriconoscibile. Ma il viso, il tuo viso più di tutti mi ha colpito: l'espressione severa e quasi irritata si intravedeva tra i solchi della carne.
Irrimediabili .
Dov'era la bimba? Dov'era il salto gioioso intorno alla pozzanghera.? dov'era la leggerezza nello sguardo e nei modi?
Ti ho visto a fatica: ma eri tu? non c'eri ...non c'eri lì, tra le ossa e la pelle asciutta. Avevi amato ieri? avevi forse mai goduto nel letto, tra le braccia morbide e forti del tuo amante ? Ti ho visto piena di tristezza. Ti ho visto persa e lontana.
Non avevi più desideri allora? oppure c'erano, ma costretti, vinti, rabbiosi, nascosti e camuffati dalla impossibilità e dal disordine degli anni, dei giorni e delle azioni ? Ti ho visto senza attesa o peggio ancora, nell'attesa più angosciante. Ti ho visto nella tua aria oramai consueta di odio soffocato, di solitudine costretta: ti ho vista camminare senza percorso. Non hai speranze, non hai più storia. I ricordi non sono nulla. Sono invenzioni da raccontare e noiosi, lo sai. Noiosi da ascoltare per te e pure per me . Ma ti ho visto davanti a me e t'ho lasciato andare. T'ho amato, cara. Ti ho persino perdonato, Antonella, per questi giorni infernali che mi fai vivere.

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