giovedì 19 novembre 2015

IL TEMPO NON ARRIVA MAI SOLO




 A quel tempo , avevo tre anni,  mio padre  si era comprato una cinepresa superotto e si dilettava a fare i filmini.  
Aveva srotolato lo schermo e spento le luci.
Quando il motore DEL PROIETTORE  si accese  per la PRIMA VOLTA,  lo schermo si illuminò ed apparve  uno scenario misterioso,  l'immagine  di una cucina  che non  avevo mai visto . 
Per mio padre,  tutto era  motivo di gioia. 
Almeno,  allora . 
Disse pieno di entusiasmo: 
" eccoTi qui ."
E indicò un bimba che gattonava sopra delle piastrelle bianche .  
Pensai subito: " non sono io "
 Io sono nata qualche giorno fa, ricordo 
.Ho la mia esistenza in mente con certezza. 
Non potevo essere in una casa sconosciuta, in un  tempo che non mi apparteneva. 
Protestai a lungo: Non sono io . Non sono io. 
Non appartengono a me quelle gambe grosse e la testa china a guardare cosa? Il pavimento. 
 Il film era scuro, le immagini sbiadite. 
Ero stata in  quella casa senza la mia consapevolezza?  Ero stata maneggiata, sollevata da terra, trasportata in un altra casa , adagiata in un altro letto  senza che  io avessi avvertito il fatto che ciò stava accadendo ?  Dunque la mia vita non era sempre stata la coscienza di essere viva? La vita dunque  era fatta di angoli psicotici , di identità incontrollabili, una specie di  anelito mortale fatto però di respiro, come un germoglio che si apre al sole ancora embrione e muto al richiamo del calore e quindi alla percezione responsabile  delle sensazioni ? 
E non era questo un evento che  l'umanità avrebbe dovuto percorrere a ritroso per recuperare l ' inconsapevolezza primordiale?   
 " Non sono io"  dissi ancora  Quel filmato mi  ispirava una preoccupazione premonitrice. 
Sapeva di morte anche se ero appena nata.  
Ma quando davvero era iniziata la mia esistenza ? Non riuscivo ad andare all'origine. 
Avevo la sensazione  che qualcuno mi avesse rubato il tempo,  m'avesse strappato dalla testa il pensiero di ieri , mi avesse ucciso in parte lasciandomi  appena l'idea di un palpito pieno di incubi oscuri. 
Di presagi maligni.  
Ma c'era mio padre.  E fino a che c'era lui avrei avuto chi poteva proteggermi. 
Di quel tempo,  il tempo delle vulnerabilità  e delle inabilità,   il fruscio della sua figura sottile seppure lunga  e slanciata  come grattacielo,  era l'unico punto di riferimento nel labirinto dei luoghi e delle ore indistinte. 
 Spesso sentivo  tutte le donne della casa   parlare della  bellezza di mio padre : dei  suoi occhi verdi,  grandi e profondi, dei suoi denti candidi e forti e splendenti, delle sue grandi capacità professionali, la sua bonarietà,  il suo essere un pittore straordinario. Scherzoso, passionale , emotivo.  
Invece mio padre era soprattutto  come me: una persona  insicura e fragile. Aveva moti di grande generosità, ma brevi, e spesso trattenuti e  contraddetti dalla necessità di preservare se' stesso  dai pericoli e dagli affanni. 

lunedì 26 ottobre 2015

2015 - RITORNA LA FESTA DI HALLOWEEN A VALENZA !


RITORNA LA FESTA DI HALLOWEEN
“DANZA, MISTERO E MAGIA”



Sabato 31 Ottobre, attesa sempre di più, di anno in anno, ritorna la Festa di Halloween a Valenza, tra danza, mistero e magia, dove la paura si unisce al divertimento. 

A partire dalle ore 17,00 le vie del centro si riempiranno di bambini ed adulti mascherati i quali, tra un “dolcetto o scherzetto” e l'altro, potranno assistere alle esibizioni di danza preparate per l'occasione ed eseguite in Piazza XXXI Martiri dagli allievi di alcune scuole di danza valenzane (Valenza dansè, Vietata Riproduzione, GMA Dance Academy, Fusion Line).

Ad offrire ulteriori momenti di intrattenimento sarà il Mago Pancione che presenterà il suo “Baule magico”, uno spettacolo per tutti, con magie, giochi curiosi, pupazzi dispettosi e tanto, tanto divertimento! Nel suo baule segreto, il Mago Pancione custodisce alcuni fantastici esperimenti magici che appassioneranno e divertiranno bambini e adulti di tutte le età. 

Nato come “Street Theatre”, il Baule Magico riesce a creare un’atmosfera di grande coinvolgimento e allegria, in qualunque spazio scenico e in ogni situazione. Uno spettacolo divertente e misterioso, che stupisce i bambini e meraviglia anche gli adulti.


A chiudere la festa, un carro mascherato partirà da Piazza Gramsci ed attraverserà Corso Garibaldi, come momento di apertura di un ricco e numeroso corteo, per giungere in Piazza XXXI Martiri, cuore della festa.

Sempre in piazza saranno anche allestiti diversi stand con truccabimbi, per creare un'atmosfera festosa e di partecipazione. Sarà presente la Croce Rossa e la protezione Civile che ringraziamo!!!




La manifestazione è organizzata dall'Assessorato al Commercio e Turismo, in collaborazione con l'Associazione Pro Loco, i commercianti, le scuole di danza cittadine, e con l'ausilio dei Volontari della Protezione Civile.

Per informazioni: U.R.P. - 0131 945246 - urp@comune.valenza.al.it


domenica 11 ottobre 2015

LA VITA ERA COMINCIATA


La prima immagine della mia esistenza nel mondo fu la grande terrazza della casa. Mi pare di aver avuto tre anni. 

Era una grande terrazza al piano terreno di una città con salite e discese . La mia realtà era tutta lì e la città era Perugia. 
Il palazzo condominiale sul retro si trovava  al piano terreno mentre nella facciata davanti era  nel sottoscala.
Ma la mia vita era soprattutto in  questo grande terrazzo. qui ho imparato ad andare nel triciclo ed era bello pedalare avanti ed indietro in questo grande spazio.  
Mia madre  non aveva la lavatrice per questo chiamava delle signore a lavare le lenzuola. Queste lavavano  nella vasca ed io  ero molto interessata a questa attività tanto che rimanevo tutto il tempo a guardare. 
Mi ero fatta l'idea  che fosse un lavoro che mia madre non voleva fare, che fosse un lavoro poco edificante invece il motivo era solo che  aveva l'artrosi alla schiena ma questo a tre anni non lo sapevo. 
Di tutte le donne che  erano passate dalla casa  una mi piaceva in modo particolare . 
Era magra e molto alta, oppure ero solo io che la vedevo alta. Aveva mani grandi ed  indossava sempre un vestito leggero a fiori piccolissimi . China sulla vasca   chiacchierava sempre amabilmente  facendo battute simpatiche. Pensavo fosse vecchissima , ma ora posso benissimo rappresentarla sui 30 anni. 
Di lei, l'ultimo ricordo che ho  non è piacevole. 
Ero nel piazzate davanti alla casa dove spesso con le mie sorelle andavamo a cercare degli amici per giocare . Ad un certo punto mi sento tappare gli occhi con forza e rimanere nell'oscurità più completa. Ho subito provato un balzo al cuore.  Poi la presa si scioglie e la signora con i  fiori piccolissimi si palesa davanti a me ridendo. Ma ero troppo piccola per conoscere quel gioco e mi spaventò  a morte. 
Non so come  giunse la lavatrice, un oggetto che mi piacque da subito.

Allora mia madre, qualche volta, per uscire portava delle scarpe rosso scarlatto . Erano scarpe lucide e con un tacco  molto alto. Quando le indossava mi  sembrava un 'altra donna. Non mi sembrava più la mamma dolce che vedevo in casa. Una mattina vedendola allontanarsi con quelle scarpe fui felice di rimanere a casa. Rappresentavano  per me il male supremo e le ho sempre odiate. 
 Quel tempo , oltre la grande terrazza e il cortile davanti alla casa c'era una collina poco distante piena di papaveri e fiori gialli. Ora la collina è stata spianata per far posto a  numerosi palazzi condominiali. 
Ma allora erano prati che puntavano al cielo e con le mie sorelle spesso ci arrampicavamo in cima a raccogliere erbe e fiori. 
Sembra in effetti strano che a tre anni ( le mie sorelle ne avevano rispettivamente due e cinque ) girassi da sola eppure allora sembrava una cosa molto naturale. 
Anche questa collina  mi lascia un ricordo amaro. 
Mi ero seduta sulle pieghe di un prato scosceso e mi gustavo le voci delle persone  e dei giochi intorno, quando dall'alto dei ragazzi fecero rotolare una grossa pietra che fermò la sua corsa proprio contro la mia gamba . Subito sentii un dolore atroce. Un  dolore mai provato prima nella mia vita. Fu soprattutto quello, l'incontro con il dolore, che mi sconvolse. Perchè alla fine, non credo che fosse stata poi una gran pietra dato che mi misi a correre a perdifiato verso la casa. Quindi niente di rotto.
Corsi, corsi, piena di dolore e paura e sgomento fino da mia mamma dove invece trovai una signora anziana , chi era non ricordo , una parente, credo,  e mi accolse tra le sue braccia , mi  fece impacchi con l'aceto. e restai lì ancora piangente ed addolorata.
 Credo proprio che fu in quell'istante che presi coscienza con grande ansia, che  l'esistenza non mi avrebbe tutelata e protetta . Insomma
 La vita era cominciata. 

mercoledì 23 settembre 2015

VECCHIO SAGGIO


Non crediate.  Anche se mi vedete ritratta in questa foto. L'ho fatta per voi che ogni tanto sbirciate  in questo fantastico blog , luogo di memoria e di lode alla vita. Per farmi vedere che sono viva. Ci sono eh. 
 Ma non ho più la passione delle immagini.    L'utilizzo del social  face book , detta tra noi così tanto sopravvalutato, mi è servito per liberarmi dell'idea che l'immagine ci rappresenti.
 Alla fine, ve lo dico sinceramente.
 Io mi vedo più " vecchio saggio con barba e baffi. "
Mi vedo un  vecchio saggio molto attraente. Alto magro, quasi rinsecchito. .
 Mi sento un saggio  molto maschio là dove " maschio" è sinonimo di " forza" e "  coraggio" . Perchè, sappiate, per una femmina anche matura è molto più macchinoso riuscire a convincere della propria forza e determinazione. 
La forza si fa forte per un 50 % della forza vera e propria e per il restante della capacità di millantare tale forza . Il risultato è una persona imbattibile. 
Ecco: le femmine questo restante 50% se lo devono  sudare il triplo di un uomo.  Cosa c'entra questo? Niente 
Sono ormai sfilacciata, sciolta, insomma , non ho  pensieri conseguenziali . Si vede no? Ho deciso di  assecondarmi in questo nuovo viaggio senza meta all'interno di una me completamente liberata. 
Liberata da cosa direte voi? Oh beh, liberata dai pensieri appassionati, dalle speranze di un futuro agognato, dalle convinzioni sul bene ed il male così ostinate e sfacciatamente pretenziose. 
Libera dalla  convinzione di poter migliorare il mondo o me stessa o il quartiere o i miei amici, conoscenti o vicini di casa. 
Mi appunto diligentemente pensieri sparsi alla rinfusa senza  che vi sia alcun nesso tra uno e l'altro, Li ascolto attentamente, oh , non me li lascio mica sfuggire: mi appartengono . Li acchiappo , li macero, li consumo, li metto da parte. Sono puzzle confusi ma pronti ad essere interpretati , goduti all'occasione se ci sarà questa occasione. 
Siamo in questo mondo per cosa? 
Un' idea me la sono fatta. 
Siamo qui per costruire e completare l'essenza variegata e  splendida che siamo. Siamo qui a costruire l'evoluzione dell'anima dell'uomo. 
Faccio la mia parte . Preziosa e laboriosa 
Per questo prendo appunti. ed accolgo i segnali inspiegabili di questa esistenza paradossale.



giovedì 16 luglio 2015

NESSUN DOLORE



In questi giorni sono stata afflitta. 
La mia non è stata  una afflizione rabbiosa, ostile che cerca un rimedio , che vuole la lotta per  giungere  ad un obbiettivo.
la mia è stata  una afflizione prevista, annunciata da tempo e per questo accolta amichevolmente come un appuntamento dal dentista che ti cura il dente malato. Per stare meglio. 
Quando dico  agli altri che la nostra amicizia è finita alcuni alzano le spalle come fosse una cosa da nulla.
Mi dicono: " non ci pensare " 
Infatti io non penso a te caro Ivano o all'ultima volta che ci siamo visti. Alla scenata che ti ho fatto , a come tu hai urlato, a come io ti ho scacciato , a come tu ti sei allontanato. 
Quella scena ormai non ci apparteneva più. Eravamo già estranei, già diversi . Non eravamo più amici.
Tra la fine ufficiale di una amicizia trentennale come la nostra e la fine reale di questa amicizia scorre un periodo doloroso  che come gioco maligno è costituito da vari livelli prima di giungere al suo epilogo. 
Dapprima non ti accorgi della separatezza, della distanza , del vuoto che incombe tra il tuo cuore ed il suo, quello del tuo amico.   E questo è il primo livello. 
Ti dici : è sempre lui, quello di prima . E' vero , è cambiato , ma gli amici , oh gli amici si accettano sempre come sono , l'amico non  si giudica , si vive , gli si sta al fianco.
Cazzate. 
L'amico deve danzare con  te sulla terra . E la nostra musica ormai si era spenta.   
Eravamo stati nei campi di neve e non sentivamo freddo. 
 Ci eravamo arrampicati su sentieri dove nessuno aveva osato e , davvero, noi ridevamo. 
Eravamo stati eroici. Eravamo stati banditi. 
Eravamo stati battuti. 
Tu, quando hai cambiato strada? o peggio, ti sei fermato? 
Hai cominciato a credere che la vita era già stata tutta scoperta e che ora era arrivato il tempo di manipolarla.
 Di inventarsi abilità e competenze ed esperienze che non ti servono mica. sai. Le esperienze esibite e inutilizzabili diventano patetiche e sfrontate.  
Da qualche anno io ti vedevo.  Soffrivo perchè non eri più il mio amico .  La mia isola era stata risucchiata dall'oceano e niente valeva fingere di stendersi nella sua duna sabbiosa e calda. 
Cosa è successo? 
Forse nulla ed è proprio questo che ti ha convinto di sapere fare tutto e che quel tuo modo di vivere, il non vedere nulla fosse la vita stessa.
Non ascoltavi mai se  non la tua voce ostinata. 
Questo mi avrebbe distrutto. Dovevo andare.  Forse avresti preferito incontrarmi come un passante qualsiasi al quale si da il passo dal panettiere? 
La strada è impervia e ci vuole amore e coraggio.
 Ci vuole speranza .
Ci vuole l'aspirazione al bene. i pensieri malevoli , gli intrighi , gli odi, le ostilità le dipendenze non fanno che perdere il sentiero . 
Tutti noi ne abbiamo uno.
 E' nostro.  
Lo dobbiamo percorrere. Ed il tempo si fa  stretto. Il sentiero si fa breve . 
 Non possiamo distrarci.
Così tu non eri più il mio vecchio amico da un bel po'. 
Ma come fare a dirlo ad un estraneo ? 
Così , quando , due settimane fa  ce lo siamo detti, sai? davvero,  non ho sentito nessun dolore.
Eri già andato via da tanto. 
Quando ti ho visto andar via  tirandomi degli insulti a casaccio , ho provato sollievo. 
Proprio perchè non avevi capito niente  anche  per questa ultima volta . 

giovedì 9 luglio 2015

NON SONO TORNATA





Sono partita l'altra settimana per quella casa che considero il luogo dove la mia anima può muoversi liberamente : la  Toscana.
Sono partita, appunto, dicevo, vestita da ufficio con le scarpe e borsa piena di cose da città. 
I pantaloni neri lunghi la maglietta a tre quarti di maniche e una giacchina  lunga sempre nera .
A metà viaggio avevo già arrotolato i pantaloni e  nella maglietta avevo fatto un nodo per accorciarla..
la giacca rimase arrotolata nel sedile posteriore.
I miei viaggi sono altro che turismo anche se attraverso le colline e visito le chiese con l'attenzione gioviale del turista. 
Ma so che sto cercando  soprattutto di riprendere il discorso interrotto con me stessa. 
 me stessa, sì, perchè Non parlo più di demone . Ormai lui,il demone, è diventato tutt'uno con  me e non distinguo più i momenti eroici da quelli consueti. 
Credo che dopo una certa età tutto ciò che si fa diventa eroico.
 Persino rispondere ad un " buongiorno" perchè in certi casi ho rinunciato a farlo. 
Non cerco di convincere nessuno. Caso mai cerco di allontanarmi da chi di primo acchito non mi convince affatto. 
Ho perso tempo a cercare di cambiare e persino di innamorarmi di chi volevo a tutti costi cambiare. Che ingenua presunzione. Che viaggio fallimentare . 
In questi mesi, ostinatamente, devo dire, mi sono interessata della politica locale. 
Il termine " politica locale" mi ha ingannato non poco. Credevo che nella politica locale , la politica ,appunto , si muovesse diversamente da come la " grande " politica Nazionale ed internazionale tesseva le sue reti di relazioni e collusioni. 
Invece mi sbagliavo. Ci ho messo un  "circa dieci mesi"  a capirlo , ma quando l'ho capito è stato per me liberatorio. 
Basta. 
Ho tralasciato  in quei dieci mesi ,una creatura splendida , pulsante, silenziosa ma tenace e paziente ossia me. 
Basta, Riprendo ad occuparmene. 
 La liberazione è stata data dalla possibilità di non ascoltare e non parlare con persone  che non mi stavano dando nulla, ma anzi succhiavano avidamente la poca energia restatami. 
La mia prima operazione è stata liberarmi di costoro. 
Ci ho messo  dieci minuti. 
E poi ci ho messo un po' di più ad allontanarmi da un amico fraterno con cui non avevamo in comune che il passato eroico dei giovani che eravamo stati. 
Lui si è trasformato in un bisbetico sessantenne che vive in simbiosi con la vecchia madre e tratta le donne ,giustamente data la sua situazione, come delle puttane di alto borgo, ossia come se non le pagasse e loro lo amassero. 
Questo era talmente lontano da me che non mi faceva bene. 
E' vero: giovanissima io , 16 anni e giovanissimo lui 25 anni eravamo stati simili , coraggiosi , curiosi , ma ormai non c'era rimasto nulla di quello e staccarmi da lui è stato doveroso. 
Non ho sofferto. La vita si muove e la nostra si era mossa in direzionì opposte non ci restava altro che prenderne atto. 
Da quel viaggio verso la Toscana sono rientrata , ma non ho cambiato le vesti del viaggiatore. 
Ho un abbigliamento  di chi non ha ancora finito il suo viaggio: scarpe infradito, veste marina e scialletto per il vento serale.   e questo mi consola assai. 

lunedì 8 giugno 2015

VALENZA CINICA

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Nella politica  troviamo le persone più nefande della terra.  E quelle più nefande sono quelle che occupano funzioni di rilievo.

Come fanno ad essere proprio loro quelle ad occupare posti  di potere ?
Le persone per bene non amano mendicare voti.  Per prima cosa. 
Non vanno di porta in porta promettendo posti di lavoro perchè , al di là del fatto che non sarebbe giusto, perchè al lavoro ci si dovrebbe approcciare   in base alla propria competenza e preparazione individuale e non in base ai favori ricevuti,   perchè non è sicuramente risolvendo il problema di un singolo che potremo cambiare una città. 


La politica dovrebbe guardare  al collettivo. Non si rinasce senza una politica  rivolta all'intero territorio che risolva  l'economia nel suo insieme.



 Gli abitanti della città di Valenza, diciamolo,và, hanno votato non per la città, ma per gli amici ed i parenti che in massa si sono presentati alle urne quali candidati.



Questo sistema delle coalizioni , che da una parte vorrebbe preservare la democrazia, dall'altra lascia spazio agli accordi pelosi, quelli incentrati sulla spartizione di poltrone anzichè sui programmi e la selezione di  persone degne e preparate a governare.

Il popolo valenzano ha sbagliato. 
Ma per dirla ancora meglio è la legge che obbliga alla commistione, all'intrigo, alla spartizione di quote e di poltrone.
Dieci  seggi alla maggioranza , sei seggi alla minoranza. Più liste fanno coalizione meglio è per le poltrone. 
La coalizione e l'apparentamento fanno in modo che coloro che votano  siano  considerati  come un'ameba amorfa  trascinata di qua e di là da chissà quale canto di sirena ingannatore e fallace.
Non siamo elettori: diventiamo pubblico acclamante.
I programmi nessuno li nomina. Chi li conosce davvero? Se un programma vale l'altro perchè allora sette liste? 


A Valenza , dopo che la Giunta Cassano ad una settimana dalla competizione elettorale , revoca le deleghe alla Lega Nord sia all'interno dell'amminstrazione che all'interno della società partecipata AMV ecco che per un perverso gioco delle parti e per necessità elettorale ritorna sui suoi passi   e si allea con le stesse persone che aveva appena scacciato, persino denunciato alla Procura, almeno su dichiarazione del  segretario/ commissario di Forza Italia   nonchè assessore al bilancio della nostra città.



Dal canto suo il PD aveva già aggregato persone come Salvatore Di Carmelo di SEL ex assessore del centro sinistra nel 2005/2010  (  conosciuto per le sue performance  pre-  elettorali di incatenamenti a cancellate ospedaliere ( che nulla ebbero mai  a portare alla causa del nostro ospedale) con altre  attività similarie ( che niente di produttivo  e positivo portarono alla nostra città se non   dilettevoli  dibattiti nei bar  tra una birretta ed un aperitivo)  ed aveva aggregato persone come un  ex dirigente del nostro Comune che fu, tra le altre  sue attività ,  l'artefice delle mie tristi vicende di trasferimento repentino e mal giustificato che fu risolto anche grazie alla stampa ed all'intervento del web a mio favore.  



Per quanto riguarda la mia esperienza politica  con il Movimento Indipendente Valenza Civica , ho compreso come sia difficile per molte persone riuscire a ragionare in termini di " gruppo" di " comunità" di " squadra".

Sembra sempre,  che per certe persone,   ci sia bisogno di un leader maximo salvo poi  poterlo contestare quando alla fine  questi cerca di dare  una linea politica  costante e coerente. Si considera  la democrazia  una sorta di lasciapassare  per  una libertà totale ed individuale. 


 Credo che   non  riuscire a lavorare in squadra sia un problema comune a tutta la politica proprio perchè nella politica si trascura , volutamente , la questione morale ossia l'urgenza di  dotare  tutte le organizzazioni politiche di un indirizzo morale fatto  di  regole integerrime, dalle quali non si possa mai trasgredire pena l'esclusione  a vita  dalla vita politica. 



 Ma chi vuole veramente questo?

 Non i partiti e nemmeno i movimenti o liste civiche o che dir si voglia, che sono alla fine la cattiva copia delle potenti organizzazioni elitarie  solo dai nomi più altisonanti . 
Non i cittadini che non riconoscono le istituzioni se non come organo che punisce e tassa e da cui difendersi e  per questo a cui rivolgersi  solo  attraverso amici e raccomandazioni.  


Non le imprese che possono chiedere favori e possono ricattare le organizzazioni partitiche  e nemmeno gli organi di giustizia  che, sotto organico e inadeguati in termini di strumentazione e mezzi,   gestiscono leggi decise da coloro i quali intendono violarle. Ostaggi di depenalizzazioni e prescrizioni. 

 I due candidati Barbero e Cassano, entrambe brave persone , niente da dire,  non sono che pedine di un sistema più grande di loro e più grande persino del sistema stesso. 
Come poter pensare ad  una scelta che non sceglie ma subisce ? 
Mi sto dilaniando per un voto  che non servirà perchè  sono i meccanismi che non permettono  la realizzazione di un vera partecipazione e coinvolgimento popolare. 
Per quanto mi riguarda  penso che  gran parte di quello che  ho fatto  cercando di dare un ruolo  nelle istituzioni ai cittadini  non sia servito .
Anzi, forse mi ha fatto realizzare che prima di tutto ( ossia prima di far entrare i cittadini nelle istituzioni)  sia necessario la formazione, l'educazione all'approccio con la democrazia, quella vera, quella fatta di concreta partecipazione che significa impegno, attenzione, confronto e studio di norme, di leggi di programmi.) 
 La politica dovrebbe  contenere in se la necessità di formare alla politica ossia chi vuole far politica   dovrebbe porsi come colui che deve andare a scuola mica come quello che vuol  giocare al ballo della scopa  che  corre  ad occupare la  sedia appena finisce la musica!  




Sto riflettendo. Ma datemi qualche anno, ancora. In un settimana non ce la faccio.
Come  sarebbe bello  se, fino a che non migliora la qualità della politica,  facessimo  a meno di chi  vuole gestire  proprio  questa di politica!   





giovedì 4 giugno 2015

SBATTUTA



Il signor Zuckerberg , quando inventò il social net work, magari , nemmeno si immaginava come sarebbe stato usato.
 Perchè, si sa, l'uso più frequente , quello più consolante, è scrivere senza sforzare troppo il cervello , cercare di  appiattire la conversazione il più possibile e, se ci sono discorsi impegnativi, non  parteciparvi mai.
 Ne avevo già parlato un po' di tempo fa. 
Ma ora voglio scrivere proprio di una persona in particolare, UN TIZIO  che , collezionista di un" c'era una volta ",  s'è persuaso che questa sua piccola mania lo abbia elevato  a livelli alti di cultura e questo  lo fa sentire un asceta della storia, uno schermo liquido di nostalgiche visioni e lo tira fuori per qualche ora  da quella vita di bottegaio fatta di mattonelle da bagno e di silenzi cerebrali della  grassa consorte.
me lo vedo così, un uomo  limitato di intelletto e di strette vedute.  Poteva andare bene quando era un giovane potenzialmente  coinvolto in un processo evolutivo, invece la sua evoluzione non raggiunse che l'anticamera del suo  vecchio salotto  di periferia per sfiorire e seccarsi all'ombra dei sogni che pur ci saranno stati anche  se incanalati in una visione sorda e spuntata di  paesano beota. 
Rifugge le conversazioni poco poco articolate e si rifugia invece nei testi scialbi, nelle piccole liti da cortile, che tra l'altro non lo riguardano mai direttamente. Chi litigherebbe infatti con un nulla? 
 Quello è il suo pane . Che ci vuole a passare per viaggiatore cortese, passato lì per caso, e senza intenzione, per carità,e passando , gettare una " battuta" là dove vi è conflitto e dove  di una battuta non saprebbero che farne, ma vuoi mettere l'effetto? Vuoi mettere lo spessore culturale? Far vedere di non essere coinvolto, di poter sorvolare con una frase leggera una diatriba anche dolorosa, perchè no?  una diatriba inutile ma che  a chi vi partecipa fa tanto male.
Ma non a lui, Lui no. Lui c'è e non c'è. Lui non c'entra, Lui scherza. Mentre gli altri, sì , gli altri. Si sa, sono sopratono.
 Perchè i bisticci degli altri sanno sempre un po' di patetico . E' facile prenderla con  un po' di ironia, sbattere sul muso agli astanti una battuta neppure furba ma sicuro irridente ,  è facile prendersi gioco di un dolore eccessivo ma che pur sempre di dolore si tratta!
Ma lui, può. Lui , che ha perso ogni speranza di crescere, di sviluppare una idea, un pensiero che non sia da volo basso, di tacchino grasso e addomesticato. 
Lui si permette di deridere, di fare " battute" su cose che non sa e non può nemmeno comprendere perchè a lui,  manca la necessaria cultura, la necessaria moralità, la necessaria intelligenza per immaginare, per intuire, per guardare oltre al tono, al linguaggio, al dispetto. 
Sei un  vecchio ignorante, perchè  non conosci che la tua piccola vita scandita dai rapporti svagati , da legami zotici, epidermici, approssimativi  che vanno da moglie marito e figli con una cadenza generica ed effimera, nulla di fremente, di pensato, di valutato, di approfondito. per chiedersi come , per chiedersi quanto per vedersi vivere davvero se no perchè questo esordire vacuo? questo assolversi precipitoso? 
Perchè lo dico? Perchè  sei entrato a GAMBA tesa nei miei dolori senza comprendere e non lo saprai mai fare,  e senza motivo e questo non te lo perdono.,  Non ti perdono  che ti prendi gioco di ciò che non comprendi con una crudeltà tipica  di chi è impotente e ostenta credibilità e saccenteria.  
Hai una vita spenta e si vede, Una vita che già solo a vederti  intuisco  dove vada. in una zona piatta e amorfa.
Dove è finito quell'uomo  di qualche tempo fa , che cercava una spiegazione alla vita ed alla speranza  non lo so, ma so che ha lasciato posto ad uno spregevole individuo di cui, davvero, non mi vorrei occupare . Dunque, vai a  sbattere le tue battute su  cose dove non ho lavorato cuore e cervello tanto intensamente da non lasciarlo lordare da uno insulso come te 

martedì 26 maggio 2015

LA DIFFERENZA STA NEL CASSETTO DELL'ARMADIO




Avevo scritto già due anni fa di come la politica non avesse più una organizzazione  etica ossia una  pianificazione degli obbiettivi, una  formazione di chi si accinge ad amministrare la cosa pubblica.
Avevo scritto nel post" I politici improvvisati"  queste parole:
"Si dovrebbe spalmare il potere decisionale tra i più validi  professionisti e competenti politici  per renderlo più fluido e meno centralizzato. 
Si dovrebbero   condividere le scelte attraverso assemblee partecipative, dibattiti, partecipazione della comunità.  
Si dovrebbe  ridare valore al lavoro di formazione  della classe politica. 
Gli improvvisati della politica hanno solo  necessità del consenso popolare,  di gadget, farfallini  colorati  ed una clacque consenziente"

Ora,   dopo la mia esperienza  in una campagna elettorale terribilmente melensa , indirizzata  alla  mera ricerca dell'applauso e dell'approvazione  epidermica come quella che si potrebbe trovare    tra  i clienti che attraversano le  vie notturne piene di puttane, insomma dopo  aver vissuto questa esperienza , devo dire che sono contenta che sia tutto finito. 
 In questi giorni abbiamo avuto in visita , nella nostra città, tanti ministri, senatori, deputati ed europarlamentari. 
Finite le elezioni tutti si dimenticheranno di Valenza.   
I social saranno di nuovo ripudiati, dimenticati, abbandonati dain partiti e dai loro leader. 
Rimarranno  quelli come me  che credevano  davvero in questa modalità di comunicazione come ad un nuovo sistema di trasmissione di idee e passioni o come ,almeno unico mezzo che hanno  quelli " senza mezzi" 
Se i cittadini accetteranno la seduzione  che emanano certi  faccioni con i denti ( oltrettutto) ingialliti  sulle pagine dei giornali locali,  allora non ci sarà più speranza per quella idea  di  confronto, di condivisione di indipendenza  che  mi ha motivato finora a lottare.  Perchè  puntare all'indipendenza, ed alla democrazia , ve lo voglio dire, è' stato faticoso . 
E' stato faticoso  lavorare all'idea che  una squadra scegliesse il candidato,  che non fosse calato dall'alto , che non fosse tutto confezionato e che si confrontasse, anche che si scontrasse. a volte , duramente.
E' stato faticoso  tenere la barra dritta sui valori di una linea politica coerente che non accettasse il richiamo delle sirene chiamati partiti.   La loro macchina infatti,  si è mossa conscia di avere meccanismi di acciaio indistruttibili, senza pietà. 
E' stato faticoso  ostinarsi a  proseguire quando,  alcuni nostri cittadini,  attratti dalle richieste di quello o quell'altro partito,  ci lasciava per seguire il sogno di una elezione facile, di una organizzazione che ti liberasse dal lavoro di fare e discutere, e decidere ( che per molti è un vero affanno)   
Quello  a cui aspiro è davvero  una elezione dove non vinca l'uomo solo al comando.
 Mentre tutti si muovono con questa convinzione deleteria che una persona sola possa rappresentare il tutto e che tutto dipenda da come si muove  e sorrida e  piaccia questa persona sola ,  è necessario per la nostra città che invece si cominci a considerare l'obbiettivo anzichè il conduttore. 
Perchè se muore il conduttore la sua idea morirà con lui, ma se il progetto è grande e vivo e efficace per conto suo non importa chi si trova alla guida quanto che la strada sia condivisa e che la meta sia splendida , che porti lontano non come  luogo , ma come tempo.  
Come già scrissi: non dobbiamo essere simpatici.  
Dobbiamo essere in grado di amministrare. 
Non dobbiamo essere spiritosi, quello è compito dei comici . Forse che siete rimasti abbagliati dalle capacità dialettiche del comico genovese che invece ha dimostrato  di avere solo quelle oltre una idea autoritaria e confusionaria dello Stato? 
Non bisogna essere seducenti, ma avere una  visione istituzionale delle gestione della cosa pubblica. Questa visione non si impara in pochi giorni :  sono necessari anni di apprendistato, di esperienze, di gavetta. 
Per questo Beppe Grillo non ce l'ha e non può imparare ad averla :  misantropo, totalitaristico, abituato all'individualismo sfrenato. Niente di male. Lo rende eccentrico, divertente , fascinoso. Ma un altra cosa è lavorare per una visione democratica della società. Perchè la democrazia non ha molto a che fare con lo spettacolo che da qualche tempo viene imbastito in vista delle elezioni.

Ci stiamo abituando a slogans dittatoriali, a squadre di facciata, a chiacchiere da bar ( si fanno in un bar, spesso !! E questo da l'idea di come siamo immersi in una non-consapevolezza della commedia grottesca che stiamo rappresentando:la parodia della democrazia ).
Perchè la democrazia non è mica un giocattolo da sbatacchiare a destra ed a sinistra ( non lo dico a caso) credenddo che rimanga intero. 
Per governare una società in modo democratico occorre stabilire regole, limiti e soprattutto  la finalità di questi limiti ed anche educare  ed educarci al senso di comunità , ad accantonare quella parte di individualismo che le tivvù ed i social ( con queste celebrazioni delle nostre quotidianità)  tanto decantano senza sapere che stanno diseducando alla democrazia che è rispetto, che è ascolto, che è compromesso nel senso alto del termine che è attenzione. 
Per questo le regole della democrazia DEVONO essere raffinate, complesse, lungimiranti. Devono guardare oltre l'entusiasmo che la  libertà ci ispira per condurci verso la conoscenza dell'altro, della sua diversità dei suoi bisogni, dei suoi diritti.  E' un lavoro lunghissimo e spesso scappa dalle mani persino a quelli che sin da piccoli sono stati abituati dai fratelli maggiori e minori all'attesa alla pazienza, al confronto.
Mi è capitato , in questi giorni  che  una candidata  si proponesse in termini  di libertà come piena possibilità di fare ciò che più le piaceva , ignara della pericolosità di ciò che questi termini portavano con se' : diceva:
 io sono una donna libera ossia senza padroni.
Dico : " No" 
La libertà non è questa. La democrazia non è questa,  ossia : muoversi al vento dei propri pensieri. 
Siamo tutti prigionieri di molte nevrosi. Ma dobbiamo per questo avere una direzione che deve essere la nostra guida, la nostra visione futura. Ossia dobbiamo tenere d'occhio l'aspirazione dell'essere umano ( atavica)  a  far prevalere i propri bisogni , come se fossero gli unici esistenti al mondo e  volgere lo sguardo ad altri suoni. 
Dobbiamo imparare a memoria,introiettare come linfa di sangue ,  le REGOLE della democrazia il che significa , caro sostenitore di Barbero  che chi  critica Barbero non è per questo  un cretino, non è per questo senza cervello, ma probabilmente  è una  persona  che, importantissimo,  non ha le tue stesse prerogative e che le tue prerogative non sono le uniche. 
La CRITICA NON E' UN ATTACCO IGNOBILE E SCANDALOSO, MA DOVREBBE ESSERE CONSIDERATO UN' OCCASIONE DI CONFRONTO DEMOCRATICO. UNO SMUSSARE ANGOLI  ACUTI E PUNTI OSCURI.  
Democrazia  non significa essere senza padroni, ma avere come padrone della propria morale una linea di condotta , rigorosa che come tutte le cose rigorose sanno di lacciuoli , di restrizioni, di moderazioni, di ritegni. di riguardo verso chi non è te.  
Beppe Grillo ha fretta. Vuole arrivare al dunque e come nelle rivoluzioni sanguinose non bada alla democrazia. 
 Ma io sono una donna delle istituzioni. Ho due sorelle con le quali ho diviso l'armadio e l'affetto dei miei genitori. Ho dovuto essere convincente. e per esserlo ho dovuto misurarmi con loro ,  ho dovuto trovare argomenti ho dovuto adattare il mio " io" traboccante" ad un  " NOI " moderato,  consolante, che tutela e difende anche chi da solo non lo sa fare. 
 Sono una donna delle istituzioni.
A 19 anni ho cominciato a pensare in termini di  cittadinanza, questa cittadinanza che non è, come pensa Casaleggio un tot di denaro, ma una visione di intero che vede l'altro come un essere con i suoi diritti  se non da comprendere almeno da  non violare.   
Una visione di intero  che trova  l'altro nel tuo stesso armadio. Nel cassetto a fianco.  Proprio lì.   


giovedì 14 maggio 2015

E' TUTTA COLPA DELLE MINIGONNE, BARBERO!



Guardate che io ci provo: davvero, ci provo a farmelo andare bene il PD.
  Cerco di vederci il meglio.
E' una ostinazione che  ha radici antiche. E' una specie di richiamo dell'infanzia quando essere comunista significava guardare al povero e innalzarlo ad una dignità che si doveva a tutti gli essere umani  qualsiasi  fosse la LORO origine. 
E poi la stanchezza, la fatica di essere sempre nel progetto , un po' di dubbio  insomma, questi sono stati im motivi che mi hanno fatto andare a sentire  la presentazione delle liste Pd.

Non volermene caro Barbero, ma mi aspettavo di più. Io sempre mi aspetto di più dal PD e, invece,  ne abbiamo sempre meno

Hai parlato  una lingua vecchia  che non è della nuova comunicazione telematica, digitale , veloce, connessa, sempre in tempo reale. La tua, invece,  era  una comunicazione  retorica.
Basta ripetere  ora ciò che  hai detto per capire: 
" VOGLIAMO UN COMUNE AMICO " " IL CITTADINO DEVE ESSERE PROTAGONISTA"  " COMUNE IN ASCOLTO"
QUANDO ENTRI IN UN UFFICIO VORREI SENTIR DIRE :  DI COSA HA BISOGNO? " 

E parto da qua, caro Gianluca Barbero. Io lo dico da 36 anni a chi entra nel servizio dove lavoro "  Ha bisogno?  Di cosa ha bisogno? cosa le serve? 
E' la prima cosa che ho imparato entrando in servizio presso la pubblica amminstrazione.
ma poi viene la parte meno entusiasmante: quando ti dicono cosa vogliono.
è questo: 
Spesso, ( quasi sempre ) non siamo messi in condizione di poter servire il cittadino . I servizi, gli uffici  sono scatole vuote. 


La comunicazione - la strada in ordine, il marciapiede vivibile, i giardini fruibili?
In cosa posso esserle utile? 
 Di questo il cittadino ha bisogno.
Ma tu non sei andato oltre : Ti sei fermato all'idea fiabesca  del comune amico senza cercare di concretizzare l'idea magica.   non hai risposto a: " COME" poterlo attuare. 
come? Come possiamo rispondere alla domanda più che fare la domanda:  di cosa ha bisogno il cittadino? 

E poi, scusami,  ma alla domanda del vivace giornalista  Massimo Brusasco del: Come mai le persone non sono interessate al voto?" 

Vai a rispondere che è colpa del fatto che non ci sono più i messi notificatori che " responsabilizzano" i cittadini ad andare a votare portando la tessera elettorale?!! O ancora: " E' colpa della televisione che non parla delle competizioni elettorali 

Mica ci pensi che c'è Internet ora, che i ragazzi non la guardano mica più la tivvù che ora c'è whatsapp , che si chatta con il pollice e si guarda i video velocemente che quasi neppure si  va più su  face book e stiamo sempre  su Viber.
 Ma cosa ne sai tu Gianluca Barbero?
Fino a ieri non ci andavi a navigare ,  tu, che hai aperto il " profilo" ed il sito proprio perchè dovevi .  Per vincere le elezioni !!
E pensi ancora che il popolo sia da ammaestrare, che pensi poco, che sia gregge ,  che debba avere bisogno di essere responsabilizzato dal messo notificatore, quello delle multe e degli avvisi giudiziari  quello  dell'istituzione  che ti porta la letterina come a militare.

Insomma non hai risposto a nessun " COME" ed io di domande ne avevo parecchie Ma so che non potresti rispondere ai " come" E sai perchè? Esempio eclatante.

Hai nella tua, come dici ( dalla campagna di Bersani) " squadra" una  signora, seduta in prima fila  che per 40 anni ha tenuto in scacco i servizi sociali di Valenza col suo diploma di maestra elementare salita alla cattedra  di dirigente già quando la Legge prevedeva la Laurea e non la prevedeva per sfizio , ma proprio perchè la specificità dellla funzione lo imponeva . Ma il centro sinistra, no, il centro sinistra la legge non l'ha voluta vedere ,  ha alzato le spalle e se l'è tenuta così come  era.   fosse solo quello. 
Caro Barbero. Ti considero una  brava persona . Ma tu c'eri ai tempi del CISS e non hai parlato.

Tu non hai denunciato ciò che stava capitando. 

Perchè , lo so, voi comunisti ( e lo dico con grande rispetto ) fate QUADRATO INTORNO AI VOSTRI SIMILI  , QUELLI CHE PENSATE ABBIANO LA STESSA IDEOLOGIA  , ma questo ha  i suoi svantaggi. soprattutto per i cittadini. Lo svantaggio è che spesso si protegge " un compagno " che commette azioni scorrette .
Insisto. 
Vorrei ancora sapere come. 
Come il Comune potrà rispondere al bisogno dl cittadino? 
Come potrà farlo diventare protagonista? 
Come fare squadra se non sei riuscito a farlo con uno degli uomini più attivi del centro sinistra come Mauro  Milano?
Come  si potrà sviluppare la democrazia partecipata se non ti accorgi che non è più colpa della televisione?  Che non è colpa dei messi notificatori , ma è colpa tua, Gianluca , tua e mia e di tutti quelli della nostra generazione se ora la politica ed i politici sono considerati reietti, se le persone preferiscono non esser governati , preferiscono ignorare che ci sei? Lo  hai vsito anche tu , Barbero, che al tuo incontro c'eravate solo voi,  che non c'erano i cittadini, i valenzani? 
Ma non dare colpa alle minigonne, di questo , ti prego!!!!! 

venerdì 8 maggio 2015

COMUNE DI VALENZA: IL SUO FUTURO IN MANO AD UNO PSICHIATRA


Siamo all'epilogo di questa piccola storia: la maggioranza di centrosinistra è riuscita ad evitare lo scioglimento dell'amministrazione comunale e la nomina di un commissario da parte del prefetto.

State morendo dalla voglia di sapere come?
Avevamo lasciato questa amministrazione in una situazione di impasse dove il consiglio non era riuscito ad approvare il bilancio a causa del risultato di assoluta parità tra opposizione e amministrazione durante la votazione. ( sarebbe stato sufficiente un voto ulteriore del consiliere che non era presente essendo in Uganda da diversi mesi per motivi di lavoro. Nota dell'autore: " poi dovranno anche spiegarci come fanno i nostri consilieri ad occuparsi della nostra città senza viverci e quindi, per questo , senza rendersi conto di quello di cui la città ha bisogno" )
Roberto Quagliotto ( il consiliere in Uganda) ha rassegnato le sue dimissioni presso l'ambasciata italiana in Africa, lasciando così lo spazio agli altri eletti in lista. I primi due non se la sono sentita di trovarsi in questa situazione ed hanno rinunciato. Il terzo in lizza è Alberto Bonzano, medico psichiatra anche lui non presente in città, ma domiciliato in Svizzera ( ma guarda : non c'è un valenzano che abita a Valenza che può occuparsi della cosa pubblica?)
Da allora tutto è filato liscio ( c'è da chiedersi per chi: per i cittadini o per i detentori delle poltrone?) Lo psichiatra ha votato a favore del bilancio e la giunta è stata salvata dal commissariamento.
Ci si chiede: il suo è stato un voto che rispecchiava la sua volontà politica oppure la sua capacità di soccorrere in extremis un malato affetto da gravi disturbi comportamentali?
Ci vediamo alla festa di Halloween !!!!


POST DEL 11/02/2009