Non crediate che sia arrabbiata per le vicende
succedutesi in questi giorni sia per
quanto riguarda la questione del Cinque Stelle di cui parlerò una volta
consultatami con i miei amici e sia con
altre vicende il cui spessore morale non permette neppure, per ora, di
menzionarle.
Ma mentre il primo caso è essenzialmente una questione
politica, per quanto riguarda tutto il
resto credo proprio di no.
Mi dispiace, cari lettori adorabili che ho abituato
a leggermi estrapolando le verità dai miei testi confusi e sibillini. Lo dovrete fare anche per questo testo.
Dunque, caro M. , rassegniamoci : non tutto è politica.
Con l'avvento
dei social network e con questa nostra facoltà di essere presenti con un click
nel mezzo di una discussione generale di piazza, ci pare di avere un posticino politico nel mondo sociale.
Ci pare che, se faccio le mie ferie nel paesino dei
dintorni, questo sia "politica", oppure se metto il fatidico " mi
piace" sul post di tizio o Caio allora io faccio politica e divento protagonista di una scelta che
pare fondamentale ed invece è solo un pulviscolo di anelito inconcludente tra i
tanti che volteggiano nell'area virtuale del web.
La politica invece è l'arte di governare. La politica
è l'arte di saper governare una città, una nazione, un continente.
Bisogna diffidare di coloro che affermano che in
politica bisogna cercare disemplificare.
Perchè la politica implica una capacità
di analisi delle questioni economiche, morali e sociali che non permette un atto
leggero, pedestre, impulsivo.
La politica è passione, competenza, responsabilità,
onestà, dovere.
Non si diventa un "politico" perchè si
lavano bene i bicchieri alle feste di partito e neppure se siamo gli ultimi a
chiuderne le porte. Questo caso mai può farci diventare dei bravi custodi di masserie o camerieri di sala.
Siamo stati abituati a vedere, putroppo, , che un
autista solerte, affettuoso come Belsito divenisse il tesoriere, il consigliere
nelle società più importanti d’Italia, l'uomo più fidato del leader. Ma è un
abbaglio di cui DOBBIAMO liberarci.
Non diventiamo "politici" se azzecchiamo un
post ed abbiamo tanti contatti e tanti : " wow!!!"
Non diventiamo bravi politici se stiamo in
un angolo e cerchiamo di raggirare la gente
sorridendo e tacendo con i nostri stivaletti a punta.
Noi possiamo essere bravi politici se ci impegniamo in
un progetto di governo funzionale, credibile e vantaggioso per la città e per
la sua gente.
Una volta l'impegno politico era faticoso, gravoso
(fisicamente e moralmente),
si sentiva il "peso" di chi faceva politica, si
andava a scuola a imparare a fare politica cioè GOVERNARE: sapere di cose amministrative, di Leggi e procedure, di circolari e commissioni, di dibattiti e di relativi accordi d'intesa. Sapere ascoltare le ragioni dell'altro,studiarle, riflettere.
Adesso tutti si credono in grado di amministrare: che
ci vuole? "Se lo fa lui posso farlo anch'io", la segretaria di un dentista che prende appuntamenti per le carie o la commessa dell'esselunga che passa la barra elettronica , diminuendo sempre più il livello
di competenza e capacità.
Chi fa politica non può che fare politica a tempo
pieno. Sembra una eresia?
Che significa allora a tempo pieno?
Significa che devo
in ogni istante della mia vita pormi come un uomo o una donna, dalla moralità
integerrima, che i miei giochetti da “cagnetta in calore” frustrata me li devo
scordare, che i raggiri, i piccoli gossip di paese devono essere un passatempo
per chi ha tempo vuoto da perdere, una cosa di un altro livello. Basso.
La politica mi
fa artista nell'atto di creare un'opera
d'arte.
l'arte modifica la vita, la trasfonde, la complica, la sfiletta, la
rivoluziona, la migliora. La definisce. Ed anche impegnarsi nel pettegolezzo bieco e nelle malignità di cortile ti definisce.E PER SEMPRE.
Senza possibilità di redenzione.
NON ESISTE: NON LO FACCIO PIU': SE VENDI STRACCI SEI UNA STRACCIAROLA. SE SPACCHI IL VASO , IL VASO E' ROTTO. E' TEMPO DI PUNTARE AD UNA MORALITA' INTATTA NON DA INCOLLARE COL VINAVIL, CARO M.
Sono anni che siamo abituati a fidarci di chi tradisce
ed accetta i tradimenti come una cosa inevitabile in "politica".
Sono
anni che siamo abituati agli inetti, agli improvvisati operatori del sociale,
agli ideatori della nuova Italia, ai militanti graduati dagli anni e non dai
meriti.
Ora Basta.
Non vuoi guardare all'onestà, alla rettitudine,
al rispetto degli accordi, al senso di fiducia piena che ti lascia una relazione vera?
La competenza di un politico sta nella FORZA della sua
empatia con la vita dei cittadini, nella frequentazione dei luoghi di vita
della città e dei suoi servizi e non quindi nella pelosa curiosità dei vizi e
delle piccole pruderie di quartiere per farne usi ricattatori.
Chi fa questo non può fare politica fa spazzatura. Allora lo faccia fuori dalla politica .Non ti pare?