martedì 31 dicembre 2013

GLI ANNI EROICI CHE VERRANNO



Adorabili navigatori , e meno adorabili stra/ rompicazzo che visitano il mio blog solo per scovarci testi da utilizzare contro di me, insomma  a tutti. :  l'anno 2013 è  finito.
 Almeno per il calendario romano. 

Non mi piace dare un termine al tempo anche perchè il tempo non finisce mai , ma si ripropone  a noi tramite  il battito ritmato del  nostro cuore.
 La vita scorre indifferente alle date ed un dolore non si interrompe quando il giorno muore. 

Ma non importa. 
Questa volta ( come non ho mai fatto nel mio fantastico blog giunto al suo 6° anno di vita. Auguri, mio meraviglioso blog!  ) voglio riconoscere questo spartiacque tra il vecchio ed il nuovo periodo che attraverserò.
 L'humus  che ha contraddistinto il mio tempo è la lotta.
Ma più che di una lotta si tratta più precisamente della mia ostinazione ad assecondare  le passioni che da sempre  mi governano  e che mi hanno guidato lungo il percorso della vita.
Ho lottato per  allontanarmi da mio marito, per costruire un rapporto nuovo e migliore con il mio compagno.
Ho lottato per il mio lavoro anche quando molti mi consigliavano di mollare. 
Ho lottato per i miei figli  costringendoli a fare altrettanto per la loro vita e a non  rinunciare  mai neppure nelle condizioni più dolorose. 
 Quando vedo mia figlia , che quest'anno ha dovuto passare una prova durissima, che mai si scoraggia ma che lotta strenuamente e con grande naturalezza ( che oserei chiamare sprezzo del pericolo)  riconosco in lei  quell'anima selvaggia e determinata  che sempre mi ha sostenuto e che ho imparato a  chiamare " il mio demone" .
Ma non voglio farla lunga. 
Alle  persone che mi vogliono bene e che mi  leggono  per cogliere nelle parole dei miei testi  quelle somiglianze che  confortano , auguro di  non perdere la forza di lottare e soprattutto che sempre riescano ad individuare lo scopo di questa lotta , che non perdano  il senso  di questa  battaglia  perchè  sarebbe questa,  la perdita più grossa.

Per quelli che ostinatamente passano di qui esclusivamente  per spiarmi  (  incredibilmente, ci sono ) sarei tentata di fare lo stesso  augurio,  se non fosse che  cadrebbe nel vuoto perchè chi odia ed invidia non lotta mai  per se' ma solo contro gli altri. 
Un'attività poco costruttiva , insomma, dai frutti, vi accorgerete presto, amarissimi. 
Insomma , gli anni eroici non finiranno  finchè  non smetteremo di  cercare la realizzazione del nostro se' profondo e libero.

venerdì 27 dicembre 2013

FACE BOOK QUINDI SONO




I social net work qualche danno lo hanno fatto.
 Diciamocelo. 
Hanno permesso ad una marea di persone stupide, banali , senza merito alcuno  di occupare spazio e di entrare  quasi a viva forza nella vita di chi, in altre condizioni, mai sarebbe stato ad ascoltare facezie idiote. 
Impossibile sfuggire al cicaleggio telematico che ci scorre davanti a meno di non spegnere il Pc o nascondersi al mondo. 
E' l'eterno dilemma: isolarsi oppure lasciarsi   contaminare delle banalità di molti, dalle rivendicazioni confuse di sprovveduti avventurieri di uno spazio che permette  qualsiasi libertà e quindi anche quella di essere inconcludente e  sconsiderato al punto giusto da non rendersi neppure conto di seminare amenità senza rimedio? 

Qualcuno potrebbe obbiettare : " ok, ma vuoi mettere la libertà di esprimere quello che si pensa, come lo si pensa e comunicarlo al mondo? "
Io  dico: " Dipende"

Ci sono talmente tante perversioni umane che  necessiterebbero non solo  di essere lasciate mute, nascoste, costrette al silenzio, ma anche rimosse, cancellate e ripudiate. Oppure guarite con una buona psicoterapia. 
Molti hanno la forza morale  per trattenere le briglie alle proprie patologie mentali  o, meglio ancora, hanno la capacità di nutrire il proprio demone attraverso la cultura della tolleranza, della misericordia e della compassione , ma altri , i più deboli, privi di strumenti necessari a riconoscere l'ombra, vi si lasciano trascinare senza remore o spavento. 
Sciocchi, scialbi, vuoti.
 Questi sono totalmente privi di un loro linguaggio interiore, che non sia dettato dalla seduzione mondana e dal compiacimento di essere visti,  che non riescono a distinguere il bene dal male perchè la distinzione è netta e precisa come tra la verità e la menzogna. 
C'è inequivocabilmente. 
Su questo aspetto  internet e soprattutto i social net work hanno fatto  incetta di proseliti. Ignoranti, nevrotici, senza arte nè parte, senza capacità   nè cultura, nè educazione . Spinti da nevrosi compulsive e dai disagi della propria anima. 
A camionate si sono riversati nel web come ad una fiera del divertimento pronti a lanciare i loro anatemi e  le loro imprecazioni a questo o a quel politico o anche personaggio pubblico ed ancora a genti o popolazioni additate quali pericolose o malandrine solo perchè da loro non compresi e distanti.  
Queste loro esternazioni  che spesso lasciano il tempo che trovano e che, per fortuna  il più delle volte  non danno seguito a vere e proprie azioni di violenza , sono ugualmente pericolose. 
Sono pericolose  primo  perchè in ogni caso danno legittimazione ad un impulso di vessazione, di angheria che dovremmo far tacere, allontanare da noi come una malattia contagiosa e secondo perchè sembrerà a  questi sprovveduti del web di essere attivi nella società mentre invece sono solo inerti, confusi , strangolati dalla loro nevrosi che li isola e li annienta attorno ad un tavolo lasciandoli sempre soli ed improduttivi, per la società se non addirittura deleteri  e rovinosi per la comunità  che ascolta suo malgrado e assimila questi demoni partoriti da menti sconvolte  e da una cultura ottusa e rudimentale. 
E vorrei dire a questi analfabeti  della politica e della tolleranza che non saranno loro a fare l'Italia : caso mai potranno disturbare la formazione di un nuovo linguaggio dedicato alla costruzione di una civiltà pacifica e di una nuova  cultura democratica , ma poi , consumati gli odi e le ricriminazioni per il destino avverso dovranno ritornare al silenzio dal  quale  il web li ha fatti emergere. Ed Amen. 

domenica 15 dicembre 2013

QUANDO NON C'E'' IL PANE E LA BRIOCHE E' INDIGESTA








In questi giorni, parlando con un  amico di sinistra, si discuteva della grave  apatia che aveva colpito tutta quell'area, appunto,  di sinistra che non riusciva a ritrovarsi nelle politiche folli che sta attuando ormai da anni il Partito democratico prima affiancandosi a Monti e poi con Letta. 
Per il mio amico  era necessario screditare le sue  scelte e per me invece era necessario attuare delle iniziative che fossero in grado, esse stesse,  con la loro efficacia  di screditare le azioni finora condotte.
Gli ultimi avvenimenti hanno ormai superato queste riflessioni.
C'è stato chi non poteva più aspettare avendo avuto fin troppa pazienza. 
Inizialmente si è trattata della mobilitazione di quelle categorie più colpite da queste politiche piegate alle multinazionali ed ai grandi colossi bancari,ossia le piccole imprese, gli artigiani, i disoccupati, i cassintegrati.
Poichè non riuscivo a individuarne gli obbiettivi,   malgrado sentissi fortemente il disagio e la rabbia che le manifestazioni emanavano, me ne stavo in silenzio  a guardare.
E' chiaro che inizialmente  la protesta è stata guidata da una  parte politica ben definita che è l'estrema destra, ma questo non toglie che sono riusciti, come si dice ad intercettare la disperazione delle persone .
Non possiamo quindi prendercela con l'estrema destra se per prima ha risposto al dolore ed alla rabbia  dei nostri lavoratori.
Anzi, chi aspettava, chi cercava di vedere il lato buono  di questa politica  , chi pensava che le cose si potessero aggiustare, come me, per esempio, ha sbagliato. 

Cosa ha fatto di noi il sistema?

Ci ha abituati all' infelicità. 


Ci ha abituati alla rinuncia attraverso la stretegia della gradualità. 

Ha cominciato a dirci, per esempio  che i contratti non potevano  essere rinnovati  a causa della crisi. 
Noi dipendenti pubblici, infatti,  siamo stati buoni buoni ad accettare che per dieci anni non ci rinnovassero il contratto ed ancora ora il nostro contratto è fermo come sono immobili i nostri stipendi. 
Ha poi gradatamente imposto   regolamenti e tributi impopolari  additando la causa alla grave crisi. ( ma il governo a nulla ha rinunciato! nè a privilegi, nè a stip0endi milionari ) 
Ci ha distratto con spettacoli ameni imponendoci dei modelli omologati in modo da poter individuare più facilmente il diverso
Non ci ha  informato affatto  sui vari meccanismi legati  il gruppo di Bilderberg e la Commissione Trilaterale. 
Men che meno sappiamo bene cosa sia il fiscal compact o il MES ossia il meccanismo europeo di stabilità, una vera  mannaia sulle teste della gente. 

Ed ancora ci ha fatto credere che fossimo noi i colpevoli. Noi che  non siamo stati capaci di far sopravvivere le piccole aziende, noi che non siamo capaci di trovare lavoro, noi che siamo giovani bamboccioni.
Ma riconoscere questo non è sufficiente .
E neppure tirarsene fuori mi pare una buona idea. 
Perchè ,in questo modo, ignorando e disconoscendo questa protesta  la si lascerà in mano ai più violenti . Non si scredita un evento di questo valore restando a guardare , ma invece cercando di starci in mezzo e  dando un apporto costruttivo ed involutivo. 
 Non so certamente in che modo, ma è chiaro che l'atteggiamento del governo di negare la virulenza ed il valore sociale del fenomeno è un errore enorme.
Questa spocchia ormai tradizionale di quella che fu l'anima della  sinistra rischia davvero di cancellarla dalla nostra Nazione . 
Non è tempo di meditazioni ed elucubrazioni pelose. 
E' tempo di stare vicino alla gente e fare in modo che questa disperazione attiva e propositiva non prenda delle deviazioni irrimediabili

Un altro punto assai tipico  e quasi  comico di questa nomenclatura:   Il governo per cercare di controllare il fenomeno ha provato ad incontrare una cosiddetta delegazione. Il rifiuto del movimento dei forconi mi pare coerente con la spinta propulsiva che l'ha fatto nascere. Questo atavico recarsi a Palazzo che significa in qualche modo prostrarsi davanti ai potenti con il pretesto di una finta concertazione avrebbe tolto forza e credibilità ad un movimento che ha ben altri obbiettivi che giungere a compromessi con la vecchia classe politica . 


Infatti  c'è sempre  qualche gruppuscolo finto ribelle che per sentirsi importante  cerca di salire le scale dei Palazzi. Questi personaggi  lo fanno solo per una loro piccola depravazione: per dirsi: "ecco sono a Palazzo, parlo coi potenti, quindi esisto" , insomma ricalcano le orme del Masaniello che per essere reso inoffensivo fu invitato a corte 

Oltretutto coloro che lo fanno  peccano di ingenuità:
 credono  davvero di riuscire a " carpire" segreti reconditi da i vecchi  e scafati politici solo per la bella faccia che  si portano dietro... ? infantile presunzione per chi si illude. 

Se è tempo di ribaltare il tavolo non puoi metterci le tazzine da caffè!




Ma in alcuni casi, per certi individui, che non hanno mai potuto emergere per nessuna qualità personale,  la tentazione di pestare il tappeto rosso è troppo forte....
insomma , per noi, tutti noi,  è tempo di sporcarsi le mani e stare vicino alle persone. 

 In qualche modo..... 





venerdì 13 dicembre 2013

QUANDO LA POLITICA FA A GARA PER NUOTARE IN PISCINA
















Il 18 dicembre 2013 a Valenza  vi sarà probabilmente il consiglio comunale dove si parlerà della piscina e del progetto legato alla costruzione del nuovo impianto. 
La questione " Piscina" non è sicuramente un problema scaturito da poco. Da anni si parla della piscina , della sua messa a norma , mai di fatto avvenuta e delle sue inefficienze .
Sono tanti anni che il Tema " piscina è dibattuto nell' aula consiliare e tra la gente. Ora si parla di un project financing ossia un progetto finanziato da una società privata che lo accetta così come strutturato dall'ente . Il costo del progetto per la costruzione della nuova piscina dovrebbe aggirarsi sempre su dichiarazioni ancora non ufficiali intorno al 3 milioni di euro ed ottocentomila e chi si affiderà il bando dovrà impegnarsi a costruire l'impianto secondo il progetto ed a gestire il servizio. dal canto suo l'ente pubblico dovrà versare un contributo per il servizio alla popolazione di 150.000,000 € annui per circa 22 anni dopo 35 anni circa l'impianto sarà di proprietà del Comune. Ma è chiaro che ancora le cifre e le modalità di affidamento dovranno essere formalizzate, tanto che ancora oggi vi sono continue variazione anche dello stesso progetto e della lunghezza e profondità della piscina. 
Cosa c'è ancora da dire?
Fare la caccia alle streghe probabilmente potrebbe attirare consensi del tipo elettorale e sicuramente c'è chi lo farà . Ma non dimentichiamoci che avere una piscina in una città capo zona come Valenza non può essere uno slogans di questo o quell'altro partito, invece è un diritto dei valenzani non strumentalizzabile da nessun fanta /movimento politico .

 Ora quel che è necessario fare al di là dei proclami partitici è quello di prestare grande attenzione allo svolgimento delle procedure legate alla nascita della nuova piscina, di vigilare sul mantenimento delle promesse del nostro Sindaco legate alla costruzione ed apertura della  nuova piscina e alla  apertura di quella estiva,  quando sarà il momento ( il Sindaco lo ha promesso e non vedo perchè dubitarne a priori) e che tutto il consiglio tra maggioranza ed opposizione lavori affinchè una piscina bella e funzionale torni alla città di Valenza .

Gli slogans che circonderanno questo processo saranno solo chiacchiere e distintivo . insomma: solo chiacchiere e distintivo. questo significa che nessun partito o movimento che sia oltre al cittadino di valenza potrà appropriarsi della paternità di difensore del diritto dei valenzani ad avere la loro piscina finalmente a norma di legge e finalmente usufruibile

venerdì 6 dicembre 2013

NON SI VA DA NESSUNA PARTE




Il cambiamento tecnologico repentino non ci ha affatto migliorato. 
Abbiamo cominciato a servirci di sempre meno termini per raccontare il mondo e questo alla fine ci ha portato a pensare sempre meno. 
Avendo soprattutto a che fare con le immagini,  abbiamo abituato la nostra intelligenza ad una elaborazione simultanea dei contenuti che ci circondano. 
Vedere è più semplice che " leggere" . E sentire è ancora più  comodo, perchè spesso si recepisce solo la frase più elementare  che ci permette di ridurre il contenuto ad un minimo spessore , facile da contenere e da ricordare.
La televisione fa la parte del leone in questa operazione di " imbarbarimento" per non parlare del web e dei social net work che  danno l'illusione di essere nel mondo dei protagonisti influenti solo se scriviamo una frase di effetto o se postiamo delle immagine già preconfezionate. 
C'è chi scrive sul social net work: mettete un " mi piace"  se siete d'accordo con me che  sono tutti dei ladri."   Lo fa sentire un novello Napoleone quando ciò avviene. 
Studiando questo fenomeno mi sono accorta di come i giornalisti televisivi incoraggiano l'analfabetismo  e il pressapochismo del fruitore televisivo.  
Infatti sono essi stessi per primi ad utilizzare  termini semplicissimi e semplicisti già sentiti milioni di volte e di volta in volta adoperati  in maniera multiuso. 
Stamattina un giornalista diceva: " Sono scesi in campo giornalisti autorevoli"
Quindi: scendono in campo i giornalisti come è sceso in campo Berlusconi , come scende in campo Renzi come scende in campo il popolo viola come scende in campo il popolo  grillino in una commistione che li rende uguali  e intercambiabili  nell'immaginario dello spettatore. 

Altra frase tipica: " con questa politica non si va da nessuna parte" oppure: " se continuiamo così non si va da nessuna parte" " Questo discorso non porta da nessuna parte " 
Puoi leggere o guardare migliaia di immagini o di  accadimenti è non troverai altro che le stesse sollecitazioni senza alcun contenuto, o tentativo di riflessione e di approfondimento  ma solo trasmissioni di  trionfie declamazioni, di slogans di effetto, facili da ricordare e da ripetere.
 E così che  siamo esortati ad andare " oltre" a " cambiare "verso" a "cambiare"tutto" a" mandare tutti a casa, e a farlo "ADESSO " perchè è" giunta l'ora"  perchè " vinceremo" perchè gli altri sono perdenti, sono finiti, morti, sconfitti, ZOMBI o con un piede nella fossa.. L'avversario non ha mai qualità è solo da abbattere, da vesseggiare , insomma  è:
 f i n i t o. Con tante "oooo"
  E così  che   i  buoni " distruggono " i cattivi durante un dibattito  oppure nelle piazze .  Il confronto è troppo lento da recepire, la riflessione la concertazione difficile da sostenere senza una approfondita  decodificazione di dati e per quella  ci vuole un impegno di tempo e di pensiero sequenziale a cui non siamo più abituati.
  Questo è l'era delle parole semplici, immediate di grande richiamo , facili da pronunciare e da ricordare e poi ci  fanno sentire valorosi guerrieri: "perchè tutto è da abbattere,  da rottamare perchè ci  stiamo dirigiamo verso la < terza repubblica>  perchè decidono i cittadini  che stabiliscono il  " consenso " e lo veniamo a sapere attraverso  i " sondaggi" che ci  diranno inequivocabilmente  chi è nel giusto perchè come dice Giovanni Sartori : " Una moltitudine che non capisce è il bene più prezioso per chi ha interesse a manipolare le folle " 

mercoledì 4 dicembre 2013

NUOVO UFFICIO DI COLLOCAMENTO







Non riesci a trovare lavoro?
Il tuo curriculum non e' presentabile?

Non sei specializzato in nulla e non hai basi culturali?

oppure vuoi guadagnare facile? Vuoi fare carriera?

Oppure sei solo una  ricca signora annoiata  che vuol passare i pomeriggi fuori casa? 
magari uno che sta sbarcando il lunario non avendo un mestiere in mano E con un curriculum lungo come un prefisso telefonico? 
NON  TI RESTA CHE UNA COSA SICURA DA FARE!
 Entra in politica!
 O meglio: entra in qualche formazione partitica ed  assicurati il tuo strapuntino.
Milioni di italiani in questi anni hanno intrapreso questa strada che puo' dare molte soddisfazioni ed assicurarti un'esistenza agiata (almeno fino a quando la Finanza non indaga).
Il settore della politica si sta rivelando uno dei piu'redditizi della nostra economia. Lo ha dichiarato proprio oggi la Corte dei conti. 


Non è necessario avere alcuna competenza: anzi certi movimenti  accolgono  a braccia aperte soprattutto gli avventurieri e quelli senza arte e ne' parte, nessun diploma, nessuna preparazione culturale e men che meno esperienza nel servizio pubblico. 

Nuovi partiti e nuovi movimento sono pronti ad accoglierti  chiunque tu sia basta che tu sia capace ad urlare che così non si puo' andare avanti, che  bisogna cambiare le cose
 ( non è necessario sapere  cosa ) 
 Questi partiti/ movimenti  sono  aperti a qualunque provenienza. Se eri di destra puoi passare a sinistra,  fai il salto della quaglia e se qualcuno   fa delle rimostranze perchè il giorno prima ti ha visto con un'altra bandiera ,  puoi sempre dir loro che stai confrontandoti con altre realtà è una frase che fa fico da matti!!! 
Le porte sono sempre aperte...entra anche tu in politica!

MADE IN VALENZA AL GALOPPO



domenica 1 dicembre 2013

venerdì 29 novembre 2013

POLITICA CONSUMISTICA


Che dire ormai della politica ridotta  da espressione massima della vita pubblica  ad una sorta di  luogo di saccheggio da parte dei più disparati avventurieri che si avvicinano ad essa solo per cercare visibilità o peggio per  avere uno stipendio per vivere?  Nulla. 
A questo punto il post potrebbe essere terminato.
Mi pare di avere detto tutto.
Quando mi  attivo,  in qualche modo per la mia città, giacchè non intendo altro modo la politica se non  come azione funzionale e  costruttiva rivolta a favore del luogo dove vivo e non come  chiacchiere da bar sulla situazione nazionale internazionale di cui sappiamo sempre pochissimo, insomma dicevo che, mentre mi occupo con i mezzi che possiedo della mia città mi pare di  confondermi tra i piazzisti della politica, quelli che presenziano nelle piazze e nel web con gli slogans adesso anche reperibili già belli e confezionati per fare effetto nell'italiano pigro e distratto. 
Consumisti della politica. Persone incompetenti. direi ignoranti. Ma anche pieni di presunzione, di arroganza e, cosa peggiore, di cattiveria.
Mi pare, infatti, che più che una atmosfera di collaborazione , di creatività, di condivisione si lavori   avvolti da una rarefatta animosità  che mette disagio.
Delle volte non ne posso più.  
Ci sono prati e amori che hanno bisogno di me ed io di loro.
Mi pare che il mio impegno  debba essere speso per cose più nobili.
Ho i miei adorati figli e un compagno la cui presenza  e sostegno morale mi permette di essere piena di energia e di vitalità.
La politica  degli inchini, dei raggiri, delle strategie non è una attività che possa migliorare le cose intorno a noi. 
La politica  che serve, quella  che si compra,  che si cede in cambio di favori e di piccoli privilegi ha preso una strada che allontana dalla  ricostruzione, dallo sviluppo, dalle buone idee, dalle spinte umanitarie e dallo spirito solidale
Dalla fratellanza. .
Delle volte non ne posso più.
Perchè camminare in questi sentieri alla fine infanga anche i miei stivali
Perchè respirare questa aria mi intossica in ogni caso.
Anche se a volte mi pare che sia possibile  muoversi diversamente, allontanare con le mani ed il cuore quest'aria mefitica per  poter respirare  nuovamente. Ma è un'illusione. 
Delle volte non ne posso proprio più. Ora, per esempio.

sabato 23 novembre 2013

LA POLITICA O I PARTITI? COSA SCEGLIERE?






La sensazione di non sentirsi rappresentati dalle forze politiche ed anzi diciamo ancora meglio, partitiche presenti nel nostro territorio,  non deve farci sentire  disorientati e senza speranze.
Ormai è tacito:   Le logiche dei partiti sono soffocanti. Le scelte degli uomini da collocare nei servizi chiave dello Stato non sono dettate da  ragioni di  competenza, di  esperienza e  di capacità, ma esclusivamente da logiche di quote spettanti, di livello di potere e di alternanza di ruoli.
Questo influisce sulla funzionalità e l'efficienza dei servizi .
Sono dati di fatto, ma non possiamo rassegnarci a questi schemi ormai collaudati e fallimentari di una  politica di partito meccanicistica  e neppure lasciarci ammaliare da incantatori ed affabulatori che raccontano di libertà e rivoluzione quando   nei fatti mostrano i denti e non lasciano le porte aperte al confronto  ed ai dibattiti, anima vera della democrazia. 

Tra le persone che abitano le città, tra chi non ha tempo e voglia di cambiare le cose e quando va a votare segna pedestramente una  croce su ciò che più si avvicina alla propria identità politica, ci sono, invece,  cittadini che sentono fortemente l'esigenza di interessarsi delle vicende del nostro paese, che sentono forte la spinta  a ricercare una rappresentanza che risponda alle istanze urgenti che non trovano risposte tra chi ,invece, dovrebbe darle. 

C'è forte la necessità di tutelare i beni comuni, di prestare attenzione al reale funzionamento dei servizi pubblici in rapporto a quanto si spende per il loro corretto adempimento.

Non pensate che sia una esclusiva prerogativa dei partiti mettere le mani nella cosa pubblica. Gestire i nostri soldi e dirigere la nave secondo le loro dinamiche ormai strutturate soprattutto per  salvaguardare il sistema vecchio di lustri.
C'è la società civile, c'è la cittadinanza attiva che può,  in qualche modo,  vigilare ed intervenire sulle prepotenze dei poteri forti e organizzatisi  da talmente tanti anni da creare un organismo  inattaccabile.

Non c'è bisogno di un leader maximo per muovere la gente. c'è solo bisogno di associazionismo, volontà. impegno e consapevolezza che  occuparsi di tutelare il bene comune non significa perdere tempo , ma impedire che il nostro tempo sia speso inutilmente  mentre lavoriamo  , che sia utilizzato solo per rimpinguare le casse di chi , invece che servire, ci fa sentire tutti   talmente occupati a sopravvivere da non  poter  controllare e tutelare il nostro paese.

lunedì 18 novembre 2013

?BARABBAAA BARABBA!!!







Una regola: mai scrivere  testi  quando sei in paranoia.
Sì, quello stato che ti lascia affondato nella melma di un pensiero fisso che ti ruota intorno  e dal quale non provi nemmeno a liberarti, anzi , cominci a tralasciare ogni cosa, ogni altra occupazione che non sia appunto quella di avvitarti su una idea,  che più che una idea è uno struggimento, una passione inutile, una vera perdita di tempo.
Eccomi.
Sono qui che  non penso. Non reagisco a stimoli, ma mi arrovello su una sensazione di disfatta, di impotenza nera. di confusa percezione di un oscuro  errore.
 Quando si arriva a questo stato di inquietudine   diventi un soprammobile.
 Potrebbero spostarmi qua o là come un bambolotto  di stoffa, con la testa pesante reclinata su un  lato,  con gli occhi  dondolanti , la bocca  aperta,  il cuore aggrovigliato da tela juta 
 Ho letto un testo illuminante " L'invidia e la gratitudine" di Melanie Klein.
 Illuminante,  dico, perchè associa la gratitudine all'invidia come si può associare il lampo al tuono , ossia come  una inevitabile conseguenza.
E non storcete il naso, non pensiate  che sia una follia associare due cose all'apparenza così distanti, ma alla fine frutto della stessa pianta che genera una ostinata inconsapevolezza dei propri limiti!
Perchè la gratitudine nasce quando qualcuno ci aiuta e non avremmo bisogno di aiuto se  non fossimo deboli, imperfetti ed inadeguati. 
Quale  manifestazione maggiore della nostra inettitudine se non quella di riconoscere  l'appoggio ricevuto, la mano tesa, la spinta necessaria per vivere, alla fine?
Questo mi ha dato da pensare.
Mi ha dato da pensare sul motivo per il quale  proprio quelle persone che ho aiutato con tutta la mia amorevole energia e tutto il mio  impegno  sono state poi quelle  che hanno tramato alle mie spalle, che hanno parlato di me con ostilità , che hanno cercato di fregarmi? Ci sta bene  qui il termine "fregarmi" ?
ma di questo non mi lagno e nè più mi meraviglio, ormai.
Mi meraviglia di più, diciamolo, la mia  ostinata predisposizione alla tutela, alla protezione , alla misericordia gratuita,  questa mia capricciosa  attitudine alla carità che altro non  vuole essere che una sfrontata esibizione della mia intelligenza.
L'ho detto. E' vero.  Io sono intelligente.
Oh , questo non è un grosso pregio e spesso è stato un handicap non da poco .
Essere intelligente non è  una dote di cui  si ha un grosso merito. 
E' solo una questione   di morfologia delle  circonvoluzioni e delle quantità di  solchi presenti nella  corteccia cerebrale,  è una questione di cellule pulsanti, di materia grigia compatta e innervata, di neuroni mobili ed elastici ,  tenuti insieme dalla forza di un demone che non ti risparmia nulla della sua  anima fremente. 
Chi è intelligente non può essere furbo, perchè l'intelligenza non te lo concede. 
Trova nell'arte della mistificazione, del raggiro, della sopportazione , un non so che di stupido, di irrisolvibile , di  involuto.
 Invece l'intelligenza spinge alla soluzione , alla evoluzione, al progresso . 
Non fa i conti delle opportunità, ma della funzionalità. 
L'intelligenza  non si lascia nascondere. 
Non riesce a fingere una stupidità che disconosce. 
L' intelligenza è antipatica.  E' Intrattabile. Per questo cerco di scacciarla, di spingerla  all''angolo e persino quando si abbarbica intorno ad un brutto pensiero riesce a stupirmi attraverso la sofferenza , attraverso la sua riprovazione, la sua estraneità per l' insensatezza del mio vorticare tra i pensieri. 
Sono intelligente e bella.  Ah, lo dico!  Vedete? E non crediate che ne sia felice. 
Sul bello a poco a poco mi sto rifacendo. Gli anni che passano mi lasciano la possibilità di   vincerlo, di modificarlo, di dimenticarlo. Di distrarmi . 
 Riesco finalmente a chiacchierare con un uomo senza  ricevere puntualmente  inviti  e ammiccamenti come un tempo. E questo, per me , è molto rilassante. 
Ma l'intelligenza non mi abbandona. 
E' sempre lì pronta a raccontarmi la storia che sto vivendo, a spiegarmela come non vorrei,  a farmi allontanare dagli uomini indegni, a tenermi distante dalle debolezze altrui per gettarmi in pasto a domande dolorose.
 Mi tiene  separata dagli esseri umani, lontana dal mondo, in una bolla trasparente fatta di intuizioni  non condivisibili. 
Mi rende  straniera in un pianeta che non conosce il mio  linguaggio  e con questa mia patetica  necessità di rendermi utile per giustificare la mia  colpevole consapevolezza, per assolvere la mia energia palpitante e rendere gli altri grati , ma infine gelosi,invidiosi non comprendendo la ragione di una disponibilità indecifrabile.
Ma l'ho detto: non si deve scrivere quando i pensieri si fanno insopportabili.  

mercoledì 13 novembre 2013

GLI IMPROVVISATI DELLA POLITICA

 la cosa pubblica è un sistema estremamente complesso e ogni governo, centrale o locale, ha un potere limitato. Pertanto non solo bisogna conoscere perfettamente il proprio mestiere e sapere esattamente che ciò che si sta facendo è corretto, ma bisogna anche tenere in conto di eventuali forze che si oppongono e degli imprevisti.
Tutto questo è estremamente difficile
E i danni causati dagli incompetenti possono essere molto più profondi e vasti di quelli causati dai corrotti.





domenica 10 novembre 2013

LA DEMOCRAZIA NON E' BELLA



I cittadini sono inquieti. 
E'  un dato di fatto.
Ormai abbiamo realizzato che  coloro che rappresentano la politica di oggi non decidono sulla Nazione in prima persona perchè chi decide e' l'economia internazionale. 
Ma allo stesso tempo quelli che si  presentano  ai nostri occhi coi loro  bei faccioni piaciosi e seducenti  sono ugualmente  dentro ad un marchingegno maligno che ci vuole fuori dai giochi  e in ogni caso sottomessi.

Sentiamo di essere mossi  da  qualcosa di esterno da noi ,  di cui non riusciamo  a distinguere la provenienza eppure ci muove, ci tira e ci mantiene in vita, ma una vita senza determinazione individuale e senza dignità di cittadini. 
 Questo non può che causarci un senso di instabilità e di angoscia persistente.
Non scegliamo la politica, ma la politica ci  sceglie e ci modifica,  la politica si impone e ci troviamo a parteggiare per quello o quell'altro  solo perchè il suo viso è accattivante o le sue parole seducenti oppure il suo piglio da vero macho.

Ma la democrazia non è seducente.
La democrazia è faticosa. E' un impegno gravoso per chi la pretende, è una scelta audace per chi la rincorre. 
Attenzione a non confondere  il raggiungimento di un progetto condiviso con la  costruzione di un fatto già confezionato per le folle , per compiacerle, per ammaliarle , per sedurle.
la democrazia non è bella.
E' spettinata,  colorata, variegata , magari assonnata e stanca affatto in messa in piega , ma indaffarata e  sempre efficace.
La demagogia, invece,   interpreta , costruisce i fatti  invece di svelarli agli occhi delle persone così come sono. Sbatte le ciglia e deve cercare di attrarre come una puttana.
La democrazia non deve promuoversi. Non deve pubblicizzarsi. 
Il populismo, invece,  deve essere convincente quindi cerca di interpretare ciò che più può piacere , non mostra  i fatti , ma li costruisce secondo le necessità del momento. 
 E' immediato, semplice, facile da capire, da ottenere, da ripetere. 
La democrazia  ha mille opinioni, cerca il punto in comune , spesso non lo trova.  E' a volte antipatica, dice cose dolorose, di disfatta e di morte, cose che non fa   piacere  ascoltare e men che meno vivere. 
Ma la democrazia lavora per il bene comune che non sempre collima con la cosa più bella che c'è.   
Cammina  scalza e non ha attrattive in se'.  Non si  presenta al popolo già pronta, appena uscita dal suo maquillage,  ma deve essere discussa, realizzata, anche strattonata. 
Compie tanta strada e spesso dissestata. Dobbiamo lavorarci sempre insieme e non sempre il risultato è positivo. 
Diffidiamo da  chi ci presenta il pacchetto bello e pronto. Chi racconta una bella favola  anche se questo  ci piace tanto e ci sembra di lavorare meno. 
La democrazia non è bella o attraente , ma  permette di far sentire la nostra voce, è in grado di restituirci la nostra dignità permettendoci  di diventare cittadini e non sudditi.

sabato 2 novembre 2013

VALENZA : RIVALUTIAMO IL CENTRO COMMERCIALE NATURALE



Sulla " Stampa " del 1° novembre si parla del nostro centro storico . I negozi continuano a chiudere ed il giornalista parla di " Rischio di desertificazione del centro storico
Di fatto i negozi chiudono e quello che c'è anche di desolante è assistere all'apertura di negozi allestiti alla rinfusa gestiti da cinesi ( il problema non è che siano dei cinesi, ma che siano arredati con scatoloni buttati in vetrina e con la merce disordinata e ammucchiata .
La situazione che sta vivendo la nostra città di Valenza non si discosta da quella che stanno vivendo quasi tutte le città italiane. Da noi si sente più fortemente poichè i nostri cittadini sono stati colpiti più duramente dalla crisi essendo una città la cui economia si basava soprattutto sull'artigianato orafo. Infatti i soldi non circolano  nelle tasche degli italiani e sono loro, alla fine, che devono entrare nei negozi ed acquistare i prodotti.
In più ci sono i centri commerciali che, con la loro merce magari di qualità inferiore a quella che ti può offrire un piccolo negozio( ma di costo ridotto), schiacciano il commercio cittadino. 
Cosa possono fare i negozianti per sopravvivere e soprattutto il nostro centro storico per non morire? 
Devono qualificarsi. 
Per esempio seguire il cliente attraverso la vendita assistita che nei centri commerciali non si usa. 
Per esempio il mio Personal computer lo faccio aggiornare, riparare e formattare da un  negozio di Via Cunietti che mi segue, mi fa assistenza se si imballa il PC e a cui si può telefonare subito quando ti capita un guasto grave per una indicazione ed una guida anche solo attraverso telefono ( insostituibile  Enrico Gamba!) . 

Oppure, altro esempio, la biancheria intima, problema ostico per tutti noi ( la biancheria intima non deve essere  esclusivamente di moda ma deve essere comoda e durevole). Per tutta la famiglia  acquisto la biancheria  presso un negozio di Corso Garibaldi nel centro storico di Valenza dove ti seguono, ti assistono, ti consigliano, ti cambiano la merce , ti senti in qualche modo confortata ed aiutata nell'acquisto. Tutto ciò che un centro commerciale, con l'afflusso anonimo e incessante che lo caratterizza, non ti può offrire.
Infatti, spesso capita di attendere anche un'ora prima che un tecnico del MEDIAWORD ti possa ascoltare e, per carità,  non ci provare di sabato pomeriggio!
E' chiaro che i commercianti del centro storico devono lavorare in sinergia per  creare occasioni affinchè le persone siano spinte a recarsi nel centro del paese: un evento particolarmente attraente, una iniziativa di saldi o un gioco collettivo attraverso la radio locale e così via. 
Ma è necessario coordinare queste poposte attraverso una precisa volontà politica che appoggi e sostenga la buona riuscita di un progetto condiviso. 
Insomma: la volontà di salvare il centro storico ed il commercio valenzano deve essere comune: migliorare l'arredo urbano del centro ? Ristrutturare i portici di Via Po? Chiudere al traffico la Piazza e Via Pellizzari? Predisporre un posteggio comodo e facilmente raggiungibile nelle vicinanze, magari sabato gratuito? Sistemare Piazza XXXI Martiri come un salottino? ( panchine, alberelli come ha fatto Casale Monf, in modo da ispirare la tendenza a  soggiornare nel centro?)
 Incoraggiare l'apertura di locali di intrattenimento attraverso la defiscalizzazione? 
Non far pagare il plateatico per i dehors dei bar?
 Le possibilità sono diverse ed il tempo è ridottissimo.





martedì 29 ottobre 2013

LETTERATURA MODERNA








La mia vita è letteratura. 
Ossia la scrivo incessantemente.
Il cervello elabora romanzi pronti per essere consumati da un corpo che non si supera quasi mai ma obbedisce alla passione raccontata.
Preparo la scena accuratamente:  il desiderio  si muove, ma  non trascende da me, spinto e guidato dalle righe di un romanzo già elaborato.
Galimberti nel suo libro " le cose dell'amore " dice che " il sesso non è qualcosa che l'IO  dispone, ma se mai, è qualcosa che dispone dell'io che lo toglie dal centro della sua egoità " 
 Ma Galimberti si riferisce ad una passione genuina mentre io vivo principalmente la creatività della ragione. 
Io produco passione nello stesso modo  del  luppolo che  nel suo recipiente  si trasforma in birra. Fermento una idea di desiderio. 
Elaboro intellettualmente  pulsioni.
 Già la storia deve essere predisposta. E' fuori di me e alimenta l' istinto come una strada asfaltata conduce alla  meta. 

Qualche tempo fa stavo lavorando ad un bel racconto. 
 Nella tessitura della trama Lui aveva assunto il ruolo di quello che confortava, coordinava, indicava il comportamento, ma soprattutto ricopriva un ruolo necessario di intermediario con un mondo che , in quel momento , mi era ostile.
Anche io avevo la mia bella immagine di donna inquieta , insicura sul da farsi , ma determinata e punto arrendevole.  Naturalmente fascinosa. 
La  vicende reali sono  lo sfondo più adatto per  il mio immaginario che riesce in questo modo a realizzare   la trama più adatta  per un racconto avvincente. 
Lui .. lui .. lei .. lei .. e la storia  procedeva spedita  senza alcuna interruzione o ripensamento o deviazione dall'esito finale:  lui... lui e lei lei .. 
Ma quando lui avvolse tra le braccia il corpo di lei,  stringendolo tra le mani e le labbra , il demone, che sempre partecipava consenziente a questo genere di storie quando anche assonnato e distante , in quel caso non ne volle sapere. 
Il demone non ci volle stare.  
Voleva altro che l'assenza di un senso che non si rivelava in quella concessione limitata alla carne e che non si svelava davvero come altro da se' e quindi non c'era.  Era  inesistente. 
Forse era altrove. E per il demone non ne  valeva la pena . 
Il gioco era  troppo semplice. troppo epidermico  e lui voleva volare. Andare oltre e fondersi e confondersi.  Per nulla di meno si sarebbe dato. 
Eppure il cervello aveva lavorato,  aveva tessuto diligentemente un romanzo  decente di passione e desiderio.
Ma non aveva realizzato che il demone viaggia fuori di me per farsi altro dal corpo ed  anche quando ne è complice e lo muove, ne è pur sempre  trasceso per mutarlo in altro non più me ma qualcosa  di complementare e migliore.
  Il demone, dunque,  mi strattonò furibondo. 
Ma intanto  il racconto procedeva: 
Lui disse: " Non sei convinta" e lei scuotendo la testa,  mentendo  disse: " Massì, massì, sono convinta. " 
Ma il demone s'era raggelato , aveva  stracciato  la storia . Distrutto il romanzo.  
Le parole belle, se pur ancora vibranti  avevano assunto  ormai  il valore di  un  trafiletto di cronaca rosa.
Tutto si fermò e  scivolò a terra. Non rimase che il corpo arreso alla insensatezza della simulazione di una passione da  letteratura di terz'ordine.
  L'abbraccio si sciolse ed il corpo divenne  ubbidiente  al richiamo del mio ostinatissimo demone. 
Ora so perchè  ho obbedito. 

venerdì 25 ottobre 2013

GLI ANNI EROICI





Non mi chiedo se sono intelligente.
 Non è questo un mio problema. Non lo è mai stato, in verità.
Un tempo il mio problema era l'efficienza. 
Volevo essere una madre efficiente: che significava cucinare ed operare a dovere per far sì che i miei figli crescessero in maniera armoniosa. Essere una madre presente qualitativamente parlando. E disponibile , assolutamente paziente. Frenavo la mia irruenza . Frenavo la mia esigenza di emergenza.

 E tutto poi doveva essere fatto " a tempo" ossia puntualmente , prima che fosse stato necessario, mai prima  che il bisogno giungesse all'apice della sua sopportazione, mai con l'attesa, mai con pressapochismo, mai in modo negligente e sempre con passione, amore e devozione. 
Attenzione.
Un ritmo veramente impegnativo. Ma era solo questo il modo che volevo prendere in considerazione l'incontro con l'altro da me e con le cose che mi premevano. 

Non ho perso quell'aspirazione alla perfezione solo che si è spostata su altri campi: voglio essere perfettamente all'unisono con i miei bisogni di anima e sangue. 
Con i miei desideri germoglianti senza doverne dare una definizione culturale e sociale, ma solo con la necessità di accoglierli pienamente per la natura che rappresentano e che rivelano profondamente.
Ho , a volte , un senso di spossatezza nel constatare di quanta stupidità, di quanta invidia e  conseguente livore  siamo circondati da rimanerne impigliati. 
Viene voglia di cedere , di allontanarsi , di arrendersi e lasciare tutto nelle mani dei peggiori.
Ma altre volte   ho forte la certezza che ci  sono persone  di cuore.
 Che non sono riconoscibili per ruoli determinanti o per un qualsivoglia potere acquisito  ma sprigionano da se' e senza alcuna ragione logica,   uno spirito benefico  come l'aria che ci entra nei polmoni . 

E' questo che mi fa vedere la differenza tra bene e male che c'è e che è preciso , netto, tagliato a coltello e che mi  impedisce di prestare troppo attenzione alle situazioni malevoli. 

E' questo.
e per questo sono grata a loro . A queste persone anonime  e gloriose . Eroiche, và.