Quella mattina il condottiero aveva indossato la corazza luccicante ed imbracciato le armi per la consueta perlustrazione del territorio.
Il condottiero aveva la voce ferma ed il passo deciso. Ma d'improvviso il guerriero si arrestò senza apparente motivo.
Dunque: non trovava più la sua dimensione profonda. Dov'era? Non sentiva più il richiamo incantato. L'ineffabile era inafferrabile. Era scomparso. Il suo palpito invisibile non mostrava l'ardore, non spingeva il passo. Non generava aneliti . Dunque non c'era. S'era dissolto? Aveva cambiato strada? Oppure la strada aveva cambiato terreno e non era più fertile e non accoglieva dolcemente i suoi umori profumati ed il suo dolore accorato. L'armatura aveva aderito al corpo come nuova pelle inviolabile. Di serpente.
Non era più oceano profondo crepitante di organismi guizzanti dove la luce penetrava vorace e fosforescente tra le acque colanti e burrascose. Non era più pozza oscura dal quale emergevano ciuffi di muschio ondeggiante e rigoglioso.
Quella mattina s'apriva il deserto tra mulinelli di polvere e vento.
Il guerriero, quindi, si arrestò. Era , dunque , questo ciò che l'attendeva? Una contesa per cui s'era perso il percorso? Lo scopo? La passione?
Il guerriero, quindi, si arrestò e sciolse i capelli all'aria arida di quell'estate senza voce.
8 commenti:
Che brutta esperienza: non sarà stata alle volte una digestione un po' troppo pesante? :-D
Ecco, Antonella, oggi è molto più arduo di ieri riuscire a trovar fuori il "commento perfetto" :-)
ma è comunque uno scritto evocativo molto intenso, nel quale ognuno può leggere qualcosa di adeguato a sè stesso e al suo sentire...io per esempio ci ho letto il mio momento di scarsa vena sul mio bloghetto :-) una cosa modestissima, ma è la prima che mi è venuta in mente fra le tue ricghe...così...
Ti svegli certe mattine con un senso di inutilità e di impotenza e vorresti solo continuare a dormire. Comincia a mancarti tutto, una donna oppure anche solo un abbraccio di un amico perchè ti accorgi che tutto quello che vuoi non ce l'hai e chissà se ce l'avrai mai.
Come dicevi qualche post più giù, le parole sono importanti... e le parole di questo post riescono, in appena qualche rigo, ad evocare immagini e sensazioni in cui è facile perdersi, lasciando lo spazio a quella parte profonda di noi stessi che solo alcune persone riescono a mostrarci senza neanche volerlo. Sono contento di essere finito, per caso, sul blog di una di queste persone ;)
In quialche senso, Vincenzo, certi mal di pancia ti vengono quando sei alla frutta. Problema di digerire insomma.
Gillipixel, credo che sia proprio questo vuoto che prende e che ti fa fermare e speriamo per poco.
Si, Brigante, qualcosa viene a mancare. Ognuno sa di cosa sta parlando.
Djurgen, per me la parola detta è un atto del proprio spirito che si esprime. Difficile poi arrivare agli altri.
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