Il tempo è corto.
Non è mai sufficiente per fare ciò che devo.
Il tempo è pieno di suoni inutili e sempre assordanti.
c'è un vociare continuo nei negozi, nel bar, dalle finestre delle
abitazioni.
Sembra che le persone non possano fare a meno di parlare.
Se devo mescolarmi ai rumori piego la schiena come fossi sorpresa da
un violento temporale di grandine e
vento.
O da una sferzata di frusta sulla schiena .
Per evitare tutto questo, la mattina, mi sveglio alle 6.00 ed esco di casa con
il mio cane.
E’ l’unico momento in cui la città
è muta.
Sobria.
Rispettosa.
Il
silenzio è fatto solo dello scalpiccio morbido e sottile delle zampine di Greg.
In Alessandria non vado quasi mai.
E’ la tua città ed
attraversarla è uno strazio.
Le strade ,
le panchine , i quartieri stessi mi respingono, sono intrisi dei racconti che ci appartenevano.
Ho percorso per anni queste strade per cercarti e, persino, per far finta di incontrarti casualmente.
Le strade dei bisticci, dei baci, infine dei racconti dell’uno e dell’altra. Degli abbracci fraterni. Delle lacrime.
Queste nostre strade ora sono indifferenti, crudeli e senza memoria.
Le strade , i giardini, le case. Non ci appartengono più .
Avevamo una biografia comune ed ora
rimane solo una città inospitale.
L’amore ci era venuto
a cercare e noi, stolti, lo avevamo scambiato per un familiare un po' bislacco.
Era altro, ma non lo sapremo mai.