mercoledì 5 marzo 2014

LA DEMOCRAZIA SCENEGGIATA

ah, se mi leggete stasera, mi dovete prendere così. 
 Amareggiata.
Quando cominci ad interessarti di politica smetti di interessarti del territorio.
 Della città.
Sembra che lo scopo primario non sia lavorare ma convincere che lavorerai. 
O ancora meglio: convincere che sarai fruttuoso per chi vuole raggiungere un qualche obbiettivo.
A forza di parlare esci fuori dal mondo e cominci a preoccuparti di quello che pensano e fanno altri che poi è niente davvero, ma intanto il tempo passa. 
Non sei nel mondo.  
Ho avuto un pensiero molto illuminate ed è questo: La persona intelligente che fa politica passa il tempo ad ascoltare persone stupide e le persone stupide che fanno politica occupano i posti di rilievo.
Ve l'immaginate? Uno parla, parla e l'altro raccoglie  senza rumore, con la testa bassa vivendo di comparsate, di presenze silenziose, ma ubbidienti o, almeno, consenzienti. 
Il tempo scorre, passa velocemente. Ti pare di avere detto qualcosa di importante invece hai perso tempo : i giochi già fatti, gli accordi invisibili. 
Se mi leggete, prendetemi come sono.  Guerriera. 


lunedì 24 febbraio 2014

ROMA LADRONA






Sono stata a Roma un bel po' di giorni a casa di mia figlia.  Più che la turista, perciò,  facevo la mamma e quindi  ho girato soprattutto  nel quartiere che mi vedeva impegnata in questo compito.
Roma , vista da quest'ottica è molto paesana. Le persone sono molto " sbracate" e se ti aggiri per i negozi di commestibili tutto sembra tranne una città cosmopolita. 
Il quartiere ti  chiude al mondo data anche la vastità di  territorio  in cui Roma si dipana. Il centro culturale e storico appare distante e  forestiero.
La cosa  che più si nota è il grande traffico. è rimasto per me un mistero questo via vai incessante di auto che sembrano non andare da nessuna parte se non nella strada che le trascina.
Gli automobilisti romani  sono  sempre molto eccitati. Suonano di continuo il clacson e urlano dai finestrini rigorosamente aperti ,  magari  proprio allo scopo . Questo devo dire mi inteneriva molto. Prababilmente è una usanza sociale e nessuno fa molto caso alle ingiurie lanciate dal finestrino
Essendo forestiera e girando con la macchina immaginerete quanti accidenti  mi hanno tirato . Allora ho chiesto ad un cittadino di Roma cosa di solito si fa  quando si è oggetto di insulti da parte degli automobilisti. . Lui mi  precisa che di solito si risponde: "  tù sorela" e così mi sono adeguata agli usi e costumi del territorio. Appena ho potuto  Ho cominciato a lanciare il mio  "  tù sorela "  in direzione dell'automobilista maleducato  e sembrava davvero  sortire un certo  effetto .
Loro incassavano l'esclamazione  senza batter ciglio.
 Ma la cosa più strana che mi è capitata è stato  l'incontro con un vigile romano.
Insomma, mi stavo apprestando ad tagliare la corsia di marcia  anche se era vietato , ma la necessità era impellente  e perciò  mio malgrado mi ero decisa a compiere l' infrazione.
Subito,  appena compio la manovra,  balza davanti a me un vigile in motocicletta che mi  dice urlando.  " Testa di cazzo che fai? "
Ora, questo mi ha stupito molto dato che di solito i rappresentanti delle istituzioni tutto  ti  fanno tranne che insultarti così apertamente. Io in buon ordine mi ritiro e lui mi lascia andare senza fermarmi nè per chiedermi la patente e nè per farmi la multa.
Ho riflettuto sul suo comportamento paragonandolo a quello dei nostri vigili .  
 Sicuramente  dalle mie parti mi sarei presa una bella multa anche se condita con un cortese:  " buonasera" . Non so davvero se avrei preferito questa opzione. 
Il punto è:   scegliereste  una ferita profonda al  vostro  orgoglio o al vostro  portafoglio? 

lunedì 17 febbraio 2014

IL VOMITO DA WEB




Nell'era del cinguettio breve e sintetico, diciamolo, i blog  in generale con i loro testi  densi e ricchi   hanno perso molto del loro  fascino. 
Ma non è per questo che lo sto trascurando. 
Ho, cari lettori affezionati e  non troppo cari altri che mi spiano, ho, dicevo,  altri impegni che mi prendono.
Uno di questi impegni è il progetto di far diventare questo blog un libro con tanto di copertina  significativa.
Ve la mostrerò in anteprima al più presto.
Per questo motivo sono  stata presa in questi giorni ad analizzare i testi del mio blog. A stralciarli, a revisionarli, a modificarli e  persino  a cancellarli e boh.. 
Non potete immaginare come li ho trovati desueti,  confusi, un po'  fuori tempo.
Soprattutto quelli in cui parlo di amore che, come si sa, è un sentimento labile e dalle mille facce.
Forse duemila.
Ed ho perduto proprio quelle duemila facce. 
O forse sono io che mi sono persa, ma alla fine il risultato è lo stesso. 
I miei scritti mi appaiono distanti ed un poco forestieri.
 Per questo sono impegnatissima e modificarli. A renderli più sintetici. 
Ennio Flaiano diceva che l'esercizio di un buon scrittore era quello di riuscire a condensare il proprio pensiero in una  sola parola: insomma lui  era una specie di aspirante  scrittore  twitter.
Impegnata ad intervenire sui miei vecchi post non ho pensieri che da insegnante bisbetica e pignola : trovo errori su errori e si sa, chi critica non ha più l'animo predisposto per creare. 
Un altro impegno a dir poco ostico ed anche un po' seccante  è stato quello di individuare chi stava diffamandomi attraverso internet facendosi  forte della protezione dello schermo. 
Ingenuo colui che lo ha fatto perchè si sa, ora col PC siamo ancora più rintracciabili  di quanto non  saremmo  se viaggiassimo con un cartellino appeso al collo con nome e cognome ed indirizzo IP. 
Avete letto bene: qualcheduno  ha   passato  del tempo a denigrare una cittadina che non ricopriva alcun ruolo politico che potesse giustificare risentimento o rabbia tali da giungere all'insulto. 
Anche perchè un conto è una critica argomentata ed un altro un guazzabuglio di attacchi personali senza fondamento  versati  alla rinfusa nello spazio web come si trattasse di una discarica a cielo aperto anche se di cristalli liquidi. 
Perchè lo ha fatto? i motivi li ho ben raccontati in questi anni nel mio blog e se avete voglia di conoscerli comprate il mio libro.





venerdì 7 febbraio 2014

EGREGI ELETTORI, SIAMO CON LA MIA A DIRVI.........

...A breve vi saranno le elezioni. Che siano  elezioni europee, nazionali o comunali sempre di andare a selezionare la  futura classe  che amministrerà la cosa pubblica si tratta. 
Come sempre l'elettore torna a chiedersi di chi dovrebbe fidarsi e come giudicare la sincerità dei candidati.
Come  facciamo a riconoscere quello che ha davvero interesse di lavorare per la cosa pubblica o invece colui che cerca un posto al sole?

In America hanno valutato un aspetto che hanno chiamato " TRUTHINESS" per indicare ciò che percepiamo come verità "con la pancia", ma che non necessariamente è davvero la realtà dei fatti. Insomma " il sentire di pancia"

Ma come funziona?

1) Naturalmente dare  risalto alle incongruenze, alle mancanze, ai disservizi già attrae l'attenzione dell'interlocutore che   chiunque esso sia sarà sempre qualcuno a cui non andrà bene qualcosa: o pochi soldi, o poco tempo, o non ha la moglie, o ha una moglie noiosa , insomma  può riconoscersi benissimo nel lamento e nel sentimento di rivalsa e di disfattismo.

2) Pubblicare immagini di desolazione, di  dolore, di calamità naturali o anche causate dall'uomo come guerre, violenze, dittature. Fa sempre presa. Mette rabbia e voglia di cambiamento 
3) ma le immagini sono utili anche per far credere la verità bella, quella rosea.Allora  vanno bene immagini di fiori, natura, bimbi con mamme e cibo e torte che danno speranza se poi stampate a fianco dell'immagine di chi le propone permettono un' associazione  immediata e confortante. 

4) Se ti rivolgi ad un pubblico semplice puoi puntare sulla politica del " tanto peggio, tanto meglio" del " spacchiamo tutto e ri costruiamo noi" ed ancora sulla politica " Noi siamo i geni" gli altri tutti lazzaroni. 
Insomma: le immagini  associate alle parole che vogliono convincere hanno una parte determinante nell'influenza dell'elettore. 
Come preservarci?.

1) Cerchiamo di non perdere la memoria del passato: chi  ha lavorato in questi anni? Chi ha commesso danni ? chi non ha operato? Chi finora è stato nell'ombra senza spendersi per il territorio e per le persone? 

2) Diffidiamo di chi all'improvviso è arso dal sacro fuoco della solidarietà e della speranza di  un domani migliore. Diffidiamo di chi critica, ma non propone alternative , di chi non ha progetti da presentare. Diffidiamo da chi usa un linguaggio violento, da chi è il migliore , da chi vuole distruggere,  chi vuol smascherare, da chi ha un sogno, una passione improvvisa, una fede illimitata, una speranza immacolata.
 Da chi elenca le disgrazie, da chi si pone come unico salvatore. 

3) Informiamoci sulla   vita di chi si propone alla gestione della cosa pubblica, sulle sue capacità , sulla sua storia. 
Insomma. tu cosa eri ieri? ( per parafrasare Lucio Battisti) 

Un lavoro lungo quello dell'elettore. Anche un po' seccante, a dire la verità....