martedì 31 gennaio 2012

LA DESCRESCITA SOSTENIBILE


Ho poche esigenze. Intanto non  ho interesse a prendere la metropolitana  e questo è un bel vantaggio soprattutto perchè in questa città non passa. Non prendo l'autobus e posso stare senza macchina per sempre.
Posso cadere in letargo finchè voglio e consumare pochissimo. Il mio cambio di abito è in relazione alla mia diponibilità  al mutamento.   Non nego d'avere avuto il mio periodo di appetiti voraci, ma l'ho accantonato da un bel po'. Ho l'aspirazione alla continenza, non mi va di sciorinare le incongruenze  che  si presentano,  fino a che queste incongruenze non mi vengono a cercare, fino a che non puntano il dito sulla mia irreprensibilità , come fossero loro le anime candide.  Allora sono costretta ad avanzare. A puntare i piedi. A prender l'armi contro il mare di guai e, combattendo,  cercare di  annientarli. . Amleto si chiedeva se fosse stato più nobile sopportare le ingiurie, le vessazioni, le calunnie, oppure lottare e patire uno scontro duro e violento.  Semplice: bisogna muoversi , parlare e rivelare il danno. Per quanto possa essere pesante.
Non  dipende da me: è  colpa degli oltraggi, delle violazioni se  parlo o scrivo.
Per me la vita deve essere parca. scarna quasi  smilza.  la vita deve essere trasparente, leggera, snella, tersa. Vorrei  poterne vedere il fondo come in un mare limpido e privo di impurità . Allora non avrei niente da dire. Mi piace godermi le cose intorno che  mi riempiono la vita totalmente.  Non cerco piedistalli. Sono in alto  già di mio. 
Qualcuno ha  scambiato  la mia pienezza per un controllo di competenze misteriose. 
Non era così, ma come poteva saperlo ? Ciò di cui non si ha comprensione  suscita apprensione. 
Il mondo è   abbastanza grande per soddisfare i bisogni di tutti, ma è troppo piccolo per soddisfare l'avidità di alcuni.   Ciò che  resta da fare  è la conseguenza inevitabile di questo pensiero.

domenica 29 gennaio 2012

COMUNE DI VALENZA: VENDESI PROGETTI A COSTO ZERO


NATALE 2010




 Eccomi qui: a causa dell'ultimo commento del post precedente sento il dovere di dare delle precisazioni relative alle funzioni dell'Assessore: 

La figura dell'assessore ha subìto una grande evoluzione in relazione alla riforma del 1993. Prima di allora gli assessori erano eletti dal Consiglio comunale insieme con l'elezione di Sindaco e Presidente. Nel nuovo sistema, gli assessori sono nominati dal Sindaco fra persone anche esterne e non facenti parte del Consiglio comunale. Lo Statuto del nostro Comune da la possibilità che due assessori possano essere anche esterni al Consiglio Comunale.
La legge prescrive inoltre che non può essere nominato assessore ,il coniuge, gli ascendenti, i discendenti, i parenti e affini fino al terzo grado del Sindaco, che l'assessore non può ricoprire la carica per più di due mandati e che, infine, non può assumere incarichi o consulenze presso enti o istituzioni dipendenti o controllate. Il Sindaco può attribuire anche una delega specifica ad un consigliere ritenuto capace ( qualcuno  in questo consiglio comunale ci potrebbe essere)

A ciascun assessore è solitamente attribuita la "delega" per un determinato settore dell'attività amministrativa dell'ente, comportante l'esercizio di poteri esterni. In virtù di tale delega l'Assessore  ha il compito di svolgere attività propositive e di impulso nei confronti  dei servizi di cui ha avuto la delega. 

Questo significa che un assessore deve formulare un piano di lavoro  spalmato lungo un arco di tempo definito (magari a cadenza annuale) , volto a realizzare l'obiettivo  che si  prefigge. 

A questo punto tutti  diamo per scontato che un obiettivo  un assessore se lo deve deve per forza  se vuole avere dei risultati proficui.
Bene, invece pare che non sia sempre così. Molto spesso  non esiste alcun obiettivo  o, peggio ancora, questo obiettivo  sembra che venga taciuto alla cittadinanza. Forse che si tiene in un cassetto, si rimugina tra se' e se' durante le notti nevose?  insomma è più probabile che  la mente amministratrice non sia riuscita a partorire alcunchè: non esiste obiettivo e di conseguenza non esiste un progetto  neppure a lungo termine per poterlo attuare. 
Nell'ultimo consiglio comunale l'Assessore al Turismo dice: "un  progetto ce l'ho ma non lo posso divulgare"; manco si trattase di una missiva romantica e/o di qualche atto privato e personale che debbe seguire la Legge sulla privacy.   Che sia una cosa a luci rosse? Wow....
C'è un famosissimo detto che così recita: "Quando una donna  si ostina a non voler  rivelare il nome del padre del proprio figlio è perchè neppure lei lo conosce."
  
Allora, carissimi, mi chiedo:  se a due anni e  mezzo dall'insediamento  non è stato , non dico realizzato, un progetto, ma almeno esposto e condiviso tra tutte le forze sociali presenti nel territorio,  non vi sorge il dubbio che questo progetto non esista? Eppure, prima del suo insediamento vi erano in corso delle attività atte a sviluppare il turismo e molte di queste erano a costo zero. Non  era allora il caso, dato che di idee non ne sorgevano, almeno proseguire sulla strada  intrapresa della continuità e della collaborazione con le associazioni dei commercianti e del volontariato? Se non c'erano idee nuove da realizzare non era almeno funzionale porsi nell'ottica dell'ascolto, della disponibilità a cooperare in una condivisione di idee?
Non e' sufficiente aver approvato un regolamento sulle sponsorizzazioni: come attrarre gli sponsor a investire se non con nuove ed argomentate idee?  Chi decide di spendere i suoi soldi lo fa solo se reputa un progetto degno di essere realizzato. Nessuno ti da i soldi per grazia di Dio. Il Comune non è qui a chiedere l'elemosina è qui per illustrare delle idee creative ed atte a  migliorare la città.
Il chiamiamolo "cittadino" del commento mi chiede di  proporre a me i progetti per promuovere la città ed il territorio.
Oh bella! A che titolo, prego?  Qualora l'amministratore riconoscesse la sua inadempienza allora io, gratis et amore dei, mi prodigherò in stesure di progetti ed iniziative anche a costo zero. E comunque mi pare che la Lega Nord abbia presentato un progetto per il territorio valenzano che sicuramente potrebbe riscuotere interesse tra gli uffici della Regione Piemonte per un contributo finalizzato alla sua realizzazione. dunque, lasciamo spazio a chi idee ne ha.
Si fa presente che nell'ultimo Consiglio, sia la maggioranza che la minoranza hanno votato un documento che chiede all'amministrazione comunale di intraprendere iniziative  per incentivare il turismo. Orbene: ce ne sarebbe stato bisogno  ( mobilitare l'intero consiglio) se l'assessore delegato da due anni e mezzo a questa parte, avvesse già intrapreso  un minimo intervento in tal senso, come era suo dovere? Non è , dunque, questo documento una chiara accusa di immobilismo e negligenza  verso l'assessorato di riferimento?
Il Consigliere Maragno, esperto commerciante ed uomo di buon senso,  replica in consiglio comunale  all'assessore al turismo, il quale intendeva rimandare ancora a dopo Giugno 2012 una eventuale azione  di promozione territoriale :.....  " non si può ulteriormente rimandare una azione per risollevare la città. L'intervento è da fare adesso. Da oggi.
Ma glielo si doveva proprio ricordare  all'assessore l'urgenza e la necessità di un intervento?
Caspita: cosa ci sta fare un assessore se, quasi a metà del suo mandato,  rimane  ancora in attesa di agire?

venerdì 27 gennaio 2012

COMUNE DI VALENZA: HIC RHODUS, HIC SALTA !




La grave situazione finanziaria degli enti locali ormai è una  cosa risaputa.
Tutti  hanno bene recepito come ormai le manovre atte a recuperare fondi  per rimpinguare il debito pubblico abbiano intaccato fortemente i trasferimenti erariali dallo Stato agli enti pubblici ed in prima linea ai Comuni. 
Se  la soluzione  fosse  quella per i Comuni di rimanere immobili e non effettuare alcuna spesa se non quelle ordinarie legate ai servizi istituzionali non sarebbe neppure necessario dotare l'Ente Pubblico di uomini eletti per prendere decisioni. 
Eppure, ugualmente è prevista per i Comuni la presenza di una classe politica che, proprio a fronte dei costi elevati che gravano sulla città, è chiamata a realizzare una strategia responsabile che permetta la crescita produttiva e territoriale del Comune per cui lavora.

Non può essere accettata una politica che si basa sull'attesa di tempi migliori o  sul trascorrere indefinibile  del tempo per poter infine, chissà quando, delineare un intervento funzionale e costruttivo. Il momento è questo. L'intervento deve essere adesso. 
Eppure c'è chi crede che la definizione di una linea politica sia di far passare il tempo mentre si ragiona sulle decisioni da adottare in chissà quale futuro non ben identificato. 
Vi pare strano? Anche a me inizialmente. Eppure è così: ormai  l'azione politica si esplica  nell'attesa di poter adottare una strategia economica e politica.  La famosissima  politica dell'attesa.
Oppure ancora peggio. Oltre la politica dell'attesa  (almeno ufficiale) va in auge anche la politica di appropriarsi delle iniziative altrui. 
Insomma questa è la filosofia di un cattivo padre di famiglia che  non pianifica , non programma, non si pone obiettivi, ma naviga a vista e fa come paguro Bernardo che, avendo il corpo molle e non possedendo una sua conchiglia usa quelle che trova libere.  
L'AVIS  fa una campagna sui donatori di sangue?  E' roba mia!!!! La palestra dietro l'angolo fa il saggio di fine anno?!! Roba mia anche questa!! 
Ah ventri molli dello Stato!!! Ci sono  possibilità a costo zero che potrebbero  essere attuate!  
 Si possono trovare  ancora buoni progetti che abbiano un reale impulso alla crescita, alla  concertazione ,  che possiedono in se' una giustificazione plausibile per chiamare  tutte le forze presenti nel territorio al una collaborazione attiva e fattiva,   ma spesso,  capita,  che  chi  ha il ruolo per muovere idee di solito  preferisce  accomodarsi in poltrona.
Perchè, alla fine basta dire che è tutto sotto controllo, CHE "  sI  è VERIFICATO SOLO  un piccolo guasto all'alimentazione elettrica. tornate alle vostre cabine, per favore. E non rompete il cazzo che vi sentite l'acqua alla gola. !"

mercoledì 25 gennaio 2012

CITTA' DI VALENZA: UNO DUE TRE : STELLA!

 
Sono passati più di due anni dal momento in cui questa amministrazione ha vinto le elezioni. Chi mi ha seguito nei vari post sa che  ho auspicato  la vittoria del centro destra  sperando in un cambiamento radicale nella gestione della cosa pubblica. La vittoria c'è stata.  E'  trascorso il tempo sufficiente per poterne fare un bilancio. 
Non possiamo  NON constatare che un cambiamento è avvenuto, in qualche modo.
Complice probabilmente la crisi economica che si è abbattuta sulla nostra città che viveva essenzialmente sul lavoro artigianale dell'oreficeria, ciò che ci troviamo davanti agli occhi è una città immobile, centinaia di cassa integrati,  commercianti insoddisfatti delle vendite che riescono ad effettuare, zero iniziative nel campo della  promozione del territorio,  un senso di desolazione e di disperazione incombente, devastante anche se muta ed invisibile. 
L'amministrazione non si muove se non per piccole ed estemporanee azioni inadatte a muovere la città ed  ad una realizzazione di un obiettivo di crescita. Parla di  bilancio di spese intoccabile, ma non può  ESISTERE, TRA LE FUNZIONI DI UN AMMINISTRATORE, quella di  rimanere in attesa di un risanamento economico senza  compiere un intervento politico e sociale. 

Il Comune non può solo attendere le proposte delle associazioni presenti nel territorio PER FAR SUCCEDERE QUALCOSA IN CITTA', deve anzi, trovare il modo per coinvolgerle nei programmi studiati per questa e per i suoi abitanti . Non deve ridursi ad essere quindi, un rimorchio , ma un impulso per nuove idee, il motore che spinge a crescere, a partecipare, a responsabilizzare la società e le aggregazioni cittadine.


Il Comune deve essere, infatti, quella forza trainante che, ascoltando i bisogni della gente, sia in grado di elaborare un momento comunitario che rinvigorisca la vita della città.
Un amministratore, nell'esercizio delle sue funzioni,  non deve ascoltare i propri moti attitudinali, ma apprestarsi ad un contatto costante e sensibile con la  cittadinanza che ha quelle necessità imprescindibili dal momento storico e collettivo che si sta vivendo. Niente " passioni" personali, dunque.  Un amministratore non deve assecondare  i propri impulsi personali e istintuali, ma progettare un piano di crescita e di rinnovamento  per una città sofferente.  
C'è da qualche anno da parte dell'amministrazione una tendenza a lasciar fare alle associazioni e di porre il cappello sopra alle loro poche e travagliate iniziative   come fa il latifondista che raccoglie i frutti del lavoro di braccia e di sangue del contadino sfruttato. Non è  questo che si chiede ad una amministrazione politica.  Non è questo il compito per cui viene chiamata a condurre la cosa pubblica.

Chi (avendo l'incarico di determinare gli eventi cittadini) si aggrega pedestramente alla circostanze già predisposte, senza introdurre elementi di innovazione, di cambiamento, di trasformazione attiva E PROPOSITIVA nella città, non giustifica la sua presenza all'interno di una amministrazione pubblica. 

Il presidente della Repubblica in un suo discorso pubblico ha voluto ricordare che :
"Anche quando si deve contenere la spesa pubblica,non si deve tagliare tutto. L'arte della politica consiste proprio nel fare delle scelte."

Dunque la rinascita non potrà avvenire nè aspettando immobili che le cose si mettano a posto da sole nè, come qualcuno ha ventilato, con la presenza di un uomo forte e fiero: solamente , infatti con una politica  di concertazione tra tutte le forze sociali che operano nel territorio  coscienti della gravità in cui ci stiamo dibattendo , mettendo da parte le proprie piccole  manie carrieriste e hobbistiche , si potrà uscire fuori da una crisi che  sta abbattendo le famiglie italiane.