sabato 5 settembre 2009

L'ARCHEOLOGIA E IL FANGO NEI TUOI STIVALI

Non andate mai in ferie con un archeologo: non vi porterà ma in un posto allegro. E' interessato ai morti, ai cimiteri, alle tombe.
Per questo siamo andati a Cerveteri, dove ci sono le tombe etrusche a tombolo. Esse devono il proprio nome al fatto che, una volta eseguita la sepoltura, venivano ricoperte da mucchi di terra, allo scopo di creare una specie di collinetta artificiale.



Necropoli a Cerveteri

Gli Etruschi pensavano che la vita continuasse nell'aldilà ( ingenui vero?) e ci dovevi andare con tutto ciò che potevi avere nella vita terrena. Ossia , cibo, vestiti, gioielli, anfore contenenti unguenti ed olii , e costruivano le tombe provviste di varie stanze come fosse stata una seconda casa.


A Cerveteri c'è un sito pieno di queste tombe, a me sembrano migliaia di buchi inquietanti.
Dico all'archeologa: " Ma è pieno di buchi..... capisci.... intendo .. a livello freudiano ero più interessata ad una visita guidata agli obelischi."


Passeggiare con un'archeologa non è mica semplice: nel bel mezzo di una conversazione affettata , ti giri e non la vedi più al tuo fianco . Allora fai come in quei cartoni animati che giri la testa a 180° fino a che la trovi accucciata ai tuoi piedi che scava il terreno a mani nude. " Cosa fai?" Le chiedi avventatamente.
" Come che faccio?! " Cerco di capire la consistenza del terreno ."
Figurati, io quando passeggio mi chiedo sempre che consistenza ha il terreno che ho sotto i piedi (caso mai ci dovessi sprofondare )
Lei si alza e dice: " Vorrei scavare tutta Roma. ho idea che c'è ancora un sacco di roba là sotto"
Si toglie la polvere leggermente dice ancora: " a proposito.. hai mica un pennello?"

" Cavolo, non ho l'abitudine di girare in borsa con dei pennelli ..... potrei trovare al massimo paletta e secchiello! Ma solo se mi prometti che il pomeriggio andiamo in spiaggia...."

Spiaggia di Santa Severa

venerdì 4 settembre 2009

ADORABILI BLOGGER

.....E LETTORI DI BLOG,
IO ED IL MIO PORTATILE ANDIAMO VIA PER QUALCHE GIORNO.
VADO A ROMA. UN SEI SETTE ORE SARO' LI'.
E' UN VIAGGIO DICIAMO DI EVOLUZIONE PSICOLOGICA .
O DI REGRESSIONE INTELLETTIVA. O QUELLO CHE E' .
VI BACIO: PCIU' !
STARETE UN PO' STRETTI DENTRO LA VALIGETTA DEL PORTATILE. MA BISOGNA VIAGGIARE . COME SI DICE:
"NELLA VITA NON CONTANO I RESPIRI CHE FACCIAMO , MA QUANTA BENZINA METTIAMO NEI NOSTRI MOTORI."
PERDONATE QUESTA BOTTA DI ROMANTICISMO .. QUANNO CE VO' CE VO'

Un breve brano di Fernando Pessoa sempre magistralmente recitato da me medesima.

giovedì 3 settembre 2009

L'AMORE E IL COLOSSEO


Succede questo nell'incontro con l'altro: ti pare di comunicare . Ti pare, nella comunicazione, di incontrare l'altro e di costruire una comprensione che dia inizio ad un progetto . Hai l'idea di mettere in comune una realtà sentita. Prelude ed illude ad una fusione che è solo immaginata perchè fortemente desiderata come il cibo per colui che da lungo digiuna.

Ma partecipare all'incontro con l'altro invece è solo proporre uno spettacolo quale introduzione ad una ostentazione che a sua volta non sarà ascoltata, soprattutto non sarà partecipata.

Non è forse l'amore anche una affermazione delle proprie attrattive ed il desiderio non è forse solo la spinta ad una rivalsa di vita che preme e si nutre di se' stesso?

Nell'amore sei tu che ti riveli a te stessa , sei tu che ti costruisci e ti forgi e ti rinnovi come pianta rigogliosa e coltivata accuratamente dall'acqua piovana e dal calore del sole. Non è l'altro, mai.

E se chi ami si allontana non potrà sottrarti la forza delle sensazioni che ti ha temprato e cresciuto in questi mesi. Noi siamo soli, cara, in ogni frangente. Nell'odio, pure, pure nell'odio e nelle rivendicazioni che bruciano lo stomaco perchè è lì che crepitano e lievitano senza altro indirizzo che il nostro sè profondo e inestimabile.

Ma proprio per questa ragione, per la consapevolezza che la parola e il sentimento non sono che un processo individuale, proprio per questo, abbiamo il dovere di nobilitarlo e non disperderlo mai, non disperderlo mai nella terra di fango e d'acqua che incontreremo nel nostro sentiero.

mercoledì 2 settembre 2009

L'AMORE IN SE'

Cos'era dunque quel gorgogliare potente e cupo come di un ruscello sotterraneo di un nuovo pianeta infuocato?.Cos'era quel liquido che saliva saliva ed era spinto da fiamme di fuoco informi e da aliti velenosi ? Cos'era dunque, quella linfa maligna che ardeva in gola e pareva voler esplodere nel petto mentre saliva ancora ed ancora sempre di più quasi a soffocarmi ed a uccidermi? Cos'era quel dolore cavernoso nelle viscere e nel sangue ? ed anche, il suono incessante nelle orecchie quasi di sirena che non voleva quietarsi neppure di notte e nel silenzio mi imponeva l'ascolto e l'attenzione attonita e ammaliata ?
Cos'era il richiamo che decideva di essere (e lo era ) padrone del mio tempo ed esponeva il corpo ed il respiro al suo cavalcare inarrestabile? Alla sua impellenza?
Ero sola con esso e nessun altro intorno a me che l'abbandono al mio sogno ed al mio coraggio.
Perchè si è soli. Ma di questa oppressione non si vuole fare a meno.
Infine,quando tace, allora quando tace, si invoca. ma si chiama l'amore in se', senza più oggetto. Senza più ricordo.
E' l'amore in se' che chiami come simulacro prezioso di una esistenza lacerata.