venerdì 8 marzo 2019

SHE IS LOVELY


BATTI BATTI LE MANINE 

VAI VOLAR LE FARFALLINE

  C'E' UNA GROSSA   COCCINELLA  

QUESTA BIMBA E' MOLTO BELLA !



lunedì 4 marzo 2019

IMMAGINE ALL THE PEOPLE



Cercavo  una immagine che potesse descrivere, o meglio, sintetizzare, il disordine che SI CREA  quando   cominci a liberarti degli oggetti della tua vita.
Avrei potuto scattare una foto agli  ingombranti scatoloni ammassati nel soggiorno, che non ha più l'aspetto di un confortevole e rassicurante soggiorno , ma piuttosto di un magazzino o ancora  di una chiesa sconsacrata dove sono stati  abbandonati  senza ordine   e logica oggetti  liturgici  utilizzati.
nel riempire gli scatoloni  opero con grande fretta. 
Devo dire che più che altro butto via. 
 Il mio cervello è rigoroso :  ragiona sullo spazio  senza clemenza, ma il cuore palpita un passo indietro. 
Non è tanto il dolore legato a qualche antico ricordo quanto lo strappo che si crea con le cose,   cioè,  proprio  con la materia pesante che occupava spazio e che neppure sapevi ancora di possedere. 
Credo che si tratti di una oscura percezione della morte ed è questa che ci fa restare aggrappati agli oggetti che ci appartengono. 
 E' una illusione.
Ho pensieri continui su questo argomento.  
Ma così sfilacciati, così incoerenti . Impossibile rincorrerli. 
Di fatto metto in discussione tutto. 
la vita quale abbaglio. Gli errori fatti. 
Quando traslochi si muore di più  di quando parti e basta  ( eh, sì, partire è un po' morire ) . 
Quando traslochi , devi scegliere da cosa vuoi allontanarti invece partire è più che altro:  " aggiungere un luogo  a tutto ciò che ti appartiene". 
Quando sono  presa dal dividere , buttare, spazzare riporre allontanare custodire, salvare ricordi sento che  sto lottando , che vorrei tornare indietro  che sarebbe in ogni caso una perdita  e intanto sono in mezzo alla tempesta ,  raggiungere la riva non si può più. 
Tra mio marito e me ci sono sempre più discussioni. 
Lui punta a conservare e per me invece il conservare vanificherebbe il nostro trasloco. 
Gli ho detto in uno dei nostri , ahimè, innumerevoli litigi: 

"Non stiamo solo cambiando casa, devi capire che stiamo cambiando vita!" 

Mentre lo dicevo sapevo di trascinarlo mani e piedi in una  visione  esclusivamente mia come in un baratro  oscuro e senza fondo. 
 Ero io che volevo cambiare, anzi,  ero io che volevo morire, mentre  per lui la vita continua senza interruzioni. 
Quando penso che si tratta solo di un momento transitorio, so di ingannarmi: ho assaporato la reale condizione  dell'essere umano: quella di abbandonare , di lasciar andare, di perdere persone, sentimenti  ed oggetti  il resto invece è solo aleatorio.
Comodi appartamenti   strutturati  e puliti   come sepolcri imbiancati : essi sono belli a vedersi ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume  "

  




lunedì 4 febbraio 2019

A MANI LIBERE





Sono passati quasi due anni dalla morte di Cesare. 
La sua  morte  mi ha lasciata orfana. 
Ma ancora di più: mi ha lasciata piena di cose che non mi interessano. 
E' come se si fosse portato via ciò che c'era di utile  in tutto quello che mi circonda e, quindi,  mi avesse lasciato in mano, quale misteriosa beffa,  solo  ingombranti oggetti senza valore.
Non sto a dilungarmi. Ma in questi mesi, diciamo,  il mondo mi pare  troppo pieno. Inopportunamente inservibile.  Troppo pieno di parole, di  facce  straniere.
Gli stessi sentimenti, un tempo appassionati ma giustificati e motivati ora sono diventati desueti, quindi imbarazzanti. 
La mia casa mi soffoca con tutti i suoi  utensili moderni,  i suoi suoni metallici,  la sua  musica e i suoi  talk show inconcludenti,  gli stridolii dei bambini nei cortili  e delle comari per la strada. Persino la felicità delle coppiette avvinghiate mi innervosisce,  ma soprattutto  le immense librerie che sovrastano le  stanze  della mia casa, un tempo corazze tra me ed il mondo, fonte di  risposte e consolazioni ,   sono diventati muri che mi schiacciano.   
Ho libri ovunque,  Persino sopra gli armadi, in terra negli angoli tra i giornali e le riviste,  libri colorati  o polverosi , libri di pedagogia, retaggio di studi che mi avvincevano, libri di magia, libri di filosofia orientale, psicoterapia,  psicologia, libri sui cani, di arte , di storia  di politica,  di cucina , libri  fatti di parole di altri , convinzioni  basate su situazioni ormai  lontane da me. 
 E uscire di casa significa  fuggire . A testa bassa come un ladro, evitando cose e persone che possano rallentare il mio passo,  distrarre la mia disperazione, confondere la mia ossessione.
  Alla fine, d'improvviso , ho pensato che qualcosa potevo fare. liberarmi della mia vita, di ciò che ho raccolto, amato, custodito. 
Allontanarsi dai gesti familiari, dai soliti suoni dalla prigione delle azioni già svolte, delle passione già archiviate.  Uccidere quella  che ero, convinta, ragionevole, prudente . Quella che non avrebbe messo in  discussione le convinzioni raggiunte. Invece accogliere la perdita, lasciare andare ciò che avevo raccolto.
solo questo mi avrebbe consolato.  Morire di me per accogliere un'altra vita. se mai fosse stato possibile essere altro , avere altro, ma solo per poco perchè  nulla ci appartiene perchè il tempo ci da solo la possibilità di amare ciò che  a cui devi rinunciare. 
 Così mio marito ed io lasceremo la nostra casa , i nostri libri. La nostra città. 
 E' su questo che stiamo lavorando.  Ossia : "sul perdere consapevolmente ciò che abbiamo raccolto" 
Il cervello  si deve svuotare per raccogliere altro materiale su cui lavorare. 
Sembra  strano: ma non è poi ciò a cui  tutti siamo destinati ? 
Con  poca  consapevolezza, però.
Ciò che importa è che Ci stiamo muovendo a mani libere.  

. 

lunedì 22 ottobre 2018

IL MARE E LE ONDE DISORDINATE


Queste due foto  le scattammo insieme. 
In Calabria il mare era sempre agitato. 
qUANDO TUO FRATELLO MI HA CEDUTO GLI  ALBUM E' STATO PER ME  COME RITROVARTI.  
hO PROVATO uNA GIOIA COLPEVOLE, UN DOLORE DISPERATO.  
mI PAREVA DI SENTIRTI: " 
"NON MI SCIUPARE I MIEI CATALOGHI !"
 eRA LA CONFERMA CHE ERI MORTO.  
eRI COSI' ORDINATO, TESORO! 
mE LI AVRESTI MAI DATI?