martedì 25 giugno 2013

IL CAMMINO DEI DIRITTI E LA DIFFICILE IDEA DELLO STATO SOCIALE



Quando parliamo di diritti qualcheduno che ha in mano la gestione della cosa pubblica scambia il loro significato per "disponibilità ad offrire" ma  "il diritto" è un requisito che  spetta alla persona nel momento in cui viene al mondo. il diritto alla salute, alla nutrizione, alla dignità, ad un'esistenza adeguata.

I DIRITTI DIVENGONO CONCESSIONI quando chi governa non li conosce e quando gli stessi aventi diritto non sanno CHE i diritti  GLI DEVONO  ESSERE GARANTITI e che non appartengono  per volere divino ad una minoranza di privilegiati, ma sono ciò che rende l'essere umano di pari dignità verso chi ha l'obbligo di metterli in atto, OSSIA CHI AMMINISTRA LO STATO E LE CITTA'.

Sappiamo che chi fa politica, vale a dire chi amministra, non ha spesso neppure l'idea di maneggiare i diritti degli altri e se li consuma tra le mani come palloncini pieni di aria, sottrae loro il PROFONDO VALORE CHE EMANANO, la  carica universale  che  li rende indistruttibili, non li rispetta per primo svuotandoli dei loro contenuti veri e li snatura cambiando loro il nome.  
 Si trasformano, quindi, non più  in "diritti" ma divengono :
 "beneficenza", "benevolenza", "solidarietà", sono alla fine  "regalie" da parte della politica e del politico in particolare che nasconde l'incapacità ad attuare un piano concreto di osservanza  dei diritti e si muove solo attraverso iniziative facilmente confuse con la carità.
 Chi più dello Stato deve rispettare i diritti, divulgarli, diffonderli e riconoscerli?
Il diritto alla salute, il diritto fondamentale di essere libero dalla fame come recita l'art. 25 della Dichiarazione Universale dei diritti dell'uomo?
Il diritto alla dignità di persona  debole come può esserlo un bambino, una donna, un disabile, un indigente?
Ma per questo occorre un'educazione personale, una disponbilità morale a riconoscere gli altri  con gli stessi  PROPRI diritti, di uguale valore, di pari dignità.
Solo in questo modo possiamo farci contaminare dalle diversità, non emarginarle, non differenziarle, non accantonarle, SOPRATTUTTO OGGI  CHE SIAMO  COSI'  COLPITI DA UNA CRISI ECONOMICA E SVILITI DA UN MALCOSTUME DIVENTATO ORMAI IL NUOVO SISTEMA DI INTERVENTO  SOCIALE.
 Per molti è difficile comprendere che non si lavora sulla giusta acquisizione dei diritti con un'impostazione paternalista, ma attraverso la convinzione della necessità urgente di renderci  tutti esseri umani alla pari davanti alle difficoltà ed ai bisogni.

Se governo non regalo, ma restituisco.

Gli inabili e gli indigenti hanno diritto ad avere assistenza: questo è il compito precipuo di una pubblica amministrazione che si occupa di welfare.
I risultati si misurano attraverso il miglioramento reale delle condizioni socio/economiche delle fasce deboli della popolazione, non attraverso immagini di feste modaiole, nè con iniziative che invece di eliminare le diversità le rendono ancor più evidenti senza per altro rimuovere le difficoltà che da queste insorgono.

Le  attività di beneficenza  ci stanno  anche, ci sono le associazioni private che se ne preoccupano e non si finirà mai di ringraziarle ma lo Stato, l'Ente pubblico, non può fare beneficienza; lo Stato ha il dovere di erogare  servizi di assistenza costanti e continui, deve predisporre un piano strategico  che preveda l'investimento di risorse umane ed economiche verso chi ha  necessità  e diritto ai servizi. 
E soprattutto non deve permettere di mettere in risalto le difficoltà anche se lo fa con l'animo magnanimo di chi "offre" aiuto.
Il diritto è una condizione umana NON è un obolo.

NON SONO DUNQUE FINITI I TEMPI DELLE CAROZZE  DA DOVE I NOBILI GETTAVANO MELE E MONETE COME ELEMOSINA?

mercoledì 12 giugno 2013

LA POLITICA CHE PROMUOVE SE STESSA

Essere morale, essere etico significa obbedire ad una Legge che si sente propria e che di solito  si instaura dentro di noi sin dall'infanzia tanto da divenire  un flusso naturale della propri anima.
In questo tempo abbiamo visto sia a livello politico che sociale uno sgretolamento della legge morale  che credevo indistruttibile. Ho visto persone vicino a me mentire senza pudore, vanagloriarsi e commettere azioni   a dir poco  imbarazzanti
Mi chiedevo: " Ma non si vergognano? "
Aprivo il giornale a volte e mi pareva  tutto mostruosamente ridicolo sia i volti che  le storie raccontate.

Nietzsche diceva : "  l'uomo agisce in base al proprio metro delle cose e degli uomini. Egli  stesso determina per se' e per gli altri cosa sia onorevole, che cosa è utile e ben fatto. E' chiaro che un individuo rozzo, incivile, non educato ai nobili principi lo intenderà nel modo più rozzo. "
 Mi è capitato di essermi scandalizzata . Di aver detto: " Ma possibile che non vedete? "
Credo  proprio che non vedevano.
Perchè  in quelle azioni non c'era la cultura al sociale, perchè c'era solo la spinta alla personale visibilità ed anche una inconsapevolezza della vita pura dove davvero chi è debole non deve essere "graziato" , ma deve avere il diritto ad una vita di dignità e di rispetto e chi governa non ha il privilegio di decidere, ma il "dovere"  di agire. Tutto il resto non mi interessa. Sono francamente stanca.
Voi pensate che stia  farneticando.
Ma credo anche che i danni della gestione  politica sia tutta qua: nel " non vedere" nel " non immaginare" una società con altri principi che non siano di " elargizioni del potente verso il debole,  che non sia di distanza siderale tra le genti. Che invece  sia di partecipazione reale, di ascolto reale, di mani negli steccati , di attenzione irreprensibile.  . La politica senza la modulazione della virtù è solo merda. Neppure la competenza è sufficiente. Chi sa organizzarsi in piani di azioni sa anche essere un ladro provetto se è privo  del richiamo della virtù che lo guida alla purezza dell'azione ed alla forza della verità.
Vi invito a non raccontarci di voi e di quanto siete stanchi e di quanto eravate carini da bambini  che tanto   noi ce ne freghiamo. Imparate ad ascoltare noi che soffriamo , del territorio che attende azioni, provvedimenti e soluzioni.
Carta straccia quella che non informa , ma incensa, quella che non comunica ma promuove .

domenica 2 giugno 2013

CONCORSO PER TITOLI , ESAMI ( ED ATTITUDINI )




Scrivo un po’ avvilita, devo confessarlo.
Non riesco più ad accendere il televisore.
Sento la nostra Italia così indifesa e violata  da farmela amare più che mai.
La politica mi inquieta.
Abbiamo avuto i cosidetti “ saggi” che per un bel po’ di tempo hanno lavorato a cosa  non l'abbiamo ancora capito e quindi ancora il governo Letta che da un bel po’ di mesi sta lavorando a cosa ancora non si capisce  e ripropone ancora una ulteriore  sfilata di vecchi saggi.  


 Ci si aspettava una nuova legge elettorale, una riforma vera che potesse rimediare ai danni della Legge Fornero che ha portato maggiore precarietà chiamandola flessibilità. Invece no.
Si gingillano con la nuova idea del presidenzialismo come fosse il primo problema che gli italiani si stavano ponendo tutte le mattine con il caffè.  Infatti ci chiedevamo " Ma quando lo faranno mai queste norme per poter votare il presidente della repubblica? Non vediamo l’ora."  Mica ci chiediamo se i nostri figli (  magari laureati ed oltre)  troveranno lavoro, macchè. Noi si pensa sempre a questa storia del presidenzialismo. 

Nel mio piccolo sono avvilita.

La classe politica non ascolta il bisogno delle persone e quindi non può rispondere.

Vi sono persone, lo abbiamo ripetuto non so quanto ,  senza più stipendio,  senza casa, i nostri ragazzi senza un futuro è vero, sono  protetti e tutelati va bene, da noi genitori.
 Il punto è che si è interrotto , ed ora è più evidente che mai, il dialogo con chi ci amministra.

Ma questo non ci giustificherà ugualmente se seguiremo facili guru della comunicazione di massa solo perchè sanno far battute e poi ormai neppure troppo divertenti....

Non abbiamo già  creduto più di una volta  nell’uomo forte e miracoloso?

Non abbiamo forse constatato che l’incompetenza non alberga solo nella cosidetta casta, ma anche putroppo nei volti e negli atteggiamenti di persone scelte senza alcuna selezione se non la fedeltà cieca ai dogmi mai discussi e mai votati, ma appresi come tavole della legge?

Lo Stato è nostro. La città è nostra. Io non accetto che si insultino le istituzioni che sono altro da coloro che li rappresentano. Sono stanca del vituperio e le fanculate che si registrano ogni qualvolta qualcuno esprime una opinione diversa dagli altri. E questo ormai capita sia nelle tivvù che nel web dove sembra assolutamente ininfluente il fatto di non essere competente sull’argomento per avere il diritto di sproloquiare sia che si tratti dell’omicidio di Rossi Maria sia che si tratti della costruzione di un ponte levatoio.

E’ chiaro ormai che l’ex comico genovese, affatto esperto in gestione della pubblica amministrazione, vuole decidere insieme a Casaleggio su cosa devono dire e fare i loro adepti . E questo si respira ad ogni loro intervento in video quando pare davvero che stiano recitando un copione a soggetto senza alcuna inflessione di voce o di incertezza che possa dare il grado di una elaborazione mentale sentita e ragionata.
Certamente  la loro presenza è nata da una reale necessità di cambiamento ma ,  rendiamoci conto che non sono i titolari della speranza di una nuova politica,  della lotta alle speculazioni ed ai ladrocinii e che non abbiamo  bisogno, per portare alla luce un vero cambiamento, dell’ennesimo guru che non si può contraddire .

Vorrei che infine riuscissimo a convincerci che il lavoro migliore è il lavoro di squadra, che le cose cambieranno quando ci sarà  una reale selezione della classe dirigente e che la competenza non è rappresentata solo dal fatidico pezzo di carta col titolo dottore ( per riparare il lavandino che me ne faccio di un dottore?) ma della reale capacità, conoscenza, esperienza e disponibilità al confronto e alla  concertazione  che ci tenga lontani dalla deriva dei pensieri unici ed univoci.

Se amministrassi una città vorrei al mio fianco, per esempio nel settore delle manifestazioni, un settore che conosco bene,  una persona che abbia lavorato nel campo degli eventi, che ne abbia realizzati di successo, in grado di lavorare in gruppo senza l’arroganza ed il pressapochismo di chi non si è mai sporcato le mani e non sa davvero ( non per cattiveria, ma proprio per ignoranza)  che da soli non si costruisce nulla . o PEGGIO.
Insomma sarebbe il massimo un bel concorso per titoli , esami ed attitudini per potersi occupare della cosa pubblica.

lunedì 20 maggio 2013

TIPO / LOGIA DI UN GENERE MOLESTO








Avete presente  quelli sfaccendati , che  se ne stavano ore a guardare i lavori in corso, appoggiati alla ringhiera di sicurezza commentando ad alta voce i lavori cercando di dare consigli superflui su cose di cui  non avevano affatto competenza?

Quei tipi Lì , purtroppo, ci sono ancora. Vestono altri panni , forti di ruoli assunti quasi per caso e fortuitamente , ma  sempre di quel genere di persone  si tratta.

Questi tipi , infiocchettati a festa per  una di quelle strane  vicende della storia che  ha dato loro visibilità  ,  hanno conservato,  in ogni caso,  la mentalità sorda e  chiassosa da bar di  piccolo paese, pronti  a consumare il loro  tempo su face book, social network oramai trasformatosi in piazza di paese ( ricordano un po'  Totò e Peppino, simpatiche ( loro)  figure di contadini in una grande città, i quali, trovandosi in Piazza Duomo a Milano: “…questa è la piazza principale, prima o poi di qui dovrà passare…”). 

Ticchettano da ogni dove : attraverso i  telefonini super accessoriati , oppure sfaccendati su  qualche bancone deserto, od ancora passeggiando per le vie senza mai perdere il contatto col web come se  fare ciò significasse essere socialmente  utili.

Lo svago maggiore  di questo tipo è la critica  pelosa,  la frase faziosa e punto coraggiosa che gli permette di dire senza giustificare od argomentare, che gli permette di tirar merda senza di fatto apparire ostile , ma quasi col puntiglio di quello che sa , che potrebbe sapere e che non dice ma solo per misericordia.

Qualcuno tra i più distratti non si avvede che oltre la polemica fatua, quasi capricciosa non si individua un percorso mentale che possa spiegare la sua posizione. Sono  esternazioni stizzose,  a volte interrogativi molesti ed ingiuriosi che negano da subito  l'incontro ed il confronto. 
Alcuni  si trovano disarmati  nel ricevere queste  frasi bambinesche ma perfide e stanno anche a chiedersi il perchè di tutto questo. 

Io no, ve  lo dico. 
 Io li riconosco. Io li conosco. 
E non credano i tipi e “ le tipe” che occupano il loro tempo a schiacciare il pollice opponibile ( benchè ,  per il resto,  somiglino più a dei primati ) che la gente non li abbia smascherati. 
Le persone di una comunità hanno la memoria lunga e la sagacia di chi non ha potere. 

 Che ballonzolino pure  per le strade cittadine in coppia o singolarmente ormai sono  individuabili:  incompetenti, arroganti e millantatori . 
Criticano ciò che non sanno fare, fanno male ciò che devono fare  e  si piacciono  l’un l’altro da morire,  perché gli altri sono troppo occupati a vivere ed a lavorare  per poterli  CONSIDERARE e disprezzare come meritano.