mercoledì 15 agosto 2012

DIVERSAMENTE VIVA




E' questo.
 Un giorno, avevo otto anni,  ho cominciato a prendere coscienza della presenza costante di  una irrimediabile  assimetria  tra ogni mia percezione e quella  raccontata in modo disinvolto da tutti gli altri. Ma,  ancora meglio,  sembrava  quasi io fossi l'interprete bizzarra di un linguaggio di cui avevo imparato perfettamente  la sintassi senza apprenderne  il senso reale.
 Ero io in terra straniera? 
Da bimba ero convinta di avere sbagliato strada, d'avere perso l'indicazione , d'essermi distratta, attardata tra i cespugli e le rose dimenticando le indicazioni per giungere alla meta.
Ora no. 
La terra rimane straniera, ma non me ne faccio un cruccio. Non dipende da me  ma dalla natura atipica  del pensiero che mi costruisce e mi rinnova.
Non mi chiedo più   quale sia la vera identità del mondo. 
Spesso dimentico questo dislivello ed allora  soffro nel vedere tutto piccolo, distante inafferabile, inadeguato all'occasione , indegno del mio palpito , della mia emozione.
 Tutto mi  appare discordante  e lo sguardo non lo percepisce affatto.  Lo rifugge , lo dimentica , non lo riconosce. Per questo lo odia, lo minaccia, lo tradisce. Lo abbandona. Lo  crede colpevole.  Ma non è il mondo colpevole. 
Non  è colpa neppure  del  luogo, Non è colpa del tempo. Non è colpa della cosa piccola e sventurata nè del mio strano temperamento.
 Quando sono nei miei momenti migliori non faccio altro che prendere consapevolezza di  questa differenza dolorosa e, come vi fosse davanti a me  un cristallo trasparente ma infrangibile,  rimango ad osservare il mondo lontano e straniero con una specie di indulgente malinconia che alla fine mi permette se non di comprenderlo, almeno di  amarlo. 
E Stasera è uno di quei momenti fantastici

martedì 7 agosto 2012

IO ME NE ANDRO' IN JAMAICA L'OTTO DI AGOSTO


Non tutti amano viaggiare. Molti stanno fermi convinti di rappresentare un qualcosa in un luogo specifico.  Non tutti amano lasciare la casa familiare, la via  del proprio paese.
Perchè il viaggio è una rivoluzione. 
Ti sposti e la tua identità si rinnova. Tu non sei la moglie di Mario Rossi. Tu non sei più l'avvocato Bianchi . Tu sei un uomo sradicato. Perchè il proprio ruolo si costruisce nell'incontro con l'altro, nella consuetudine dello spazio che dividi con l'alterità e si compone ogni volta che l'altro è altro. 
 Io già mi immagino cosa sarebbero certe madame senza l'appoggio del luogo e del ruolo che le identifica . Perchè solo attraverso il viaggio noi sfidiamo la nostra capacità di perderci e riconquistarci ogni giorno. 
Ogni luogo mi appartiene . Ogni uomo mi appartiene.
In questo consiste il viaggio: in un movimento eroico attraverso il mistero che è il mondo fuori e dentro di me. Solo chi compie questo viaggio allora realizza il suo disegno. 


Io me ne andro' in giamaica l'otto di agosto e vado con un volo charter perche' in nave non c'era piu' posto tanto che fa se arrivo a kingston un po' piu' presto cosa faro' oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh io non lo so oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh so solo che l'importante per ora e' scappare via via il piu' lontano possibile.......






domenica 5 agosto 2012

LA VITA E' UNA DOCCIA A GETTONI


Le ferie sono, per me, il periodo di massimo fervore cerebrale. 
Ossia il  mio cervello opera  a pieno regime in modo autonomo ed affatto ozioso. Questo lavorio sottile ma inarrestabile e, devo dire, intenso mi sta liberando a poco a poco di una serie di pensieri/ spazzatura che si aggiravano a mulinello sulla mia testa.              
Il demone ha ripreso l'effettivo controllo del mio corpo e lo asseconda nei suoi vizi più infantili e primari. 
Niente di ciò che state ipotizzando voi, miei porcellosi lettori:  si tratta invece di vizi culinari del genere cioccolatoso e cremoso od ancora di genere ittico come per esempio : spaghetti alle vongole e frutti di mare, bagnetto di sgombri e tonnetti al sugo piccante ed ancora calamari  affogati nel loro intingolo succulento.  
Nel campeggio, dove abbiamo fatto sosta ultimamente,  la quantità d'acqua a disposizione del cliente è regolata da dei chips  che si ritirano al momento dell'arrivo  e si usano durante tutto il soggiorno nel campeggio medesimo. Ora , questa cosa dei chips, che potrebbe essere una cosa carina, alla fine risulta avere i suoi inconvenienti. Innanzitutto i chips  si possono perdere facilmente, essendo piccoli e leggerissimi e poi hanno una cauzione abbastanza elevata che ti costringe a pensare a loro più del dovuto. ma la cosa più illuminate è stata questa che andrò qui di seguito a narrarvi. 
Al tramonto di questa giornata,  mi sono recata al reparto docce  col mio bell'accappatoio ed il mio inseparabile chip. Ho inserito il chip nell'apposito fessura  che avrebbe caricato la giusta quantità di acqua ed eccomi pronta a prendere la mia doccia purificatrice. 
Mi insapono velocissima perchè ho sempre paura di finire l'acqua prima  di potermi liberare del sapone , poi mi sciacquo perfettamente ed infine sto lì  beata in piedi a prendermi  sul corpo e sul viso la refrigerante acqua che scorreva dolce e leggera nella pelle infuocata dal sole.  
Mentre sono lì convinta d'aver compiuto perfettamente il mio compito di pulizia ecco che guardando in basso  mi accorgo di aver dimenticato di togliere la sabbia dai piedi.                
 In fretta cerco di insaponarmi  le estremità quando ecco che  all'improvviso l'acqua si interrompe in modo secco e inequivocabile.
 Rimango inerte e mortificata ad osservarmi i piedi insaponati e insabbiati dopo che avevo  oziato per tanto  tempo dentro la cabina della doccia. E questo, che lo crediate o no, mi ha dato da pensare.
 Che la vita è proprio come una doccia a gettoni : in certi momenti ti pare d'averne talmente  a sufficienza tanto da farti  rimanere sfaccendato a guardarti intorno  fino a che all'improvviso ti devi mettere a correre per rimediare con  il tempo che ti rimane.
Tempo decisamente insufficiente.