L'Italia segue attonita il susseguirsi di vicende di malaffare che coinvolgono ora questo, ora l'altro partito.
E' la volta della Lega che vede la compromissione del vertice del suo partito.
Casini dice: " La corruzione pesa sull'immagine dell'Italia" illudendosi , di poter essere lui l'immagine che riscatta un paese nel fango. Si dimentica d'essere stato il primo a garantire per Cuffaro dichiarando che: " Sarò io il primo a dimettermi se mai si scoprisse qualcosa di illecito su di lui."
Lo stesso fa Bersani che si smarca da queste ultime rivelazioni con dichiarazioni di dissenso e di sdegno.
Ma non è troppo lontano il tempo che ha visto il PD inverosibilmente ignaro dell'utilizzo illecito dei suoi introiti da parte del piddino Lusi. E' ancora impresso nelle nostre menti quando faceva la corte a Bossi definendolo" , leader “carismatico e d’intuito”, politico un po’ ruvido ma verace. Non illudiamoci che siano questione di singole persone :è un sistema ormai che coinvolge troppe persone per pensare solo ad iniziative illegali individuali.
E il popolo italiano che pensa?
Circondato com'è dal malaffare, colpito a morte non solo economicamente ma nelle proprie passioni ideologiche, nelle proprie speranze di riscatto morale attraverso dei politici che ancora una volta ci hanno tradito, sbeffeggiato, disilluso e infangato, il popolo italiano è immobile.
Penso a tutti i militanti della Lega, onesti, laboriosi, sinceri fiduciosi. Penso ai tutti i simpatizzanti e sostenitori del centro sinistra che si ostinano a lavorare, a credere e a fidarsi del PD come di un padre che invece ti abbandona e ti sfrutta.
Qui non si tratta più di quello o di quell'altro politico corrotto: qui si tratta di una intera squadra ai vertici che lavora nella disonestà .
Le cifre riferite dal Procuratore dei Conti relative alla corruzione sono cifre da capogiro:
La corruzione in Italia ci spazza via dal bilancio nazionale ben 60 miliardi di Euro l'anno.
Al dì della presentazione della così decantata riforma del lavoro una ditta italiana Danieli ( colosso della siderurgia italiana) annuncia di volersi trasferire in Serbia e non a causa dell'art 18, che tra l'altro la riforma ha modificato permettendo una flessibilità maggiore in uscita, ma a causa della burocrazia, del malaffare che imperversa in Italia.
Gli investitori stranieri non vengono trattenuti dall' impiantare aziende in Italia, come si è detto, soltanto dalla rigidità del lavoro.
I problemi sono davvero numerosi, incrostati nella società nazionale da quasi un secolo.
Fanno paura la mafia, la ' ndrangheta, la camorra che presidiano quattro regioni con una rappresentanza ovunque e compaiono poco nel dibattito quotidiano. Distolgono dall' operare qui da noi la burocrazia, spesso ancora ottocentesca, le ferrovie che non funzionano, la posta che non arriva, altri servizi pubblici inefficienti. E poi la corruzione, il gran problema. Dilaga in mille rivoli.
I risultati sono desolanti. L' Italia è al 69° posto nel mondo. Secondo la Banca mondiale, il nostro è tra i cinque Paesi con «la più bassa qualità di amministrazione». Transparency International costruisce la sua indagine mettendo a raffronto teoria legislativa e pratica corrente. Al settore pubblico, per esempio, è garantita (voto 50 su 100) un' astratta indipendenza. Ma la realtà è diversa: il nepotismo, la corruzione che favorisce le carriere, le assunzioni .
Il settore più a rischio è quello degli appalti. Nonostante le numerose riforme, il sistema italiano degli appalti pubblici è «a rischio di collusione, corruzione e rinegoziazioni successive». Il giudizio è della Banca d' Italia.
Attendere che sia la squadra che ha fatto lievitare la corruzione , la stessa che la farà cessare sembra a questo punto una idea a dir poco infantile. Per quanto mi riguarda l'amarezza è tanta e le speranze di rifondare un nuovo Stato su basi di onestà e di trasparenza sono assai minime.
Servirebbe un cambiamento radicale di regole e di uomini. Solo in questo modo potrà esserci un vero cambiamento.