mercoledì 8 febbraio 2012

LO SPREAD DA SOLO NON BASTA


In questi giorni non sono in ufficio. Amareggiata e demoralizzata dall'inconcludenza a cui  sono costretta ad assistere eccomi anche alle prese con  i messaggi che il mio corpo mi trasmette. Sto male. O meglio. il mio corpo soffre ed io sono costretta ad occuparmi di lui. Malvolentieri, lo ammetto. Ma che  altra scelta abbiamo se non  prenderci cura di  questa carne pulsante  che ci permette di  essere immaginazione e spirito?
Eh, l'eterna  dicotomia che ci dilania ! ed intanto non ho più pensieri se non di disfatta e rinuncia, se non di rassegnazione e sacrificio. Buone notizie, insomma per chi giunge in questo spazio  con l'intento di stampare foglietti cospiratori. Niente da fare qui, in questo senso. Fanculo,
per adesso.


martedì 7 febbraio 2012

CITTA' DI VALENZA : L'ATTIVITA' ORAFA A VALENZA

IL MINISTRO FORNERO ED IL FALSO PROBLEMA DELL'ART. 18


Dopo la prima apparizione  che la vide talmente emozionata dalle telecamere e dalla notorietà improvvisa da farla lacrimare ( non si illudano le genti dando significati sentimentali al suo pianto) , archiviata l'operazione che si svolge tutta sulle spalle delle fasce più deboli, pensate che, il Ministro Fornero si sia messa a lavorare non so , cercando di attivare una politica atta alla vendita del patrimonio pubblico o sul contenimento dei costi della politica ? Oppure , ancora , a cercare di limitare il potere delle banche , corresponsabili della crisi che ci sta devastando?  Macchè.. il ministro Fornero subito si mette a parlare dell'art. 18.                                                                                                            
Dapprima parte in sordina, come si trattase di piccole divagazioni in una conversazione di salotto tra una tartina e l'altra, poi  con sempre più energia sino a declamare   contro i giovani tacciandoli di mammismo e poca iniziativa, invitandoli  a viaggiare e  a trovarsi un lavoro lontano da casa ( come fosse facile) perchè, secondo  il Ministro,  i giovani d'oggi vogliono stare vicino a mammà.   E' sorprendente come il Ministro Fornero, che pur dovrebbe prima di parlare avere un chiaro quadro della situazione, si muova in esternazioni simili a quelle che si svolgono sul social network e forse anche peggio.                                                                                                                                                                                                                        Eppure dovrebbe rendersi conto che le sue parole, poichè è un  Ministro, hanno un peso enorme in questo momento .                                                                                                                                         .          Allora si informi il ministro.                                                                                                                           Si informi. Si rivolga all'ISTAT per conoscere il numero di disoccupati  e dei precari . Bene :  in Italia abbiamo 3,31 milioni di lavoratori precari . A causa della Legge n° 30   e soprattutto dopo il Decreto 726 che impose   tantissime forme di lavoro  che hanno  ancora di più  incancrenito il precariato in Italia. Abbiamo , poi, 2 milioni di  giovani che non  vanno né a lavorare né a studiare.  E quanti, invece, studiano anche per non stare con le mani in mano dato che questo sarebbe il loro destino? Allora:  il Ministro, invece di declamare a casaccio contro l'art. 18 o contro il lavoro fisso cerchi di andare alla fonte del problema che non  è costituita  sicuramente dalla presenza dell'art. 18 o dal lavoro fisso. Il lavoro precario che qualità di lavoro esprime?  Sapendo di essere lasciato a casa dopo un sei mesi  quanto impegno di mettereste nell'apprendere  un'abilità precisa?  Faccio solo un esempio pratico:  l'attività artigianale più diffusa nella nostra città è la lavorazione dell'oro. Fino a qualche anno fa era un'attività fiorente e prosperosa. Ma i titolari di fabbrica non assumevano ragazzi che non  volessero impegnarsi nell'apprendere questo mestiere, che non intendessero occuparsi profondamente ed indefinitivamente  di questa attività.                                                                          

Perchè per diventare bravi orafi ci volevano anni e un artigiano era anche disposto ad insegnare per mesi il lavoro ad un ragazzo volentoroso e con il progetto di  diventare orafo.                                                                                                                                                                                                               Il Ministro Fornero è fuori dal mondo della gente comune. Sua figlia da anni ha un lavoro fisso presso l'Università dove lavora suo padre ed un secondo lavoro in un'altra università.  Un lavoro fisso. Insomma. Non conosce la Fornero, le difficoltà di un ragazzo che non ha il padre professore universitario, notaio, farmacista. E se vuole intervenire nel lavoro è da lì che dovrebbe cominciare a ragionare. cambiare il sistema dalla radice, dalle corporazioni, dai privilegi  e non dal basso anche se è più semplice.  In Francia, dove la disoccupazione non è ai nostri livelli hanno   diminuito il numero di disoccupati non licenziando o permettendo di far licenziare nelle fabbriche ( qual'è il vantaggio? ) ma riducendo l'orario di lavoro senza diminuire i posti di lavoro. Per rilanciare il lavoro c'è bisogno di maggior quantità di persone e quindi  evitare di  ragionare sui licenziamenti o dileggiando i più deboli che sono i ragazzi, i pensionati e, non dimentichiamo, tutti i cinquantenni che la crisi ha lasciato a casa.



giovedì 2 febbraio 2012

DIRIGENTE DI UN ENTE PUBBLICO CONDANNATO PER MOBBING



Il capo che stressa in continuazione il dipendente, con un ''continuo e pressante stillicidio finalizzato a sminuirne le capacità professionali', lo deve risarcire per i danni patiti
Parola di Cassazione che invita i capi irascibili a mettere mano ai ''freni inibitori'' in ufficio, diversamente dovranno rimborsare il lavoratore che a causa delle vessazioni ha subito uno ''stress emotivo''.In questo modo la quarta sezione penale (sentenza 23923), pur dichiarando l'intervenuta prescrizione del reato, ha confermato che Luigi D. M., funzionario dirigente della pretura di Imperia, dovrà risarcire un'operatrice amministrativa che lavorava presso il suo ufficio, Rita C.,per lo "stato ansioso depressivo con tachicardia in stress emotivo" causato dalle continue vessazioni in ufficio.

Come ricostruisce la sentenza di Piazza Cavour, Luigi D. M., in sostituzione di una funzionaria in congedo per maternità, per cinque mesi dal novembre '98 al 4 maggio '99, aveva svolto le funzioni di dirigente della Pretura di Imperia e, come tale, dava ordini alla operatrice amministrativa Rita C. 
Il fatto è, sottolinea ancora la sentenza della Cassazione, che l'uomo in quei cinque mesi aveva preso a vessare l'impiegata offendendone l'onore e il decoro e dicendole: ''Lei è una falsa, non finisce qui, gliela farò pagare... E' un'irresponsabile, non si vergogna''.

Risultato, Rita certificato medico alla mano, era stata costretta a prendere sette giorni di riposo e cura e successivamente altri 15 giorni per ''stress emotivo'' causato dalle continue vessazioni del dirigente. Immediata la denuncia dell'impiegata e la condanna di Luigi D. M. a 20 giorni di reclusione (pena sospesa con la condizionale) nonché al risarcimento dei danni in favore della donna. 
Sanzione inflitta dal Tribunale di Imperia il 15 dicembre 2003 e convalidata dalla Corte d'Appello di Genova il 30 novembre 2005.

Il dirigente, ricorrendo in Cassazione, si è salvato soltanto per quel che riguarda la condanna penale essendo maturata nel frattempo la prescrizione del reato. Tuttavia il dirigente dovrà risarcire la sua dipendente per lo stato di stress causato dal mobbing anche perché, come sottoscrive la Suprema Corte, ''appare di intuitiva evidenza che, sotto il profilo della prevedibilità, quel comportamento addebitato'' al capo ''potesse sfociare nelle conseguenze lesive lamentate.  Tra i doveri di un Dirigente vi è infatti quello di  mantenere il benessere dei suoi dipendenti  durante l'orario di lavoro e di gestire ossia appianare i conflitti