lunedì 3 ottobre 2011

LA MORTE NON E' NIENTE


E' qui. Incombente e  quasi padrona dello spazio che occupo.

 In questi giorni ho camminato , o meglio ho smaniato nei corridoi e nelle strade  della città sempre accompagnata  dal pensiero di lei, ma più che un pensiero era un peso fatto di carne ed ossa che mi apparteneva  tanto che ero io, alla fine, che  significavo IL TEMPO finito,  ero io che  pesavo sull'esistenza come un miraggio mai nato.
Ho smesso di protestare  per le cose che non andavano. Chi ero io per  permettermi di  adeguare il flusso disordinato degli eventi  e   porli al centro di una vita transitoria e quindi dubbia e avventata?
Ho camminato a lungo, dunque,  ma la strada non portava da nessuna parte. Tornavo indietro , alla fine,   perduta nell'equivoco e sopraffatta dall'ansia di avere consumato un sentiero senza destinazione.
Con l'auto , poi, pareva ancora più semplice esaurire   il tempo che scandiva l'asfalto sotto le ruote.  Andavo, andavo portandomi dietro senza rimedio la condanna cucita addosso.
Ed intorno a me il calore generoso della rinnovata estate struggente e miracolosa s'appoggiava sul cofano dell'auto in corsa per rallentare e soccorrermi ed io invece, no, no, non volevo , perchè dovevo capire la fine maligna  di un VIAGGIO   ingenuo e perverso , infine, perchè pieno di illusioni e disperazioni.
Tornando.... 
tornando da quelle divagazioni dolorose ritrovavo i luoghi familiari ed allora realizzavo istintivamente  che sarebbe stato lì, nell'abbraccio inerte ma armonioso  del mondo, che avrei dovuto accogliere quell'avventura definitiva.

giovedì 29 settembre 2011

IN MEMORIA di PAOLA SCAGLIONE





Quando muore una persona,  qualsiasi cosa si dica diventa patetica e  inutile. Perchè non può chiarire il senso di disorientamento e di  dolore che  causa l'accadimento.
Quando muore una persona, al di là del mistero terrificante che accompagna l'evento,  è come se  la stessa mano maligna ti sottraesse una parte dei tuoi anni ormai monchi di quegli episodi che appartenevano a te e a lei,  ossia  a quella persona che è scomparsa.   
Ecco,  " scomparsa" è il termine che meglio identifica l'assenza oscura, la notizia devastante che non si può controllare, che non puoi pianificare.
 E' altro dalla malattia e dal lungo calvario della sofferenza fisica che rimane, pur nel martirio,  vibrante e vitale.
Oh, è vero che la morte ci accompagna ogni istante, che fa parte di noi e incombe come  destinazione inevitabile, ma rimane sempre al margine della strada e pare non ci debba mai incrociare: è qualcosa che appartiene ad altri, agli sconosciuti viandanti che appunto come esseri separati e stranieri, possono  avere caratteristiche che non ci interessano e non ci feriscono mai. Che non possono interferire coi nostri piani strabilianti.
Invece la morte  é lì per noi, soprattutto per noi anche se muta e trasparente.  E' parte integrante delle tue storie. Si appropria della  tua speranza  di  ritornare indietro.   Perchè se la vita scorre, come si dice, tu ti illudi sempre di poterti voltare all'improvviso e riprendere vecchi discorsi o vecchie abitudini ,di riprendere a scherzare con gli altri come facevi qualche tempo fa e a sorridere su questioni che una volta ti davano gioia. In tutto questo, la presenza delle  persone con cui dividi ed hai condiviso la vita è essenziale. 
Senza di loro nulla può ritornare ed il ricordo è solo un racconto immaginato.  
Diventa un sogno pauroso e la memoria  si trasforma in un inganno di una mente ormai mutilata.
La morte mi ha portato via una cara persona con cui ho diviso dieci anni di ufficio.
Quegli anni sono finiti. 
Scacciati dalla storia, irrimediabilmente. Chissà dove sarai, cara, Paola. Chissà  dove sono finite  le nostre  lunghe conversazioni  nei momenti della colazione e quei guizzi improvvisi di ingegno  giocoso che accompagnavano i tuoi sguardi ed il tuo cuore! E' così che si muore? Portando via pezzetti di anima di chi ha vissuto con noi?

sabato 24 settembre 2011

E' QUI LA FESTA?




Insomma, C'è STATA  un'altra serata andata deserta  fatta eccezione per gli amici e parenti della protagonista, che aveva , per l'occasione, imbandito la tavola di dolcetti e vino, così, alla buona,  per un rinfresco tra amici.
Erano presenti , dunque, una decina di persone più quelli stipendiati che bene o male ci dovevano stare  e le luci,  i microfoni , l'impianto,  la stampa dei manifesti, la pulizia finale e quant'altro per allietare una festa che aveva tutta l'aria di essere privata con  la  presenza della madre, la sorella il marito della sorella , il cugino primo e consorte,l 'amico  della zia della cognata.
Tanto per la cronaca , ad una festa di compleanno, a casa mia, c'era venuta più gente ma tant'è...non c'è nulla da dire....  lui si ostina a farle lì le sue  festicciole, lì proprio nel loco che considera casa sua ed invece non lo è affatto casa sua . E' altro  : è invece casa  di  quel che si  definisce sovrano: il cittadino.
Sento che qualcuno prima o poi sarà costretto a dirglielo, o cominceremo davvero  a realizzare  tutte  le nostre liason in questo luogo:
Quando, finalmente  giungerà quel giorno tanto atteso,   spero che lui dismetterà i panni del signorotto di campagna, quello  che riceve gli ospiti  nel Palazzo storico della città e fa il padrone di casa anche inadeguato, anche disorientato anche arrogante e misogino, insomma quel che è sempre stato ; però ora con la crisi  tutto pesa molto di più.
Quando ,dunque, cercherai di pensarla in maniera meno personalistica per quanto riguarda gli interessi della comunità, bella stella d'oro? O meglio ancora: quando comincerai a pensare?
Non è più la stagione di riservare il salottino per pochi intimi,  come t'avevano abituato  i tuoi protettori, dove tu puoi sciorinare la paginetta di scolaro mediocre alle sedie vuote davanti a te,   ma invece è urgente  ragionare in termini di interesse della collettività,  e coinvolgere tutte le forze sociali e culturali presenti nel paese  e cominciare a porsi il problema   di cosa la comunità chiede, cosa vuole sapere , cosa più le preme in questo momento storico   ed  è un'altra cosa da quella che presenti n modo così estemporaneo  tenendo fuori tutti e tutto dal tuo orticello senza  insalata da raccogliere nè semi da innaffiare.
Dov'erano le associazioni culturali e sociali coinvolte? Dov'erano i rappresentanti cittadini ? In altro luogo dove la cosa pubblica si respira e si  gestisce.Non da te dove ancora  marchi a fuoco i cavalli con la falce ed il martello tanto per stabilirne la proprietà privatissima.

( Sì, LO SO, I MIEI POST  STANNO DIVENTANDO SEMPRE PIU' SCADENTI, MA COME SI FA? A  METTER LE MANI NEL FANGO CI SI SPORCA PER FORZA LE MANI) 

venerdì 23 settembre 2011

IL DI - RETTO - RE ( AL DIRETUR )





COL GIACCONE LARGO E STINTO / FA L’INTELLETTUALE FINTO /  

 PERCHE’ NOI CHE LO SAPPIAMO /     GIA’ DA UN PO’ NON CI ILLUDIAMO /

QUACHEDUNO ANCOR CI CREDE / E’ IL MISTERO DELLA FEDE   /

CERTO  LUI  DI QUALITA’ /A CERCARLE,  NON NE HA

SI DECLAMA DIRETTORE /  E'   UNA LAUREA AD HONOREM? /

 PIEGA IL CAPO COI POTENTI / GIRA  DOVE VANNO I VENTI /  

  PERCHE’ ALTRO NON SA FARE / NON SA SCRIVERE O STUDIARE /   

DI PROGETTI NON NE FA /    DI LAMENTI IN QUANTITA’ /

SCRIVE LETTERE INQUIETANTI /   PARLA MALE DEGLI ASTANTI /  

SOFFRE DI INFERIORITA’ /      DI ARROGANZA MORIRA’ /  

ORGANIZZA POCHE COSE / E SON TUTTE ASSAI NOIOSE

CHIUSO DENTRO LA SUA  TANA / PASSA   LI'  LA  SETTIMANA

ESCE POI DALLO STANZONE/ SOL PER CHIUDERE IL PORTONE

DA UN PO' NOIA IL SUO AMBULARE /  E SOVENTE IL SUO BELARE

 MA FINCHE’ SI TROVA QUA / ALTRA SCELTA NON CI DA/

CANZONARLO A TUTTE L’ORE   /   VIVA VIVA IL DIRETTORE!!!