lunedì 21 marzo 2011

LA QUERCIA E L'AMORE ( con la O)



E' così: il demone per quanto malevolo e perfido aveva in se' una eccitazione vitale e dinamica. 
Mi  ha  trascinato in avventurose dolorose, eppure  appassionate e fruttuose. Ora è stato defenestrato da una misteriosa presenza , docile e determinata che s'è sviluppata come Quercia  dai lunghi rami e radici profonde. Si è levata all'improvviso  ed ha squarciato la terra per  ergersi alta e fiera verso il cielo. 
Dico : " All'improvviso" ma probabilmente era da anni che stava lavorando, quale  seme fervido e vitale, nella profondità delle mie viscere.  Ha esteso le sue radici con  dolce lentezza. Ha issato il suo tronco forte e morbido. Non ha interferito  nelle azioni allucinate di questi anni. Ha atteso pazientemente e senza ansia. Così che mi sono ritrovata con questo nuovo elemento di me che ormai mi nutre e mi governa senza sforzo.
Non ha la veemenza del demone nè la sua vivacità primordiale. Non ha neppure i suoi sentimenti  vibranti. Anzi, non ha quasi sentimenti. Rimane  immobile e non  si tormenta mai. Non rovescia il capo all'indietro e non si strugge di amore e di dannazione. Ascolta con un senso benevolo di  solidarietà e di comprensione  le trame che  vengono raccontate. E' capace di parole d'amicizia e di confronto, ma senza quelle spinte distruttive che mi avevano sempre dominato.
Lui, il demone,  non si rassegna: ogni tanto mi strattona, piega il capo e sorride  ammaliante , cerca di essere la donna di sempre. Da appuntamenti e numeri di cellulare.  Ma non riesce ad andare.  Le radici avvolgono il suo cuore e la  fronda risponde solo al  vento.  Leggero.

giovedì 17 marzo 2011

QUALE ITALIA ( BENCHE' IL PARLAR SIA INDARNO)

Riflettiamo. Nella nostra vita lavorativa  ci interfacciamo con colleghi di diverso genere. Appena assunti, tutti noi abbiamo dovuto imparare il lavoro, imparare il programma informatico che l'ufficio e/ o l'azienda stava utilizzando e così via. In questo percorso spesso siamo incappati in colleghi che, invece di aiutarci  in questo percorso di adattamento e di addestramento hanno cercato in tutti i modi di rendercelo ancora più difficile,  nascondendo informazioni indispensabili ed anche quelle logistiche come la possibilità di reperire una pratica o  la cancelleria  ecc. ecc. insomma incrementando le criticità anche a scapito del buon funzionamneto di un servizio. Perchè, si sa, prima il collega impara il lavoro , prima risulta più produttivo e utile al servizio. ma a questo tipo di collega non interessa il servizio. Sono forse  questi lavoratori  che investono di tasca propria  sull'attività di quell'azienda e/ o di quell'amministrazione pubblica? No,davvero. Loro, se il servizio deficita, se langue,  possono ben dare la colpa al nuovo funzionario o chissà cos'altro. 
Ma invece , credono, di avere molto da perdere se il collega prende familiarità con le pratiche da gestire. Soprattutto se loro ,  invece , non sono riusciti a fare ed a innovare. più di tanto.  Allora ogni nuova risorsa umana diventa un pericolo. Per questo si adoperano in continue e reiterate azioni di guerriglia amministrativa. 
Cosa fa questo tipo di impiegato precisamente?  Rispondo: Non condivide le informazioni ricevute, trattiene per se' le pratiche, non fa conoscere  i documenti e le normative sino ad arrivare a comportamenti ancorà più deprecabili come  creare tensioni gravi e pesanti all'interno dell'ufficio che non permettano mai un'atmosfera di collaborazione e di serenità necessaria per lavorare  correttamente. Solitamente coloro che fanno così, lo sappiamo, sono persone incapaci  di portare a termine un lavoro in modo   adeguato e  che finora l'hanno scampata grazie ad un sistema di omertà e di malcelata rassegnazione di tutto l'apparato amministrativo che ha permesso il prodigarsi di una stagnazione di risultati e di progetti.
E poi questi, come  boicottano i colleghi capaci, allo stesso  modo ( ossia con determinazione e costanza)  e nello stesso tempo praticano un'opera di lusinghe e adulazioni verso i potenti di turno  per coprirsi le spalle.  ( e purtroppo, sappiamo come siano sensibili i potenti ai cicisbei)    
Ma , guardandomi indietro, chè, nella mia vita ne ho incontrati molti, mi accorgo che questi personaggi, alla fine,  non sono diventati nessuno.  Alcuni sono morti ( uno di  loro è deceduto prematuramente) e gli altri si aggirano, solitari pensionati, nella città . Sono senza amici,  senza un apparato sociale intorno che li protegga e li sostenga moralmente e psicologicamente.   A cosa è convenuto inimicarsi i colleghi?
Io li vedo e sorrido. Perchè  il tempo sta restituendo loro il trattamento che per anni hanno serbato a chi , invece , oggi , cerca di rispettare e vivere con gli altri realizzando che la soddisfazione nel lavoro non ti giunge dai ruoli  prestigiosi ma dalla capacità di fare squadra e di creare un ambiente affettivo e sereno intorno a te. 
Pirla.

mercoledì 16 marzo 2011

I PIACERI ORGASMICI DI UN UOMO SENZA QUALITA'


Cosa vi aspettate di uno che non sa lavorare?
Mi inviterete a specificare cosa non  sa fare. Ve lo dico:
Lui non sa fare nulla.
Ossia: qualsiasi tipo di incarico lo svolge  in modo che pare trascurato, approssimativo, disordinato e respingente.
Esempio: redige un testo? Lo fa senza eseguire una forma attraente,  scrivendo  confusamente e UTILIZZANDO  troppi  giri di parole.
Prepara uno spettacolo? Non viene mai il numero di persone che giustifichi la spesa impegnata ( ovvio che è poco funzionale e dispedioso impegnare una somma, per esempio pari a €  8.000,00 per un evento che interessa solo un 60 persone)
Voi direte: non ci mette impegno. No, su questo vado sul sicuro. Lui ci mette tutta la sua capacità, tutta la sua intelligenza, ma   c'è un ostacolo.
A questo punto sarete curiosissimi. Quale sarà mai questo ostacolo che si contrappone tra lui e il buon risultato di un lavoro? Ve lo dico subito.  L'assenza di capacità intellettive.
Lui Non è intelligente. 
L'intelligenza è un dono. é quantificabile, è verificabile ed è scientificamente valutabile. C'è il famoso Q.I che permette di valutare il grado di intelligenza che  si ha.
Lui, quella cosa lì, quando la distribuivano, era in bagno.  Così che il suo quoziente intellettivo è bassissimo. Perchè fargliene una colpa? . No, non sono così crudele, cosa credete? A me dispiace che lui sia poco intelligente. Ma quel poco in un ente pubblico sarebbe potuto bastare. Si sarebbe potuto mettere in un angolino,  concentrare la sua attenzione su una precisa attività e magari, col tempo, con lo stimolo necessario, avrebbe potuto almeno riuscire a portare a termine un lavoro in modo almeno dignitoso. 
No.
Perchè quella poca matetia grigia la utilizza per  prestare l'occhio attento e malevolo al lavoro degli altri. Ah gli altri! come diavolo faranno, QUEGLI ALTRI,  a  fare un bollettino  con gli stessi mezzi, con gle stesse risorse utilizzate finora,  definito dai suoi lettori migliore, più chiaro, più comprensibile,  più piacevole da leggere.
Allora che fa? cerca l'errore. Fruga per giorni, dalla mascella serrata e informe drigna i denti, serra le  mandobole. Ed ecco un errore! l'ho visto c'è . L'ho visto!! E soprattutto ha fatto in modo che si potesse verificare, evitando di dare informazioni, confondendo le acque, serbando per se' le più piccole notizie relative alle sue  grigie incombenze. Olpà! Il Signore dovrà sapere, il Signore sarà informato, così magari otterò un avanzamento di grado, oppure un riconoscimento professionale di qualsiasi genere!  
E corre, corre a perdifiato novello Cardinale Richelieu, consigliere  mancato, aspirante serpente, maligno diavolo tentatore  si appresta a rivelare la grossa scoperta.
Penserà il tapino: " ecco,  non so come si possa svolgere un lavoro nel modo migliore, ma posso intralciare il lavoro altrui, posso boicottarlo, deriderlo, inzaccherarlo.  Insomma così ha fatto. Ha bussato alla porta di Lorenzo De' Medici per parlargli di una O di troppo in un testo non da lui redatto.
Stella d'oro.  Me lo sono immaginato tutto intento a  scovare con la lente d'ingrandimento ogni più piccola discrepanza. Almeno  ha passato la giornata.

PS GLI ERRORI CHE TROVATE LI HO LASCIATI APPOSTA . NON SAPETE CHE GIOIA SCORGO SUI SUOI OCCHI QUANDO LI TROVA FATTI DA ME!!!  PARE   IN ORGASMO. !
AH .. Godi, porco. Se non ora , quando?

martedì 15 marzo 2011

LA MANDIBOLA SOTTO SFORZO DEL CORTIGIANO

Ecco come viene definito  un cortigiano  secondo  la citazioni da Paul Henri Thiry d’Holbach (1723 – 1789)  

"La nobile arte del cortigiano, l’oggetto essenziale della sua cura, consiste nel tenersi informato sulle passioni e i vizi del padrone … Gli piacciono le donne? Bisogna procurargliene. E’ devoto? Bisogna diventarlo o fare l’ipocrita. E’ di temperamento ombroso? Bisogna istillargli sospetti riguardo a tutti coloro che lo circondano.”
“ Il cortigiano ben educato deve avere uno stomaco tanto forte da digerire tutti gli affronti che il suo padrone vorrà infliggergli … è necessario un dominio assoluto dei muscoli facciali, al fine di ricevere senza battere ciglio le peggiori mortificazioni. deve mostrarsi arrogante soltanto con chi non gli serve a niente … deve conoscere a memoria il prezzo di tutti quelli che incontra, deve salutare con reverenza la cameriera di una dama in auge, chiacchierare amichevolmente con il portiere o il valletto del ministro, accarezzare il cane dell’alto funzionario, inoltre non gli è permesso di distrarsi un attimo, la vita del cortigiano è un perpetuo impegno.”

  




Citazione di quell'angelo dell'antonella:


Massì , a chi non è toccato d'avere a che fare con un cortigiano? Questi, sentendosi sotto la protezione del padrone si mette a rilasciare autorizzazioni che non gli competono. capace che fa buttare giù un ponte per seguire il suo buon senso. Pensa: " eh ! il padrone mi vuol bene, mi  coprirà"  E combina casini.
Ma il nostro  adulatore  ormai noto  a tutti noi ( che lavoriamo ) non sa d'essere solo uno dei tanti, che ormai  molti , oltre a lui,  stanno posizionando la mascella  in  una smorfia gaudente, che tanti stanno facendo gli inchini  davanti al Signore ed a lungo andare non sarà sufficiente costringere  la dentatura già difettosa, in verità, già un po' troppo  sporgente ,( bella stella )  , allo sforzo continuo di un gorilla addomesticato  perchè  le sue incapacità,  già affacciatesi nelle lunghe e solitarie performance disertate dalla maggioranza dei cittadini , infine saranno evidenti  a tutti e persino il padrone  non sarà più appagato dallo sfrigolio sottile dei suoi strisciamenti, non sarà più distratto dai suoi mugolii di compiacimento appena gli si liscia il pelo,  dovrà rendere conto dei risultati e quelli, povero impiegato incompetente, povero aspirante creativo, progettista mancato, enfant prodige  sempre più enfant e sempre meno prodige, quelli non ci potranno mai essere , oh my darling che spreco di moine , che inutili salamelecchi . Potevi risparmiarteli , và . Non è affatto vero che chi l'adula  la  vince.  Ai tempi  dei grandi cavalieri  chissà se ti avrebbero definito Cuor di Leone. ...O di coglione?
Bon. Quasi una comunicazione di servizio . Ma utile.