lunedì 10 gennaio 2011

TRIPPA PER GATTI


Eccoci all'inizio di una nuova settimana che, parafrasando Guccini , è diversa tutti i giorni e tutti i giorni uguale a se stessa.
Intanto, ringrazio i miei lettori affezionati che non mi lasciano nemmeno di notte, che mi leggono per quasi ventiquattro ore, come testimonia la mia statistica degli ingressi. Certo, non tutti mi leggono perchè mi amano, molti mi leggono per scrivere messaggi scioccherelli, di quelli che fanno intendere di non avere capito un' emerita mazza DEI MIEI POST, ma tant'è.. anche quelli fanno numero: un po' come quando cerchi voti in parlamento: un numero è un numero, niente di più che questo, perchè stare a questionare sul valore intrinseco della persona che lo rappresenta?
Anzi, diciamolo, a me diverte pensare a quell'anonimo che alle tre di stanotte, si prende la briga di commentare sul mio blog con l'intento di dire una cattiveria per farmi arrabbiare , ma non ce la fa perchè,come dice Lucy nel fumetto LINUS: "non è importante che si parli male di me: l'importante è che io sia popolare."
E sono talmente popolare, sembrerebbe, da far compiere operazioni acrobatiche ed alquanto fantasiose per impedirmi di lavorare.
Ed io,ALLORA, dico: " Fai pure, impegnati in questa azione , infine ,mica poi tanto complicata DA REALIZZARE in un ente pubblico, dove lo stipendio non si decurta con il carico di lavoro . "
Ma, se rifletti un tantino, ma solo un poco , credimi che, qualora riuscisse il gioco di mettermi a riposo, tutto ciò non può portare a nulla.
( tranne che a farmi riposare)
L'invidia, come dice Umberto GaLimberti ( che non è un personaggio di farmville, come probabilmente saresti portata a pensare) è un tentativo disperato di salvaguardare la propria identità, minacciata dal confronto con gli altri.
Ma la società purtroppo si regge, in gran parte, sul confronto sociale ed a questo non si pùò sfuggire.
Il proprio valore non si misura cercando di svalutare gli altri, ma attraverso la realizzazione di iniziative utili e costruttive. E sono quelle , oggi, le grandi assenti. E la loro assenza rivela l'inconsistenza di un progetto e di una riflessione CREATIVA di chi, invece, ha il dovere di fare.
Il resto, come diceva il buon Califano, è trippa per gatti, ossia sorci tuoi.
Buon appetito.

domenica 9 gennaio 2011

IL TUO VIAGGIO


Non sono stata io per prima a salpare verso mari sconosciuti , ad aprire varchi nell'oceano burrascoso ed oscuro , senza cedere alle esortazioni che volevano arrestarmi e condurmi a lidi più quieti?

Allora il fuoco aveva lasciato alle mie spalle, inevitabilmente, una vasta terra bruciata .

Non sarebbe stato possibile presupporre un impeto glorioso senza lo sterminio di antichi guerrieri, vecchie strade, di boschi fitti ed aggrovigliati, di sterpaglie inutili.

Ho attraversato templi e castelli sacri in un cammino di solitudine e speranze.

Col tempo, Il fuoco aveva cicatrizzato e cauterizzato le mie ferite. Sembrava che il vento fosse calato.
Ma , non sapevo che una nuova energia misteriosa e straniera mi stava per travolgere.
Non mi appartiene e non mi riguarda. E' tua.

Nessuno può udire la voce che , ora, ti chiama.

Nessuno può vedere il fuoco che, ora, ti scuote.

E' un altro oceano e non mi piace affatto.
Ma quale diritto ho di arrestare la potenza del calore che sprigiona la tua anima?

Sarò la terra bruciata che ti lascerai dietro. Sarò un richiamo impercettibile fatto di immagini ricorrenti, ma mute. Sarò la sagoma inerte che lascerai sul molo .

Non voglio essere altro, in verità. Non posso, d'altronde. Non ne avrei neppure il tempo , presa come sono ad accogliere il mio demone che crepita nelle viscere palpitanti ed indomite. Ognuno ha la propria sirena che canta nel cuore, in solitudine si percepisce il suo anelito giocoso.

sabato 8 gennaio 2011

ANIMA VECCHIA


I figli non amano i genitori. Nelle migliori delle ipotesi rispondono ad un'ansia ancestrale che chiama legame la visione del decadimento di se'stessi attraverso l'immagine di chi ti ha generato.
I figli non perdonano mai i genitori. Non ricordano quando, ma i genitori in passato, hanno interrotto quell'attività fantastica che era l'unica ragione della loro vita.
I genitori, dal canto loro, non hanno alcun merito nello sviluppo dei figli.
Nonostante il loro intervento, i figli sono cresciuti autonomamente e diversamente da come volevano. Sono diventate altre persone. Adulti sconosciuti ed ostili.
Anche se amano la stessa musica la cantano con un intento che rinnega le stagioni gloriose che l'hanno ideatA.
Anche se parlano , le loro parole battono sentieri che non hai mai voluto attraversare.
Sentieri noiosi.
I genitori soffrono, ma è inevitabile. I genitori odiano, ma è del tutto naturale.
I genitori ed i figli si incontreranno solo al capezzale per condividere il dolore di una separazione compiuta ormai da tempo .

mercoledì 5 gennaio 2011

SCEMENZA ED ORDINANZA


Ci è stato detto, sin da bimbi, che il mondo in cui viviamo è il solo possibile mondo fuori del quale non c'è possibilità di una esistenza diversa e migliore.
Per questo l' omologazione con gli altri ci è parsa una conseguenza naturale per la nostra sopravvivenza .
L'obbedienza alle consuetudini radicate da secoli appare non una coecizione, ma una condizione naturale. Un fatto biologico.
Certe volte, diciamo, quasi sempre, mi sorprendo ad impegnarmi in conversazioni appassionate su come un dato comportamento sia da abbondonare che: no, no, no ci può essere una strada migliore, una soluzione alternativa, ci può essere un'altra possibilità che possa dare risultati vincenti e li descrivo e li propongo argomentandoli con una speranza ostinata , una determinazione accorata , una premura risoluta del tutto vana
Sembra, quasi, che parlare con l'altro, non voglia più significare mettere in comune la propria visione di vita per un confronto ed un avvicendamento arricchente, ma anzi, neutralizzare le differenze per appiattire lo sguardo in una direzione unica e stereotipata. Non quindi " comunicare" ma " aderire al costume".
E poi ci sono i codardi: quelli che non osano chiamare "il re nudo" quando è nudo arrecando danni patologici , non solo al sistema vigente, ma all'umanità intera che così massificata non potrà avere un futuro illuminato, una visione che si propaghi al di là di ciò che finora definiva il paradigma dell'ardore umano.
Odio i codardi.
E gli sciocchi, pure. Una categoria pericolosissima.
In una pagine dei vangeli apocrifi si trova scritto:
Gesù disse:
" Gli storpi li ho guariti, i ciechi pure. Con gli stupidi non sono riuscito. "
Da allora si sono moltiplicati a dismisura
Eccoli qui. A pochi passi da noi.
TIMBRANO IL CARTELLINO