martedì 2 novembre 2010

LA SCELTA


Nella pausa pranzo mi piace sedermi nel dehor del bar e mangiare all'aria aperta.
Mi sembra d'essere in vacanza: la luce fioca del sole filtra tra i palazzi: il tavolino si trova praticamente sulla via di passaggio delle auto, ma a quell'ora sono poche ed a me piace trovarmi in mezzo ad una strada della città che amo.
Insomma, un giorno , con il mio adorato collega, mentre mi stavo gustando i ravioli di magro passa una persona a noi nota già da diversi anni.
Negli anni addietro spesso ci fermavamo a chiacchierare con lui , per cui non ci sembrò poi una cosa così strana il fatto che si avvicinasse al nostro tavolo.
Lo accogliamo con parole cordiali e affettuose, come siamo soliti fare quando ci incontriamo. Io gli faccio i miei complimenti per l'abbigliamento raffinato ed elegante e sembrava che il colloquio stesse volgendo al termine, quando il tipo disse: " Vi devo parlare" " Ok, " dissi io" ci dica"

Lui ribattè allora" No, soprattutto devo parlare a Lei" e mi indicò . Il tono di lui s'era fatto quasi confuso, ma l'espressione del viso non mostrava una benchè minima incertezza. E, oserei dire, neanche un benchè minimo pudore.
" Volevo appunto dire che non deve più scrivere quelle cose sul suo blog altrimenti potrà avere delle spiacevoli conseguenze"

Insomma, sono rimasta lì, con la mia forchetta a mezz'aria e i miei ravioli sul piatto, senza parole. Quel giorno non mangiai i miei ravioli di magro. E, vi assicuro, erano buonissimi.
Nei giorni seguenti pensai molto a ciò che era successo ed al perchè si sceglie di fare una cosa invece di un'altra: ossia perchè si sceglie di accettare i soprusi e perchè invece si sceglie di opporvisi.
Accettare un'imposizione sembra la cosa più facile perchè significa non muoversi.
Invece sottrarsi alle prepotenze spesso può costare molto caro ed è anche più faticoso. Non sempre chi sceglie di reagire riesce a non soccombere.
E poi succede che spesso chi decide di non accettare le imposizioni si trova da solo a contrastare una forza oltre le proprie forze.
Altre volte si reputa la cosa che si sta facendo così poco degna di attenzione e di lotta che si lascia correre il tutto per ritrovarsi a servire il padrone della viltà e della sottomissione.
Il mio blog meritava forse che io vestissi i panni di un novello Don Chisciotte per prender le armi contro un mare d'affanni e contrastandoli , porre loro la fine?
No, non meritava tanta abnegazione. Non era più proficuo per me crogiolarmi al sole autunnale e chiuder la porta alla temerarietà della mia anima?
Chi mai avrebbe creduto che qualcuno si fosse interessato così tanto alle mie corbellerie da desiderare di vederle cessare? Io non sono nessuno e ahimè conto pochissimo in questo crepitare di azioni continue e determinanti alla vita sociale.
Io eseguo gli ordini se posso e se ce la faccio.
Ma proprio per questo non ho il bisogno di conservare ruoli che non mi identificano, non ho bisogno di restituir favori. Perchè ognuno ha in se' il senso dei valori in cui si riconosce: per me sono il coraggio e la dignità intesa come attitudine morale e come propensione di un'etica rigorosa. E malgrado non abbia molto da offrire , non sarà mai che un predatore si appropri con il mio consenso e con la mia rassegnata benevolenza di questo mio poco ed inadeguato essere come sono.

sabato 30 ottobre 2010

SE LASCI UN DIPENDENTE SENZA LAVORO, QUESTO E' MOBBING

La speranza ha due bellissimi figli:

lo sdegno e il coraggio.


Lo sdegno per la realtà delle cose;

il coraggio per cambiarle "

Pablo Neruda


giovedì 28 ottobre 2010

FANNULLONE SARA' LEI, SI INFORMI !


Ormai c'è la consuetudine diffusa di parlare dei dipendenti pubblici qualificandoli come "fannulloni". Chi lo fa non conosce le leggi che controllano il lavoro pubblico. Sono Leggi molto rigorose che, se applicate, non permetterebbero il verificarsi di episodi riprovevoli.

Con la Legge 142/90 è stata creata una figura determinante per il funzionamento di una pubblica amministrazione: la figura del Dirigente.

La definizione del suo ruolo è stata inizialmente specificata dall'art 51 della stessa legge che stabilisce il fondamentale principio della distinzione dei poteri di indirizzo politico e dei poteri di gestione amministrativa attribuita ai dirigenti. I dirigenti sono quindi, GLI UNICI TITOLARI ESCLUSIVI DELL' ATTIVITA' AMMINISTRATIVA.

L'art. 3 del Decreto Legislativo 29/93 sancisce il diritto della parte politica di definire gli obiettivi da attuare e di verificare la rispondenza dei risultati della gestione amministrativa alle direttive generali impartite, ma l'art. 51 della Legge 142/90 demanda all'autonomia organizzativa e normativa degli enti pubblici di stabilire i criteri e le modalità di adattamento delle articolazioni interne della propria struttura amministrativa. Tanto che ai sensi dell'art. 7 del Decreto Legislativo n° 165 il dirigente è il responsabile dell'attività amministrativa e non quindi la parte politica (Giunta e Consiglio comunale).

I Dirigenti sono quindi responsabili:

1) Degli atti di carattere finanziario ivi compresa l'assunzione di impegni di spesa;

2) Degli atti di amministrazione e gestione del personale in piena autonomia ai fini dell'erogazione dei trattamenti accessori premiali ed incentivanti e della progressione premiale verticale (in accordo con le rappresentanze sindacali);

3) Della individuazione delle competenze e delle professionalità necessarie allo svolgimento dei compiti dell'ufficio.

4) Del parere sulla mobilità del personale in entrata ed in uscita all'interno dell'ufficio a seconda dei criteri oggettivi e di trasparenza delle scelte. Non quindi la parte politica che deve solo verificare se gli obiettivi indicati sono stati raggiunti (il modo attuato per il loro raggiungimento non è competenza politica);

5) di tutti i provvedimenti di sospensione dei lavori, abbattimento e riduzione in pristino di competenza dell'ente pubblico, nonchè dei poteri di vigilanza edilizia e di irrogazione delle sanzioni amministrative in materia di prevenzione e repressione dell'abusivismo edilizio e paesaggistico - ambientale.

6) delle attestazioni, certificazioni, diffide, verbali, autenticazioni, legalizzazioni, ed ogni altro atto costituente manifestazione di giudizio e di conoscenza;

7) Di tutti i provvedimenti di autorizzazione, concessione ed analoghi, il cui rilascio presupponga accertamenti e/o valutazioni anche di natura discrezionale (memorandum per il nostro Segretario generale) nel rispetto dei criteri predeterminati dalla Legge e dai regolamenti.

Dunque il Dirigente ha tutto il potere di intervenire SUI COSIDDETTI FANNULLONI.

mercoledì 27 ottobre 2010

LE COSE CHE MI FANNO TENEREZZA: 2° LA TELEVISIONE


Mi fanno tenerezza coloro che gestiscono i programmi televisivi.
Nessuno escluso.
Ma soprattutto le conduttrici ed i conduttori di talk show. In questi giorni hanno mostrato un lato del loro carattere che mi ha commosso. Abitualmente cercano di adattare l'espressione del viso alla situazione. Ma , in questi giorni, appunto , hanno esagerato.

La D'Urso aveva ormai STABILIZZATO i muscoli facciali in una smorfia fissa di dolore . Questa espressione non l'abbandonava mai neanche quando perseguitava gli ospiti ormai suoi complici con domande morbose e già predisposte di dettagli scabrosi . Nulla la fermava . Neppure le lievi proteste di qualche normale cittadino che cercava di evitare la domanda interponendo un semplice " Lasciamo indagare gli inquirenti" E lei prontamente: " Sì, giusto lasciamo indagare gli inquirenti, ma lei è davvero convinto che non ci sia stato lo stupro, la violenza, lei cosa crede che stava facendo l'assassino mentre asssassinava? "

La pelle del suo viso, già sotto sforzo da botulino, si inarcava in un ghigno mefistofelico quando passava la linea all'inviato sotto il portone.

Ecco: gli inviati. Un altra categoria che mi ispira tenerezza. Durante i fatti di cronaca, nei primi momenti, gli inviati sono veri giornalisti, ma quando la storia si prolunga più del dovuto i giornalisti se ne tornano a scrivere al calduccio per lasciare il posto piovoso ed umido ai garzoncini in prova.

E' per questo che l'inviato ha quella faccia giovane e spaurita del brutto anatroccolo MENTRE esegue qualsiasi cosa il conduttore gli chieda. " Spostati a destra. no, a sinistra. Vai sul terrazzo, in alto. Sbircia attraverso gli spiragli della cancellata. Salta un po' per vedere dentro"

Una volta gli hanno chiesto, ad un'ora folle come le 23,00: " Citofona e chiedi se vogliono parlare"

L'inviato ha abbassato gli occhi e pieno di logica titubanza ha eseguito. L'indice gli tremava, la voce era spezzata. Ho pensato: " povero inviato: la gavetta è dura per tutti. Io, ai miei tempi, dovevo salire sulle scalette, sollevare faldoni e mettere crocette davanti ai nomi"