sabato 3 luglio 2010

COMUNE DI VALENZA : GRANDE SUCCESSO DELLA NOTTE ROSA




Insomma, insomma,non vorremmo dare i numeri come quando si contano le persone nei cortei, , ma il successo della notte Rosa di Valenza considerando il grande afflusso della gente che ha riempito le nostre strade , le piazze e i bar ha superato , è il caso di dirlo, ogni più RoSea previsione.
La città si è trasformata in una città turistica delle più attraenti e visitate, offrendo punti di musica e di ristoro sotto le stelle in una serata calda e piacevole.

Nella Piazza principale il gruppo rock "Le Rimmel" ha cantato le canzoni (sempre amate) degli anni 70 e 80 , mentre le persone hanno potuto gustare il risotto rigorosamente in rosa. E poi ancora... salotti sotto le stelle realizzati dai bravissimi gestori dei bar di Valenza, ( bar Smeraldo, Vineria Le Cave, Caffè All In , Osteria della Piazzetta da Piero : bravi) danze orientali, esposizioni di arti figurative, degustazioni vini e giochi e balli per i più piccoli.

I commercianti hanno contribuito in maniera determinante alla riuscita della minifestazione apportando al progetto nuove idee ed iniziative. Un grazie a loro ed un " arrivederci" alla prossima manifestazione. Ci troveremo dal 20 Luglio fino al 25 Luglio 2010 per la festa più importante del paese: la nostra festa patronale di San Giacomo 2010 dove ancora saranno chiamati a lavorare con noi per la città.
Le foto sono state realizzate dal curatore dell'immagine per la manifestazione Carlo Ponzano.Nel riprodurle è necessario citare l'autore .

mercoledì 30 giugno 2010

GLI YES MEN E L'INFERNO DI DANTE


Confesso: Non sono perfetta, bon.
Coltivo terreni in altri spazi e spesso ho avuto la netta impressione che fossero i migliori.
Ho la tentazione di trascinarci gli altri, di convincerli a dirigersi con me oltre questo tempo, in altro luogo e che questo divenga la sede eletta all'esistenza autentica, l'unica possibile, insomma , alla vita che è e che non può che essere lì, nel mio deserto fiorito . Di cui sono il leone.
Dico agli altri:" " Vieni,! Possibile che non t'accorgi che è quella la verità , la strada vera, la dimensione a cui dobbiamo tendere?"
In questa idea di perfezione al di là , al di fuori del luogo che ci ospita, delle consuetudini che ci abitano , in questa idea di credere regolare ciò che non fa parte della vita quotidiana( che invece mi pare aberrante ed inerte), in questa illusione d'essere normale io e non altri, in questo, appunto, manifesto la mia intolleranza, la mia cecità, in fondo, la mia perdizione, la mia per - versione, la mia malattia.
Infatti, nel mondo che non è il mio, certi figuri dediti all'adulazione, al finto servilismo, al raggiro mediocre pupullano e si sviluppano rigogliosamente. Sono ben accetti.
Questi Yesmen non hanno scopi umanitari, non hanno vero interesse verso chi curano e gratificano, ma anzi, sono certi della pochezza di chi è servito tanto d'esser certi di poterli imbrogliare con lusinghe e blandizie oltre ogni misura. E la cosa grave è che ce la fanno.
Gli yes men sono portati a replicare il loro comportamento per una necessità, diciamo professionale, poichè, consci d'esser insignificanti ed incompetenti, hanno solo questo sistema per conservare il ruolo occupato indegnamente.
Li vedi andare e venire, compunti, compiti, bisbigliare all'orecchio del potente reclinando la schiena con defezione ecclesiastica, mai la giacca fuori posto , sempre il capello corto, il sorriso ossequioso e corrotto, dediti a non avere mai idee , ma celati adescamenti, spinti alla sopravvivenza personale e non all'urgenza del servizio.
Nel mio mondo, nel mio deserto fiorito, nella mia langa fertile e potente , questi uomini sarebbero ignorati, sbeffeggiati, derisi perchè, come dicevo, non sono perfetta, ho delle idiosincrasie irragionevoli, degli odi patologici, delle spinte schizoidi. Insomma. Su questo sono irrimediabile.
E quando li sorprendo in questo loro almanaccare anche laborioso perchè no? industrioso, io subito mi reco nel mio fantastico prato oltre il luogo ed oltre il tempo e mi immagin,o quale Dante novello, di inventare un nuovo girone infernale apposta per loro, fatto di un servire gratuito senza ricompense e senza spettacolo. Per consolazione e per diletto.

lunedì 28 giugno 2010

CITTA' DI VALENZA: CERCASI TESTIMONIAL DELLA CITTA'

Nell'ambito della festa patronale di San Giacomo, il giorno 24 luglio 2010 sarà scelto il testimonial della città di Valenza cioè il Valentino e la Valentina ( da Forum Fulvii quod Valentinum che diventerà Valenza in onore dell'Imperatore Valentiniano)
Se hai tra i 18 e i 28 anni , se sei di Valenza, o ci studi o ci lavori, o ancora se hai un interesse qualsiasi nella città puoi iscriverti per partecipare alla serata del 24 luglio .
Non è una vera sfilata, nè un concorso di bellezza, nè una reale competizione. ma è un'occasione per trovarsi tra ragazzi e individuare il testimonial di Valenza.
Ci saranno premi grandiosi ( 1° 2° 3° premio) e altri premi per tutti i partecipanti offerti dai commercianti di Valenza.

sabato 26 giugno 2010

L'ENTE PUBBLICO E IL DIPENDENTE SCANSAFATICHE


Il personale costituisce per ogni ente pubblico una importante risorsa della quale è indispensabile occuparsi in modo strategico e mirato, per consolidare e sviluppare il processo di ammodernamento dell'ente.

Una corretta gestione delle risorse umane permette un processo fluido del percorso amministrativo dell'ente. Gestire efficacemente collaboratori e dipendenti significa anche far leva su una corretta motivazione che permetta di interpretare il ruolo reale dell'ente pubblico.

Ogni nuova idea nasce, generalmente, dal pensiero di un uomo ed è per questo che, in un'epoca caratterizzata dalla creatività, le persone assumono un ruolo ancora più importante che nel passato.

Chi lavora a livello dirigenziale , deve possedere una visione del "mondo" tale, che gli consenta di vedere più avanti degli altri e di conseguenza di agire in anticipo sui tempi.

E' anche vero, però , che la filosofia dell' " Uomo che fa tutto lui" è una filosofia che alla lunga causa dei ristagni di idee e di azioni.

Invece è ormai sperimentato come sia importante e profiquo per un servizio rivolto alla città ed alla sua comunità che chi coordina crei la cultura della collaborazione e, quindi, trasformi i dipendenti della propria impresa in collaboratori e non quindi in persone rancorose e demotivate. ( sempre in ansia a compiacere anzichè ad operare al meglio)

In tutti questi anni di lavoro mi sono resa conto che " gli scansafatiche" sono veramente pochissimi e questi, in qualsiasi modo opererai nei loro confronti non miglioreranno affatto, ma al massimo, riusciranno a camuffarsi in modo più strategicamente idoneo per continuare a non lavorare .

Perciò l'atteggiamento intimidatorio, tirannide e assolutista per queste persone avrà lo stesso risultato di un comportamento collaborativo e liberale: ossia continueranno a non lavorare ed a scansare gli incarichi con mille sistemi. In tutti questi anni non ho mai visto uno scansafatiche lavorare malgrado fossero stati utilizzati metodi coercitivi e autoritari. Altresì, ho conosciuto scansafatiche che si sono ritagliati un posto onorevole grazie ai loro comportamenti adulatori e servili. Ma non è stato sicuramente il servizio che si è avvantaggiato di questo. ( solo , probabilmente la vanità del leader di turno)

Per quanto riguarda la maggiorparte dei dipendenti ( e sono quelli che vogliono lavorare) possono invece essere indirizzati ad un buon operato, individuando reali ed efficaci motivazioni per rinnovarsi e per sviluppare le proprie competenze attraverso una strategia aziendale per la gestione delle risorse umane che tenga conto di:

1) Le persone che lavorano devono sentire la fiducia anzichè la sfiducia da parte dei loro superiori.

2) Devono essere abituati a collaborare ed a fare " squadra"

3) Non devono essere spinti a competere a discapito del collega ( boicottando il suo lavoro, non condividendo le informazioni) perchè chi ci rimetterà alla fine sarà il servizio ( e su questo un coordinatore può fare molto attraverso l'assegnazione chiara delle mansioni )

4) SAREBBE AUSPICABILE pianificare percorsi professionali che consentano la successione delle mansioni. Insomma , che sia riconosciuta a chi lavora la capacità e la volontà.

Un gruppo di persone ha una forza straordinaria. Se questa forza viene incanalata verso obiettivi condivisi, si libera un potenziale straordinario. Lavorare in team è oggi una necessità.

5) Chi coordina il personale deve manifestare fiducia, offrire gli strumenti adeguati agli obiettivi prefissi e quindi aggregare i valori dei singoli. Solo chi non ha paura di proporre tirerà fuori una buona idea. Chi, invece , tenderà ad essere accondiscendente a priori non aiuterà neppure chi coordina ad avere una visione oggettiva della problematica in quel momento affrontata.

Prestare attenzione soprattutto al risultato finale e non ai piccoli dettagli magari incongrui che distolgono alla fine dal reale obietttivo prefisso.

Molto spesso, sono proprio discussioni estenuanti sul nulla che arrestano il buon esito di un programma.

Ossia: discutere due ore sul fatto che un dipendente ha lasciato la tendina spostata dopo aver lavorato tutta la sera ad un progetto riuscito, è un atteggiamento che porterà alla lunga il dipendente a provare ostilità per il superiore e indifferenza se non disaffezione verso il servizio. .

Un coordinatore efficace non può fare tutto da solo ma crea valore grazie a collaboratori responsabilizzati, autonomi e motivati ( quindi soddisfatti del proprio operato e che possono muoversi senza paura che possa insorgere diffidenza e mal interpretazione sul loro operato )