giovedì 13 maggio 2010

CULO E CAMICIA


Chi utilizza INTERNET per comunicare sa perfettamente cos'è un TAG o più precisamente sa che La Tag-line è una frase breve e diretta a cui si fa riferimento sui motori di ricerca .
Il tag quindi è legato anche alla word key che permette di trovare testi contenenti una particolare parola e/o tema.

Io, modestamente , sono un'esperta in taggare i miei post , quelli che voglio siano i più visitati e letti ed ho adoperato questa mia incredibile capacità durante il periodo, diciamo, di propaganda politica, tanto che per esempio nei post dove parlavo del povero Pd ho avuto molti visitatori. E qui il mio discorsetto nobile è terminato. Perchè nel frattempo ho intrapreso dei profondi studi sulle parole più ricercate dal popolo del web.

Ebbene, devo informarvi, ma probabilmente una mezza idea di questo ce l'avevate già , che le parole cercate maggiormente sono: " culo " e " fica" . Sì , avete letto benissimo: culo e fica ( ri - scriverlo mi comporterà un afflusso maggiore di lettori) la ricerca poi subisce una notevole quantità di varianti del genere: mano nel culo, mano dentro al culo, culo di anziane ecc ecc .. per esempio . Allora, mentre mi addentravo nello studio dei bisogni umani mi sono immaginata questi poveri navigatori incamiciati e magari incravattati, con la moglie in cucina a lavare i piatti, oppure ancora meglio con il figlioletto nella culla ed ancora, SEDUTI davanti al computer delle loro aziende di marketing e di comunicazione mettersi lì a digitare sui motori di ricerca: " fica pelosa" ed attendere pazientemente di scartare il proprio tesoro consistente nella visione di cotanto sogno sognato.

Eppure in questo mondo delle immagini, dove sussiste la morale economica della soddisfazione dei bisogni sembrerebbe un atto superato, un oggetto già elaborato e gustato.

Ma poi penso che, proprio perchè viviamo nell'era dell'abbondanza, tutto ciò che a cui possiamo tendere non è mai abbastanza e ci lascia con un senso di solitudine amara e di impotenza emotiva da non avere uguali nella storia dell'uomo. E' proprio su questo punto che dobbiamo ragionare poichè come diceva non so chi " Non è mai la virtù a dirci cos'è l'uomo ma è il vizio che pratica"

A questo proposito mi torna in mente una volta in cui, giovane e avventurosa fanciulla autostoppista , avevo accettato un passaggio, insieme ad una mia amica , di un esile giovanottone timido e nervoso che ci fece salire nella sua auto con modi impacciati e incerti. Bene, era da poco iniziato il viaggio che il ragazzotto esordì: " Se fate l'amore con me vi do 100 mila lire ( allora c'erano le lire e valevano un po' di più) " Io non riuscii neppure ad offendermi, dato il tono pacato da ragioniere attento e scrupoloso. Dissi: " No" leggermente come mi avesse offerto una sigaretta.

Ma la mia amica cominciò subito ad agitarsi per l'ingiura ricevuta: " Facci scendere che ti spacchiamo la faccia!!" Lui, ingenuo, in fondo, come volesse aggiustare le cose disse:
" Ma VI DO 100 mila lire a testa! "
Non so perchè non risposi affatto, tanto ero presa dai miei ragionamenti sull'idea distorta ed in fondo romantica che il pover' uomo aveva delle autostoppiste ossia di donne traviate pronte a vendersi al primo offerente, insomma una specie di meretrici ambulanti ( quelle che ora chiamiamo excort ).

Ma la mia amica Antonella ( abbiamo lo stesso nome) cominciò ad urlare ancora più forte intimando al giovane di fermarsi tanto che lui, diligentemente e con una manovra da autista modello, si fermò senza discutere.
Scendemmo in strada con i nostri zaini sulle spalle e lo vedemmo allontanarsi lentamente come afflitto ma per nulla pentito di avere pensato e detto cose simili a due ragazzine innocenti.

Non è una grossa storia: ma quando mi immagino questi naviganti fare quelle ricerche spasmodiche sul " culo" e la " fica" mi viene in mente quell'anima perduta nell'auto , quel bisogno di opulenza pagato con la solitudine morale, quell'idea di soddisfazione sostituito dalla corruzione dei costumi di cui ormai siamo abituati.

martedì 11 maggio 2010

LA VERITA' MI FA MALE, LO SO


Succede.
Anche se non vuoi, capita che in paese ti raccontino storie che non ti interessano affatto.
Pure divertenti.
Come per esempio la storia di quella signora che andava sempre al mare in autobus fino a che non è più tornata perchè era scappata con l'autista dell'autobus
Ed è una storia vera. La realtà non ha bisogno di essere verosimile perchè è reale. La vita imita l'arte più di quanto l'arte imiti la vita, come diceva Oscar Wilde che aveva di fatto avuto una vita romanzesca con tutte i dolori e le passioni caratteristiche di un dramma teatrale.
Si dice che il 40% dei coniugi si tradisce ed io credo che sia una statistica che non rispecchi il dato reale e che il dato reale sia molto superiore a quello ipotizzato. Personalmente non amo le mistificazioni , ma d'altra parte sono diventata tanto pigra da non avere la forza neppure di far fronte a quei cambiamenti a cui la verità ti sottopone. Perchè se la verità è il divenire, questo porsi in movimento non ha altro destino che giungere ad un nulla a cui siamo indirizzati senza altra possibilità di deviazione o di immaginazione. Per questo motivo , porsi in maniera autentica diviene un vezzo opulento e ozioso di cui l'esistenza può fare comodamente a meno ed anzi, se ne può disfare tranquillamente come di un abito troppo stretto.
Se lui tradisce lei e lei desidera un altro mentre s'addormenta indifferente accanto al marito cosa può mai contare nel vortice confuso degli eventi l'anelito intimo di un individuo perduto nell'infinito dell'esistenza? Nessuno se ne cura, dormite sogni tranquilli, piccoli pusillanimi bugiardi.

giovedì 29 aprile 2010

DOMANI NON SARA' COSI'

A volte mi dimentico, lo ammetto, mi dimentico di non sprecare il mio tempo, me ne sto ore a pensare cose completamente inutili , a voler raggiungere obiettivi che non riguardano il pulsare della mia anima, ma che riguardano, invece, piccole diatribe meschine come quella di voler convincere gli altri della bontà delle mie idee, come quella di poter concludere un compito ambizioso. A volte sto lì a spiegare, a disquisire, ad almanaccare su questioni da fare su come lavorarci su, su come trovarne le soluzioni. Mi ritrovo lì a fine giornata con una oscura sensazione d'averla consumata lasciandomi galleggiare su un involucro oltre al quale c'è ciò che conta, insomma la vita da intendere. La mia dimensione più profonda. Mi sto allontanando, mi sto allontanando dal punto fondante della mia esistenza. E mi dico: " Domani non sarà così, domani mi occuperò di me, andrò a fondo di me, comincerò a trovarmi." Ma l'indomani ugualmente il tempo scorre su piccole incombenze, sulle personali rivendicazioni, su posizioni ostinate, su visioni ossessive. Su DISCUSSIONI ACCALORATE..
EPPURE, LO SO, la vita non è lì, la vita non ha traguardi sociali.La vita non vuole raggiungere il successo.
La vita si dispiega nella rivelazione della propria anima, nell'individuazione del proprio desiderio che è progetto , che è nutrimento del proprio spirito , che è la spinta a muoversi sentendosi all'unisono col respiro ed il battito del cuore. Ma domani, non sarà così. Domani mi occuperò di me, andrò fino in fondo di me e comincerò a trovarmi.

mercoledì 28 aprile 2010

IL MONDO CHE C'E'

Amo il silenzio. Amo il silenzio che vuole opporsi al cumulo di costruzioni dei fatti. Perchè la parola descrive il mondo e nello stesso tempo lo determina, lo limita e lo ri - inventa oltre il fatto che avviene. . Ciò che accade diventa il suono dell'interpretazione che lo descrive: non è più ciò che è. Informare spesso significa costruire il senso dell'accadimento. Perchè oltre il racconto ci deve essere l'ascolto, l'attenzione, la necessità di abbandonare l'opinione e di guardare al fatto e non al senso che mi ispira e mi realizza.
Persino il nostro dolore non è che l'espressione della parola che lo quantifica, l'identità che sovrasta la nostra impotenza. E' il protagonista della trasfigurazione di ciò che immagino che sia il senso dei fatti. Non è mai accaduto d'avere sofferto per un amore immaginato? Un amore che col tempo si era rivelato un perfetto bluff. Smettila di raccontarti la vita.
Invece attendi. Invece rimani a guardare le cose. Invece cedi al silenzio del mondo che si muove all'unisono con il tuo palpito corporale.
Oltre la visione del mondo è proprio lì che il mondo è.