Eraclito diceva: " Ethos anthropoi daimon" . Hanno dato molte interpretazioni a questo paradigma . Ma intendiamolo così: " tu sei il modo che sei. "
C'è qualcosa all'interno di noi ( sembra ovvio) che ci spinge ad un determinato gesto. La nostra anima si rivela al mondo nei fatti che andiamo a compiere. L'anima non è muta . L'anima non è immobile. Non è una specie di spiritello che sorge al momento delle preghiere, come innocuo ectoplasma . L'anima e corpo si coalizzano nell'intento di essere ciò che siamo. Dunque se tu mi ferisci, sei proprio tu che mi ferisci . Se lo fai è perchè la tua etica profonda, strutturale, caratteriale non ha trovato altra via per esprimersi.
Per questo bisogna ascoltarsi attentamente nell'agire perchè l'atto non è fuori di noi, ma ci rappresenta intimamente. Bisogna rallentare i modi, approfondire il confronto col nostro SE' nell'accingersi all'incontro con l'altro. Io sono ciò che faccio. Nell'atto mi muovo e forgio l'istante eterno della mia anima.
Per questo bisogna ascoltarsi attentamente nell'agire perchè l'atto non è fuori di noi, ma ci rappresenta intimamente. Bisogna rallentare i modi, approfondire il confronto col nostro SE' nell'accingersi all'incontro con l'altro. Io sono ciò che faccio. Nell'atto mi muovo e forgio l'istante eterno della mia anima.


