
Non esiste una vita lineare. Una strada sicura, un percorso stabilito.
Rispondere alla propria anima significa porsi delle deviazioni, delle trasgressioni . Molti, per paura, non vogliono ascoltare il richiamo. Ma si condannano ad una vita stereotipata, inautentica.
La coscienza è variegata, confusa, fuorviante. Posso innalzare muri che le impediscano di compiere movimenti bruschi, posso avere lo stesso volto per tutto il tempo, ma so che il mio cuore comincerebbe a dimenarsi ferocemente, strapperebbe la corda e fuggirebbe lontano. Non ho che la scelta di affrontare l'antro che mi è destinato. Non ho che la scelta di incontrare le forze della mia essenza profonda e seguirla e cederle amorevolmente e nutrirmi alla sua fonte sapiente. Non posso fare altro che rispondere alla sua natura essenziale.
Incontrerò il dolore. E' già successo. So come può essere straziante. So come può essere distruttivo. Potrebbe piegarmi, uccidermi. Ci ha già provato. E' un serial Killer spietato. Colpisce quando abbassi la guardia, quando sei distratta e debole. Quando sei mortificata. Ma so che non fa parte di me : è solo un visitatore importuno. E' un ospite sgradito.
Suonerà alla porta di ingresso ed io non potrò che farlo accomodare nel soggiorno.
Lui si siederà comodamente sul divano e, molto gentilmente sarò costretta ad ascoltare il suo lamento cavernoso. Mi alzerò per preparare il tè con i pasticcini. Lui si ciberà avidamente di ogni mia pietanza.
Ma alla fine il dolore dovrà andarsene. Per forza.