sabato 13 giugno 2009
venerdì 12 giugno 2009
LA VITA E LA GIOIA A PRANZO INSIEME

Lei ricordava d'avere desiderato per tanto tempo quella che si definiva " vita normale" cioè una casa, dei figli e una relazione pacata senza grandi smottamenti.
Non era avvenuto .
Non sapeva perchè, ma aveva percorso sentieri diversi, confusi, irresistibili.
Aveva ascoltato, senza opporvisi mai, la propria ansia misteriosa che la strappava alle cose intorno, cioè a quel tipo di vita.
Non era avvenuto .
Non sapeva perchè, ma aveva percorso sentieri diversi, confusi, irresistibili.
Aveva ascoltato, senza opporvisi mai, la propria ansia misteriosa che la strappava alle cose intorno, cioè a quel tipo di vita.
Era passato del tempo. Era un pomeriggio di giugno. Si trovava, dunque, insieme al padre dei suoi figli ed ai figli stessi. Lui trafficava intorno alle piante dell'orto.
Lei lo guardava con amorevolezza. Lo aveva amato? Non poteva richiamare il moto del cuore in nessun modo. Lo aveva desiderato? Era impossibile poterlo dire in quella giornata di sole radioso.Tutto era luminoso e dolce, tutto pareva proporsi come nuovo, miracolato e probabile.
Non aveva più nessun riferimento che potesse dire, che potesse testimoniare il palpito. Eppure lui era lì, rappresentava qualcosa, ma il pensiero vagava oltre e non si soffermava che sulle mani laboriose e sul gesto oramai straniero del corpo e del respiro. Gli era distante. Gli era indifferente. Un sentimento non si può riguardare o correggere.
Il passato non esiste. Il passato è uno sberleffo fatto di suoni e di odori impercepibili. E' immaginato. Non è trascorso se non come sogno sognato frammentariamente quasi come fosse un incubo ammaliante.
Ed i figli ? Si dice che col tempo, se mai è esistito, si dilegui l'istinto materno. Cosa rimane della dedizione?
Ed i figli ? Si dice che col tempo, se mai è esistito, si dilegui l'istinto materno. Cosa rimane della dedizione?
Diciamolo: nulla.
Molte persone la trasformano in amorevole ricatto, in un perenne scavo archeologico di momenti fantasticati e trasfusi.
Lei guardava i suoi figli e sapeva di rappresentare per loro soprattutto un viaggiatore distratto e premuroso. E lei avrebbe condiviso con loro la curiosità deferente per il futuro.
La vita, lei avrebbe voluto dire, è un esperimento.
La vita è frugale.
La vita, lei avrebbe voluto dire, è un esperimento.
La vita è frugale.
Eppure, mentre indugiava a parlare col padre dei suoi figli nell'aria solare della campagna colante di colori fulgidi, mentre appunto guardava loro rincorrersi per quel gioco adulto di spingersi e schernirsi nel riso, allora comprese che quel momento non doveva essere per forza collegato a percorsi esplicitati e risolti. Ma aveva bisogno di essere goduto come se fosse spuntato magicamente dal nulla.
La gioia va a trovare la vita senza preavviso ed a questa non resta che apparecchiare la tavola velocemente con quel che è riuscita a trovare nel frigo.
NON ESISTE L'ANIMA

Cosa ho chiamato "anima" e continuo a chiamarla e a significarla come fosse un dio buono, una voce benefica, quando invece sgorga come liquido velenoso dai pori della mia pelle ? Ho chiamato tutto " anima" come fosse un entità staccata da me che mi governava e mi curava sollecita e potente, oltre me, sopra di me, sconosciuta agli altri eppure vitale e forte e urlante in direzione della mia esistenza.
Di quale forza si tratta dunque che mi fa odiare chi amo teneramente, e fagocitare all'ombra la mia ombra, non lasciarmi respiro, non perdonarmi, ma non permettere di pentirmi mai e per questo farmi subire la sua seduzione come fosse il mio persecutore che comanda ed esegue ciò che non comprende per niente?
Non siamo noi che soffriamo, dunque, nè amiamo mai, ma la dimensione che ci chiede il ruolo, la voce che ci impone il comando. Non siamo noi , ma il tempo che viviamo che presto sarà dimenticato. Più che dimenticato non trasceso mai. Non composto nè costituito.
Ho letto di dolori , ho letto di angustie anche comprensibili. Nello stesso tempo sentivo un disagio pressante, una noia feroce. Perchè siamo oltre e siamo altro. Non sono nuova anch'io al dolore. Mi ci crogiolo e lo chiamo spesso. Non sono nuova all'amore e alla dedizione , ma tutto ha lo stesso indirizzo: il proprio nutrimento. Il buio chiama sempre la luce e la succhia come vitello ingordo e inconsapevole. L'amore non è che traboccante essenza dell'odio e dell'avidità del desiderio. Appaga il tuo corpo finito e mortale. Trabocca oltre questo , ma il suo sentiero non ti appartiene. Non lascia che residui di morte prima di morire.
Ma " per ciò di cui non si ha esperienza non si ha orecchie " (... diceva Nietzsche)
giovedì 11 giugno 2009
IL DESIDERIO LIQUIDO

Il liquido si muoveva come unica materia fluttuante e potente quasi assassina. Non c'era altro che l'acqua ed il suo suono costante fatto d'aria e di spruzzi leggeri. Lei guardava il mare quasi attonita e rapita dalla spinta vorticosa dell'acqua e dalla sua malia.
In questi giorni l'aveva angustiata quel suo problema logistico ancora irrisolto,(!!) ma non voleva pensarci. I fatti oggettivi incalzavano sul suo sguardo alterato dalle passioni, eppure lei non aveva paura. sapeva bene come la lacerazione della propria anima porta a cercare un altrove che non ci appartiene e al quale aneliamo confusamente senza conoscerlo e riconoscerlo. Ma la coscienza della sua precarietà e temporaneità non lo rendeva meno amabile. Il senso di mancanza e di assenza è sempre in noi ed è questo che ci da la spinta a metterci in viaggio.

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