
Cosa ho chiamato "anima" e continuo a chiamarla e a significarla come fosse un dio buono, una voce benefica, quando invece sgorga come liquido velenoso dai pori della mia pelle ? Ho chiamato tutto " anima" come fosse un entità staccata da me che mi governava e mi curava sollecita e potente, oltre me, sopra di me, sconosciuta agli altri eppure vitale e forte e urlante in direzione della mia esistenza.
Di quale forza si tratta dunque che mi fa odiare chi amo teneramente, e fagocitare all'ombra la mia ombra, non lasciarmi respiro, non perdonarmi, ma non permettere di pentirmi mai e per questo farmi subire la sua seduzione come fosse il mio persecutore che comanda ed esegue ciò che non comprende per niente?
Non siamo noi che soffriamo, dunque, nè amiamo mai, ma la dimensione che ci chiede il ruolo, la voce che ci impone il comando. Non siamo noi , ma il tempo che viviamo che presto sarà dimenticato. Più che dimenticato non trasceso mai. Non composto nè costituito.
Ho letto di dolori , ho letto di angustie anche comprensibili. Nello stesso tempo sentivo un disagio pressante, una noia feroce. Perchè siamo oltre e siamo altro. Non sono nuova anch'io al dolore. Mi ci crogiolo e lo chiamo spesso. Non sono nuova all'amore e alla dedizione , ma tutto ha lo stesso indirizzo: il proprio nutrimento. Il buio chiama sempre la luce e la succhia come vitello ingordo e inconsapevole. L'amore non è che traboccante essenza dell'odio e dell'avidità del desiderio. Appaga il tuo corpo finito e mortale. Trabocca oltre questo , ma il suo sentiero non ti appartiene. Non lascia che residui di morte prima di morire.
Ma " per ciò di cui non si ha esperienza non si ha orecchie " (... diceva Nietzsche)
2 commenti:
vero, chissà perchè molti cercano di vendersela ...
sì, la vogliono vendere al diavolo ma non sanno che è già sua
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